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È morto Fabrizio Saccomanni, presidente di Unicredit 

Fabrizio Saccomanni è morto oggi, giovedì 8 agosto, all’età di 76 anni. Ex ministro dell’Economia nel governo Letta, dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014, dal 13 aprile scorso era presidente di Unicredit. Il 2 ottobre 2006 è stato nominato direttore generale della Banca d’Italia, carica alla quale è stato riconfermato nel luglio del 2012 con l’incarico nel governo. Saccomanni aveva partecipato ieri alla conferenza stampa in occasione della semestrale di Unicredit.

Agi

È morto Gilberto Benetton, aveva 77 anni

Gilberto Benetton, fondatore con i fratelli Luciano, Giuliana e Carlo dell'omonimo gruppo di famiglia è morto. Aveva 77 anni. L'imprenditore è mancato al termine di una breve ma aggressiva malattia. Qualche mese fa dopo aver chiuso con successo l’operazione di Atlantia su Abertis, che lo aveva tenuto impegnato per tutto il 2017, aveva perso il fratello minore Carlo. Era nel Consiglio di Atlantia e per lui anche il durto colpo del crollo del Ponte Morandi.

Agi News

Marchionne è morto nel giorno in cui Fca ha ufficialmente azzerato i suoi debiti  

Lo aveva preannunciato a Balocco, il 1 giugno scorso, nella giornata del nuovo Piano del Gruppo, presentandosi con una cravatta al posto del tradizionale maglioncino: il debito è azzerato. Ora, nel giorno della scomparsa di Sergio Marchionne, quasi per un crudele scherzo del destino, il cda del Lingotto ha approvato i dati trimestrali, confermando il risultato del 'debito zero' ed una liquidità netta, che sfiora i 500 milioni, a 456 milioni di euro. Un risultato che, commenta una nota dell'azienda, rappresenta "una pietra miliare per il gruppo".

I numeri del secondo semestre

Il secondo trimestre 2018 si chiude per Fca con un utile netto adjusted pari a 981 milioni di euro, in calo del 9% ed un utile netto a 754 milioni di euro, in diminuzione del 35%. Nel primo semestre dell'anno Fca ha registrato un utile netto di 1,775 miliardi di euro, in linea con 1,796 miliardi raggiunto nello stesso periodo dello scorso anno. Confermato l'obiettivo di chiudere l'anno con un utile di 5 miliardi di euro, mentre sono stati rivisti al ribasso i ricavi netti a 115-118 miliardi di euro (da circa 125) e l'Ebit a 7,5-8 miliardi (da 8,7).

La sfida della Cina

Nel corso della conference call con gli analisti l'ad Mike Manley ha spiegato: "il secondo trimestre del 2018 è stato "duro" per Fca. Una previsione fatta anche da Marchionne "e così e' stato". Il Ceo di Fca ha però voluto sottolineare, presentando i risultati del secondo trimestre del 2018, che ci sono stati anche "elementi positivi". La Cina, ha aggiunto, rappresenta una "priorità" e "la sfida maggiore che ci aspetta". Per Manley Fca può continuare "a essere una società solida e indipendente" e seguendo gli insegnamenti di Marchionne, "restiamo pronti a essere flessibili, perché le cose cambiano, ma come sapete il mio mandato è portare a termine, con successo, un piano quinquennale", ha spiegato. "La porta resta aperta", e si possono "avviare collaborazioni sulle componenti", ma l'intenzione del successore di Marchionne è "portare a consegna i numeri del piano come una forte e indipendente Fca".

La Borsa reagisce male

Per Fca nel giorno della scomparsa dello storico ex ad Sergio Marchionne e del debutto del suo successore Mike Manley con i conti semestrali, buone notizie non sono arrivate dalla Borsa. A un'ora e mezza dalla chiusura il titolo e' sceso nettamente sotto i 15 euro per azione, toccando -11,34% a 14,67 euro. Poi ancora peggio: alla chiusura il titolo ha registrato un brutto -15%

Agi News

È morto Sergio Marchionne 

Sergio Marchionne è morto. L'ex manager di Fca si è spento nella clinica svizzera in cui era stato ricoverato per un intervento. Il 21 luglio il gruppo automobilistico aveva convocato un cda d'urgenza per nominare un successore e dalla riunione era emerso il nome di Mike Manley, fino a quel momento a capo del marchio Jeep.

Secondo quanto riferiscono le versioni online dei principali quotidiani italiani, Marchionne “aveva pianificato tutto, una pausa di pochi giorni per poi tornare immediatamente al lavoro" dopo "un intervento alla spalla destra”, scrive La Repubblica.

Dopo l'operazione le sue condizioni parevano nella norma. Poi però l'aggravamento per quelle che i sanitari hanno definito "complicanze postoperatorie". La situazione è precipitata all'inizio di questa settimana. L'amministratore delegato di Fca ha perso conoscenza. Venerdì John Elkann ha constatato che "Marchionne non potrà tornare a fare l'amministratore delegato".

Informazioni successivamente emerse, ricorda il Corriere della sera,  hanno specificato che Marchionne, dopo l’intervento alla spalla subito il 28 giugno, “aveva avuto complicazioni inattese e gravissime, che lo avevano costretto in uno stato di coma irreversibile a partire da venerdì”. 

L'uomo che ha portato la Fiat nel futuro è invece il ricordo nel titolo di apertura de La Stampa: "Globale. La parola che forse meglio definisce la sua figura, l’uomo che ha portato Fiat nel futuro, è quella di manager globale. Nessuno come lui a livello mondiale ha saputo plasmare e permeare un gruppo multinazionale a propria immagine e somiglianza", scrive il quotidiano torinese

"Marchionne significava Fiat Chrysler Automobiles, Cnh Industrial, Ferrari e viceversa. Un motore instancabile, una fucina di idee, una carica incontenibile. Ma anche un leader che non amava essere contraddetto e con il quale era difficile mantenere il passo. Per lui, al vertice delle aziende della famiglia Agnelli, quattordici anni vissuti pericolosamente e a passo di carica. 

I misteri sulla malattia

Il 'mistero' della malattia di Sergio Marchionne, custodito gelosamente da Fca fino al 21 luglio, quando è stata annunciata la nomina del nuovo ad della società, è stato svelato dal suo migliore amico. In una lettera al Corriere della Sera, Franzo Grande Stevens, legale dell'avvocato Agnelli, ha raccontato del male che ha aggredito il manager ai polmoni e del suo incontenibile vizio: il fumo.

 "Il dolore è indicibile, quando dalla tv di Londra appresi il giovedì sera che era stato ricoverato a Zurigo, pensai purtroppo che fosse in pericolo di vita. Perché conoscevo la sua incapacità di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette "scriveva Grande Stevens, "Tuttavia quando seppi che era soltanto un 'intervento alla spalla' sperai. Invece, come temevo, da Zurigo ebbi la conferma che il suoi polmoni erano stati aggrediti e capii era vicino alla fine". 

Perché tanta riservatezza

C'è una ragion per cui la malattia che lo ha colpito è rimasta così a lungo un segreto e risiede in un regolamento europeo che l'Italia ha adottato per arginare i fenomeni di maket abuse. Poniamo il caso di un amministratore delegato di grande importanza per la società che si trovi in condizioni di salute talmente gravi da non poter lavorare. E' altamente probabile che la diffusione di questa notizia possa incidere sulla quotazione del titolo e l'azienda ha davanti a sé due scelte: rendere subito pubblica la notizia o tenerla segreta per, ad esempio, pubblicarla contestualmente alla nomina del successore. E' quello che è successo con Fca, quando John Elkan ha scritto ai dipendenti per comunicare che Marchionne non sarebbe tornato al lavoro solo dopo che era stato nominato Mike Manley. 

L'uomo che portò la fiat nel futuro

Nato a Chieti ma cresciuto in Canada e residente in Svizzera, è nel consiglio di amministrazione di Fiat dal 2003. Il primo giugno 2004, dopo la morte di Umberto Agnelli, viene nominato amministratore delegato del gruppo torinese al posto di Giuseppe Morchio. Come aveva più volte detto lui stesso, avrebbe dovuto lasciare l'incarico il prossimo anno con l'assemblea dei soci chiamata ad approvare i conti del 2018.

La nascita di Fca

Durante la guida del 'manager con il pullover blu' il mondo Fiat è profondamente mutato, passando da un momento importante di incertezza, con scenari che andavano dalla cessione ad altri gruppi fino al possibile fallimento, fino a diventare quello che oggi; uno dei principali leader del comparto automobilistico internazionale. Un ruolo che si è ritagliato soprattutto con l'acquisto a inizio 2009 del 35% di Chrysler, senza spendere neanche un euro in contanti, il vero e proprio capolavoro finanziario e industriale del manager italo-canadese. A maggio del 2009 Marchionne annuncia anche che assumerà la carica di Ceo di Chrysler. Successivamente, attraverso vari passaggi, la quota in Chrysler cresce progressivamente fino ad arrivare al 100% del capitale della casa di Detroit al primo gennaio 2014.  Nell'agosto dello stesso anno nasce ufficialmente Fiat Chrysler Automobiles, sintetizzato nell'acronimo Fca​, che significa il settimo produttore mondiale di auto, con in pancia marchi del calibro di Ferrari, Alfa Romeo, Jeep, Ram, Dodge.

Torino, addio

Il via libera arriva formale a Fca è sancito con l'assemblea straordinaria degli azionisti, l'ultima che si tiene a Torino, e cala sulla 'vecchia' Fiat un sipario dopo 115 anni di storia, collegati inevitabilmente e in modo indissolubile alla storia economica e industriale dell'Italia intera. Le successive assemblee della società si terranno infatti ad Amsterdam, in Olanda, dove nel frattempo è stata trasferita la sede legale, mentre il domicilio fiscale è stato eletto nel Regno Unito.

La quotazione di Ferrari

Dal 13 ottobre 2014, inoltre, Sergio Marchionne ricopre la carica di presidente di Ferrari: il cavallino rampante che viene scorporato dalla casa madre e quotata a Piazza Affari e Wall Street per "esprimerne al massimo il valore e potenziale sul mercato". Molti, durante la guida di Marchionne, i lanci di auto che diventano protagoniste della scena mondiale: dalla nuova '500' (presentata al mercato il 4 luglio 2007), alla Panda del duemila, dalla Jeep Renegade, fino alle Maserati Ghibli e al primo Suv del 'Tridente' (Levante), senza dimenticare le iniziative per il Biscione da cui passano le speranze per il rilancio del 'Biscione': la Giulia e il Suv Stelvio.

Laureato in filosofia all'Università di Toronto (Canada), il manager successivamente ha completato gli studi in legge alla Osgoode Hall Law School of York University (con il massimo dei voti) e ha ottenuto anche un master in business administration (Mba) presso l'University of Windsor. L'ormai ex ad di Fca e Ferrari il primo giugno scorso a Balocco ha 'firmato' il nuovo piano industriale che disegna il futuro del gruppo fino al 2022. Il 26 giugno scorso la sua ultima apparizione pubblica, a Roma, in occasione della cerimonia per la consegna della Jeep Wrangler ai carabinieri. 

 
 

 

Agi News

Energia: morto Leonardo Maugeri, tra massimi esperti petrolio

(AGI) – Roma, 10 lug. – E’ morto all’eta’ di 53 anni Leonardo Maugeri, uno dei massimi esperti mondiali di energia e petrolio. Nato a Firenze nel 1964, consegui’ un dottorato di ricerca in Relazioni internazionali sulla figura di Enrico Mattei. A chiamarlo all’Eni, che viveva il processo di trasformazione da ente pubblico a societa’ quotata in Borsa, fu nel 1995 l’ad Franco Bernabe’, che lo volle al suo fianco come suo giovane assistente.
Maugeri divenne responsabile degli Studi strategici e dei Rapporti internazionali, prima di essere nominato a soli 36 anni, dall’ad Vittorio Mincato, direttore Strategie e sviluppo. Nel 2010 assunse il ruolo di presidente di Polimeri Europa, oggi Versalis, contribuendo al rilancio della societa’ e al varo della chimica verde, con la riconversione dell’impianto di Porto Torres e la nascita di Matrica, la joint venture con Novamont.
Terminato l’incarico in azienda, la sua carriera e’ proseguita a livello accademico con prestigiosi incarichi al Mit e al Belfer Center for Science di Harvard. “Con il suo linguaggio semplice e avvincente ha spiegato le principali sfide del nostro secolo”, lo ricorda il sito istituzionale di Eni. Tra le molte pubblicazioni: “L’era del petrolio”, “Con tutta l’energia possibile” e “The shale oil boom: a Us phenomenon”. (AGI)
Gin/Mau

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