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ROYAL CANIN Hair & Skin 33 Secco Gatto Gr. 400

Contribuisce al mantenimento in salute del sistema urinario del gatto adulto grazie all’equilibrio dei sali minerali.

Formulato con un bilanciamento di nutrienti che includono un complesso esclusivo di amminoacidi e vitamine del gruppo B, che contribuiscono al mantenimento del ruolo protettivo del mantello. Contiene proteine ad alta digeribilità e acidi grassi Omega-3 e Omega-6 i cui risultati sono visibili su pelle e pelo.




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Royal Canin Gravy Urinary S/O in bustina 12x85gr al Pollo

Royal Canin Urinary S/O Morsels in Gravy cibo umido per gatti (bocconcini in salsa) è un alimento umido sviluppato specialmente per il gatto di età avanzata che si ritrovi con problemi alle vie urinarie. Se sospetti che il tuo gatto abbia problemi ad urinare, il tuo veterinario potrà prescrivergli un alimento specializzato che sostenga le vie urinarie e contribuisca a riportarle in salute.



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ROYAL CANIN Golden Retriever Adult Secco 12Kg

Il Golden Retriever è un cane da compagnia dal carattere straordinariamente affettuoso, amichevole, docile e pieno di talento.

Tanto il vostro cane è unico, tanto dovrebbero esserlo anche i suoi alimenti. Tutti i prodotti Royal Canin sono sottoposti a un controllo di qualità completo, per garantire la qualità ottimale.

Gli alimenti della linea Breed Health Nutrition si distinguono per le proteine pregiate e il profilo nutrizionale bilanciato. Inoltre le crocchette sono state adattate per misura, forma e consistenza alla relativa razza canina.

COMPOSIZIONE: proteine di pollame disidratate, mais, riso, frumento, idrolizzato di proteine animali, grassi animali, proteine vegetali isolate*, fibre vegetali, polpa di barbabietola, olio di pesce, olio di soia, pomodori disidratati, sali minerali, frutto-oligosaccaridi, tegumento e semi di psyllium, idrolizzato di crostacei (fonte di glucosamina), olio di borraggine (0,1%), estratto di fiore di tagete (fonte di luteina), idrolizzato di cartilagine (fonte di condroitina). 

[more_info]ADDITIVI (per kg): Additivi nutrizionali: Vitamina A: 32000 UI, Vitamina D3: 900 UI, E1 (Ferro): 45 mg, E2 (Iodio): 4,5 mg, E4 (Rame): 14 mg, E5 (Manganese): 59 mg, E6 (Zinco): 138 mg, E8 (Selenio): 0,1 mg – Additivi tecnologici: Clinoptilolite di origine sedimentaria: 10 g – Additivi organolettici: Estratto di tè (fonte di polifenoli): 150 mg – Conservanti – Antiossidanti.

COMPONENTI ANALITICI: Proteina grezza: 25,0% – Oli e grassi grezzi: 13,0% – Ceneri grezze: 6,0% – Fibra grezza: 3,8% – Per kg: EPA/DHA: 4,1 g – Taurina (totale): 1,7 g.[/more_info]


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La Gran Bretagna di Johnson crescerà più dell’America di Biden

AGI – Goldman Sachs, in una nota alla clientela, rivela che il Pil del Regno Unito quest’anno crescerà di un “sorprendente” +7,8% quest’anno, più che negli Stati Uniti. Il Fmi ha previsto che la Gran Bretagna, la quinta economia mondiale, nel 2021 cresca del 5,3%. Tuttavia rispetto a quelle previsioni ci sono stati segni di un’accelerazione nel ritmo della ripresa britannica, grazie alla rapidità con cui sono stati distribuiti i vaccini, che attualmente sono stati somministrati a più della metà della popolazione.

Secondo Goldman, il Pil Usa aumenterà del 10,5% e toccherà il picco della sua crescita nel secondo trimestre dell’anno, grazie all’impatto degli 1,9 miliardi di dollari di stimoli fiscali varati dall’amministrazione Biden e alle riaperture. Goldman prevede anche un’inflazione Pce core in rialzo, in via temporanea, oltre il target della Federal Reserve, fissato al 2%. Per il secondo semestre del 2021, le stime sul Pil Usa sono di un’espansione s pari a +7%. 


La Gran Bretagna di Johnson crescerà più dell’America di Biden

Draghi: il Recovery Plan è la sfida per un Paese più moderno

AGI – Il governo stima che nel 2026, anno di conclusione del Recovery plan, “il prodotto interno lordo sarà del 3,6 per cento più alto rispetto all’andamento tendenziale e l’occupazione di quasi 3 punti percentuali”. È quanto si legge nella premessa alla bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza a firma di Mario Draghi, pubblicata da Il Foglio.  

Gli investimenti previsti nel Piano, sottolinea Draghi nella premessa del testo ancora non definitivo, “porteranno inoltre a miglioramenti marcati negli indicatori che misurano la povertà, le disuguaglianze di reddito e l’inclusione di genere, e un marcato calo del tasso di disoccupazione giovanile. Il programma di riforme potrà ulteriormente accrescere questi impatti”. 

Il 40 per cento circa delle risorse del Piano sono destinate al Mezzogiorno, a testimonianza dell’attenzione al tema del riequilibrio territoriale”, afferma ancora Draghi. Il Piano, si legge ancora, “è in piena coerenza con i sei pilastri del Next Generation Eu e soddisfa i parametri fissati dai regolamenti europei, con una quota di progetti ‘verdi’ pari al 38 per cento del totale e di progetti digitali del 25 per cento”.

“La supervisione politica del Piano è affidata a un comitato istituito presso la Presidenza del Consiglio a cui partecipano i ministri competenti”, specifica ancora la bozza. “Il governo ha predisposto uno schema di governance del Piano – si legge nel testo – che prevede una struttura di coordinamento centrale presso il ministero dell’Economia. Questa struttura supervisiona l’attuazione del piano ed è responsabile dell’invio delle richieste di pagamento alla Commissione europea, invio che è subordinato al raggiungimento degli obiettivi previsti”.

Questa struttura di coordinamento è affiancata da “una struttura di valutazione e una struttura di controllo. Le amministrazioni sono invece responsabili dei singoli investimenti e delle singole riforme e inviano i loro rendiconti alla struttura di coordinamento centrale. Il governo costituirà anche delle task force locali che possano aiutare le amministrazioni territoriali a migliorare la loro capacità di investimento e a semplificare le procedure”. 

“L’Italia deve combinare immaginazione e creatività a capacità progettuale e concretezza. Il governo vuole vincere questa sfida e consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno, all’interno di un’Europa più forte e solidale”, dice ancora il presidente del Consiglio.  

Il minor incremento del Pil rispetto agli altri Paesi europei registrato negli ultimi vent’anni e il “deludente” andamento della produttività sono “problemi che rischiano di condannare l’Italia a un futuro di bassa crescita da cui sarà sempre più difficile uscire. La storia economica recente dimostra, tuttavia, che l’Italia non è necessariamente destinata al declino“, si legge ancora nella bozza, che ricorda: “Nel secondo Dopoguerra, durante il miracolo economico il nostro paese ha registrato tassi di crescita del pil e della produttività tra i più alti d’Europa. 

“Il Pnrr – sottolinea ancora il premier – è parte di una più ampia e ambiziosa strategia per l’ammodernamento del Paese. Il governo intende aggiornare e perfezionare le strategie nazionali in tema di sviluppo e mobilità sostenibile; ambiente e clima; idrogeno; automotive; filiera della salute”. 

Presso la Presidenza del Consiglio, si afferma nella bozza, “viene costituito un apposito Ufficio per la razionalizzazione e semplificazione delle leggi e dei regolamenti, per permettere una continuità di proposte e di interventi nel processo di semplificazione normativa”. Più in generale, sottolinea Draghi, “la riforma finalizzata alla realizzazione e semplificazione della legislazione abroga o modifica leggi e regolamenti che ostacolano eccessivamente la vita quotidiana dei cittadini, le imprese e la Pubblica amministrazione”. Questa riforma “interviene sulle leggi in materia di pubbliche amministrazioni e di contratti pubblici, sulle norme che sono di ostacolo alla concorrenza, sulle regole che hanno facilitato frodi o episodi corruttivi. E’ potenziato il Dipartimento affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio”. 


Draghi: il Recovery Plan è la sfida per un Paese più moderno

Il lockdown ha fatto crollare il traffico aereo, nel 2020 passeggeri in calo di oltre il 70% in Italia

AGI – Sono stati 52.759.724 i passeggeri transitati negli aeroporti italiani nel 2020, tra traffico nazionale e internazionale, con un decremento rispetto al 2019 del -72,5%. Lo rende noto l’Enac.

Il traffico nazionale, con i suoi 25 milioni di passeggeri ha registrato una diminuzione più moderata, -61,1%, rispetto al traffico internazionale, -78,3%, con un totale di circa 27.700.000 passeggeri.

L’aeroporto di Roma Fiumicino si conferma al primo posto per numero di passeggeri, seguito da Milano Malpensa che, invece, è risultato in prima posizione per il trasporto cargo.

La graduatoria complessiva dei collegamenti nazionali e internazionali di linea e charter vede al primo posto la compagnia Ryanair, seguita da Alitalia e da EasyJet Europe. Alitalia, invece, si consolida come prima compagnia per il traffico nazionale.

“Tornare a viaggiare in piena sicurezza – commenta il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha dichiarato: non è solo un auspicio, ma un obiettivo di ripresa verso il quale devono convergere tutte le categorie interessate. La crisi pandemica ha reso evidente la fragilità del nostro sistema economico e in particolare quei settori in cui la ripresa è legata all’aumento della mobilità, messa in crisi dalle restrizioni sanitarie”.

“L’auspicio è che campagna vaccinale e comportamenti responsabili possano comportare una ripresa degli spostamenti in aereo e dei flussi turistici in vista della stagione estiva. Il governo è al lavoro non solo per riportare i settori colpiti dalla crisi alla normale attività ma per individuare, attraverso l’analisi dei possibili scenari, soluzioni in grado di produrre tassi di crescita elevati e sostenibili nel lungo periodo per rendere il Paese resiliente”, conclude Giovannini.

“Una diminuzione media del –72,5% di traffico aereo con punte di oltre il -90% in alcuni momenti dell’anno – evidenzia il direttore generale dell’Enac Alessio Quaranta – è un fenomeno mai registrato nell’aviazione civile moderna che, al contrario, ha avuto una crescita più o meno costante nel tempo. Dobbiamo pensare al presente e al futuro del settore, puntando sulla domanda e sulla voglia di ricominciare a viaggiare per turismo e per affari. Ora tutti i player del settore, colpiti in maniera trasversale dalla crisi pandemicadevono operare con l’obiettivo di un rapido riavvio del traffico aereo, partendo dalla ricostruzione della fiducia da parte dei passeggeri”.

“La combinazione tra le disposizioni sanitarie, la campagna vaccinale, i voli Covid-free e l’auspicato pass sanitario aiuteranno tutti noi a ricominciare a scegliere, con consapevolezza e fiducia, il trasporto aereo: un passo per contribuire alla ripresa del settore e, più in generale, dell’economia diretta e indiretta generata dal comparto”, conclude.


Il lockdown ha fatto crollare il traffico aereo, nel 2020 passeggeri in calo di oltre il 70% in Italia

Il ceo di Airbnb: “Cerchiamo milioni di nuove case”

AGI – Airbnb avrà bisogno di milioni di nuovi host, cioè di milioni di nuovi titolari di ‘bed and breakfast’, o alloggi, per soddisfare il boom della domanda di viaggi e turismo che si creerà non appena il mondo uscirà dalla pandemia.

Lo ha detto alla Cnbc Brian Chesky, il ceo di Airbnb, la più grande piattaforma online del mondo che consente di prenotare un alloggio e affittare una casa durante un viaggio all’estero.

“Per soddisfare la domanda dei prossimi anni, avremo bisogno di milioni di host in più”, ha detto Chesky. “Penso che probabilmente avremo un grosso problema ha detto alla Cnbc – perché mi aspetto che avremo più richieste di quanti alloggi attualmente disponiamo. Prevedo l’arrivo di un formidabile rimbalzo dei viaggi. Qualcosa di mai visto prima”. Attualmente Airbnb conta 4 milioni di host e alla fine del 2020 erano 5,6 milioni. 

L’industria dei viaggi è in fermento perché sempre più americani vengono vaccinati e le restrizioni si stanno allentando. Airbnb, che fa affidamento sui privati disponibili ad aprire le loro case agli ospiti, dovrà trovare nuovi host, cioè dovrà recuperare una disponibilità che con la pandemia era venuto meno.

Si tratta, secondo la Cnbc, di un problema simile a quello affrontato da altre società della gig economy come Uber, che recentemente ha allargato i cordoni della borsa, impegnandosi a offrire 250 milioni di dollari per riportare più conducenti sulla sua piattaforma.

“Con l’aumento dei tassi di vaccinazione negli Stati Uniti, stiamo osservando che la domanda dei consumatori per la mobilità si sta riprendendo più velocemente della disponibilità dei conducenti a fornire il servizio”, ha spiegato Uber in un comunicato depositato alla Securities and Exchange Commission.

Chesky ha anche detto che probabilmente Airbnb non offrirà “molti incentivi” per convincere nuovi host a offrire le loro case, poiché ritiene che già ci sia un’enorme domanda di servizi. “Penso che tutto ciò che dobbiamo fare è continuare a raccontare la nostra storia di Airbnb e i vantaggi dell’hosting. E stiamo riscontrando molto interesse “, ha affermato Chesky.

In questo contesto, ha aggiunto il ceo, la società ha lanciato una serie di pubblicità utilizzando fotografie di ospiti di Airbnb che soggiornano nelle case di tutto il mondo e sono grati ai loro host, per tentare di creare un senso di nostalgia verso questo tipo di soggiorni.


Il ceo di Airbnb: “Cerchiamo milioni di nuove case”

Così il Covid ha aggravato i problemi strutturali del nostro Paese

AGI – Molti degli attuali problemi strutturali dell’Italia, “sono stati aggravati dalla crisi Covid-19”. È quanto si legge nel nel rapporto dell’Ocse ‘Going for Growth 2021’, nel quale si evidenzia che ora “la priorità fondamentale per la ripresa è migliorare l’efficacia della pubblica amministrazione“, specie per quanto riguarda la “governance degli investimenti pubblici e un migliore coordinamento e attuazione tra i diversi livelli di governo”, e anche per “un utilizzo efficace dei fondi disponibili dallo strumento europeo di ripresa e resilienza (Rrf) e per realizzare i vantaggi delle riforme strutturali”.

Nel suo rapporto l’Ocse mette in evidenza che in Italia molti problemi strutturali, che vanno ancora indirizzati, erano preesistenti alla crisi pandemica. Più nel dettaglio, l’Ocse ricorda che il Pil pro capite degli italiani è inferiore del 26% a quello dei 18 Paesi Ocse più ricchi e che la produttività nel nostro paese è inferiore del 17% rispetto ai migliori risultati dell’Ocse.

Per quanto invece riguarda il tasso di disoccupazione l’organizzazione di Parigi ricorda che esso “è basso ma stava lentamente aumentando prima della crisi del 2020” e che la “diseguaglianza è più alta che nelle altre economie avanzata“.

Secondo l’Ocse in Italia il 20% delle famiglie più povere guadagna il 6,6% del reddito totale. Sul fronte dell’ambiente l’Ocse segnala che il Italia i tre quarti della popolazione “è esposto a livelli dannosi di inquinamento”, anche se le emissioni di gas a effetto serra “sono scese negli ultimi anni”.

“La crisi rischia di aggravare i tassi di occupazione già bassi e di aumentare ulteriormente la disuguaglianza, in particolare nel contesto di scarse competenze e livelli di apprendimento permanente”.  

“Un’efficace fornitura di servizi di istruzione, impiego pubblico e attivazione del mercato del lavoro può aiutare a mitigare le discrepanze nelle competenze e nella ricerca di lavoro, in particolare per i giovani e altri lavoratori vulnerabili”.

“Ciò – aggiunge l’Ocse – richiede il superamento degli ostacoli al coordinamento tra vari livelli e agenzie di governo e la considerazione delle priorità di finanziamento. Allo stesso tempo, la riduzione della complessità del sistema fiscale, l’ampliamento della sua base e gli sforzi continui per migliorare l’amministrazione fiscale migliorerebbero l’efficienza e l’equità della struttura fiscale per sostenere meglio l’occupazione e la crescita”.

Più nel dettaglio, l’Ocse raccomanda di migliorare “la progettazione e l’adozione dei corsi di apprendimento permanente”, di “aumentare la rilevanza della formazione professionale e di altro tipo per le imprese, anche in ambito Stem e digitale, e definire e applicare standard di qualità”.

E ancora di “migliorare i programmi di ricerca e formazione del lavoro e applicare livelli minimi di servizi in tutto il paese, guidati dall’Anpal, attraverso l’aumento del rapporto tra persone in cerca di lavoro e la specializzazione dei consulenti”, di “sostenere un maggiore accesso allo sviluppo della prima infanzia e all’assistenza all’infanzia per i bambini da 0 a 3 anni” e di “garantire che la protezione sociale sostenga l’ingresso dei beneficiari nel mercato del lavoro e l’accesso al reddito da lavoro”.


Così il Covid ha aggravato i problemi strutturali del nostro Paese

La Ue rischia 2 anni di Pil perso, serve più ambizione. Dice Fabio Panetta

AGI – La pandemia di coronavirus lascerà all’economia europea danni maggiori di quelli che vediamo ora. Parte da questa riflessione la lunga intervista di Fabio Panetta al quotidiano spagnolo ‘El Pais’, in cui il membro del Consiglio esecutivo della Bce chiede maggiore ambizione nella politica monetaria e fiscale per stimolare l’inflazione e la crescita nella zona euro.

“C’è un po’ meno incertezza, ma è ancora alta. La distribuzione del vaccino sta accelerando, ma è ancora lenta. E la pandemia sta avanzando rapidamente in alcuni paesi, influenzando le prospettive di crescita. – è la premessa – anche se quest’anno gli Stati Uniti riguadagneranno il livello pre-crisi, la zona euro non lo farà prima della metà del 2022“.

Avverte Panetta: “Potremmo aver definitivamente perso due anni di crescita. L’inflazione rimarrà al di sotto del nostro obiettivo del 2% a medio termine, contrariamente a quanto accade negli Stati Uniti, nel Regno Unito o in Canada. Dobbiamo essere più ambiziosi per aumentare il potenziale di crescita e avvicinare l’inflazione al nostro obiettivo. E dobbiamo dare ai consumatori e agli investitori maggiori garanzie sulle prospettive dell’economia europea”. 

Per Panetta in generale “non sarebbe saggio scommettere su un rapido recupero. Ci sono rischi che possono impedire la realizzazione dei miglioramenti pianificati – avverte – e anche se riusciamo a uscire presto dalla pandemia, ci renderemo conto che il danno all’economia è maggiore di quello che vediamo ora. Nulla impedisce alla zona euro di avere una robusta ripresa, ma per questo l’economia deve essere sostenuta con il livello appropriato di stimolo monetario e fiscale. La prudenza ci dice che è meglio iniettare troppi stimoli che non essere all’altezza”.

Inoltre, per il membro italiano del direttivo della Banca centrale, esiste “un rischio significativo di divergenza” nella ripresa tra i vari Paesi dell’Unione. “La pandemia ha colpito ogni paese in modo diverso a seconda della sua esposizione ai settori più colpiti – ragiona – ma c’è stata una risposta europea comune. Se utilizziamo saggiamente i 750.000 milioni di euro dello strumento di ripresa dell’Ue – Next Generation Eu – l’uscita dalla crisi può essere più omogenea. Questo strumento dovrebbe essere collegato alle riforme necessarie in ogni paese. Se i fondi vengono investiti in settori in crescita pensando al futuro, la ripresa sarà più equilibrata. In caso di successo, questo piano potrebbe essere il prototipo di un futuro strumento fiscale comune”. 

Il piano di stimolo statunitense è ambizioso, soprattutto quest’anno, e questo spiega in gran parte perché la sua traiettoria di crescita si sta allontanando da quella europea. Mantenere calda l’economia giova all’occupazione, agli investimenti e alla produttività. E un recupero più rapido aiuta i membri più svantaggiati della società. In Europa dobbiamo ora attuare lo strumento di recupero dell’UE in modo che la Commissione possa presto sborsare i fondi. E dovremmo considerare nuovi impulsi fiscali in modo che la domanda torni più rapidamente al suo potenziale.    

Confrontando la situazione in Europa e negli States osserva poi: “Il piano di stimolo statunitense è ambizioso, soprattutto quest’anno, e questo spiega in gran parte perché la sua traiettoria di crescita si sta allontanando da quella europea. Mantenere calda l’economia giova all’occupazione, agli investimenti e alla produttività. E un recupero più rapido aiuta i membri più svantaggiati della società. In Europa dobbiamo ora attuare lo strumento di recupero dell’Ue in modo che la Commissione possa presto sborsare i fondi. E dovremmo considerare nuovi impulsi fiscali in modo che la domanda torni più rapidamente al suo potenziale”.    

Insiste Panetta: “Abbiamo bisogno che le risorse europee vengano liberate rapidamente“.

E sull’inflazione ha sottolineato: “Negli Stati Uniti, l’inflazione ritorna a livelli sani perché la politica monetaria e quella fiscale collaborano fortemente. La previsione di inflazione nella zona euro è insoddisfacente. L’inflazione aumenterà temporaneamente quest’anno, ma per ragioni cicliche svanirà nel 2022. Tuttavia, con un mix di politiche più dinamico anche noi potremmo beneficiare dei miglioramenti dell’economia globale”.      

Data l’entità della crisi, la Bce dovrebbe espandere il proprio arsenale di misure? “Abbiamo margini di manovra – risponde Panetta – perché abbiamo utilizzato solo una parte del programma di 1,85 miliardi di euro. Ma se spendiamo quei soldi e perdiamo ancora l’obiettivo, dobbiamo fare di più. Non possiamo accontentarci di un’inflazione dell’1,2% nel 2022 e dell’1,4% nel 2023. E l’argomento secondo cui l’orizzonte temporale può essere allungato non è convincente. La Bce non raggiunge il suo obiettivo da troppi anni. Se aspettiamo, sarà ancora più costoso in quanto renderebbe più difficile ancorare le aspettative di inflazione e rischieremmo una riduzione permanente del potenziale economico”. 


La Ue rischia 2 anni di Pil perso, serve più ambizione. Dice Fabio Panetta

In arrivo entro l’estate il piano del governo per la banda ultralarga

AGI – E’ in dirittura di arrivo un piano nazionale sulla banda ultralarga. Parola del ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao.

“La banda ultralarga è essenziale per lo sviluppo del Paese, sappiamo che siamo indietro ed è la priorità numero uno”, ha premesso il ministro intervenendo al convegno ‘Le nuove reti per l’industria italiana e per i consumatori’ organizzato da Fratelli d’Italia. 

Colao si è schermito sul tema caldo della Rete Unica limitandosi a dire “che come governo non dobbiamo aspettare gli eventi ma pianificare interventi“, e in quest’ottica al momento “l’obiettivo è di portare un piano sulla rete ultralarga entro l’estate, magari prima della fine dell’estate”.

Nel ribadire la strategicità della banda ultralarga, Colao ha poi spiegato che “con il ministro Giorgetti abbiamo iniziato il lavoro per il piano ‘Italia a 1 Giga’ che vuole portare la banda ultralarga in tutte le case, in tutte le scuole e strutture sanitarie, nei territori, ovunque insomma”.

Si tratta, ha sottolineato il ministro, “di un piano ambizioso perchè vuole fare arrivare l’Italia in buona forma nel 2026. Il primo principio che seguiremo sarà quello della celerità, il secondo quello della neutralità tecnologica, potremo usare il 5G e la fibra, ma l’importante è arrivare dappertutto e uccidere il ‘digital divide’”, mentre “il terzo principio sarà quello di mantenere la concorrenza e garantire che non si creino posizioni dominanti, in modo da consentire ai cittadini di continuare a scegliere”, ha concluso Colao. 


In arrivo entro l’estate il piano del governo per la banda ultralarga