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La crisi della pubblicità in tv negli Usa 

​I grandi inserzionisti statunitensi, da General Motors a PepsiCo a General Mills intendono cancellare una grande fetta degli impegni di spesa presi con le reti televisive. Lo rivela il Wall Street Journal, il quale nota che la spesa pubblicitaria televisiva è diminuita nelle prime settimane della pandemia di coronavirus, ma non più di tanto.

Questo perché la maggior parte dei circa 42 miliardi di dollari spesi in pubblicità televisive nazionali negli Stati Uniti è vincolata da impegni contrattuali che sono presi con largo anticipo in vista delle nuove stagioni televisive, che iniziano ogni settembre.

Tuttavia, nell’ambito di tali accordi “anticipati”, la prima vera opportunità da quando la pandemia ha colpito gli inserzionisti per ridurre gli impegni di spesa futuri è iniziata il primo maggio. Le aziende ora hanno la possibilità di annullare fino al 50% della spesa pubblicitaria del terzo trimestre.

Gli inserzionisti hanno avuto queste opzioni nei loro contratti per anni, ma le hanno esercitate molto raramente, rivelano al Wsj gli stessi acquirenti di annunci pubblicitari. Secondo il giornale statunitense ora molte aziende stanno cercando di sfruttare questa opzione a vari livelli.

Tra le big interessate ci sarebberoi General Motors, PepsiCo, Cracker Barrel Old Country Stores, General Mills, Domino’s e il colosso farmaceutico Sanofi.  

Gli inserzionisti stimano che tra 1 e 1,5 miliardi di dollari di impegni per spese pubblicitarie del terzo trimestre potrebbero essere annullati. “I tagli saranno piuttosto profondi”, ha dichiarato al Wsj Dave Campanelli, Chief Investment Officer presso l’acquirente di supporti multimediali Horizon Media. 

Intanto, il Congresso Usa sta cercando di trovare il modo di aiutare i giornali, le radio e le tv locali in difficoltà, consentendogli di beneficiare degli stimoli federali per il coronavirus. Lo rivelano al Wall STreet Journal fonti vicine all’operazione, secondo le quali una nuova legge dovrebbe essere introdotta alla Camera non appena questa settimana i parlamentari includeranno i giornali e le emittenti locali definendoli idonei a percepire i prestiti a fondo perduto destinati alle piccole imprese.

Il Wsj fa sapere che i senatori democratici Maria Cantwell e Amy Klobuchar stanno lavorando per trovare il modo di far avanzare la proposta anche al Senato, dove i repubblicani hanno la maggioranza. “La crisi di Covid-19 ci ha mostrato quanto le notizie e le informazioni locali siano essenziali per noi”, ha detto Cantwell.

“Ora non è il momento di tagliare i lavori in redazione, fondamentali per fornire al pubblico dati regionali e notizie sugli scoppi di Covid-19”. Molte agenzie di stampa locali non sono state in grado di richiedere i prestiti a fondo perduto del Programma di protezione degli stipendi  per le piccole imprese a causa della regolamentazione di questa legge, che costringe i media locali a essere commisurati in base alle dimensioni delle loro società madri.

La nuova disposizione che sarà presa in considerazione dal Congresso rinuncerebbe a tale regola per quanto riguarda i notiziari locali.

 

Agi

La pubblicità non è più occulta ma niente è cambiato per Chiara Ferragni e gli altri influencer

Il giro di vite contro gli influencer su Instagram, e contro la pubblicità occulta nei loro post, non ha cambiato numeri e performance. Almeno secondo quanto emerge dall'analisi di Blogmeter che mostra come le nuove regole non abbiano penalizzato star come Chiara Ferragni e le sorelle Jenner. Negli Usa l'istituto a tutela dei consumatori (Federal Trade Commission) e l’antitrust hanno stabilito una regola semplice e precisa: vanno segnalati chiaramente i post che vengono realizzati attraverso collaborazioni commerciali. L’azienda sponsor deve essere taggata nel post e gli hashtag come #ad, #adv o #sponsored devono essere facilmente leggibili e riconoscibili dall’utente. Anche in Italia lo Iap (Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria) si è mosso seguendo la stessa strada richiedendo una maggiore trasparenza agli influencer rispetto ai contenuti da loro pubblicati.  

Chiara Ferragni e gli altri influencer su Instagram. Quali effetti?  

Per capire se gli influencer hanno risentito, nei numeri, di queste nuove direttive Blogmeter ha analizzato i post contenenti gli hashtag #ad, #adv e #sponsored degli ultimi otto mesi (da marzo a ottobre 2017) pubblicati da oltre 6.600 influencer (di cui 3.000 italiani). Il primo dato che salta agli occhi è l’aumento, a livello globale, dei post accompagnati dagli hashtag prima citati: da marzo a giugno 2017, su un totale di 770mila post pubblicati dagli Influencer, i post sponsored sono stati circa 11.500, nei quattro mesi successivi si sale a 16.500, con un incremento percentuale di circa il 44%. La situazione è ancora più sorprendente considerando i soli influencer italiani: da marzo a giugno i post con espliciti fini pubblicitari sono stati circa 1.800 su 274.500 totali, ma da luglio ad ottobre la cifra è salita vertiginosamente arrivando quasi a 7.000 post sponsorizzati su 245.000. L'aumento è del 285%. 

L'esempio di Chiara Ferragni (e delle sorelle Jenner) 

Questo picco tra luglio e ottobre è stato generato principalmente dall’influencer italiana più discussa del web, Chiara Ferragni, compagna del cantante Fedez. La nota fashion blogger ha raddoppiato il numero di post con gli hashtag della sponsorizzazione, passando dai 39 post pubblicati tra marzo e giugno agli 85 pubblicati nei quattro mesi successivi. Il suo profilo, tra marzo e ottobre, ha registrato una media di 238mila interazioni per i post non sponsorizzati e 221,7mila per quelli contenenti gli hashtag di sponsorizzazione. La fondatrice del blog The Blonde Salad  ha registrato un importante crescita di engagement (+137,6%), passando da 8,1 milioni di interazioni tra marzo e giugno a 19,4 milioni tra luglio e ottobre, un dato che la posiziona in cima alla classifica di engagement, prima anche di altri influencer internazionali come le sorelle Jenner che dominano però la top 5 dei contenuti più engaging. Il post con hashtag #ad più cliccato è proprio di Kylie, sponsorizzato dal sito d’abbigliamento fashionnova.com, che raggiunge i tre milioni di interazioni. Segue a brevissima distanza un post di Kendall sponsorizzato dal brand di orologi Daniel Wellington che ottiene 2,9 milioni di interazioni. Numeri però che non hanno determinato un cambiamento. Secondo Paola Nannelli, Head of Influencer Marketing di Blogmeter, “Non abbiamo assistito a cali di engagement perché le influencer in questione sono riuscite a mantenere un equilibrio nel loro piano editoriale social: in altre parole i contenuti sponsorizzati si alternano a contenuti legati alla loro vita personale mantenendo così alto l’interesse della propria community”. 

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