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Nuovo accordo tra Nissan e Renault per una partecipazione incrociata

AGI – Nissan e Renault hanno svelato i dettagli di un nuovo accordo in base al quale Nissan e il Gruppo Renault deterranno una partecipazione incrociata del 15%, con un obbligo di mantenimento e un obbligo di limitare le loro partecipazioni. La casa automobilistica giapponese si è impegnata ad acquistare una partecipazione fino al 15% nell’unità di veicoli elettrici Ampere di Renault. Anche il partner junior dell’alleanza, Mitsubishi Motors, prenderà in considerazione la possibilità di investire in Ampere.

“L’intenzione di Nissan è quella di investire fino al 15% in Ampere, l’entità EV & Software del Gruppo Renault in Europa, con l’obiettivo di diventare un investitore strategico”, si legge nel comunicato delle aziende. Le società avevano già annunciato che, nell’ambito dell’accordo, la casa automobilistica francese avrebbe ridotto la propria partecipazione nel partner giapponese al 15% rispetto all’attuale 43% circa. Il gruppo francese non venderà immediatamente il suo restante 28,4% di azioni Nissan, in quanto il loro valore di mercato è molto inferiore al valore attuale dei suoi conti. Renault continuerà a ricevere dividendi e trasferirà il 28,4% delle azioni Nissan in un fondo fiduciario francese, rendendo i due partner più uguali nell’alleanza.

Entrambi i produttori avranno pari diritti di voto nei rispettivi consigli di amministrazione. Renault, Nissan e Mitsubishi, che hanno aderito all’Alleanza nel 2016, hanno trascorso molti mesi a negoziare i dettagli dell’accordo, che è stato approvato domenica dal consiglio di amministrazione di Renault e lunedì mattina da quello di Nissan, ha dichiarato l’Alleanza. Renault, Nissan e Mitsubishi collaborano già su una serie di veicoli, con risparmi sui costi e un totale di 375.000 dipendenti. Le auto Renault e Nissan condividono gli stessi motori, la futura piccola Nissan Micra sarà basata sulla stessa piattaforma della nuova Renault 5 e le auto Renault sono vendute con il marchio Mitsubishi. Con questo nuovo accordo, le due società hanno anche annunciato diverse nuove iniziative industriali, in particolare in India e in America Latina.

Il nuovo accordo per rilanciare la partnership di lunga durata di Renault e Nissan consente alla casa automobilistica francese di riacquistare una certa agilità senza perdere i vantaggi dell’alleanza. Lo ha dichiarato il ceo di Renault Luca de Meo nel corso di una presentazione a Londra, secondo quanto riporta Reuters. In un comunicato le due case automobilistiche hanno fornito dettagli sulla riorganizzazione dell’alleanza che vedrà Renault ridurre la sua partecipazione nel partner giapponese Nissan al 15% da circa il 43%. Nissan si è impegnata ad acquistare una partecipazione fino al 15% nell’unità di veicoli elettrici Ampere di Renault, che sarà quotata sul mercato. “Ritengo che quanto abbiamo concordato sia un assetto molto migliore di quello che abbiamo avuto negli ultimi anni”, ha detto de Meo.

Sarà il mercato a decidere il valore dell’unità di veicoli elettrici Ampere di Renault, che sarà presto quotata in borsa. Lo ha detto l’amministratore delegato della casa automobilistica francese Luca de Meo nel corso della presentazione a Londra della nuova alleanza tra Renault e Nissan. “Non spetta a me decidere”, ha detto de Meo. “Il valore di Ampere lo deciderà il mercato, Renault manterrà sicuramente la maggioranza”, ha aggiunto il ceo sottolineando che “alla base di questo accordo c’è la riattivazione delle iniziative commerciali e industriali avviate con l’Alleanza”. “Saremo coerenti, concentrati sui risultati, generosi ed equi, come lo siamo stati durante questi negoziati”, ha spiegato ancora de Meo.

“Ritengo che quanto concordato sia un assetto molto migliore rispetto a quello che abbiamo avuto negli ultimi anni”, ha dichiarato de Meo. “Ora abbiamo un nuovo schema di governance molto più semplice, possiamo operare come una normale azienda. Visto da Renault, si tratta di riacquistare una certa agilità strategica senza rompere necessariamente i legami e le sinergie che esistevano”, ha aggiunto il ceo del gruppo francese. 

Renault e Nissan descriveranno in dettaglio lunedì a Londra una profonda revisione della loro collaborazione, con un riequilibrio del loro rapporto di capitale ma anche un rilancio dei progetti industriali congiunti. I tre partner intendono inoltre investire congiuntamente 23 miliardi di euro nell’elettrificazione nei prossimi cinque anni. Con questo nuovo accordo dovrebbero annunciare diverse nuove iniziative industriali, in particolare nel mercato indiano, secondo fonti vicine all’Alleanza.

Nissan potrebbe beneficiare del know-how di Dacia in questo mercato in forte espansione. Potrebbe vendere in India SUV in gran parte ispirati alla gamma del marchio low cost in crescita di Renault, con la Spring 100% elettrica e i SUV di grandi dimensioni. I due produttori pianificherebbero anche di progettare una nuova piattaforma comune di auto a basso costo per guadagnare quote di mercato in Africa, America Latina o Asia centrale.


Nuovo accordo tra Nissan e Renault per una partecipazione incrociata

Nissan costruirà una gigafactory di batterie per auto elettriche in Inghilterra

AGI – Nissan assicura: la nuova Gigafactory britannica per la produzione di batterie elettriche si farà. La casa automobilistica giapponese conferma i piani per costruire il sito a Sunderland, accanto all’impianto già esistente, nel nord-est del Regno Unito, dove produrrà un nuovo veicolo elettrico. 

Il primo ministro Boris Johnson ha descritto come un “importante voto di fiducia nel Regno Unito” questo investimento post-Brexit che ammonta a 1 miliardo di sterline nel più grande stabilimento europeo di Nissan e che genererà 6.200 posti di lavoro.

Il fornitore di batterie di Nissan, il cinese Envision Aesc, investirà 450 milioni di sterline in questo impianto che funzionerà con energie rinnovabili e equipaggerà 100.000 veicoli elettrici del gruppo all’anno.

Nissan prevede di spendere fino a 423 milioni di sterline su un veicolo completamente elettrico mentre il consiglio comunale di Sunderland completerà l’investimento per un importo di 1 miliardo di sterline.

“Questo è un giorno storico per Nissan, i nostri partner, il Regno Unito e l’industria automobilistica”, ha affermato Ashwani Gupta, coo di Nissan.

 


Nissan costruirà una gigafactory di batterie per auto elettriche in Inghilterra

Nissan è cauta sulle nozze tra Fca e Renault. Ma non si oppone

La finestra per un’operazione più larga, che coinvolga oltre a Fca e Renault anche i partner giapponesi, resta aperta, anche se da Yokohama, dove ha sede il quartier generale di Nissan, c’è ancora cautela e voglia di capire prima gli eventuali termini. Sono queste, di fatto, le considerazioni che si respirano dopo l’incontro in Giappone fra il presidente del gruppo francese, Jean-Dominique Senard, Hiroto Saikawa, che guida Nissan, e Osamu Masuko, alla testa di Mitsubishi.

“Potrebbero esserci opportunità ma le voglio valutare da vicino, con gli interessi di Nissan in mente”, ha spiegato Saikawa prima dell’incontro. La posizione, seppur informalmente, è stata fatta filtrare anche più tardi, spiegando che il gruppo giapponese, che ha il 15% di Renault ma senza diritti di voto, “non si oppone” alla fusione ma al momento non la sosterrà nemmeno attivamente. Anche l’ad di Mitsubishi ha sottolineato: “Se avessero avuto l’intenzione di lasciarci fuori non sarebbero venuti fin qui per spiegarci la loro posizione”.

I dubbi di Nissan

In realtà, sottolineano alcuni osservatori che nei mesi scorsi hanno seguito la partita interna all’alleanza franco-giapponese, da un coinvolgimento di tutte le parti ci potrebbero essere diversi vantaggi per Nissan, che ha difeso strenuamente la propria indipendenza di fronte ai tentativi di Renault, che ne detiene oltre il 40%, di arrivare a una vera e propria fusione. La struttura dell’operazione infatti prevede che ci sia una holding in Olanda: secondo le indiscrezioni emerse, se entrasse nella partita, il gruppo giapponese avrebbe circa il 7,5% delle azioni, ma con diritto di voto. Peserebbe, in pratica, quanto lo Stato francese, che vedrebbe così affievolita la propria presa sulla casa automobilistica di Tokyo, il cui cui cruccio principale è mantenere una propria identità e indipendenza.

L’ingresso di Nissan nella partita non sarebbe solo importante per le economie di scala e per arrivare a creare il più grande produttore mondiale a livello di vendite: a essere particolarmente utili sarebbero le sue tecnologie sul fronte dell’ibrido e dell’elettrico, oltre alla presenza nei mercati orientali, a partire da quello cinese. Al tempo stesso in Giappone guardano con preoccupazione a possibili sovrapposizioni sul mercato statunitense con l’azienda italiana, per cui gli Usa sono uno dei mercati di riferimento. Per un ingresso formale nel nuovo gruppo che si formerà se la fusione fra Fca e Renault andrà avanti c’è tuttavia tempo.

Un matrimonio che non convince tutti

Mentre i tre gruppi studiano come proseguire nell’operazione, arrivano tuttavia le prime prese di distanza: in Francia emergono alcune posizioni scettiche, sia pure per motivi diversi. Da un lato infatti Le Monde ha parlato di “matrimonio problematico” con “svantaggi che in questa fase superano i benefici” mettendo in evidenza supposte debolezze di Fca; dall’altro l’ad di Psa (Peugeot, ndr), Carlos Tavares, che pure aveva trattato con Fca, in una lettera interna al gruppo ripresa da Automotive News, ritiene l’operazione “opportunistica” con il gruppo italiano che ha sfruttato il momento di difficoltà del rivale.

Intanto in Italia i sindacati Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr hanno avanzato al Lingotto una richiesta unitaria di incontro, per conoscere le prospettive della fusione con Renault. L’azienda ha risposto dando disponibilità ad un incontro a carattere informativo “allorquando e non appena vi saranno le condizioni oggettive per iniziare ad affrontare i rilevanti temi indicati”. Anche i mercati continuano a guardare l’operazione: nella mattinata italiana i due gruppi giapponesi hanno chiuso in rialzo; Renault ha consolidato i guadagni dei giorni scorsi, mentre Fca ha lasciato sul terreno l’1,22%.

Agi