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Assegno Unico Gennaio 2023: Cos’è e Come Funziona

Assegno Unico Gennaio 2023: Cos’è e Come Funziona

L’assegno unico gennaio 2023 è un’agevolazione prevista dal Governo italiano per sostenere le famiglie italiane che hanno bisogno di sostegno economico. Questo assegno sostituisce il precedente sistema di detrazioni fiscali per i figli a carico e prevede un importo che varia in base al numero e all’età dei figli. In questo articolo, cercheremo di approfondire le caratteristiche dell’assegno unico gennaio 2023, rispondendo alle domande più comuni e analizzando i suoi potenziali benefici.

Cos’è l’Assegno Unico Gennaio 2023?

L’assegno unico gennaio 2023 è un’agevolazione prevista dal Governo italiano per sostenere le famiglie italiane che hanno bisogno di sostegno economico. Questo assegno sostituisce il precedente sistema di detrazioni fiscali per i figli a carico e prevede un importo che varia in base al numero e all’età dei figli.

Quali Famiglie Possono Beneficiare dell’Assegno Unico?

Tutte le famiglie italiane con figli a carico possono beneficiare dell’assegno unico gennaio 2023. Non ci sono restrizioni di reddito o di condizione lavorativa, pertanto qualsiasi famiglia con figli a carico può fare richiesta per ottenere l’assegno unico.

Qual è l’Importo dell’Assegno Unico Gennaio 2023?

L’importo dell’assegno unico gennaio 2023 varia in base al numero e all’età dei figli a carico. In particolare, l’assegno prevede un importo di 400 euro al mese per il primo figlio fino a 3 anni, 300 euro al mese per il secondo figlio fino a 3 anni, e 150 euro al mese per il terzo figlio e successivi fino a 3 anni. Inoltre, l’assegno prevede un importo di 280 euro al mese per ogni figlio di età compresa tra i 3 e i 18 anni, e di 400 euro al mese per ogni figlio con disabilità grave e certificata.

Quali Sono i Requisiti per Ricevere l’Assegno Unico?

Per ricevere l’assegno unico gennaio 2023, sarà necessario essere residenti in Italia e avere figli a carico. Non ci sono restrizioni di reddito o di condizione lavorativa, pertanto qualsiasi famiglia con figli a carico può fare richiesta per ottenere l’assegno unico.

Come Si Fa a Richiedere l’Assegno Unico?

Per richiedere l’assegno unico gennaio 2023, sarà necessario presentare una domanda online attraverso il portale dell’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale). La procedura di richiesta sarà resa disponibile dal 1° gennaio 2023 e potrà essere effettuata sia dai genitori che dai tutelati legali dei figli a carico.

C’è una Scadenza per la Richiesta dell’Assegno Unico Gennaio 2023?

Al momento non ci sono informazioni ufficiali riguardo ad una possibile scadenza per la richiesta dell’assegno unico gennaio 2023. Tuttavia, è possibile che l’agevolazione abbia una scadenza per la richiesta o che sia a disponibilità limitata, pertanto è consigliabile fare richiesta il prima possibile una volta che la procedura di richiesta sarà aperta.

L’Assegno Unico è Cumulabile con Altri Bonus o Agevolazioni?

Al momento non ci sono informazioni ufficiali riguardo alla cumulabilità dell’assegno unico gennaio 2023 con altre agevolazioni o bonus previsti dallo Stato italiano. Tuttavia, è possibile che l’assegno unico possa essere cumulato con altre agevolazioni o bonus, in base alle eventuali disposizioni che saranno comunicate dal Governo italiano.

L’Assegno Unico Gennaio 2023 è Destinato Solo ai Figli Minori?

L’assegno unico gennaio 2023 è destinato a sostenere le famiglie italiane con figli a carico di qualsiasi età. L’importo dell’assegno varia in base all’età dei figli, pertanto anche i figli maggiorenni possono essere considerati a carico e contribuire alla determinazione dell’importo dell’assegno.

L’Assegno Unico Gennaio 2023 è Erogato Solo una Volta o Viene Erogato Mensilmente?

L’assegno unico gennaio 2023 è erogato mensilmente. L’importo dell’assegno viene suddiviso in dodicesimi e viene erogato mensilmente per tutta la durata dell’anno.

Quali Sono i Potenziali Benefici dell’Assegno Unico per le Famiglie Italiane?

L’assegno unico gennaio 2023 potrebbe avere molti potenziali benefici per le famiglie italiane. In particolare, l’agevolazione potrebbe migliorare il sostegno economico alle famiglie con figli a carico, ridurre la povertà infantile, aumentare l’inclusione sociale, migliorare le politiche familiari, fornire un sostegno economico per le famiglie a basso reddito, migliorare la qualità della vita delle famiglie italiane, aumentare la disponibilità di servizi e di tutele sociali, e migliorare il benessere dei minori e dei loro genitori.

Argomenti Correlati

Oltre alle domande già affrontate, ci sono molti altri argomenti correlati all’assegno unico gennaio 2023 che potrebbero essere di interesse per le famiglie italiane. Ad esempio, si potrebbe discutere dell’importanza dell’assegno unico per il sostegno economico alle famiglie, dell’impatto dell’assegno unico sulla riduzione della povertà infantile, dell’importanza dell’inclusione sociale e delle politiche familiari, delle possibili agevolazioni fiscali per le famiglie italiane, dei diritti dei minori e della protezione sociale, delle tutele sociali e dell’importanza del welfare state.

Inoltre, si potrebbe approfondire il tema del reddito di cittadinanza e delle politiche sociali per il sostegno alle famiglie a basso reddito, dell’importanza della parità di genere e dell’inclusione delle famiglie monoparentali, del ruolo della scuola e dei servizi sociali nella protezione dei minori e delle loro famiglie, e delle sfide legate alla gestione del sostegno economico alle famiglie italiane.

Conclusioni

L’assegno unico gennaio 2023 rappresenta un’importante agevolazione per le famiglie italiane con figli a carico. Grazie a questa agevolazione, sarà possibile avere un sostegno economico per sostenere i propri figli, migliorare la qualità della vita e avere accesso a tutele sociali e servizi per le famiglie a basso reddito. La procedura di richiesta dell’assegno unico sarà resa disponibile dal 1° gennaio 2023 e sarà possibile effettuare la richiesta online attraverso il portale dell’INPS. Non ci sono restrizioni di reddito o di condizione lavorativa per accedere all’assegno unico, pertanto qualsiasi famiglia con figli a carico può fare richiesta per ottenere questa importante agevolazione.



Assegno Unico Gennaio 2023: Cos’è e Come Funziona

Via libera dell’Ue al caricabetterie unico per cellulari e tablet

AGI – Risparmio e sostenibilità. Il maggiore riutilizzo dei caricabatterie aiuterà i consumatori a risparmiare fino a 250 milioni di euro l’anno sull’acquisto di caricabatterie inutili. I caricabatterie smaltiti e inutilizzati equivalgono a circa 11mila tonnellate di rifiuti elettronici all’anno nell’UE.

Sono questi alcuni degli effetti previsti dalle nuove regole sul caricatteria unico, approvate oggi in via definitiva dalla Commissione Europea. Caricabatterie unico sì, ma con un occhio al futuro, quando i fili non saranno più necessari. Per non ripetere gli errori compiuti e il ritardo accumulato la Commissione lavorerà all’armonizzazione della tariffazione senza fili per i dispositivi elettronici e all’interoperabilità basata sugli sviluppi tecnologici.

Il punto di partenza e il caso Apple

Secondo uno studio della Commissione del 2019, la metà dei caricabatterie venduti con i telefoni cellulari nel 2018 aveva un connettore USB micro-B, il 29% aveva un connettore USB-C e il 21% un connettore Lightning, utilizzato da Apple. In totale 13 categorie di dispositivi elettronici dovranno adattarsi entro l’autunno 2024. L’USB-C è già uno standard condiviso nel panorama dei dispositivi mobili.

Tutti i principali produttori di smartphone al mondo, da Samsung a Xiaomi e Huawei, hanno adottato la porta di nuova generazione da qualche anno. La maggior parte dei telefoni Android è dotata di porte di ricarica USB micro-B o è già passata allo standard USB-C più moderno. 

Dunque è Android il sistema più vicino allo standard del legislatore e Apple dovrà modificare il suo attuale sistema di cavo Lightning. Lo scorso autunno, proprio quando è stata presentata la proposta legislativa, proprio Apple ha depositato un documento presso la Commissione con una serie di resistenze.

Dietro le rimostranze di Apple c’è un mercato, quello degli accessori, che vale un sacco di soldi. Secondo i dati di Zion Market Research, gli accessori di terze parti per dispositivi Apple hanno generato un mercato che nel 2019 era stato stimato in 19,9 miliardi di dollari e si prevede che cresca al ritmo del 4,7% l’anno fino a raggiungere i 27,4 miliardi entro il 2026.

Nei 19,9 miliardi non si contano gli accessori firmati Apple. Per il solo terzo quadrimestre del 2021, Cupertino ha registrato entrate per 8,7 miliardi nel comparto che comprende indossabili, smart home e, appunto, accessori. Un anno prima erano a quota 6,4 miliardi.

Secondo Bloomberg, esiste un piano di Cupertino per portare all’adozione della porta USB-C su iPhone 15, in programma per l’autunno del prossimo anno. Il nuovo l’iPad, presentato pochi giorni fa, ha una porta usb-c. Ma i rumors dicono che la vera frontiera di Apple è la ricarica a induzione, quella senza fili.

Le nuove regole nel dettaglio 

Secondo le nuove regole, entro la fine del 2024, tutti i telefoni cellulari, i tablet e le fotocamere nell’Unione europea dovranno essere dotati di una porta di ricarica USB-C. Dalla primavera 2026, l’obbligo si estenderà ai computer portatili.

La nuova legge fa parte di un più ampio sforzo dell’UE volto a ridurre i rifiuti elettronici e a consentire ai consumatori di compiere scelte più sostenibili. Secondo le nuove regole, i consumatori non avranno più bisogno di un caricabatteria ogni volta che acquistano un nuovo dispositivo, perché uno stesso caricabatteria potrà essere utilizzato su tutta una serie di dispositivi elettronici portatili di piccole e medie dimensioni.

Indipendentemente dal produttore, tutti i nuovi telefoni cellulari, tablet, fotocamere digitali, auricolari e cuffie, console per videogiochi portatili e altoparlanti portatili, e-reader, tastiere, mouse, sistemi di navigazione portatili, cuffiette e laptop ricaricabili via cavo, che operano con una potenza fino a 100 Watt, dovranno essere dotati di una porta USB-C. Tutti i dispositivi che supportano la ricarica rapida avranno la stessa velocità di ricarica, il che consentirà agli utenti di ricaricare i propri dispositivi alla stessa velocità con qualsiasi caricabatterie compatibile.

Uniti sulla ricarica wireless

L’obiettivo del caricabatterie unico è dunque stato raggiunto, ma l’obiettivo finale è ottenere “l’interoperabilità delle tecnologie di ricarica wireless entro il 2026, migliorando le informazioni fornite ai consumatori con etichette dedicate. Stiamo anche ampliando la portata della proposta aggiungendo altri prodotti, come i computer portatili, che dovranno essere conformi alle nuove regole”, come ha chiarito Il relatore della legge Alex Agius Saliba.

Non si tratta solo di smartphone, dunque, ma di tutti i dispositivi portatili: Pc, tablet, fotocamere, cuffie e auricolari, console e speaker. La ragione per cui si punta alla interoperabilità delle tecnologie di ricarica wireless è evidente: sono il futuro. In questo senso le aziende tecnologiche si stanno già muovendo verso un sistema universale di ricarica dei dispositivi elettronici (che sta prendendo piede senza alcun intervento ufficiale): lo standard Qi.

Arrivare a questa data con una strategia comune (che vuol dire standard comuni) è uno degli obiettivi dei dei deputati alla Commissione. Insomma si vuole evitare una nuova frammentazione del mercato e i cosiddetti effetti “lock-in”, che si verificano nel momento in cui un consumatore dipende da un singolo produttore, oltre a garantire soluzioni di ricarica convenienti per il consumatore e ridurre i rifiuti ambientali. E fino al 2026?

Dieci anni

Erano dieci anni che il Parlamento e la commissione parlamentare per il mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO) chiedevano una soluzione comune per i caricabatteria, invitando continuamente la Commissione ad agire (la proposta legislativa è stata presentata il 23 settembre 2021). I tentativi di imporre un caricabatterie universale in tutto il territorio europeo risalgono al 2009, quando Apple, Samsung, Huawei e Nokia firmarono un accordo volontario per utilizzare uno standard comune.

Negli anni successivi a questo accordo l’industria dell’elettronica si è uniformata a usare prese micro usb e poi usb-c, riducendo il numero di uscite di ricarica da più di 30 a solamente 3 (micro usb, usb-c e lightning). Tuttavia, per i legislatori europei, questo approccio volontario non ha raggiunto gli obiettivi di sostenibilità ambientale e di risparmio stabiliti inizialmente.

420 milioni di smartphone e tre caricabatteria per ogni europeo

Nel 2020 sono stati venduti negli Stati dell’Unione Europea circa 420 milioni di telefoni cellulari e altri dispositivi elettronici portatili. I consumatori possiedono in media circa tre caricabatteria per telefoni cellulari e ne usano due regolarmente.

Ciononostante il 38% dei consumatori dichiara di aver incontrato difficoltà almeno una volta nel ricaricare il proprio telefono cellulare perché i caricabatteria disponibili erano incompatibili. La situazione è fonte non solo di disagi ma anche di costi per i consumatori, che spendono circa 2,4 miliardi di euro l’anno per acquistare caricabatteria separati non compresi nell’acquisto dei dispositivi elettronici. 

(Articolo aggiornato alle ore 15,15)


Via libera dell’Ue al caricabetterie unico per cellulari e tablet

Gualtieri assicura: “Dal 2021 taglio delle tasse e assegno unico”

AGI – Una riforma del fisco in tre anni con una riduzione delle tasse già dal 2021 grazie al taglio del cuneo fiscale, che sarà spalmato sull’intero anno, e alla fiscalità di vantaggio al Sud che potrebbe essere estesa. Il ministro dell’Economia in audizione in Parlamento sulla Nota di aggiornamento al Def indica le tappe della strategia del governo.

“Le tasse non aumenteranno l’anno prossimo ma si ridurranno. Ci sarà a regime per 12 mesi la riduzione sostanziale dell’Irpef, attraverso l’estensione annuale del taglio del cuneo, che quest’anno e’ partita a luglio, e ci sarà la fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno: sono due elementi aggiuntivi che determineranno la riduzione delle tasse”, ha spiegato Gualtieri sottolineando che il governo intende realizzare “un’ampia riforma fiscale nel triennio che sarà introdotta con una legge delega che si legherà all’altra riforma” che si conta di “adottare già dal 2021” e che riguarda l’assegno unico universale per i figli. L’obiettivo è di rendere “operativo a partire dal primo gennaio 2022” il modulo principale della riforma fiscale, ovvero quello relativo alla riforma dell’Irpef.

Lo scostamento da 24 miliardi

L’esecutivo è pronto a mettere in campo con la manovra di bilancio “un’espansione fiscale di 1,3 punti percentuali di Pil, circa 24 miliardi di euro, che porterà l’obiettivo di deficit al 7%” l’anno prossimo. Tale espansione, ha spiegato, “si andrà riducendo nel 2022 per consentire una graduale riduzione del deficit”. Per questo il governo ha presentato una richiesta di scostamento, che sarà votata domani dal Parlamento, “coerente con la conferma da parte della Commissione europea della general escape clause”, ovvero la ‘clausola di salvaguardia generale’ che consente la sospensione temporanea del Patto di Stabilità e di Crescita anche per il 2021.

La nuova stima di deficit 2020 prevista nella Nadef, ha detto Gualtieri, è “migliore di quella desumibile dal Def” anche grazie a un andamento delle entrate “migliore del previsto” per “circa 6,9 miliardi”. Il ministro ha quindi ringraziato “quei contribuenti che anche nei mesi peggiori della pandemia hanno continuato a versare i propri oneri fiscali e contributivi anche se avevano diritto alla sospensione”.

Verso la proroga della moratoria dei prestiti per le Pmi

Il governo sta anche valutando “l’ulteriore prolungamento della moratoria dei crediti per le pmi che attualmente scade il 31 gennaio” ed è in corso il dialogo con la Commissione europea per capire “cosa del Temporary framework verrà prorogato il prossimo anno”. La Nadef, ha spiegato ancora il titolare dell’Economia, è basata su “stime prudenti che non tengono conto dell’impatto delle riforme né dell’impatto ulteriore di una riduzione del costo medio del debito”. Tuttavia le riforme strutturali considerate, “se efficaci, possono innalzare il Pil a fine periodo, nel 2026, di oltre due punti percentuali” ma, ha precisato Gualtieri, “per prudenza” non sono state incluse nelle stime.

La stima del Pil 2020 include un aumento dei contagi

La contrazione del Pil stimata per l’anno in corso, nello scenario di base, è del 9% e “si basa su una riduzione della crescita nel quarto trimestre e quindi già sconta un aumento dei contagi in autunno”. Nello scenario peggiore è, invece, “incorporato un aumento molto forte dei contagi con restrizioni in Europa molto marcate” che porterebbe a una caduta del Pil del 10,5% ma, ha ribadito il ministro, “oggi non è lo scenario piu’ probabile”. Per Gualtieri, quindi, “la vera sfida consiste nel contenimento del virus”. Il governo, ha confermato il ministro, si aspetta “un notevole rimbalzo” del Pil per il terzo trimestre, superiore a quello previsto nel Def, “e piu’ contenuto per il quarto” per il quale la stima e’ “prudentemente fissata allo 0,4%”. Il Pil tornerà quindi al livello pre Covid “nel terzo trimestre 2022”. 

 

Agi

Vino: Bloomberg, Moscato Giallo di Maeli unico italiano top ten

(AGI) – Roma, 29 dic. – Il Moscato Giallo Maeli Metodo Classico Dila’ 2014 Millesimato e’ in vetta alle preferenze di Elin McCoy, una delle piu’ importanti esperte di vino al mondo, che in un articolo di Bloomberg lo include tra gli “absolute standout”.
La selezione, su oltre oltre 4.000 vini provenienti da tutto il mondo, degustati nel corso del 2016, ha evidenziato come lo scenario enologico internazionale guardi con curiosita’ e interesse ai nuovi stili da terroir meno conosciuti.
“Siamo onorati di essere nella classifica dei top ten wines 2016 di Bloomberg” affermano Elisa Dilavanzo e i fratelli Gianluca e Desiderio Bisol (che hanno creduto in questa realta’ unica nei Colli Euganei). “Dila’, prodotto in sole 2960 bottiglie, e’ un tributo a un vitigno, il Moscato Giallo, che noi valorizziamo come una chicca del nostro territorio vulcanico dei Colli Euganei.
In effetti Dila’ e’ l’unico metodo classico al mondo di Moscato Giallo da terreni vulcanici nella versione Nature e con un anno di affinamento sui lieviti, presentato in una sorta di bottiglia “ampolla” che lo contraddistingue. Ma la sorpresa non finisce mai, poiche’ il vino, pur essendo lo stesso, presenta peculiarita’ da bottiglia a bottiglia.(AGI)

Bru

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