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Una spiaggia che non c’è più bloccava lo sviluppo del porto industriale di Cagliari

AGI – Sblocca investimenti per oltre 130 milioni di euro nel porto industriale di Cagliari la decisione presa dal Consiglio dei ministri di rigettare l’opposizione del Mibact contro la riedizione dell’autorizzazione paesaggistica del cosiddetto Porto Canale. Il governo ha così superato, dopo 20 anni, la questione del vincolo paesaggistico, posto nel 1967 sulla spiaggia di La Playa (ormai scomparsa), che finora ha impedito nuove opere nell’area, a cominciare da quelle previste per la nascita di un distretto della nautica. Regione e Comune di Cagliari da tempo sollecitavano un intervento del premier, richiamato anche in occasione dell’ultima visita di Giuseppe Conte lo scorso ottobre nel capoluogo sardo.

I progetti di rilancio sbloccati

Secondo le previsioni dell’Autorità di Sistema portuale del mare di Sardegna (Adsp), 95 milioni potranno essere spesi per il banchinamento e la realizzazione del terminal per navi Ro-Ro, lavori per i quali è stato aggiudicato nei giorni scorsi l’incarico per adeguare la progettazione definitiva. Altri 27,5 milioni serviranno per il secondo lotto del distretto della nautica: è in corso l’apertura delle offerte arrivate all’Autorità dopo il bando di gara del 15 giugno scorso.

L’ok del governo pone le basi del rilancio del porto industriale e anche della riconversione di quello storico, congelata nel 2000 da una sentenza del Consiglio di Stato che aveva disposto l’annullamento dell’autorizzazione paesaggistica. Infine, circa un milione di euro finanzierà opere di mitigazione e compensazione: il parco della chiesa di Sant’Efisio nell’avamporto Est sarà collegato al villaggio dei pescatori di Giorgino con un percorso ciclo-pedonale, la sistemazione a verde e percorsi di accesso all’avamporto, dove saranno individuate aree per attività ricettive e professionali di servizi per la nautica.

Inoltre, sono previsti due percorsi ciclo-pedonali nella diga foranea di levante e in quella dell’avamporto ovest, nuove aree verdi e una fascia di mitigazione della parte occidentale del porto.  L’avamporto Est è destinato a ospitare il distretto della cantieristica navale e al traffico di navi Ro-Ro. In questo modo il molo Sabaudo sarà libero dal traffico commerciale.

Regione Sardegna e Comune contro il Mibact

Nel maggio del 2019 una conferenza di servizi si era pronunciata per la riedizione dell’autorizzazione paesaggistica del Porto Canale e l’Autorità portuale ne aveva preso atto con un decreto entro quello stesso mese. Al provvedimento, però, si era opposto il ministero dei Beni culturali. Ora, quell’opposizione è stata superata dalla decisione adottata ieri dal Consiglio dei ministri. “Il mio auspicio è che tutti i soggetti coinvolti, tutti importanti pezzi dell’amministrazione statale”, dichiara il presidente dell’Adsp, Massimo Deiana, “possano già da oggi collaborare nella più leale sinergia per dare attuazione a progetti che, mai come oggi, sono necessari per il rilancio dell’economia della Sardegna”.

Secondo il presidente della Regione, Christian Solinas, la decisione del governo “pone le basi per il rilancio” del Porto Canale. “La Regione”, ricorda il presidente, “ha piu’ volte sollecitato la rimozione dei vincoli che di fatto sono un ostacolo anche al decollo della Zona franca e della Zona economica speciale del Porto Canale di Cagliari, indispensabile volano per la crescita delle iniziative produttive e degli investimenti in grado di garantire occupazione e benessere”. “Vince la capacità di fare squadra. Finalmente”, commenta il sindaco di Cagliari, Paolo Truzu. “Il governo ha dato una nuova autorizzazione paesaggistica per portare avanti gli interventi infrastrutturali necessari alla riqualificazione dell’area portuale e una serie di lavori bloccati da tempo, respingendo l’opposizione del Mibact”. 

Agi

Quello di Tangeri diventa così il porto più grande del Mediterraneo 

Il porto di Tangeri cresce e sfida i grandi del mondo. A inaugurare l’espansione che lo porta a essere il primo porto del Mediterraneo, dell’Africa e tra i primi venti a scala globale, è stato il principe ereditario Moulay Hassan in rappresentanza del re Mohammed VI . Tanger Med, che rappresenta la porta principale del continente, sorpassando Port Said in Egitto e Durban in Sudafrica, è ora in grado di accogliere nove milioni di container, triplicando i tre milioni finora gestiti.

L’investimento totale, avviato ormai dodici anni fa, ammonta a oltre 8 miliardi di euro, di cui 4,87 miliardi di privati. Nei primati di Tanger Med – snocciolati dal presidente del Gruppo, Fouad Brini – ci sono quello di essere la “prima piattaforma di import-export del Paese con flussi di merci per un totale di 30 miliardi di euro” e il “primo eco-porto dell’Africa”.

La maestosa struttura offre la base a 912 aziende nei settori industriale, logistico e dei servizi creando oltre 75 mila posti di lavoro. “La dinamica del Nord del Marocco, territorio di opportunità, conoscerà una nuova accelerazione grazie al nuovo progetto ambizioso della Città Mohammed 6 Tanger Tech, che si svilupperà in perfetta sinergia con i progetti portuali e logistici di Tanger Med”. Sul tavolo c’è un ulteriore piano di investimenti per oltre 800 milioni di euro per accompagnare la crescita dell’export marocchino, dell’industria e dell’agricoltura. 

L’infrastruttura – evidenziano da Rabat – consolida l’ancoraggio del Regno del Marocco nell’area euro-mediterranea e nella regione magrebina e araba, rafforzando la sua vocazione di polo di scambio tra Europa e Africa, tra Mediterraneo e Atlantico e, allo stesso tempo, rafforza il suo ruolo centrale come partner attivo nel commercio internazionale e ben integrato con l’economia globale.

Tanger Med è riuscito a collegare il Marocco a 77 Paesi e 186 porti, contribuendo così ad affermare il Regno sulla scena marittima internazionale e a portarlo dall’83esimo al 17esimo posto nella classifica della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (Unctad).

Con l’ampliamento inaugurato venerdì, l’investimento pubblico è stato di 1,3 miliardi di euro per 4,6 chilometri di banchine e 2,8 chilometri di moli, il terminal separato dall’Europa da una striscia di mare di 14 chilometri ha una capacità di gestione del transito di 7 milioni di passeggeri, 700 mila tir e oltre un milione di veicoli l’anno.

A confermare la strategicità dell’opera è l’importante investimento voluto dal gigante dei traporti marittimi Moller-Maersk che gestirà, con una concessione trentennale un terminale nella nuova area inaugurata. Il Vice presidente e Ceo di Apm Terminals, Morten Engelstoft, ha  confermato la fiducia nel progetto attraverso un impegno del gruppo danese per l’investimento di quasi 900 milioni di euro nel nuovo porto, trasformandolo in uno dei più strategici a livello mondiale per Maersk. Tra gli operatori che hanno scelto il porto di Tangeri come base, oltre a Renault e Nissan, vi sono anche altre grandi aziende come Bosch, Adidas e Decathlon e i big della logistica, guidati da Dhl.

Agi