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Carburanti: terminato il tavolo governo-benzinai, sciopero congelato

AGI – È terminata, a Palazzo Chigi, la riunione tra governo e associazioni di categoria dei benzinai. Ora il confronto in Sala Verde prosegue con i rappresentanti dei produttori di carburanti e delle reti di distribuzione. Per il governo, al tavolo sono presenti il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, quello delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.

Il governo ha preso atto del congelamento dello sciopero dei benzinai convocato per il 25 e 26 gennaio e la sospensione del giudizio da parte delle associazioni sul decreto legge in attesa della pubblicazione. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

Il governo assicura l’avvio di un confronto con il settore dei distrributori di benzina, che inizierà con un tavolo tecnico martedì 17. Lo si apprende da fonti di Palazzo Chigi.

Tre le sigle presenti: Faib, Fegica e Figisc/Anisa, che avevano annunciato uno sciopero il 25 e 26 gennaio, Assopetroli e Assoenergia sostengono la mobilitazione e rappresentano i gestori delle circa 22mila stazioni di servizio.

“Abbiamo apprezzato il chiarimento avuto con Governo che ripristina una verità inequivocabile: i gestori non hanno alcuna responsabilità per l’aumento dei prezzi, né per le eventuali pretese speculazioni di cui si è parlato. Per quello che riguarda le organizzazioni dei benzinai, le polemiche finiscono qui. Ora è il momento di lavorare seriamente per restituire efficienza e piena legalità alla rete”. Lo affermano con una nota congiunta Faib, Fegica, Figisc/Anisa al termine dell’incontro con il Governo. 

Le sigle associative fanno sapere che: “Già nei prossimi giorni, le organizzazioni dei gestori si rendono disponibili ad affrontare i temi sul tavolo e a individuare strumenti anche normativi utile ad affrontare sia la contingenza che soprattutto la prospettiva. Un percorso che può portare a rivalutare anche lo sciopero proclamato per fine mese, al momento congelato seppure con la riserva per una sua sospensione in funzione dell’esame del testo del decreto una volta emanato”.

Sospendiamo il giudizio. Siamo in attesa di leggere il decreto, non lo abbiamo visto. Lo sciopero è congelato: si è sgombrato il campo da tutte le voci di speculazione e di frodi”. Così le associazioni di settore dei benzinai al termine dell’incontro con l’esecutivo a palazzo Chigi. “L’incontro possiamo definirlo proficuo. Ringraziamo personalmente il governo e i ministri, hanno ascoltato le esigenze della categoria. Siamo soddisfatti, si è deciso di incontrarci per aprire un tavolo che sarà basato su tutti i temi del settore. Noi stiamo cercando di instaurare un rapporto proficuo”, la posizione. “La volontà espressa dal governo è quello di lavorare su tutti i temi. La norma sulla trasparenza? Dobbiamo vedere il decreto. I controlli devono essere effettuati”, hanno sottolineato le sigle sindacali. 

Da inizio anno il prezzo della benzina alla pompa ha ripreso a correre, arrivando spesso in città attorno ai 2 euro al litro e sulla rete autostradale anche fino a 2,5 euro. Dal 1 gennaio è scaduto lo sconto sulle accise, introdotto a marzo scorso dal governo di Mario Draghi dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Lo sconto inizialmente era di 30 centesimi al litro dal 1 dicembre scorso è sceso a 18.

Martedì il Consiglio dei ministri ha varato un decreto sulla trasparenza che introduce l‘obbligo per i benzinai di esporre il prezzo medio nazionale, che verrà elaborato quotidianamente dal Ministero dell’Ambiente, in maniera da fornire maggiore informazione ai consumatori prima della scelta su dove fare rifornimento. Il testo prevede anche delle sanzioni per chi viola le disposizioni, che arrivano fino alal chiusura temporanea dell’attività in caso di recidiva.

Nel decreto, spiegano fonti del governo, non ci sarà un nuovo meccanismo automatico di intervento qualora il prezzo dei carburanti nelle stazioni di servizio tornasse a salire in maniera repentina. Il testo fa riferimento ad una norma contenuta nella legge di bilancio 2008 (articolo 1, commi 290 e 291), che l’esecutivo si riserva di rivedere, che consente di abbassare le accise qualora aumentino le entrate Iva e se il prezzo supera il 2% rispetto alla media del periodo e al valore indicato nel Def.

 


Carburanti: terminato il tavolo governo-benzinai, sciopero congelato

A Firenze torna Pitti Uomo, con tante novità  

AGI – Con 789 brand in totale (311 provengono dall’estero, pari al 40% del totale), torna Pitti Uomo: l’edizione numero 103 che si svolge come di consueto alla Fortezza da Basso da martedì 10 a venerdì 13 gennaio. E sarà un’edizione ricca di novità che porterà con sè la voglia di muoversi, scoprire e sperimentare, in una dimensione crossover sempre più internazionale all’insegna di Pittiway, tema del salone invernale di Pitti Immagine. Quattro giorni durante i quali la manifestazione di riferimento per la moda maschile e il lifestyle ospiterà i protagonisti del menswear internazionale, i brand di riferimento e i progetti più innovativi, con un programma di anteprime, eventi e appuntamenti da non perdere. Anche a questa edizione l’attenzione si è concentrata sul percorso espositivo in Fortezza, che mostrerà una preview completa delle nuove collezioni uomo. E non solo. Pitti Uomo spinge infatti in avanti la sua proposta e amplia il suo percorso, con progetti speciali che intercettano i nuovi desideri del lifestyle oggi.

 Va in questa direzione il ritorno di “I go out”, la sezione dedicata al mondo dell’abbigliamento outdoor di ricerca. Si confermano e arricchiscono di protagonisti le sezioni Fantastic Classic, Futuro Maschile, Dynamic Attitude, Superstyling, e l’area S|Style focalizzata sulla moda eco-responsabile, alle quali si aggiungono due novità assolute: le aree speciali “The Sign” e PittiPets”, che ampliano i confini della manifestazione arricchendola di contenuti. Pitti Uomo si conferma così un salone capace di creare connessioni sempre nuove tra mondi diversi, ma non distanti: un crossover di moda e lifestyle, che offrirà alla community di riferimento un ventaglio sempre più ampio e attuale di contenuti e proposte.

All’appuntamento fiorentino ci saranno i buyer dei più importanti dei department store internazionali, gli shop e le boutique di ricerca, i retailer online, che hanno confermato la loro presenza. Pittyway è tuttavia il nuovo tema dei saloni invernali di Pitti Immagine. Ripartire è il desiderio di tutti, ma decidere la direzione, orientarsi, fare delle scelte non è semplice. Indicazioni, stimoli, sollecitazioni ed esigenze non sempre convergono, e il procedere non può essere lineare. Pittiway, tema dei prossimi saloni invernali di Pitti Immagine, è il risultato del lavoro congiunto di creativi e artisti, coordinati dal creative director Angelo Figus.

Pittway interpreta il mood e le aspirazioni di oggi, trasformandoli nel filo conduttore delle campagne pubblicitarie e degli allestimenti in Fortezza da Basso. Un risultato cromatico e dinamico, pop e street insieme, che nella campagna ideata per Pitti Uomo 103 si condensa nel video firmato dal regista Leonardo Corallini e interpretato dal danzatore Giampaolo Gobbi. “Pittiway sottolinea le tante scelte che siamo portati a valutare per uscire dal complicato ingorgo globale – dice Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine- In questo momento non facile, ma anche creativo, innovativo, diverso, i saloni Pitti Immagine saranno una bussola per definire nuove direzioni, ipotizzare percorsi, considerare delle scelte per poi ripartire. In Fortezza ci saranno linee, frecce, curve, inversioni su cui surfare per andare veloci. Una segnaletica a volte contraddittoria che dimostra un’inesauribile energia: la stessa che porta verso nuove direzioni, ancora tutte possibili, del futuro”. Novità importanti disegnano un nuovo e sfaccettato percorso espositivo all’interno della Fortezza da Basso.

Si amplia il numero delle sezioni ma soprattutto lo sguardo si allarga a nuove categorie merceologiche scelte sulla base di precise tendenze di mercato. Il Governo italiano e ICE, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, promuovono il ruolo di Firenze nella strategia di internazionalizzazione della moda italiana attraverso il sostegno ai saloni invernali 2023 di Pitti Immagine, un contributo fondamentale per il programma di incoming dei migliori operatori esteri, di comunicazione e di eventi speciali. Inoltre, in occasione di Pitti Uomo, Agenzia ICE presenta la sesta edizione di young italian start up around the world, un progetto finalizzato a valorizzare start up del Made in Italy fra le più promettenti, realizzato in collaborazione con Pitti Immagine Tutoring & Consulting e allestito nel Padiglione Centrale della Fortezza da Basso.

Nuovo appuntamento con la collaborazione triennale di Pitti Immagine con UniCredit, Gruppo bancario paneuropeo determinato a mantenere forte il radicamento sui territori e un rapporto a tutto campo con le comunità nelle quali opera, sostenendole su molteplici fronti. Il focus della collaborazione si concretizza a Pitti Uomo 103 con il sostegno al progetto S Style, piattaforma per i brand del menswear responsabile, e con il programma di appuntamenti dell’UniCredit Theatre, l’arena dentro la Fortezza da Basso dove nei giorni del salone vengono presentati talk e conversazioni dedicate a sostenibilità, innovazione, tra moda, economia, retail e lifestyle.

“Il supporto della banca a Pitti Immagine – sottolinea Renato Miraglia, responsabile Wealth Management & Private Banking Italy UniCredit – è un’ulteriore conferma della determinazione di UniCredit nell’accompagnare lo sviluppo dei territori. Lo facciamo, infatti, su più fronti, attraverso l’impegno quotidiano delle nostre persone e del nostro network, dando anche sostegno a iniziative speciali e di rilievo per le comunità e il tessuto produttivo. Il nostro principale obiettivo è dare tempestivamente risposta alle loro esigenze. Per questo, ad esempio, a settembre abbiamo lanciato UniCredit per l’Italia, programma operativo con il quale mettiamo a disposizione anche un plafond di 5miliardi per sostenere le aziende e i cittadini alle prese con l’aumento di costi energetici e materie prime e con il rallentamento economico globale. è con queste iniziative che UniCredit rafforza il proprio ruolo di partner per lo sviluppo sostenibile del Paese”.


A Firenze torna Pitti Uomo, con tante novità  

Zangrillo: “Promozioni e premi nella PA in base a merito e risultati”

AGI – La pubblica amministrazione “è un motore essenziale del Paese e dobbiamo metterla nelle condizioni di svolgere i propri compiti al meglio. Questo significa in primo luogo semplificare e digitalizzare le procedure – sono 600 quelle su cui il Pnrr ci chiede di intervenire entro il 2026, le prime cento già quest’anno – ma anche disporre di personale competente e in grado di portare avanti le proprie responsabilità. Questo si traduce nella necessità di lavorare per obiettivi e premiare il raggiungimento dei risultati. Una organizzazione che funziona, che vuole essere attrattiva verso i talenti, non può rinunciare a riconoscere e a premiare il merito”.

Lo sottolinea il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, in un’intervista a Il Messaggero. Secondo il ministro, il Pnrr è “un’opportunità irripetibile, un treno che passa una sola volta e sul quale dobbiamo salire se vogliamo modernizzare il Paese. Questo – osserva – significa mantenere gli impegni presi in tempi di gran lunga inferiori rispetto a quelli a cui siamo abituati. In Italia per realizzare un’opera del valore superiore ai cento milioni ci vogliono in media 15-16 anni, mentre il Piano prevede che entro il 2026 vengano centrati tutti gli obiettivi. È proprio il nostro focus: una amministrazione statale veloce, efficiente e più agile per realizzare non solo gli obiettivi del Pnrr ma di tutti i piani strategici su cui poggia lo sviluppo del Paese. Assumeremo tutte le decisioni necessarie per accorciare i tempi di realizzazione delle opere”.

E proprio per la gestione del Pnrr, Zangrillo spiega il meccanismo di premialità su cui si sta ragionando, teso a incentivare chi è capace di portare a termine i progetti nei tempi prestabiliti e, nel caso, depotenziare chi è in ritardo: “Non solo premi una tantum ma soprattutto percorsi qualificanti che sappiano misurare le performance e premiare i risultati. Credo fortemente che per raggiungere gli obiettivi attesi alla classe dirigente spetti non solo la responsabilità di garantire un sistema di competenze adeguato, ma soprattutto la capacità di gestire risorse finanziarie e capitale umano promuovendone lo sviluppo continuo”. 


Zangrillo: “Promozioni e premi nella PA in base a merito e risultati”

Conto salato per il gas nel 2022

AGI – Aumenta la bolletta del gas per le famiglie ancora in tutela. In base all’andamento medio del mercato all’ingrosso italiano nel mese di dicembre e per i consumi dello stesso mese, per la famiglia tipo in tutela si registra una crescita del +23,3% della bolletta, rispetto al mese di novembre. La componente del prezzo del gas a copertura dei costi di approvvigionamento (CMEMm), applicata ai clienti ancora in tutela, viene aggiornata da Arera come media mensile del prezzo sul mercato all’ingrosso italiano (il PSV day ahead) e pubblicata entro i primi 2 giorni lavorativi del mese successivo a quello di riferimento.

Per il mese di dicembre, che nelle prime settimane ha registrato quotazioni gas ancora particolarmente elevate (con punte di circa 135 /MWh) prima delle riduzioni di fine mese, il prezzo della materia prima gas (CMEMm), per i clienti con contratti in condizioni di tutela, è quindi fissato in 116,6 /MWh, pari alla media dei prezzi rilevati quotidianamente durante tutto il mese appena trascorso. Se l’Arera avesse utilizzato il vecchio metodo di aggiornamento della tutela gas (trimestrale ex-ante anziché mensile ex-post) durante tutto l’ultimo trimestre del 2022 si sarebbe applicata una CMEM di oltre 240 /MWh.

Il metodo adottato dall’Autorità ha consentito, invece, di applicare una CMEMm di 78 /MWh in ottobre e di 91,2/MWh in novembre. Malgrado questi risparmi, tuttavia, in termini di effetti finali, la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (gennaio-dicembre 2022) è di circa 1.866 euro, +64,8% rispetto al 2021. Si ricorda che, come previsto dalla ‘Legge Bilancio’, per il I trimestre 2023 Arera ha già azzerato gli oneri generali di sistema anche per il gas. Confermata anche la componente negativa UG2 per i consumi gas fino a 5.000 smc/anno e la riduzione Iva sul gas al 5%.


Conto salato per il gas nel 2022

L’Europa meglio degli Usa. Le previsioni sul 2023 dei mercati

AGI – Le aspettative per il 2023 sono poco confortanti per i mercati azionari, ma l’Europa dovrebbe andare meglio rispetto agli Stati Uniti. Lo afferma l’analisi di Generali Insurance Asset Management. “Una probabile recessione globale produrrà un effetto negativo sulla crescita degli utili aziendali, vista in marcato rallentamento in tutti i paesi sviluppati – afferma lo studio – in tale contesto, l‘Europa dovrebbe risentirne maggiormente rispetto agli Stati Uniti che sono in una fase più avanzata nel ciclo di rialzo tassi”.

Tuttavia, una superiore crescita degli utili negli Stati Uniti “non implica necessariamente una migliore performance attesa del mercato americano. Ai livelli correnti esso tratta nell’intorno di 19x gli utili del prossimo anno, evidenziando pertanto una valutazione non consistente con uno scenario recessivo in corso. Qualora la recessione fosse più marcata delle attese o la Federal Reserve fosse costretta a tenere i tassi su livelli più elevati a lungo, il rischio di un’ulteriore compressione delle valutazioni sarebbe materiale”.

In Europa invece – prosegue – le valutazioni sono tuttora molto compresse e sotto la media storica. Inoltre, l’Europa dovrebbe beneficiare maggiormente da una plausibile riapertura dell’economia cinese, compensando in tal modo, almeno in parte, i rischi di una recessione che potrebbe colpire il Vecchio Continente”.

Tornando all’andamento del 2022, “tutte le aree geografiche – ricorda l’analisi di Generali Insurance AM – hanno registrato una performance negativa, sebbene in significativo recupero dai minimi registrati verso fine settembre/inizio ottobre. Il principale fattore che ha pesato sull’andamento dei listini globali è stata un’inflazione più alta e persistente delle attese che ha spinto le Banche Centrali ad attuare una politica monetaria restrittiva, con un conseguente e significativo incremento dei tassi di interesse nominali e reali, comportando una compressione delle valutazioni nonostante la crescita degli utili attesi per il 2022 sia rimasta in territorio positivo”.

In tale contesto, si legge, “il mercato europeo ha mostrato una discreta forza relativa. Infatti, nonostante la guerra in Ucraina ai propri confini e la conseguente crisi del gas visto lo stop dei flussi provenienti dalla Russia, l’Europa è in procinto di chiudere l’anno con una performance, misurata in valuta locale, significativamente superiore a quella registrata da Stati Uniti e Mercati Emergenti”.

“Inoltre – è la conclusione – anche l’andamento degli utili, sempre in valuta locale, nel corso di questo anno si sta rivelando solido, evidenziando un livello di crescita di poco inferiore al 20%, significativamente superiore alle altre aree geografiche e in continuo miglioramento nelle ultime settimane grazie all’eccellente performance operativa del comparto petrolifero, un miglioramento dei risultati nel settore finanziario che beneficia di tassi più elevati (entrambi fra i migliori settori anche in termini di performance) ed un contributo positivo dal rafforzamento del dollaro”.  


L’Europa meglio degli Usa. Le previsioni sul 2023 dei mercati

Dai bonus al reddito di cittadinanza, tutte le misure in manovra

AGI – Con il via libera del Senato, la manovra è legge. Il contenimento dell’aumento dei costi energetici, legati al conflitto in corso in Ucraina da 10 mesi, impegna quasi due terzi dei 35 miliardi della legge di bilancio. Tra i provvedimenti più discussi l’avvio del taglio del reddito di cittadinanza per le persone occupabili tra il 18 ed i 59 anni: l’anno prossimo sarà erogato per 7 mesi prima di venire rimodulato a partire dal 2024. Ma anche alcune misure come quella – prima portata avanti e poi stralciata – sul tetto a 60 euro per gli esercenti per rifiutare i pagamenti con il Pos. Una dinamica che racconta i tempi compressi con cui è stata realizzata la legge di bilancio dopo una inusuale tornata elettorale a fine settembre. Ma anche il tentativo della maggioranza di provare a realizzare in corsa degli interventi che diano un segno politico alla finanziaria.

Giorgetti: “Missione compiuta”

“Sono soddisfatto di questa prima manovra economica. La considero una missione compiuta. Scritta in tempi record e in una situazione di contesto eccezionale non positivo, il bilancio che abbiamo presentato rispetta gli impegni presi con gli elettori e ha maturato prima la fiducia dei mercati e delle istituzioni europee e ora ancora piu importante, quella del Parlamento. Prudenza, coerenza e responsabilità costruiscono fiducia. Avanti così”, è il commento del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

“Ringrazio tutte le persone che mi hanno supportato – prosegue – in questo breve e intenso percorso: credo che gli effetti di questa manovra si vedranno nel tempo. È un testo coraggioso con uno sguardo al futuro e alla costruzione di un nuovo assetto sociale che privilegia e tutela i figli e le nuove generazioni senza trascurare la stabilità dei conti pubblici”.

Un iter complesso

L’iter parlamentare, infatti, è stato scandito da richieste di modifica e ha visto 44 rilievi dalla Ragioneria generale dello Stato per mancate coperture. Con un emendamento sul risanamento dei debiti degli enti locali che è stato votato per errore e poi stralciato in Commissione perchè creava un disavanzo di ben 450 milioni di euro.

Tra le novità la legge di bilancio prevede un nuovo reddito alimentare. La riformulazione di 18 App, che si divide in due strumenti, cumulabili: carta cultura giovani per i redditi familiari fino a 35mila euro di Isee e carta del merito per chi prenderà 100 alla maturità. Ma c’è anche la rateizzazione dei debiti delle società sportive, che ha acceso le polemiche per l’agevolazione ai club di Serie A. Altre misure riguardano il fisco, le pensioni (la minima sale a 600 euro per gli over 75), la famiglia, le infrastrutture, il Sud e la sanità. Mentre tra gli emendamenti approvati ci sono norme sui mutui, con la possibilità di rinegoziare i prestiti da tasso variabile a fisso, per gli Enti locali e a sostegno dei centri antiviolenza.

Presente anche una nuova formulazione del contributo di solidarietà per gli extraprofitti che dispone vada versato solo se almeno il 75% dei ricavi 2021 è derivato dalle attività di produzione di energia elettrica, gas metano,estrazione di gas naturale, di rivendita di energia elettrica, di gas metano.

 Ecco alcune delle novità introdotte dalla manovra.

REDDITO DI CITTADINANZA – Se si rifiuta anche la prima offerta di lavoro, si perde il diritto. Soppressa la parola ‘congruà dal testo. Si intendeva offerta ‘congrua’ quella che valutava “la coerenza tra offerta di lavoro e le esperienze e competenze maturate; la distanza del luogo di lavoro dal domicilio (entro 80 chilometri) e i tempi di trasferimento mediante mezzi di trasporto pubblico (raggiungibile in 100 minuti)”.

Ma su questa misura è scontro di interpretazioni normative. La deputata Pd Maria Cecilia Guerra fa notare che l’emendamento Lupi “cancella la parola congrua dove era superflua” perchè la norma rimanda al testo del Jobs Act, dove invece la congruità è citata. Maurizio Lupi di Noi Moderati, primo firmatario della proposta di modifica, replica che “non c’è stato nessun problema tecnico ma una riformulazione complessiva del governo di un emendamento che avevamo presentato. Il governo ha voluto fare un passaggio più moderato”.

Quanto ai giovani tra 18 e 29 anni che non hanno completato le scuole, per riceverlo sono tenuti a iscriversi a percorsi formativi o comunque funzionali all’adempimento dell’obbligo scolastico. La quota prevista per l’alloggio, in caso di abitazione in affitto, sarà erogata direttamente al locatore.

REDDITO ALIMENTARE – Per il sostegno delle persone socialmente più fragili, è prevista in via sperimentale l’erogazione di generi alimentari derivati dall’invenduto della grande distribuzione organizzata (supermercati, ipermercati etc.). Per la misura sono stanziati 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 per il 2024. 

CULTURA – La 18 App viene sostituita da due strumenti, una carta cultura giovani ed una legata al merito scolastico. Per i diciottenni sono previste due nuove card, cumulabili, che assegnano 500 euro per i consumi culturali, una per coloro che hanno un Isee familiare fino a 35mila euro ed una per gli studenti che si diplomano con il massimo dei voti alle scuole superiori. La misura è finanziata fino ad un massimo di 190 milioni di euro annui.

Il fondo unico per lo spettacolo cambia denominazione e diventa Fondo unico per lo spettacolo dal vivo. Istituito un fondo presso il Ministero della cultura con una dotazione di 100 milioni nel 2023, 34 nel 2024, 32 nel 2025 e 40 milioni a decorrere dal 2026.

EXTRAPROFITTI – Il contributo straordinario si applica solamente alle aziende che generano almeno il 75% dei loro ricavi dalle attività nei settori della produzione e rivendita di energia, gas e prodotti petroliferi.

MULTE – Lo stralcio automatico delle cartelle sotto i 1.000 euro non varrà per le multe e i tributi locali. A parte gli interessi, che saranno comunque cancellati, saranno gli enti locali a decidere se procedere o meno alla cancellazione o meno dell’imposta dovuta. La norma prevede, l’annullamento automatico delle cartelle fino a 1.000 euro “sia limitato alle somme dovute a titolo di interessi per ritardata iscrizione a ruolo, sanzioni e interessi di mora” e “non per il capitale e le somme maturate a titolo di rimborso delle spese per le procedure esecutive e di notificazione della cartella di pagamento, che resteranno interamente dovute”.

FISCO – Ok alla rateizzazione dei debiti fiscali di federazioni e società sportive. I debiti possono essere pagati in sessanta rate di cui tre da pagare entro la fine dell’anno e le altre a decorrere da gennaio 2023 con una maggiorazione del 3% da versare contestualmente alla prima rata. In caso di pagamento rateale delle somme dovute a seguito della definizione del ravvedimento speciale per le violazioni tributarie, si applica il tasso di interesse “nella misura del 2% annuo” invece del tasso di interesse legale. La gestione dei sistemi informatici per i servizi della riscossione passeranno entro fine 2023 alla Sogei Spa.

POS – Cancellata la norma che eliminava le multe per gli esercenti che rifiutavano di utilizzare il Pos sotto i 60 euro. Resta in vigore il comma dell’articolo relativo all’aumento della soglia del contante da mille a cinquemila euro. Si istituisce inoltre un tavolo tra banche ed imprese per tagliare i costi di utilizzo del Pos nelle transazioni fino a 30 euro per gli esercenti con fatturato fino a 400mila euro. Se non si dovesse arrivare a un’intesa, scatterà un contributo straordinario a carico delle banche pari al 50% degli utili derivanti dalle commissioni e dalle transazioni fino a 30 euro. 

PENSIONI – Sale all’85% la rivalutazione per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (circa 2.000-2.500 euro), L’indicizzazione passa al 53% per le pensioni tra 5 a 6 volte il minimo; al 47% tra 6 e 8 volte il minimo al 37% da 8 a 10 volte il minimo e al 32% negli assegni oltre 10 volte il minimo (oltre 5.000 euro).

Il testo base prevede un anno di quota 103, con 62 anni di età e 41 di versamenti, in attesa della riforma complessiva della previdenza. E poi opzione donna per l’anticipo del collocamento in pensione per chi ha 60 anni (o 58 se con 2 figli) a condizione di essere cargiver o portatrice di invalidità.

Le borse di studio erogate agli studenti universitari con disabilità non entrano nel calcolo reddituale ai fini del diritto alla pensione. Aliquota al 5% sulle pensioni, di vecchiaia, invalidità o superstiti, erogate ai frontalieri da enti o istituti del Principato di Monaco. 

SANITÀ – Aumentano di circa 200 milioni di euro le risorse del Fondo sanitario nazionale che vengono riservate e ripartire tra le Regioni virtuose. Si potenzia il ‘meccanismo premiale’: aumenta dello 0,40% la quota del Fondo destinata alle Regioni che raggiungono obiettivi finanziari e di qualità del servizio. Stabilizzato il bonus psicologo fino a 1.500 euro.

Vengono stanziati 5 mln per il 2023 e 8 a decorrere dal 2024. Incrementata a 15mila euro la prestazione riconosciuta ai malati di mesotelioma (causato dal contatto con amianto) per esposizione familiare o ambientale e incrementa del 17% la prestazione aggiuntiva per i percettori erogata per patologia absesto-correlata. I termini per la stabilizzazione del personale sanitario assunto durante l’emergenza Covid viene prorogato alla fine del 2024.

Via libera a 600 mila euro per il triennio 2023-2025 per garantire ai pazienti oncologici affetti da colangiocarcinoma, di accedere ai test Ngs per la valutazione simultanea delle diverse alterazioni molecolari. Arrivano 600mila euro in tre anni, dal 2023 al 2025, a sostegno dell’Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi. In favore degli istituti di ricovero e cura di carattere scientifico della rete oncologica del ministero della salute impegnati nello sviluppo delle nuove tecnologie antitumorali, vengono stanziati 250mila euro per il 2023 e 500mila euro per il 2024 e il 2025.

Altri 5 mln di euro all’anno dal 2023 al 2026 in favore degli Irccs della rete cardiovascolare. Per attivare ulteriori borse di studio in favore dei medici di medicina generale che partecipano ai corsi di formazione specialistica, dal 2023 sono incrementate di 5 mln di euro all’anno le apposite disponibilità vincolate al Fondo sanitario nazionale. In favore della Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia vengono destinati 500 mila euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025.

INFRASTRUTTURE – Stanziati 75 milioni nel quinquennio 2023-2027 per la realizzazione della linea M4 della metropolitana di Milano e altri 75 milioni per il collegamento tra Afragola e la rete metropolitana di Napoli oltre che per l’acquisto di nuovi treni. Nominato un commissario straordinario per la realizzazione dell’autostrada Roma-Latina, che provveda alla soluzione economicamente più vantaggiosa del progetto definitivo dell’opera e definisca un cronoprogramma dei lavori assieme alle iniziative per l’affidamento.

Previsti nel testo licenziato dal governo anche fondi per oltre 2 miliardi di euro fino al 2032 per il prolungamento della metro C di Roma fino alla Farnesina. E poi fondi per l’avanzamento della Tav Torino-Lione.

Arrivano delle risorse per garantire migliori collegamenti aerei da e per la Sardegna e la Sicilia e contrastare il caro biglietti. Istituito un fondo per rimuovere gli svantaggi legati all’insularità con una dotazione di 5 milioni di euro per il 2023 e 15 milioni a decorrere dal 2024. Stanziati 3,7 milioni l’anno, dal 2023 al 2025, alla Regione Marche da destinare a compensazioni per gli oneri di servizio pubblico sui servizi aerei di linea da e per l’aeroporto Ancona.

CASA, MUTUI E SUPERBONUS – Il mutuo potrà essere rinegoziato, passando dal tasso variabile a quello fisso. La misura è rivolta a coloro che hanno un Isee fino a 35mila euro e devono rinegoziare un finanziamento che non superi i 200mila euro. Detrazione di imposta pari al 50% dell’Iva per l’acquisto, effettuato entro il 31 dicembre 2023, di abitazioni di classe energetica A o B. Il termine per la comunicazione della Cila asseverata per richiedere il superbonus 110% viene prorogato al 31 dicembre. La delibera assembleare per i lavori deve essere intervenuta entro il 18 novembre.

L’Iva scende dal 22% al 5% per le fatture dei consumi nel primo trimestre del 2023 dei servizi di teleriscaldamento e dal 22% al 10% sui pellet per tutto il prossimo anno. Prorogato il bonus 75% relativo all’eliminazione delle barriere architettoniche. La misura riguarda opere di abbattimento barriere architettoniche all’interno di tutti gli edifici, non solo abitazioni o condomini. Innalzato a 8mila euro il tetto del bonus mobili per il 2023, in caso di interventi di ristrutturazione della casa.

FAMIGLIA – Il congedo parentale retribuito all’80% viene esteso di un mese utilizzabile entro il sesto anno di vita del figlio da entrambi i genitori, in alternativa tra di loro. Niente sanzioni per violazione dei termini di adempimenti fiscali o contrattuali per le libere professioniste impossibilitate a svolgere le loro attività per parto, interruzione di gravidanza o di ricovero per malattia grave del figlio minorenne.

AGRICOLTURA – Istituito il contratto per l’impiego occasionale della manodopera in agricoltura che “assicura ai lavoratori le tutele previste dal rapporto di lavoro subordinato”. La norma consente l’utilizzo dello strumento solo in relazione ai disoccupati, percettori di Naspi e Dis-Coll e reddito di cittadinanza, pensionati (di anzianità o vecchiaia), studenti under 25 e detenuti, con un tetto di 45 giornate lavorative nell’arco di 12 mesi. I lavoratori fragili del settore pubblico e privato potranno lavorare in smart working fino al 31 marzo prossimo.

VIOLENZA SULLE DONNE – Incrementato di 4 milioni di euro per il 2023 e di 6 milioni di euro per il 2024 le risorse del Fondo per le politiche attive relative ai diritti e alle pari opportunità, destinate ai centri antiviolenza.

INTERCETTAZIONI – Le spese passano al Mef. Quelle per all’attività di intelligence potranno durare al massimo 40 giorni, prorogabili di 20. I documenti dovranno essere distrutti entro 6 mesi.


Dai bonus al reddito di cittadinanza, tutte le misure in manovra

Caro bollette: gli italiani prelevano dai conti 50 miliardi dopo tre anni di risparmi

AGI – L’onda lunga della crisi economica causata dalla pandemia e, soprattutto, l’aumento delle bollette energetiche si fanno sentire sui risparmi di aziende e cittadini: i ‘salvadanai’ degli italiani, dopo quasi tre anni di crescita costante, invertono la tendenza alla crescita e fanno segnare una riduzione di oltre 50 miliardi di euro. Si tratta di una diminuzione del 2,4% in appena tre mesi: a luglio, infatti, l’ammontare delle riserve delle famiglie e delle imprese depositate nelle banche del Paese era a quota 2.097 miliardi, mentre a ottobre è calato a 2.047 miliardi.

È quanto emerge da una analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo la quale il deflusso improvviso potrebbe avere qualche ripercussione sulla raccolta degli istituti di credito, perché potrebbe diventare più costosa, e, quindi, in prospettiva, taluni effetti negativi sugli impieghi, in particolare sui tassi di interesse praticati sui prestiti concessi alla clientela.

“Quella che abbiamo sotto gli occhi – commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara – è la fotografia di una situazione drammatica, che noi, purtroppo, avevamo prospettato da tempo. Stanno venendo meno le forze e la liquidità, sia per le famiglie sia per le imprese, specie quelle più piccole. I costi sono insostenibili, le bollette energetiche non più gestibili. Ecco perché, chi ha la possibilità attinge alle proprie riserve. Al governo riconosciamo l’impresa di aver confezionato una legge di bilancio comunque positiva e in tempi brevissimi, tuttavia segnaliamo l’urgenza di avviare un piano straordinario di interventi pubblici e di sostegni a partire da gennaio”.

Secondo il Centro studi di Unimpresa, che ha analizzato i dati della Banca d’Italia relativi, il totale delle riserve delle famiglie e delle imprese, si è attestato a 2.047 miliardi di euro a ottobre scorso, in calo di 50 miliardi (-2,4%) rispetto ai 2.097 miliardi di luglio.

Fino a quel momento, da oltre due anni si era registrata una crescita costante: 1.823 miliardi a dicembre 2019, 1.956 miliardi a dicembre 2020, 2.050 miliardi a ottobre 2021, 2.075 miliardi a dicembre 2021. Una tendenza all’accumulo che è proseguita per tutto l’anno in corso, salvo invertire la rotta da agosto in poi per calare fino ai 2047 miliardi di ottobre. Su base annua, da ottobre 2021 a ottobre 2022, la diminuzione è di 3 miliardi (-0,1%), mentre la variazione complessiva del periodo osservato, da dicembre 2019 a oggi, rivela una crescita di 252 miliardi (+13,8%).

Sono soprattutto i conti correnti, la forma di accumulo più utilizzata da aziende e cittadini, sia durante la fase di accumulo sia come fonte a cui attingere in caso di liquidità necessaria in tempi rapidi: il saldo totale era pari a 1.182 miliardi a fine 2019, a 1.349 miliardi a fine 2020, a 1.449 miliardi a ottobre 2021 e a 1.480 miliardi a dicembre 2021; e ancora in aumento fino a 1.497 miliardi fino a luglio 2022, poi la discesa di 45 miliardi (-3,0%) a 1.452 miliardi toccati a ottobre scorso; la variazione annuale, da ottobre 2021 a ottobre 2022, fa emergere un aumento lieve di 3 miliardi (+0,2%), quella complessiva del periodo osservato porta alla luce una crescita rilevante di 298 miliardi (+25,2%).

Più lineare l’andamento dei saldi totali delle altre forme di deposito e accumulo di liquidità: per quanto riguarda i depositi con durata prestabilita, il saldo era 216 miliardi a dicembre 2019, a 207 miliardi a dicembre 2020, a 186 miliardi a ottobre 2021, a 188 miliardi a dicembre 2021, a 175 miliardi a luglio 2022 e a ottobre scorso; se non si registra alcuna variazione tra luglio e ottobre, su base annuale, la diminuzione è di 11 miliardi (-5,9%) e quella complessiva del periodo osservato è di 28 miliardi (-13,0%). Per quanto riguarda i depositi rimborsabili con preavviso, il saldo era 306 miliardi a dicembre 2019, a 313 miliardi a dicembre 2020, a 316 miliardi a ottobre 2021, a 315 miliardi a dicembre 2021, a 319 miliardi a luglio 2022 e a ottobre scorso; se non si registra alcuna variazione tra luglio e ottobre, su base annuale, la crescita è di 3 miliardi (+0,9%) e quella complessiva del periodo osservato è di 9 miliardi (+2,9%). Per quanto riguarda i pronti contro termine, il saldo era 119 miliardi a dicembre 2019, a 87 miliardi a dicembre 2020, a 99 miliardi a ottobre 2021, a 92 miliardi a dicembre 2021, a 106 miliardi a luglio 2022 e a 101 miliardi a ottobre scorso; è un calo di 5 miliardi (-4,7%) la variazione tra luglio e ottobre, su base annuale, invece, c’è una la crescita è di 2 miliardi (+2,0%); complessivamente, nel periodo osservato si è registrato un calo di 27 miliardi (-22,7%).


Caro bollette: gli italiani prelevano dai conti 50 miliardi dopo tre anni di risparmi

In Italia Amazon ha raggiunto la parità di genere

AGI – Amazon è la prima azienda in Italia del settore e-commerce a ottenere la certificazione per la parità di genere. Si tratta di una parte integrante delle priorità strategiche della Missione 5 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza decisa per incentivare una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e ridurre i gap di retribuzione basati sul genere.

Un “traguardo importante, ma ancora più importante in un’azienda che si fonda sulla logistica e le tecnologia, due settori che tradizionalmente non sono molto aperti alle donne” dice Mariangela Marseglia, country manager di Amazon in Italia, che spiega anche in cosa si sostanzia il raggiungimento della parità di genere.

“Negli uffici l’abbiamo superata con il 53% di componente femminile e anche nel settore della logistica abbiamo una quota pari al 35%, superiore alla media”. All’obiezione che perseguire la parità di genere comporti il rischio di ottenere un effetto opposto – ossia discriminare un genere che fino a quel momento è stato considerato svantaggiato, Marseglia replica che “non si stratta di penalizzare, ma di promuovere; di rimuovere barriere, non di creare una discriminazione al contrario”.

“Il lavoro che facciamo è di creare un ambiente in cui il talento venga fuori ed emerga a prescindere dalle diversità” aggiunge, “non solo in termini di remunerazione. è un problema che va affrontato alla radice, con il raggiungimento della parità all’interno delle università, dove ancora nelle facoltà scientifiche ci sono meno donne che uomini. I dati dimostrano che le donne laureate in ingegneria sono brave tanto quanto gli uomini, se non di più: è un problema culturale perché alle ragazzine non si dice fin da subito che possono essere ottime informatiche e ottimi ingegneri. Da parte nostra promuoviamo le discipline stem con borse di studio per le ragazze e facciamo tutoring nelle scuole perché si appassionino al coding”.

La certificazione arriva al momento giusto, mentre il Pnrr inserisce proprio la parità di genere tra i suoi obiettivi. “La nostra azienda da anni lavora su queste politiche” dice Marseglia, “per creare un ambiente di lavoro inclusivo. Ora molte altre saranno spinte ad adeguersi”.

La parità di genere può anche essere un modo per fidelizzare i dipendenti. “è anche una strategia in questo senso” riconosce la manager, “ma il vero tema è di tenere i migliori e le migliori con la motivazione più alta possibile”. La parità di genere tiene conto anche nella neutralità, ossia di quanti non si riconoscono nella binarietà uomo/donna. “

Cerchiamo di utilizzare un linguaggio inclusivo non soltanto per quanto riguarda il genere ma altri tipi di diversità” dice Marseglia, “in modo da non dare l’idea che alcuni posti siano riservati solo a un certo tipo di figure e questo è più importante di quanto si immagini. Il fatto di usare gli asterischi invece di generi maschile e femminile non è un dettaglio perché ci sono persone che non si identificano in nessun genere. Io stessa ho imparato che per le persone che vivono quel tipo di esperienza è un segno di attenzione che conta e che distingue un tipo di annuncio di lavoro da un altro e fa capire come si lavora all’interno di un’azienda, che c’è attenzione anche a quei temi”. 


In Italia Amazon ha raggiunto la parità di genere

Gas: tocca 100 euro per megawattora, ai minimi da metà giugno 

AGI – Il prezzo del gas tocca i 100 euro per megawattora, ai minimi da meta’ giugno, il giorno dopo che i ministri europei dell’Energia hanno trovato la ‘quadra’ politica sul price cap a 180 euro per megawattora. L’intesa e’ stata raggiunta a maggioranza qualificata durante il Consiglio Affari Energia.

All’hub di riferimento per l’Europa, il Ttf, i future hanno toccato un minimo di 100,2 euro, in calo del 7,7%, per poi risalire a 104,6 euro, in calo del 3,63%. 

Gia’ la settimana scorsa il prezzo del gas naturale in Europa era sceso del 17%, con l’attenuarsi dei timori per le forniture dopo la prima ondata di freddo e con la domanda industriale che e’ destinata a diminuire durante il periodo festivo.

Lo stoccaggio di gas dell’Ue era all’84,2% della capacita’ al 17 dicembre, spinto dalle importazioni record di Gnl per questo periodo dell’anno e da un aumento della fornitura di energia eolica in Germania e della disponibilita’ nucleare in Francia. Allo stesso tempo, quasi 700 miliardi di euro di sostegno del governo alle imprese e alle famiglie hanno contribuito a gestire la crisi energetica che ha colpito l’Europa da quando la Russia ha invaso l’Ucraina.

Sul fronte politico, ieri a Bruxelles,i ministri dell’Energia hanno finalmente trovato un accordo sul price cap. Alla fine la Germania ha ceduto: il Consiglio Energia ha raggiunto un’intesa sul tetto al prezzo del gas. Il meccanismo di correzione del mercato scattera’ quando al Ttf di Amsterdam le quotazioni mensili del gas naturale andranno oltre la soglia di 180 euro a megawattora per tre giorni (lo scorso agosto aveva sforato i 300 euro) con una differenza di almeno 35 euro oltre il prezzo medio del gas naturale liquefatto in un “paniere” di mercati internazionali.

Il meccanismo verrebbe disattivato in caso di “rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, la stabilita’ finanziaria, i flussi di gas all’interno dell’Ue o rischi di aumento della domanda di gas”. E’ il compromesso che ha convinto la Germania a votare a favore ma non e’ stato sufficiente per l’Ungheria, che aveva gia’ dichiarato un voto contrario “in ogni caso”. Hanno optato per l’astensione invece l’Austria e i Paesi Bassi. 


Gas: tocca 100 euro per megawattora, ai minimi da metà giugno 

L’economia frena, sale il rischio di stagnazione

AGI – L’economia frena alla fine dell’anno e aumenta il rischio di una stagnazione in Italia. E’ l’allarme lanciato da Confindustria nella sua ‘Congiuntura flash’ di dicembre. Il prezzo del gas – sottolinea il Centro studi degli industriali italiani – sta di nuovo salendo e il caro-energia accresce i costi ormai da 12 mesi, mitigato, solo in parte, dagli interventi del governo. L’inflazione ai massimi e persistente frenerà, inoltre, i consumi, mentre il rialzo dei tassi si sta accentuando e zavorra i bilanci. Gli indicatori sono al ribasso, anche riguardo la domanda e il turismo, esaurito il rimbalzo, potrebbe spingere meno in inverno, come già le costruzioni in estate.

Il prezzo del gas in Europa – osserva Confindustria – torna a crescere a dicembre (137 euro/mwh in media, da 96 a novembre) e le difficili trattative Ue su un price cap, proposto a un livello ancora più alto, non aiutano. Il petrolio invece ha registrato una flessione marcata a dicembre, a 81 dollari al barile (da 91), sulla scia di un mercato mondiale ben rifornito.

La flessione delle commodity non energetiche, invece, sembra essersi fermata (+0,7% a novembre), sui livelli elevati toccati nel 2021 (+37% da fine 2019). Per quanto riguarda i tassi, il costo del credito per le imprese italiane si è impennato in ottobre: 3,14% per le Pmi da 1,74% a inizio 2022, 2,19% per le grandi da 0,76%. Questo aggravio di costi – sottolinea il Centro studi – inciderà negativamente sugli investimenti. Il Btp, che era in flessione da metà ottobre (3,49% a dicembre, da un picco di 4,69%), è risalito a 4,06% a seguito del rialzo dei tassi deciso dalla Bce il 15 dicembre. 

L’industria accusa il colpo

In questo scenario l’industria accusa il colpo. La produzione ha subito un secondo marcato calo in ottobre (-1%, dopo il -1,7% a settembre). Hanno tenuto solo i beni strumentali, mentre hanno ceduto gli altri settori. Il 4° trimestre si apre, quindi, con una variazione acquisita molto negativa (-1,5%), più pesante di quella del 3° (-0,5%), come segnalavano da alcuni mesi i dati qualitativi: gli ordini in progressivo calo e le scorte in rapido aumento suggerivano che le imprese avrebbero dovuto correggere al ribasso il livello di produzione (ma a breve è atteso un rimbalzo). Inoltre, il Pmi a novembre, pur recuperando, è rimasto in area di contrazione (48,4 da 46,5) e la fiducia delle imprese è risalita ma è ancora compressa.

La flessione nel 3° trimestre è stata forte per il comparto costruzioni: -1,3% gli investimenti, -2,2% la produzione. Il settore veniva però da 6 trimestri di forte espansione. In prospettiva, le indagini Banca d’Italia segnalano il proseguire di una fase di debolezza, sia in termini di domanda che di contesto economico. Tengono invece i servizi. Il recupero estivo del turismo e della spesa per servizi (+3,1%) è stato cruciale per il settore, unico in crescita nel 3° trimestre (+0,9%). Per il 4° i segnali sono in miglioramento: a novembre il Pmi è risalito vicino alla soglia neutrale (49,5 da 46,4), la fiducia delle imprese di servizi ha recuperato un pò di terreno, i volumi di veicoli sulle autostrade sono poco sotto i valori del 2019 (-0,2%).

Come va l’occupazione

Sul fronte del mercato del lavoro, i dati mostrano il proseguire dell’espansione dell’occupazione in Italia nel bimestre settembre-ottobre (+0,3% su luglio-agosto, +79 mila unità). Occupati in moderato aumento pure nell’industria a ottobre e novembre. L’export italiano appare altalenante: apre male il 4° trimestre (-1,6% in ottobre dopo +1,6% a settembre). Si osservano ampie differenze tra settori e paesi di destinazione: in robusta espansione il farmaceutico, in risalita i mezzi di trasporto, più deboli i macchinari; fanno da traino le vendite negli Usa e in Turchia, fiacche quelle in Cina e soprattutto in Giappone.

Si consolidano i segnali negativi provenienti dagli ordini manifatturieri esteri in novembre, per la debolezza della domanda globale e l’incertezza geoeconomica. Il commercio mondiale – secondo le analisi di Confindustria – è ancora in crescita nel 3° trimestre, ma indicazioni negative per il 4° vengono dal Pmi globale ordini esteri (46,2 in ottobre e novembre) e dall’indice di movimentazione portuale di container (netto calo a ottobre): pesano i rialzi dei costi, specie energetici.

La flessione nell’Eurozona

Nell’Eurozona l’industria è in flessione, infatti la fiducia, che era in calo da 8 mesi, è leggermente migliorata a novembre (93,7 da 92,7; indicatore Esi); tuttavia, il tenue aumento non si è esteso all’industria (-2 da -1,2), segnalando un indebolimento delle prospettive. Anche il Pmi composito diminuisce a novembre (47,3 da 47,8), soprattutto per la flessione nel manifatturiero (46,4 da 47,1); tengono invece i servizi (48,6 da 48,5). La debolezza nell’industria è riflessa anche nei dati sulla produzione: in ottobre la variazione acquisita per il 4° trimestre è di -0,3% in Germania, -0,5% in Spagna, -2,3% in Francia.

Negli Usa la crescita è lenta, con la Fed che ha alzato ancora i tassi a fine anno (a 4,5%), ha rivisto poco al rialzo le previsioni di crescita sul PIL nel 2022 (+0,5% da +0,2%) e molto al ribasso nel 2023 (+0,5% da +1,2%). I segnali per l’economia a novembre sono stati deboli: la produzione industriale è scesa dello 0,2% e il crollo inatteso dell’indice dei Direttori degli acquisti di Chicago (37,2 da 45,2) ha anticipato il calo sotto la soglia neutrale anche degli indici Pmi e Ism manifatturieri. Le vendite al dettaglio sono diminuite di 0,6%, ma l’aumento della fiducia dei consumatori a dicembre sembra anticipare un rafforzamento.


L’economia frena, sale il rischio di stagnazione