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Ryanair: sciopero piloti il 10 agosto, caos voli in vista

I voli di Ryanair in Europa potrebbero finire nel caos il 10 agosto a causa di uno sciopero di 24 ore proclamato dai piloti della compagnia in Irlanda, Belgio e Svezia. Si prevede che 104 voli saranno cancellati a causa della protesta in Belgio e Svezia. Quanto all'Irlanda, dove ha la sua sede, Ryanair annuncia che resteranno fermi 20 aerei, tutti impegnati su rotte interne nel Regno Unito, e che i clienti interessati sono in totale 3.500. A fine luglio, scioperi del personale di cabina della low cost in Spagna, Belgio, Italia e Portogallo, avevano causato la cancellazione di oltre 600 voli in due giorni. 

Agi News

Dopo il caos voli, Ryanair vede cadere una testa eccellente

Era nell'azienda da trent'anni ed era arrivato, nel 2014, fino alla poltrona di direttore operativo. Sulla carta, il responsabile delle turnazioni errate che hanno costretto Ryanair a cancellare 20 mila voli da qui all'estate, lasciando a terra 700 mila passeggeri, era però lui, Michael Hickey. Le dimissioni sono state comunicate dalla compagnia low-cost tramite una nota e il successore verrà scelto nei prossimi giorni. Una selezione che coinvolgerà lo stesso Hickey, rimasto, per ora, nell'organigramma con un ruolo di consulenza. Il numero uno Michael O' Leary, nondimeno, si è assunto di fronte agli azionisti la responsabilità di una vicenda che ha avuto un dirompente effetto collaterale: fornire ai piloti l'occasione giusta per rivendicare migliori condizioni contrattuali. La testa di Hickey, che era responsabile della gestione dei piloti e del personale di terra, è quindi un ulteriore segnale di apertura nei confronti dei dipendenti il giorno dopo le scuse rivolte loro da O' Leary.

La lettera di O' Leary

L'amministratore delegato di Ryanair ha inviato ai 4.200 piloti della compagnia low cost una lettera per cercare di ricucire lo strappo di fine settembre, quando, durante la riunione annuale della compagnia a Dublino, li accusò "di darsi troppa importanza e di essere pieni di sè". In un passaggio della missiva, riportata dall'Irish Independent, O'Leary offre aumenti di stipendio e bonus fedeltà, oltre a promettere migliori prospettive di lavoro e di carriera. "Se state pensando di unirvi a compagnie aeree concorrenti – scrive – vi invito a rimanere con Ryanair per un futuro più brillante per voi e per le vostre famiglie". E ancora: "Sottolineo (come faccio sempre) che i piloti di Ryanair sono i migliori, lavorano duramente, sono bene addestrati ed estremamente professionali. Sono fiero della vostra abilità ed esperienza, che vi porta a operare in moltissimi aeroporti", anche in contesti difficili come "le cattive condizioni meteo".

L'ad si scusa poi per i cambiamenti in corso nella compagnia che hanno causato i disagi nel sistema dei turni e delle ferie, costringendo la compagnia a cancellare oltre 20.000 voli che hanno lasciato a terra 800.000 passeggeri. E quelle critiche così dure? Il manager giura che "erano rivolte ai piloti delle compagnie aeree concorrenti e ai loro sindacati", che "sfruttano ogni occasione per criticare e denigrare Ryanair, i nostri piloti, la nostra sicurezza, la nostra performance operativa e il nostro modello di business che ha avuto successo per trent'anni".

C'è veramente un esodo da Ryanair?

Il fronte aperto dai piloti ha portato decine di loro ad abbandonare il vettore irlandese per la concorrenza, in particolare la Norwegian Air Shuttle, che ha aperto nuove frontiere del volo low cost lanciando rotte tra gli Usa e l'Europa a prezzi stracciati. Ryanair nega però che l'ondata di dimissioni abbia causato una carenza di personale. L'azienda, si legge su Business Insider, ha comunicato che quest'anno i piloti che hanno lasciato l'incarico sono 260 su 4.200. I nuovi assunti dallo scorso gennaio sarebbero però 822, 210 dei quali solo negli ultimi tre mesi. Le scuse di O'Leary, nondimeno, non sarebbero sufficienti.

Per i piloti le scuse non bastano

Dalle informazioni raccolte dal Corriere della Sera "appare evidente come ci siano diverse delle 86 basi — in tutta Europa — dove le proposte del vettore non abbiano avuto l’esito sperato dai vertici. Tanto che molti comandanti e primi ufficiali avrebbero chiesto l’aiuto dei sindacati storici dei piloti — gli irlandesi di Ialpa, i britannici di Balpa e persino gli statunitensi di Apa — per cercare di capire come muoversi nel nuovo contesto. Non a caso proprio quelli di Balpa (che sta per British Airline Pilots’ Association) un giorno dopo la lettera di O’Leary hanno raccontato gli umori dei piloti di Ryanair.

"Le reazioni alla lettera di O’Leary suggeriscono che l’ad non ha ancora capito il punto della questione», dichiara Brian Sutton, segretario generale di Balpa. «Comandanti e primi ufficiali da tutte le basi nel Regno Unito ci hanno detto che bastano delle scuse di rito per zittirli. Ci rivelano che pretendono rispetto e che gli Erc vengano riconosciuti come veri organi di rappresentanza. Finché Ryanair non riconosce queste cose continuerà ad avere problemi con i propri piloti".

Agi News

Crisi dei voli? Macché, il traffico aereo è aumentato del 21% 

Pensavate che la crisi del trasporto aereo fosse evidente, anche alla luce della crisi di Alitalia? Beh, vi sbagliate. La domanda di voli cresce e crescerà nei prossimi anni. Pensavate che il treno ad alta velocità avesse ormai irreversibilmente soppiantata l'aereo per le tratte nazionali? Non è così. Il trasporto aereo è cresciuto anche negli anni della crisi. Tra il 2007 e il 2017, nel decennio della crisi economica globale, il trasporto aereo in Italia è aumentato del 21,8%. Nel 2016 il traffico negli scali italiani ha superato i 164 milioni di passeggeri. La crescita nell’ultimo quinquennio è stata dell’11,1% e solo nell’ultimo anno del 4,6%. Anche la congiuntura più recente è molto positiva: +6,6% nel primo quadrimestre del 2017. 

Lo dice il Censis, in un rapporto confezionato per i 50 anni di Assaeroporti. Nei prossimi vent’anni il traffico raddoppierà. Secondo una stima basata sui tassi di crescita previsti per il traffico mondiale (Iata) nel 2035 il numero di passeggeri in Italia arriverà a 311 milioni. Anche proiettando in avanti l’andamento registrato a livello nazionale nell’ultimo decennio, avremo comunque 289 milioni di passeggeri. Flussi imponenti che il settore aeroportuale, le città italiane, tutto il sistema-Paese dovranno attrezzarsi per accogliere e gestire.

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È forte l’impatto sul ciclo economico dell’industria aeroportuale. L’industria aeroportuale mondiale vale 260 miliardi di dollari e dà lavoro a 2,6 milioni di addetti diretti. A livello nazionale il settore aeroportuale, considerando l’impatto diretto, indiretto e indotto, vale il 3,6% del Pil. La crescita del trasporto aereo sulle rotte internazionali traina gli investimenti diretti esteri (secondo Cassa Depositi e Prestiti ogni incremento di traffico del 10% genera aumenti di investimenti dall’estero del 4,7%). Il turismo mondiale presenta tassi di crescita notevoli (+75% negli ultimi quindici anni, +110% per i Paesi emergenti). L’Italia ha il capitale di base per intercettarne quote importanti, ma per cogliere questa opportunità è necessario il miglioramento quantitativo e qualitativo della connettività aeroportuale.

Leggi anche l'articolo del Corriere della Sera

Il sistema nazionale resta improntato a un forte policentrismo. Il ruolo importante dei medi aeroporti italiani configura un sistema meno gerarchizzato rispetto ai principali Paesi europei. I gate intercontinentali di Fiumicino – primario hub nazionale –, Malpensa e Venezia (secondo la definizione del Piano Nazionale Aeroporti) intercettano il 43% del traffico passeggeri, ma i 7 aeroporti non gate, con più di 5 milioni di passeggeri all’anno, ne movimentano il 33%. Completano il quadro i 32 aeroporti con meno di 5 milioni di passeggeri, con una quota sul totale del 24%.

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