Tag Archive: suoi

Huawei continuerà a fornire aggiornamenti sicurezza e servizi sui suoi smartphone 

Huawei “ha apportato un contributo sostanziale allo sviluppo e alla crescita di Android in tutto il mondo” e “continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza e servizi post-vendita a tutti gli smartphone e tablet Huawei e Honor esistenti, sia quelli già venduti che ancora disponibili in tutto il mondo”. Il colosso cinese risponde così con un comunicato alla sospensione da parte di Google della licenza Android del produttore cinese dopo le limitazioni imposte dal governo statunitense.

“Come uno dei principali partner globali di Android – sottolinea Huawei – abbiamo lavorato a stretto contatto con la loro piattaforma open source per sviluppare un ecosistema che ha avvantaggiato sia gli utenti che l’industria”. E conclude: “Continueremo a costruire un ecosistema software sicuro e sostenibile al fine di fornire la migliore esperienza a tutti gli utenti a livello globale”. 

Agi

Cosa se ne farà Uber dei suoi monopattini elettrici? 

Uber ha pensato bene di unire due settori molto in voga (troppo?) negli ultimi mesi: guida autonoma e monopattini condivisi. Starebbe lavorando a biciclette e “scooter” (come li chiamano negli Stati Uniti) elettrici in grado di spostarsi da soli. Con l’obiettivo di sviluppare queste funzioni, sarebbe nata una nuova divisione, Micromobility Robotics, che opera all’interno di Jump, la società specializzata in bici elettriche condivise che Uber ha acquisito lo scorso aprile.

L’annuncio di Uber (a marchio Jump)

La notizia è stata annunciata dai vertici della compagnia americana nel corso di un evento organizzato da DIY Robotics ed è stata riportata da uno dei presenti, Chris Anderson, ceo di 3D Robotics. Anderson ha pubblicato su Twitter l’immagine di un documento in cui “Uber Micromobility Robotics” rimanda a un indirizzo per candidarsi se si aspira a un lavoro nella nuova divisione: si cercano ingegneri software e hardware, product manager e addetti al marketing. Uber vuole quindi portare la guida autonoma non solo sulle auto ma anche sulle biciclette e sui monopattini. Questi ultimi, in particolare, stanno attirando enormi flussi di capitali. Jump ha lanciato il proprio servizio a Santa Monica. Anche la principale concorrente statunitense di Uber, Lyft, ha esordito sui monopattini, a Denver. Il settore è popolato da startup sostenute da venture capital (come Lime e Bird) e altre supportate dai grandi gruppi (come Spin e Jelly, controllate da Ford).

Exciting announcement from @UberATG at today’s @DIYRobocars event. “Micromobility” = autononomous scooters & bikes that can drive themselves to charging or better locations. Hiring now pic.twitter.com/sOjroo8XZI

— Chris Anderson (@chr1sa) January 20, 2019

A che servono i monopattini autonomi?

La solidità del mercato è ancora da dimostrare. Anzi, si parla già di bolla. Uber intenda sperimentare nuove strade perché – come dimostra il bike sharing – a un momento di corsa agli investimenti è probabile che ne segua uno di consolidamento dove solo pochissimi operatori riusciranno a sopravvivere. Ma quale sarebbe il vantaggio di rendere autonomi bici e monopattini? Il più importante non riguarderebbe tanto il trasporto degli utenti quanto la logistica del servizio. Oggi gli addetti trasportano i mezzi in diverse zone della città, per dare maggiore equilibrio la servizio. Se monopattini e biciclette fossero autonomi, potrebbero spostarsi da soli nelle zone dove è richiesto un flusso di traffico maggiore. La gestione sarebbe quindi più efficiente: si ridurrebbe a una supervisione centrale e a interventi di manutenzione.      

Agi

Marchionne è morto nel giorno in cui Fca ha ufficialmente azzerato i suoi debiti  

Lo aveva preannunciato a Balocco, il 1 giugno scorso, nella giornata del nuovo Piano del Gruppo, presentandosi con una cravatta al posto del tradizionale maglioncino: il debito è azzerato. Ora, nel giorno della scomparsa di Sergio Marchionne, quasi per un crudele scherzo del destino, il cda del Lingotto ha approvato i dati trimestrali, confermando il risultato del 'debito zero' ed una liquidità netta, che sfiora i 500 milioni, a 456 milioni di euro. Un risultato che, commenta una nota dell'azienda, rappresenta "una pietra miliare per il gruppo".

I numeri del secondo semestre

Il secondo trimestre 2018 si chiude per Fca con un utile netto adjusted pari a 981 milioni di euro, in calo del 9% ed un utile netto a 754 milioni di euro, in diminuzione del 35%. Nel primo semestre dell'anno Fca ha registrato un utile netto di 1,775 miliardi di euro, in linea con 1,796 miliardi raggiunto nello stesso periodo dello scorso anno. Confermato l'obiettivo di chiudere l'anno con un utile di 5 miliardi di euro, mentre sono stati rivisti al ribasso i ricavi netti a 115-118 miliardi di euro (da circa 125) e l'Ebit a 7,5-8 miliardi (da 8,7).

La sfida della Cina

Nel corso della conference call con gli analisti l'ad Mike Manley ha spiegato: "il secondo trimestre del 2018 è stato "duro" per Fca. Una previsione fatta anche da Marchionne "e così e' stato". Il Ceo di Fca ha però voluto sottolineare, presentando i risultati del secondo trimestre del 2018, che ci sono stati anche "elementi positivi". La Cina, ha aggiunto, rappresenta una "priorità" e "la sfida maggiore che ci aspetta". Per Manley Fca può continuare "a essere una società solida e indipendente" e seguendo gli insegnamenti di Marchionne, "restiamo pronti a essere flessibili, perché le cose cambiano, ma come sapete il mio mandato è portare a termine, con successo, un piano quinquennale", ha spiegato. "La porta resta aperta", e si possono "avviare collaborazioni sulle componenti", ma l'intenzione del successore di Marchionne è "portare a consegna i numeri del piano come una forte e indipendente Fca".

La Borsa reagisce male

Per Fca nel giorno della scomparsa dello storico ex ad Sergio Marchionne e del debutto del suo successore Mike Manley con i conti semestrali, buone notizie non sono arrivate dalla Borsa. A un'ora e mezza dalla chiusura il titolo e' sceso nettamente sotto i 15 euro per azione, toccando -11,34% a 14,67 euro. Poi ancora peggio: alla chiusura il titolo ha registrato un brutto -15%

Agi News