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L’Europa meglio degli Usa. Le previsioni sul 2023 dei mercati

AGI – Le aspettative per il 2023 sono poco confortanti per i mercati azionari, ma l’Europa dovrebbe andare meglio rispetto agli Stati Uniti. Lo afferma l’analisi di Generali Insurance Asset Management. “Una probabile recessione globale produrrà un effetto negativo sulla crescita degli utili aziendali, vista in marcato rallentamento in tutti i paesi sviluppati – afferma lo studio – in tale contesto, l‘Europa dovrebbe risentirne maggiormente rispetto agli Stati Uniti che sono in una fase più avanzata nel ciclo di rialzo tassi”.

Tuttavia, una superiore crescita degli utili negli Stati Uniti “non implica necessariamente una migliore performance attesa del mercato americano. Ai livelli correnti esso tratta nell’intorno di 19x gli utili del prossimo anno, evidenziando pertanto una valutazione non consistente con uno scenario recessivo in corso. Qualora la recessione fosse più marcata delle attese o la Federal Reserve fosse costretta a tenere i tassi su livelli più elevati a lungo, il rischio di un’ulteriore compressione delle valutazioni sarebbe materiale”.

In Europa invece – prosegue – le valutazioni sono tuttora molto compresse e sotto la media storica. Inoltre, l’Europa dovrebbe beneficiare maggiormente da una plausibile riapertura dell’economia cinese, compensando in tal modo, almeno in parte, i rischi di una recessione che potrebbe colpire il Vecchio Continente”.

Tornando all’andamento del 2022, “tutte le aree geografiche – ricorda l’analisi di Generali Insurance AM – hanno registrato una performance negativa, sebbene in significativo recupero dai minimi registrati verso fine settembre/inizio ottobre. Il principale fattore che ha pesato sull’andamento dei listini globali è stata un’inflazione più alta e persistente delle attese che ha spinto le Banche Centrali ad attuare una politica monetaria restrittiva, con un conseguente e significativo incremento dei tassi di interesse nominali e reali, comportando una compressione delle valutazioni nonostante la crescita degli utili attesi per il 2022 sia rimasta in territorio positivo”.

In tale contesto, si legge, “il mercato europeo ha mostrato una discreta forza relativa. Infatti, nonostante la guerra in Ucraina ai propri confini e la conseguente crisi del gas visto lo stop dei flussi provenienti dalla Russia, l’Europa è in procinto di chiudere l’anno con una performance, misurata in valuta locale, significativamente superiore a quella registrata da Stati Uniti e Mercati Emergenti”.

“Inoltre – è la conclusione – anche l’andamento degli utili, sempre in valuta locale, nel corso di questo anno si sta rivelando solido, evidenziando un livello di crescita di poco inferiore al 20%, significativamente superiore alle altre aree geografiche e in continuo miglioramento nelle ultime settimane grazie all’eccellente performance operativa del comparto petrolifero, un miglioramento dei risultati nel settore finanziario che beneficia di tassi più elevati (entrambi fra i migliori settori anche in termini di performance) ed un contributo positivo dal rafforzamento del dollaro”.  


L’Europa meglio degli Usa. Le previsioni sul 2023 dei mercati

Nintendo registra un +34% dell’utile netto nel I semestre e alza le previsioni sull’anno

AGI – Il gigante giapponese dei videogiochi Nintendo ha aumentato le sue previsioni di utili e ricavi netti per l’intero anno, scommettendo sullo yen debole e sui suoi nuovi prodotti, nonostante gli obiettivi di vendita delle console siano stati rivisti in calo.

Il gruppo prevede ora per l’esercizio 2022/23 (che si concluderà alla fine del prossimo marzo) un utile netto annuo di 400 miliardi di yen (2,7 miliardi di euro, -16% su un anno), contro i 340 miliardi di yen precedenti. Nel primo semestre ha visto il suo utile netto salire del 34%. 

Le vendite del secondo semestre di Nintendo dovrebbero salire notevolmente dper il previsto rilascio la prossima settimana dei giochi Pokémon Scarlet e Violet. Queste nuove versioni del fortunato gioco, che si svolgerà per la prima volta in un mondo aperto (universo che i giocatori possono esplorare liberamente), sono molto attese.

La previsione dell’utile operativo di Nintendo è rimasta invariata a 500 miliardi di yen (3,4 miliardi di euro), il che significherebbe un calo del 15,7% in un anno.

Il gruppo segnala “un graduale miglioramento della fornitura di semiconduttori e altri componenti e una tendenza a riprendere la produzione” della sua console Switch, ma ha comunque ridotto le aspettative prevedendo di vendere ‘solo’ 19 milioni di unità nell’intero anno, rispetto ai 21 milioni venduti finora.

Da aprile a settembre le vendite di giochi sono aumentate dell’1,6% su base annua, mentre quelle delle console Switch sono scese del 19,2% “a causa di fattori come la carenza di semiconduttori”, afferma nel comunicato sui conti l’azienda di Kyoto. Tuttavia, i risultati hanno beneficiato per tutto il periodo del crollo dello yen, che da inizio anno ha perso più del 20% del valore rispetto al dollaro, un movimento valutario che gonfia le vendite all’estero.

Nintendo ha visto il suo utile netto semestrale balzare del 34% a 230,5 miliardi di yen (1,6 miliardi di euro). L’utile operativo è rimasto stabile a 220,4 miliardi di yen (1,5 miliardi di euro) e le vendite sono aumentate del 5% a 657 miliardi di yen (4,5 miliardi di euro).


Nintendo registra un +34% dell’utile netto nel I semestre e alza le previsioni sull’anno

Ue, Tria non sorpreso: previsioni non tengono conto del I trimestre

Non è sorpreso il ministro dell’Economia Giovanni Tria dopo la pubblicazione delle previsioni sul Pil, diffuse dalla Commissione europea. Incontrando la stampa dopo la conferenza “Forum de Paris: Debito sostenibile, una crescita durevole”, svoltasi oggi nella capitale francese, Tria ha detto che le stime di Bruxelles “corrispondono alle previsioni già fatte nel nostro Def, quindi ce l’aspettavamo, mi pare che saranno confermate”.

Il titolare del Mef ha anche spiegato perché, a suo parere, le stime differiscono da quelle del governo italiano. “Sembra ci sia leggermente meno ottimismo per l’anno prossimo ma dal punto di vista delle previsioni, con gli errori di stima, è quasi identico. Tengo anche presente che nelle previsioni della Commissione Ue non si è tenuto conto, perché sono state chiuse prima, dei dati del primo trimestre del Pil italiano che non erano negativi”.

Agi

Dieci previsioni tecnologiche per il 2019 (tra cui il ritorno delle stampanti 3D)

Intelligenza artificiale più democratica, Cina più forte, maggiordomi digitali in piena espansione, così come 5G e eSport. Sono alcune delle dieci previsioni tecnologiche di Deloitte per il 2019.

Intelligenza artificiale più democratica

L'Intelligenza artificiale uscirà dalla nicchia degli esperti per arrivare – prevede Deloitte – “ovunque”. Le aziende accelereranno ulteriormente l'adozione di soluzioni che incrociano AI e cloud. Il 70% delle società sfrutterà applicazioni di questo tipo. Una percentuale che arriverà all'87% nel 2020. “Fino a ora – afferma il rapporto – i vantaggi dell'intelligenza artificiale si sono concentrati nelle mani dei giganti della tecnologia, con grandi risorse finanziarie, solida infrastruttura IT e capitale umano altamente specializzato. Grazie al cloud, “aumenterà l'efficienza e ci saranno migliori ritorni sugli investimenti”. In altre parole: l'AI sarà più sostenibile dal punto di vista economico, favorendo così un'espansione che va oltre il perimetro dei pionieri.

Smart speaker poliglotti

Gli smart speaker, gli altoparlanti intelligenti integrati con gli assistenti digitali, hanno avuto una crescita enorme nel 2018 (+187%). Si è trattato però di vendite ottenute quasi esclusivamente nei Paesi di lingua inglese. Il 2019 sarà l'anno della consacrazione globale. Nel 2019 il mercato degli smart speaker varrà 7 miliardi di dollari, con 164 milioni di unità vendute a un prezzo medio di 43 dollari. Un salto del 63% rispetto a quest'anno, quando le unità dovrebbero essere 98 milioni e l'incasso di 4,3 miliardi. Se queste previsioni saranno confermate, i maggiordomi digitali saranno i dispositivi connessi con il più rapido tasso di crescita al mondo: tra 12 mesi ce se saranno 250 milioni in circolazione. Per Deloitte, gli smart speaker, nel lungo termine saranno il principale punto di contatto tra uomo e digitale.

L'esordio del 5G

Arrivano le reti di nuova generazione. Se nel 2018 ci sono stati i primi test, il 2019 sarà l'anno dei primi contatti con il pubblico. Le potenzialità di crescita sono enormi, come dimostrano i milioni investiti dagli operatori di tutto il mondo. Secondo Deloitte, in 25 (circa un terzo di chi sta sperimentando la tecnologia) riusciranno a lanciare servizi 5G. Un numero che dovrebbe raddoppiare nel 2020. Nel 2019 sarà venduto un milione di smartphone 5G. È solo l'antipasto del 2020, quando diventeranno 15-20 milioni. “Non accadrà da un giorno all'altro – afferma il rapporto – ma il 5G cambierà profondamente le nostre interazioni ed esperienze. Una buona notizia per gli utenti, che richiedono prestazioni migliori e un maggiore accesso ai contenuti”. Il 5G offrirà “velocità più elevate e bassa latenza”, consentendo nuove applicazioni in diversi settori, “dalla realtà aumentata all'intrattenimento, dalla medicina alle smart city”.

Cina leader della connettività

Lo stiamo vedendo in questi giorni con il caso Huawei. La connettività del futuro è un affare non solo industriale ma anche geopolitico. Secondo Deloitte, la Cina non avrà rivali nel medio termine. Sarà il leader mondiale nelle reti di telecomunicazione già nel 2019. Ed è probabile che il divario con gli altri Paesi si amplierà nel medio termine. Merito della combinazione tra leadership tecnologica e presenza della base utenti più ampi al mondo. Due fattori che rivoluzioneranno i modelli di business tradizionali, dal retail al settore bancario fino all'intelligenza artificiale.

Esport, si fa sul serio

Leghe professionistiche, diritti di trasmissione, biglietti, merchandising: gli eSport (le competizioni di videogiochi) si stanno consolidando. E continueranno a crescere nel 2019. Nel Nord America l'espansione dovrebbe essere del 35%. I videogiochi sono un'attività di massa, capace di attrarre un pubblico molto giovane e appassionato. Riusciranno i media tradizionali – si chiede Deloitte – ad attrarli? Alcuni, come Espn e Abc, si stanno provando. Ma non basta una trasmissione classica: serve garantire un'esperienza immersiva.

Sport in tv, “un'isola felice”

Lo streaming e sta erodendo il tempo passato davanti all tv, soprattutto tra i più giovani. Tuttavia, c'è un prodotto che regge meglio degli altri: lo sport. Deloitte lo definisce “un'isola relativamente felice” in un contesto che soffre la concorrenza di altri canali. Perché? La passione dei tifosi, certo. Ma secondo il rapporto c'è di più: sport in tv e scommesse si spingono l'un l'altro. Circa il 40% degli americani tra i 25 e i 34 anni scommettono sugli sport. Tra quelli che guardano le partite in televisione, la quota sale attorno al 75%.

La resilienza della Radio

Molte volte la radio è stata data per morta. Ma né la tv né il web sono riusciti a ucciderla. Deloitte sottolinea, al contrario, il suo buono stato di salute. Nel 2019 produrrà un giro d'affari di 40 miliardi di dollari, in crescita dell'1% rispetto al 2018. L'85% della popolazione nei Paesi sviluppati ascolta la radio almeno una volta alla settimana. E sono 3 miliardi le persone le che lo fanno in tutto il mondo, per una media di 90 minuti al giorno. La nota più interessante riguarda però la capacità di raggiungere un pubblico giovane: ascolta la radio il 90% della popolazione tra i 18 e i 34 anni.

La stampa 3D accelera

Qualche anno fa sembrava a crescere in maniera istantanea. Non è stato così. Ma adesso la stampa 3D sarebbe pronta per una nuova accelerazione. Le vendite di stampanti, materiali e servizi dovrebbero raggiungere i 2,7 miliardi di dollari nel 2019 e toccare i 3 miliardi nel 2020. A supportare il settore ci sono i perfezionamenti tecnologici e la disponibilità di nuovi materiali “stampabili”, soprattutto metalli (anche se la plastica resta predominante). La maturazione, spiega Deloitte, non passerebbe da una sostituzione dei metodi di produzione tradizionali con la stampa in 3D. È più probabile un sistema misto, forse meno rivoluzionario ma più efficiente.

Alla scoperta del quantum computing

Il 2019 sarà un anno di “valutazione”. Deloitte smorza gli entusiasmi sull'applicazione della meccanica quantistica ai computer. È probabile che si arrivi a un super-calcolatore, ma il quantum computing non è fatto per entrare nei nostri portatili. E, anche nel caso in cui venissero sciolti gli attuali nodi teorici, non ci saranno applicazioni pragmatiche immediate. I computer quantistici non sostituiranno quindi quelli dedicati agli utenti. È possibile che il loro giro d'affari arrivi sarà paragonabile a quello dei supercomputer attuali: circa 50 miliardi di dollari. I prossimi dieci anni saranno l'epoca dei pionieri. Le prime applicazioni commerciali potrebbero arrivare negli anni '30. Con dispositivi molto voluminosi e costosi.

L'indipendenza tecnologica cinese

La Cina espanderà le sue capacità tecnologica, soprattutto nel settore dei semiconduttori. Il comparto crescerà del 25% e toccherà i 120 miliardi di dollari. Si specializzerà in chip per l'intelligenza artificiale. E qui torna la geopolitica. Secondo Deloitte la Cina viaggia verso “l'indipendenza dei semiconduttori”. In altre parole: il Paese sarà l'unico in grado di produrre le componenti di un dispositivo in casa. E di reggere, in alcuni settori, solo grazie alla forte domande del mercato interno. Leva enormi su cui gli Stati Uniti non possono contare.

Agi News