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Per gli economisti Omicron non spaventa e l’Italia resta in testa nella ripresa

AGI – L’economia si presenta alla partenza del 2022 in “forma smagliante” ma i Paesi dovranno affrontare “l’odissea nelle vere sfide” (transizione energetica e digitale, declino demografico, mondo multipolare) orfani delle politiche più espansive che, durante la sua storia millenaria, l’umanità abbia mai messo in campo in tempi di pace. Questa l’analisi di Fabrizio Galimberti e Luca Paolazzi, che su Firstonline tracciano il quadro della situazione e provano a immaginare cosa accadrà nei prossimi mesi.

Secondo i due economisti, l’Italia sta bruciando le tappe della chiusura del buco di attività economica causata dalla pandemia: ciò avverrà già nel trimestre in corso, sincronicamente con la Germania, in leggero ritardo rispetto alla Francia ma un anno prima della Spagna. “Merito, indubbiamente, della politica iperespansiva del Governo che ha lasciato briglie sciolte alle imprese italiche di esprimere la capacità di servire i mercati esteri (aumento di quote) e interni”. (AGI)Ing

Paolazzi e Galimberti azzardano una profezia: “quest’anno di grazia del 2022 sarà l’ultimo della pandemia, che diventerà una strisciante malattia endemica, un pò come l’influenza o la varicella. E la ripresa dell’economia continuerà senza serie scalfitture“.

La previsione è basata essenzialmente sul fatto che, “in questa sfida all’ultimo anticorpo fra il Sars-CoV-19 e la medicina moderna, vincerà quest’ultima. Gli anticorpi da vaccini, con un assist dagli anticorpi dei guariti post-Omicron, circoscriveranno la pandemia e il virus, con la più gran parte della popolazione ormai immune, non troverà più spazio per diffondersi”. Poichè però resta il pericolo di nuove varianti, è assolutamente necessario aiutare i Paesi poveri a vaccinarsi: “non è un atto di carità, è una misura indispensabile per proteggere noi e loro”. Intanto però l’Omicron ha mostrato lievi conseguenze sull’attività economica. 

Sul fronte dell’inflazione, “il momento della verità è arrivato”, sostengono i due esperti e “d’ora in avanti la dinamica dei prezzi comincerà a calare”. Per quanto riguarda la dinamica salariale, quel che conta – affermano – è il Clup (costo del lavoro per unità di prodotto) che “non sta registrando un andamento da allarme rosso”. “Inoltre, il confronto annuo porta già dal mese in corso ad affievolire l’impatto del rincaro delle materie prime sulla dinamica (non sul livello) dei prezzi. Infine, le forze di fondo esercitano una discreta pressione al ribasso dei listini. La concorrenza è accentuata dalla rivoluzione digitale.

E l’erosione del potere d’acquisto dovuto allo scalino all’insù dei prezzi nell’ultimo anno sta inducendo molti produttori a offrire sconti come forma di marketing. Della serie: la mentalità inflazionistica non abita qui”. Alle “Cassandre che paventano, per l’Italia, la stretta prossima ventura della Bce, il chiudersi dell’ombrello della Qe, e la reazione dei mercati che si accorgono che l’Italia ha un alto debito pubblico” Paolazzi e Galimberti replicano: “Niente paura: i tassi reali rimarranno al di sotto del tasso di crescita dell’economia e il debito continuerà a essere sostenibile“.


Per gli economisti Omicron non spaventa e l’Italia resta in testa nella ripresa

Dopo il caos voli, Ryanair vede cadere una testa eccellente

Era nell'azienda da trent'anni ed era arrivato, nel 2014, fino alla poltrona di direttore operativo. Sulla carta, il responsabile delle turnazioni errate che hanno costretto Ryanair a cancellare 20 mila voli da qui all'estate, lasciando a terra 700 mila passeggeri, era però lui, Michael Hickey. Le dimissioni sono state comunicate dalla compagnia low-cost tramite una nota e il successore verrà scelto nei prossimi giorni. Una selezione che coinvolgerà lo stesso Hickey, rimasto, per ora, nell'organigramma con un ruolo di consulenza. Il numero uno Michael O' Leary, nondimeno, si è assunto di fronte agli azionisti la responsabilità di una vicenda che ha avuto un dirompente effetto collaterale: fornire ai piloti l'occasione giusta per rivendicare migliori condizioni contrattuali. La testa di Hickey, che era responsabile della gestione dei piloti e del personale di terra, è quindi un ulteriore segnale di apertura nei confronti dei dipendenti il giorno dopo le scuse rivolte loro da O' Leary.

La lettera di O' Leary

L'amministratore delegato di Ryanair ha inviato ai 4.200 piloti della compagnia low cost una lettera per cercare di ricucire lo strappo di fine settembre, quando, durante la riunione annuale della compagnia a Dublino, li accusò "di darsi troppa importanza e di essere pieni di sè". In un passaggio della missiva, riportata dall'Irish Independent, O'Leary offre aumenti di stipendio e bonus fedeltà, oltre a promettere migliori prospettive di lavoro e di carriera. "Se state pensando di unirvi a compagnie aeree concorrenti – scrive – vi invito a rimanere con Ryanair per un futuro più brillante per voi e per le vostre famiglie". E ancora: "Sottolineo (come faccio sempre) che i piloti di Ryanair sono i migliori, lavorano duramente, sono bene addestrati ed estremamente professionali. Sono fiero della vostra abilità ed esperienza, che vi porta a operare in moltissimi aeroporti", anche in contesti difficili come "le cattive condizioni meteo".

L'ad si scusa poi per i cambiamenti in corso nella compagnia che hanno causato i disagi nel sistema dei turni e delle ferie, costringendo la compagnia a cancellare oltre 20.000 voli che hanno lasciato a terra 800.000 passeggeri. E quelle critiche così dure? Il manager giura che "erano rivolte ai piloti delle compagnie aeree concorrenti e ai loro sindacati", che "sfruttano ogni occasione per criticare e denigrare Ryanair, i nostri piloti, la nostra sicurezza, la nostra performance operativa e il nostro modello di business che ha avuto successo per trent'anni".

C'è veramente un esodo da Ryanair?

Il fronte aperto dai piloti ha portato decine di loro ad abbandonare il vettore irlandese per la concorrenza, in particolare la Norwegian Air Shuttle, che ha aperto nuove frontiere del volo low cost lanciando rotte tra gli Usa e l'Europa a prezzi stracciati. Ryanair nega però che l'ondata di dimissioni abbia causato una carenza di personale. L'azienda, si legge su Business Insider, ha comunicato che quest'anno i piloti che hanno lasciato l'incarico sono 260 su 4.200. I nuovi assunti dallo scorso gennaio sarebbero però 822, 210 dei quali solo negli ultimi tre mesi. Le scuse di O'Leary, nondimeno, non sarebbero sufficienti.

Per i piloti le scuse non bastano

Dalle informazioni raccolte dal Corriere della Sera "appare evidente come ci siano diverse delle 86 basi — in tutta Europa — dove le proposte del vettore non abbiano avuto l’esito sperato dai vertici. Tanto che molti comandanti e primi ufficiali avrebbero chiesto l’aiuto dei sindacati storici dei piloti — gli irlandesi di Ialpa, i britannici di Balpa e persino gli statunitensi di Apa — per cercare di capire come muoversi nel nuovo contesto. Non a caso proprio quelli di Balpa (che sta per British Airline Pilots’ Association) un giorno dopo la lettera di O’Leary hanno raccontato gli umori dei piloti di Ryanair.

"Le reazioni alla lettera di O’Leary suggeriscono che l’ad non ha ancora capito il punto della questione», dichiara Brian Sutton, segretario generale di Balpa. «Comandanti e primi ufficiali da tutte le basi nel Regno Unito ci hanno detto che bastano delle scuse di rito per zittirli. Ci rivelano che pretendono rispetto e che gli Erc vengano riconosciuti come veri organi di rappresentanza. Finché Ryanair non riconosce queste cose continuerà ad avere problemi con i propri piloti".

Agi News