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Perché la fuga della Norvegia da oil & gas sarà un duro colpo per l’Arabia Saudita

La banca centrale della Norvegia ha raccomandato che il fondo sovrano del Paese ceda i suoi investimenti nei combustibili fossili. L’annuncio è considerato una grande vittoria per il movimento, iniziato pochi anni fa, a favore del “divestment” da petrolio, gas e altri combustibili fossili considerati responsabili del cambiamento climatico, anche se la mossa della banca centrale è basata "esclusivamente su argomenti di carattere finanziario", specialmente quello di preservare il fondo da ribassi duraturi dei prezzi di oil & gas.

Il fondo sovrano della Norvegia è il più grande al mondo e gestisce attività per un valore di oltre 1.000 miliardi di dollari, controllando circa l’1,5% del mercato azionario mondiale. L’annuncio ha pertanto causato una discesa delle azioni delle principali aziende petrolifere europee.

L'Ipo più grande della storia

L’annuncio potrebbe danneggiare l’imminente Ipo di Aramco, il colosso energetico statale dell’Arabia Saudita che Riad intende quotare come parte di un piano, anche in questo caso, per diversificare l’economia nazionale dal petrolio e altri combustibili fossili.

La quotazione di Aramco è considerata potenzialmente la più grande della storia, con una valutazione stimata di oltre 1.000 miliardi di dollari. Il governo saudita ha infatti l’obiettivo di cedere il 5% dell’azienda per una somma pari a 100 miliardi di dollari.

L’Ipo è ambìta dalle principali borse mondiali, con i governi di Stati Uniti, Regno Unito, Cina e Giappone che si sono esposti per promuovere il proprio listino nazionale nella corsa alla quotazione internazionale di Aramco. Infatti il governo saudita intende quotare Aramco su più mercati, con almeno parte della quota collocata sul listino nazionale saudita, il Tawadul.

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Le ambizioni del principe

L’iniziativa rientra nelle riforme economiche proposte dall’ambizioso principe della Corona Mohammed bin Salman, che nelle ultime settimane ha avuto un ruolo centrale nella crisi diplomatica libanese, la chiusura delle frontiere in Yemen e l’arresto di decine di oppositori interni nell’ambito di una campagna anticorruzione domestica. Tra le altre riforme, il principe 32enne ha anche annunciato a ottobre investimenti di 500 miliardi di dollari per realizzare una nuova area economica lungo il Mar Rosso, in una zona che copre 26.000 chilometri quadrati e attraversa Arabia Saudita, Giordania e Egitto.

L’assenza del maggiore investitore azionario al mondo renderà più complicato per Riad riuscire a ottenere la valutazione sperata per Aramco. Oltre all’impatto dell’assenza di un fondo che al momento ha ancora molti investimenti legati al settore energetico, l’annuncio potrebbe a cascata incentivare altri investitori a fare scelte simili.

Fino a oggi il movimento per disinvestire dai combustibili fossili era stato popolare soprattutto tra investitori di dimensioni più ridotte o aveva avuto successo nel limitare gli investimenti solo in alcune delle fonti di energia più sporche.

Agi News

Una donna saudita alla guida della Borsa di Riad

In Arabia Saudita le donne non possono stare al volante di un'auto. Ma possono stare al timone della più importante piattaforma di scambi del Regno: Sarah al-Suhaimi è stata nominata alla guida della Borsa di Riad (Tadawul) che, con un mercato azionario da 439 miliardi di dollari, è la seconda a livello regionale e la 21esima al mondo. 

Una donna alla guida della Borsa di Riad

Laureata alla King Saud University, con una specializzazione in contabilità, e un passato alla Harvard Business School per seguire il General Management Program, al-Suhaimi è stata anche la prima donna saudita nel 2014 a essere chiamata a dirigere la Ncb Capital, la maggiore banca di investimenti saudita appartenente alla National Commercial Bank. Prima di questo incarico, ha lavorato al Jadwa Investment e al Samba Financial Group, impegnata nella gestione di patrimoni di miliardi in azioni pubbliche e private, immobiliare e reddito fisso. Nel settembre 2013 era stata scelta, insieme ad altri 16, come membro del comitato consultivo della borsa.

E un'altra donna a dirigere il Samba Financial Group

Ma non è la sola novità: allo stesso Samba Financial Group hanno annunciato l'arrivo di Rania Mahmoud Nashar come nuovo amministratore delegato. Con un'esperienza ventennale nel settore, è considerata una specialista nella lotta contro il riciclaggio e ha seguito un programma di formazione della banca per rcoprire incarichi dirigenziali.

Piccoli segnali in un Paese ultra-conservatore

Impossibilitate a guidare un'auto, sottoposte al tutoraggio maschile per le più ordinarie attività – hanno bisogno dell'autorizzazione anche per andare dal medico, sposarsi o viaggiare – le donne saudite combattono da una vita contro un rigidissimo sistema sociale. 

Leggi anche: Donne al volante per far crescere l'economia, principe saudita scuote il Regno con un tweet

Una realtà che non solo ingabbia le donne ma ha anche pesanti ricadute economiche, come ha sottolineato il principe saudita Alwaleed Bin Talal, voce inedita fuori dal generale coro nazionale (maschile). "Questa situazione – ha sostenuto nel novembre scorso – ha un costo per l'economia nazionale, minando la produttività della forza lavoro". Entro il 2020, il Regno wahabita vorrebbe aumentare la percentuale di donne nel mercato del lavoro al 28% dal 23% dello scorso anno.

Per approfondire:

Agi News

Arabia Saudita: piano per vendita 49% di Saudi Aramco in 10 anni

(AGI/AFP) – Riyad, 24 dic. – L’Arabia Saudita ha in programma la vendita del 49% della compagnia petrolifera nazionale Saudi Aramco nei prossimi 10 anni. Lo rivela il quotidiano Al-Eqtisadiah, secondo cui il ricavato sara’ destinato a costituire il piu’ grande fondo sovrano al mondo. Il Regno saudita e’ impegnato, dopo la crisi del prezzo del petrolio che ha provocato un forte incremento del deficit, a diversificare la propria economia, oltre a un deciso impegno per tagli di bilancio a fronte di un disavanzo che ha raggiunto i 97 miliardi di dollari nel 2015.
L’offerta pubblica iniziale (IPO) dovrebbe avvenire nel 2018, per una quota del 5% delle azioni della Aramco, che costituira’ il patrimonio di base per il nuovo fondo sovrano per una cifra di circa 2 mila miliardi di dollari. Nelle scorse settimane il presidente della Aramco, Amin Nasser, aveva annunciato che il prossimo anno la compagnia iniziera’ a pubblicare i suoi risultati trimestrali nell’intento di attirare potenziali investitori. (AGI)
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