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La mappa delle proteste contro la manovra

Il gennaio 2019 si preannuncia come un mese di mobilitazioni contro la manovra. Molte categorie sono già scese in campo e altre sono sul piede di guerra per i provvedimenti contenuti nella legge di bilancio che si appresta ad avere il via libera definitivo della Camera.

Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo hanno annunciato l'apertura di una stagione di mobilitazione e di lotta nelle categorie e sui territori che culminerà con una grande manifestazione nazionale unitaria a gennaio (anche se ancora non è stata stabilita una data) contro un provvedimento che "condanna il Paese al declino e alla definitiva rottura del suo tessuto sociale e produttivo". Furlan al congresso generale del sindacato di via Po ha definito il 2019 "un anno caldo" senza risposte da parte dell'esecutivo.

Il Pd protesta stamattina davanti a Montecitorio, mentre il 12 gennaio sarà nelle piazze e nelle strade di tutto il Paese per spiegare nel merito la "follia di questa manovra che farà danni gravi al futuro dell'Italia". I pensionati scendono in campo oggi nelle piazze e prefetture di tutto il Paese contro il taglio della rivalutazione delle pensioni. La Pubblica amministrazione è in mobilitazione per lo slittamento al 15 novembre 2019 delle assunzioni nelle amministrazioni centrali. Infine i medici sciopereranno due giorni: il 25 gennaio e il mese successivo in una data da stabilirsi. Ieri, intanto, hanno già manifestato gli Ncc definendo incostituzionale il decreto "imposto" dal governo e chiedendo "l'intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella". Tra le tante proteste ad esprimere soddisfazione invece i balneari per la proroga per i prossimi 15 anni delle concessioni demaniali marittime in atto e in scadenza il 31 dicembre 2020. Si evita così la messa la bando nel 2020 degli stabilimenti come previsto dalla direttiva Bolkestein. 

Ecco nel dettaglio il calendario e le motivazioni delle proteste:

Manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil a gennaio

Cgil, Cisl e Uil, hanno definito la legge di Bilancio "sbagliata, miope, recessiva, taglia ulteriormente su crescita e sviluppo, lavoro e pensioni, coesione e investimenti produttivi, negando al Paese, e in particolare alle sue aree più deboli, una prospettiva di rilancio economico e sociale" . Inoltre il maxiemendamento "per le modalità della sua approvazione, rappresenta una grave lesione alla democrazia parlamentare" e "le risorse per gli investimenti – già limitate – sono drasticamente ridotte, bloccando così gli interventi in infrastrutture materiali e sociali – a partire da sanità e istruzione – necessaria leva per la creazione di lavoro, la crescita e la coesione sociale territoriale".

"Si fa cassa con il taglio dell'adeguamento all'inflazione per le pensioni sopra i 1.522 euro lordi al mese, il blocco delle assunzioni nella Pa fino a novembre e le risorse – insufficienti – per il rinnovo dei contratti pubblici", proseguono le tre sigle, "nessuna risposta sugli ammortizzatori e neppure sul versante fiscale per lavoratori e pensionati dove invece si sceglie di introdurre la flat tax e nuovi condoni. Una legge di bilancio che colloca per il 2020 e 2021 sulle spalle degli italiani un debito di oltre 50 miliardi in virtù delle clausole di salvaguardia, vincolando così anche per il futuro qualunque spazio per interventi espansivi che facciano ripartire il paese".

Pensionati in piazza in tutta Italia 

I sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil sono scesi in piazza in tutta Italia dal 28 dicembre per protestare contro la decisione del governo di tagliare la rivalutazione delle pensioni. Si prevede la revisione del sistema di indicizzazione degli assegni a partire da quelli da 1.500 euro riducendone così il potere d'acquisto. "Il governo – hanno affermato i segretari generali di Spi, Fnp e Uilp Ivan Pedretti, Gigi Bonfanti e Romano Bellissima – usa i pensionati italiani come un bancomat. È una decisione scellerata e insopportabile, ancora una volta si mettono le mani nelle tasche di chi ha lavorato duramente per una vita".

I sindacati PA contro il rinvio delle assunzioni

Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa hanno definito il rinvio delle assunzioni per le amministrazioni centrali al 15 novembre 2019 "un segnale grave che ancora una volta penalizza la Pubblica amministrazione. Il governo ha costruito la sua propaganda proprio sulle assunzioni e ora fa marcia indietro". "Il governo nel corso di questi mesi – hanno affermato i sindacati – ha fatto molta propaganda sulle assunzioni nella pubblica amministrazione e ora, a dispetto di un ddl che ha voluto chiamare 'concretezza', fa un passo indietro negando se stesso".

Il 12 gennaio il Pd nelle piazze italiane

"Domani alla Camera ci sarà il voto finale sulla legge di stabilità. Noi saremo ovviamente in Aula per fare opposizione a una manovra indecente, fatta da un governo indecente", ha scritto su Facebook Matteo Orfini, presidente del Pd. "Questa volta però vi chiediamo di dare battaglia insieme e di venire davanti alla Camera. Per testimoniare con la vostra presenza che c'è un'Italia che combatte e che non si arrende alle peggiori destre al governo del paese. Vi aspettiamo, sabato mattina alle 11 a Montecitorio. Il 12 gennaio il Pd sarà invece nelle piazze e nelle strade di tutto il Paese "per spiegare nel merito la follia di questa manovra che farà danni gravi al futuro dell'Italia". 

Mobilitazione continua per studenti e ricercatori

Gli studenti e i ricercatori precari di Link-Coordinamento universitario hanno espresso "contrarietà" al maxiemendamento alla manovra e, in particolare, al "congelamento delle assunzioni nelle università e al taglio pesante sul diritto allo studio. Sarà l'ennesimo colpo ad un settore su cui neanche questo governo dimostrerà alcun 'cambiamento'", con "30 milioni di euro in meno per il diritto allo studio e complessivamente 100 milioni in meno per l'università". Il rischio che "le regioni non anticipino i 30 milioni mancanti per coprire tutte le borse di studio, venendo meno la certezza che tali soldi arrivino dallo Stato – scrivono in una nota – metterebbe realmente e seriamente in difficoltà migliaia di studenti, molti dei quali senza il sostegno della borsa non riuscirebbero a proseguire il proprio percorso di studio".

Due giorni di sciopero per i medici

La prima giornata di sciopero, il 25 gennaio, è stata proclamata da Anaao Assomed – Cimo – Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn – Fvm Federazione Veterinari e Medici – Fassid – Cisl Medici – Fesmed -Anpo-Ascoti-Fials Medici – Uil Fpl Coordinamento Nazionale delle Aree Contrattuali Medica, Veterinaria Sanitaria.

La seconda giornata di stop sarà proclamata entro la prima settimana di febbraio dall'Aaroi-Emac (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza Area Critica) che mira a concentrare particolarmente nella seconda data, la protesta dei medici che elettivamente rappresenta. "La protesta – hanno sottolineato i sindacati – si rende necessaria a fronte delle deludenti risposte alle richieste: un finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale 2019 che preveda le risorse indispensabili per garantire i nuovi Lea ai cittadini e per onorare i contratti di lavoro scaduti da 10 anni. È intollerabile mettere in competizione il diritto alla cura dei cittadini e quello ad un dignitoso contratto di lavoro per i professionisti". 

Agi News

Ecco la mappa delle 12 aziende italiane del commercio e del turismo in crisi 

Tante crisi di piccole e medie aziende diffuse sull'intero territorio nazionale, che non sempre conquistano la ribalta della cronaca ma impattano comunque fortemente sul territorio. I settori del commercio e del turismo stanno pagando le conseguenze di gestioni poco oculate, della concorrenza spietata dei giganti dell'e-commerce, dell'indifferenza della politica.

Alcune vertenze sono giunte ai tavoli del ministero dello Sviluppo economico, ma nessuna ha trovato finora una vera e propria soluzione. Dalla chiusura di una serie di negozi a marchio Trony a quelli Auchan; dalla crisi di Tuodì a quella di Mercatone Uno; dai licenziamenti di Mediamarket ai contratti di solidarietà di Conforama; dalle cessioni di Dico alla ristrutturazione di Limoni-Douglas. Fino alla cessione del marchio Valtur in ambito turistico. Sono migliaia i lavoratori a rischio, di cui dovrà occuparsi il nuovo governo.

Ecco la mappa sintetica delle situazioni più critiche 

1. Trony

Saracinesche abbassate per 35 negozi di Dps Group in fallimento in Puglia, Basilicata, Liguria, Lombardia, Piemonte e Veneto; 466 lavoratori prima sospesi senza retribuzione (avvertiti con un messaggio telefonico che il punto vendita aveva chiuso) poi coinvolti nella procedura di licenziamento collettivo. Al momento è stata presentata un'offerta di acquisto per 8 negozi. Prossimo incontro entro fine mese al Mise ma non è stato ancora programmato.

2. Mediamarket (Mediaworld e Saturn):

Chiusura dei punti vendita di Grosseto e Milano stazione Centrale; trasferimento della sede di Curno (Bg) a Verano Brianza; soppressione del bonus presenza e della maggiorazione economica del 90% per il lavoro domenicale (riconoscendo solo il 30% previsto dal contratto nazionale); interruzione del contratto di solidarietà in 17 punti vendita (in Liguria, Piemonte, Lazio, Campania, Puglia e Sardegna) per 115 'full time equivalent' corrispondenti a circa 200 dipendenti. Dopo l'incontro al Mise del 12 aprile, non è stata fissata una nuova data.

3. Todì 

Presentata richiesta di concordato preventivo in continuità e avviata procedura di trasferimento di 61 punti vendita in Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia e Piemonte dove sono occupati 324 addetti. Ipotesi cessione di complessivi 99 punti vendita. Per i sindacati vi è il rischio di dumping contrattuale nei passaggi del personale a nuove proprietà. Prossimo incontro al Mise entro il mese di giugno.

4. Auchan 

Chiusura degli ipermercati di Napoli Argine e Catania La Rena, dove sono occupati complessivamente circa 260 addetti. I lavoratori sono in agitazione. Contratti di solidarietà sono in corso nel gruppo che nel 2015 aveva avviato la procedura di licenziamento collettivo per 1.400 dipendenti. Prossimo incontro l'8 maggio.

5. Dico Discount

Cede parte della rete e attende l'ok sul piano concordatario; l'acquirente sarà reso noto entro il prossimo 19 aprile (fatto salvo proposte più vantaggiose). Sindacati preoccupati per il possibile peggioramento delle condizioni salariali e per la salvaguardia dei livelli occupazionali. Prossimo incontro a fine maggio. 

6. Limoni Douglas

Tra giugno e luglio 2018 è prevista la fusione per incorporazione delle società La Gardenia e LLG in Limoni e a gennaio-febbraio 2019 la fusione di Limoni in Douglas. Le società hanno previsto la chiusura di 26 negozi e la vendita di una ventina di punti vendita (per prescrizione dell'Antitrust). Prossimo incontro il 30 aprile.

7. Conbipel 

Avviata procedura di licenziamento collettivo, seconda crisi nel giro di 5 anni: previsto contratto di solidarietà per i punti vendita di Novara. Alle lavoratrici del negozio Castelvetro Piacentino, che è stato chiuso, è offerta la ricollocazione a Cesano Boscone (Mi). Possibile ricollocazione anche da Palladio e Montecchio a Bassano.

8. Mercatone Uno 

Il gruppo è in amministrazione straordinaria dal 7 aprile 2015; i commissari straordinari hanno individuato un aggiudicatario che garantirebbe la continuità aziendale dei 74 negozi (59 attivi) con 3.000 dipendenti circa. Prossimo incontro entro il mese. 

9. Conforama

Annunciati 77 esuberi in Sardegna e Sicilia evitati con il ricorso ai contratti di solidarietà: la riduzione dell'orario di lavoro fino a marzo 2019 coinvolgerà 446 lavoratori.

10. Md e Maury's

Contratti trasformati da tempo indeterminato a tempo determinato a Latina, Fondi e Terracina e stipendi dati a singhiozzo.

11. Unieuro

Apertura di nuovi negozi e chiusura di altri; contratti di solidarietà in numerosi punti vendita. Prossimo incontro l'8 maggio.

12. Valtur 

Avviata liquidazione e procedura di licenziamento collettivo per 108 dipendenti a tempo indeterminato,a cui si aggiungono 123 lavoratori a tempo determinato; cessazione delle attività in 11 villaggi e ricerca di acquirenti. Al ministero sono pervenute notizie di interesse per l'acquisizione che mantenga l'integrità del marchio ma Investindustrial di Andrea Bonomi è interessata alla cessione anche 'a spezzatino'. La prossima settimana il ministro Carlo Calenda ha annunciato "un ultimo tentativo" anche se la situazione appare "compromessa" e le possibilità di intervento limitate vista la procedura. 

Agi News