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Di Maio: “Se mettiamo Atlantia dentro Alitalia mettiamo in difficoltà anche la linea aerea”

“Se mettiamo Atlantia dentro Alitalia mettiamo in difficoltà anche la linea aerea”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio. Dichiarazioni che hanno provocato l’immediata reazione del gruppo. “Le dichiarazioni odierne del vice presidente Di Maio perturbano l’andamento del titolo Atlantia in Borsa, anticipando la presunta conclusione di un procedimento amministrativo che il ministro Toninelli ha affermato solo ieri ‘essere ancora in corso’, e determinano gravi danni reputazionali per la società” afferma una nota del gruppo. 

“La società – prosegue la nota – si riserva di attivare ogni azione e iniziativa legale a tutela dei propri interessi, dei dipendenti, degli azionisti, dei bondholders e degli stakeholders tutti. Si ricorda che, sulla base del contratto di concessione in essere, ogni ipotesi di revoca – ove mai ne venissero accertati i presupposti – richiederebbe il previo pagamento del valore della concessione stessa, nei termini contrattualmente previsti e approvati per legge”.
 

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Whirlpool: Di Maio convoca un nuovo tavolo il 21 giugno

Il ministero dello Sviluppo economico ha convocato  il tavolo di crisi su Whirlpool, presieduto dal ministro Luigi Di Maio, per il 21 giugno prossimo alle 10. Lo si legge in una nota del Mise. Al centro dell’incontro la discussione sulla “situazione occupazionale e produttiva dell’azienda a seguito della volontà, espressa da parte della proprietà, di non chiudere e di non disimpegnarsi dal sito produttivo di Napoli”.

Giorni fa il ministro dello Sviluppo Economico aveva firmato la revoca dei fondi in seguito alla notizia che l’azienda intendeva cedere lo stabilimento ma Whirlpool ha poi negato di voler chiudere il sito. 

Tutti sapevano che lo stabilimento Wirlphool di Napoli “non se la cavava bene” ma il governo non conosceva in anticipo che l’aziende intendesse cedere il sito, aveva detto stamattina Di Maio, rispondendo ad una domanda durante la trasmissione Radio Anch’io.

“Che quello stabilimento era in condizione di difficoltà lo sapevamo tutti”, ha detto il vicepremier ricordando che i lavoratori erano in regime di solidarietà, ma rispondendo “assolutamente no” alla domanda se conosceva le intenzioni della azienda: “Sapevamo da sempre che lo stabilimento non se la cavava bene”. Secondo il vicepremier il tavolo di ieri ha permesso di compiere un “passettino in avanti”, dal momento che Wirlphool ha detto che resterà a Napoli.

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Pochi giorni per salvare Alitalia. Ma Di Maio è ottimista

A pochi giorni dalla scadenza del 30 aprile, termine per la presentazione delle offerte per ‘salvare’ Alitalia, il vicepremier Luigi Di Maio interviene per rassicurare: ce la metteremo tutta per rilanciarla e trovare una “soluzione strutturale”. “Stanno arrivando offerte di altri privati, anche se non ancora formalizzate”, garantisce il ministro, che chiede però “rispetto”, di fronte a retroscena e rumors che non aiutano: “Sono ore decisive, ce la possiamo fare, basta solo rispettare questo momento delicato”.

In lungo post su Facebook Di Maio scrive: “Non nego che siano ore importanti per questa azienda e ce la metteremo tutta per rilanciarla. Spero di essere l’ultimo ministro che se ne occupa. Voglio semplicemente dire due cose ai passeggeri, ai dipendenti e agli italiani: la prima è che il nostro obiettivo è un giusto rilancio, non un semplice salvataggio. Stiamo creando tutti i presupposti affinché questa operazione possa finalmente invertire la rotta societaria e “aggiustare” i disastri che sono stati creati con decenni di scelte politiche folli e di accozzaglie che hanno spolpato la nostra compagnia di bandiera”.

I presupposti, aggiunge il ministro, li sanno tutti: “Una presenza massiccia dello Stato nella newco come garanzia affinché il piano industriale sia coerente e competitivo, con la partecipazione diretta del ministero dell’Economia e delle Finanze e di Ferrovie dello Stato nella compagine societaria. Grazie alla adesione al progetto di Delta Airlines potremo creare quindi un vettore dei trasporti gomma/rotaia/aereo che sarebbe un unicum ed un’eccellenza a livello internazionale”. 

“Non ho incontrato nessuno per parlare dei dossier”

Per completare questa operazione, che, sottolinea Di Maio, “resta di mercato, stanno arrivando le offerte di altri privati, che andranno a comporre il 100% della società. Tutte offerte – tra cui quelle di alcuni concessionari autostradali – di cui apprendiamo per ora solo a mezzo stampa e che non sono state ancora formalizzate. Il gran vociare che si sta facendo è proprio su questo ultimo aspetto e tengo a precisare che non ho incontrato nessuno per parlare del dossier, né pregato nessuno a riguardo”. Di Maio smentisce così definitivamente le indiscrezioni circolate venerdì di un suo incontro con il Gruppo Toto per un’eventuale discesa in campo.

L’opposizione scende in campo e accusa il governo. Fonti del Pd attaccano: “Di Maio sostiene che passa spesso il proprio tempo sui voli Alitalia, tra le nuvole. Peccato che non abbia avuto ancora occasione di presentare un Piano industriale di rilancio della compagnia. L’ultima cosa che serve ad Alitalia è una riedizione dei ‘capitani coraggiosi’ in salsa gialloverde”. Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia, parla di “volo cieco” e afferma: “La vicenda Alitalia rischia di diventare l’ennesimo simbolo dell’incapacità di questo governo di chiudere qualsivoglia dossier nelle sue mani”.

L’ipotesi Toto

Diverse testate, a partire da Repubblica, avevano individuato il possibile partner nell’ex patron di Air One il quale, secondo le indiscrezioni, potrebbe arrivare al 30% del capitale, coprendo il vuoto lasciato dal clamoroso ritiro di EasyJet

Secondo il quotidiano romano, il primo contatto concreto c’era stato a fine marzo, durante il viaggio di Luigi Di Maio a New York e Washington. “Da quel momento”, scrive, “il dialogo è andato sempre più avanti. E ora è a un passo dalla formalizzazione dell’intesa. Il socio italiano in grado di chiudere il cerchio di Alitalia è Riccardo Toto. Proprio uno degli esponenti della holding che in passato si era impegnato con alterni risultati nel settore dell’aerotrasporto”.

Il problema starebbe nelle tempistiche troppo strette. Toto, o chi per lui, dovrebbe formalizzare un’offerta entro martedì. Appare quindi probabile (e in questo senso andrebbero lette le smentite da più parti giunte ieri, come scrive il Sole 24 Ore, un rinvio del termine per presentare le offerte. Anche perché un partner solo in più potrebbe non essere sufficiente, giacché le adesioni per la ‘nuova Alitalia’ sono al momento ferme al 60% (30% Fs, 15% il ministero delle Finanze e 15% l’americana Delta Airlines).

Si è fatto spesso in questi giorni il nome di Atlantia, in alternativa o in partnership con lo stesso Toto a seconda dei rumor. Non sarebbe però una strada semplice da percorrere: sono ancora fresche le tensioni tra il governo e la holding dei Benetton che controlla Autostrade in seguito alla vicenda del Ponte Morandi. Come ultima spiaggia, infine, il nome è sempre quello: Lufthansa, ipotesi che sarebbe vista con favore soprattutto dalla Lega

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Di Maio: Francia nostra amica ma rivendico incontro con gilet gialli

“Il popolo francese è nostro amico e nostro alleato. Il Presidente Macron si è più volte scagliato contro il governo italiano per motivi politici in vista delle Europee. Questo non ha mai intaccato il sentimento di amicizia che lega i nostri Paesi e mai lo farà”. Lo scrive il vicepremier Luigi Di Maio su Facebook, assicurando di essere disponibile “a incontri al più alto livello con il governo francese per trovare soluzioni”. 

Di Maio sostiene che il suo incontro come capo politico del Movimento 5 Stelle con esponenti dei Gilet Gialli e con alcuni candidati della lista Ric “è pienamente legittimo”. “Rivendico il diritto – sottolinea Di Maio – di dialogare con altre forze politiche che rappresentano il popolo francese. Così come En Marche, il partito di governo francese, è alleato in Europa con il Pd, partito d’opposizione in Italia, così il Movimento 5 Stelle incontra una forza politica di opposizione al Governo francese (Ric)”. “Sono europeista – prosegue Di Maio – ed essere in un’Europa senza confini, significa libertà anche per i rapporti politici non solo per lo spostamento delle merci e delle persone”.

Agi

Alitalia: Di Maio, trovata la quadra; partnership con Fs punto di partenza

"La partnership tra Fs e Alitalia è il punto di partenza. Gli investitori arriveranno perché abbiamo dei contatti importantissimi". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio in merito al dossier Alitalia a margine della firma al Mise degli accordi di programma con Frosinone, Venezia e Gela.

"Abbiamo avuto modo in questi giorni – sottolinea – di fare una riunione con il premier Giuseppe Conte e con il ministro Giovanni Tria, con il ministro Danilo Toninelli e il vicepremier Matteo Salvini e abbiamo trovato la quadra e quindi si procederà in tal senso", sottolinea Di Maio. 

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Manovra, Di Maio: in Francia deficit al 2,8% e siamo anche noi un Paese sovrano

"In Italia come in Francia": il vicepremier e Ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio, è tornato a evocare la possibilità che l'Italia superi il 2% di deficit con la legge di bilancio, prendendo spunto dall'annuncio di Parigi che prevede un ampio sforamento per finanziare il taglio delle tasse. Di Maio ha ricordato che "la Francia per finanziare la sua manovra economica farà un deficit del 2,8%. Siamo un Paese sovrano esattamente come la Francia. I soldi ci sono e si possono finalmente spendere a favore dei cittadini".

Agi News

Come è andato il secondo giorno di Di Maio in Cina

Secondo giorno di visita a Chengdu, nel sud-ovest della Cina, per Luigi Di Maio. Il vicepremier e ministro per il Lavoro e lo Sviluppo Economico ha inaugurato il Padiglione Italia alla Western China International Fair, dove l'Italia è Paese ospite d'onore. Di Maio era accompagnato dal vice premier cinese, Hu Chunhua. "Per me è stato un grande onore e un grande orgoglio essere qui a rappresentare il nostro Paese", ha scritto Di Maio su Instagram.

La tappa di Di Maio a Chengdu, nella provincia del Sichuan, è stata anche l'occasione per sottolineare il valore "strategico" della relazione bilaterale. È attesa nelle prossime ore la firma dell'accordo sino-italiano sugli investimenti nei Paesi terzi, e in particolare quelli africani.  Si tratta di un accordo sui cui la diplomazia italiana, guidata dall'ambasciatore italiano a Pechino Ettore Sequi, lavorava da tempo e che il sottosegretario allo Sviluppo economico, Michele Geraci, aveva annunciato al termine della sua prima missione esplorativa in Cina

L'intesa, ha aggiunto Di Maio, "ci eleva al ruolo di partner privilegiato della Cina", con cui Di Maio punta a rafforzare i rapporti economici con un altro accordo, che ritiene possibile entro fine anno, sull'iniziativa Belt and Road (Bri) di connessione infrastrutturale euro-asiatica, lanciato dal presidente cinese, Xi Jinping, nel 2013.

Cosa scrivono i giornali cinesi sulla visita di Di Maio

La stampa cinese ha colto il messaggio. Il Quotidiano del Popolo, massimo organo del Partito Comunista Cinese, dedica alla visita un articolo sul sito online dal titolo: “Peng Qinghua incontra Di Maio, vice premier italiano. Una testimonianza congiunta per la firma degli accordi di cooperazione tra Sichuan e Italia”. L’articolo riporta fedelmente le dichiarazioni del vice premier alla stampa, e sottolinea l’importanza degli accordi bilaterali Italia-Sichuan, che Di Maio ha firmato con Peng, per la provincia sud-occidentale che Pechino ha trasformato negli ultimi anni in un hub strategico con l’obiettivo di rivitalizzare l’economia dell’Ovest della Cina, meno sviluppato rispetto alla parte orientale, e di velocizzare i traffici delle merci ferroviari e fluviali nell’ambito del mastodontico progetto Belt and Road.

La visita di Di Maio campeggia nelle colonne della stampa locale, a partire dal Sichuan Daily. Segno che la leadership ha apprezzato che la prima visita istituzionale del vicepremier italiano abbia toccato il cuore pulsante del nuovo sviluppo cinese.

Il Daily Economic News titola invece: “Vice premier italiano: auspica una proficua collaborazione tra Italia e Cina e vuole facilitare l’ingresso delle merci nei rispettivi mercati”, un articolo che coglie il senso del messaggio del governo italiano, che per bocca di Maio ha sottolineato come prima della firma del Memorandum of Understanding per la cooperazione sulla Via della Seta debbano essere risolte "alcune questioni per noi dirimenti", tra cui l'abbattimento delle barriere non tariffarie per favorire le esportazioni, soprattutto dei prodotti dell'agro-alimentare, e le possibilità di investimento sia nei porti italiani che nella tecnologia.

Leggi anche: Di Maio è andato in Cina a collegare l’Italia alla Via della Seta

Un rapporto svela i commerci tra Italia e i Paesi Bri

Dati confortanti sull’interscambio commerciale tra l’Italia e i Paesi che si stendono lungo la Via della Seta (in tutto 53), arrivano dal rapporto Nomisma – Centro Studi sulla Cina Contemporanea "L'Italia e il progetto Bri, le opportunità e le priorità del sistema paese", cofinanziato dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e presentato presso la Camera dei deputati. Nel decennio compreso tra 2006 e 2016 il commercio intra-paesi Bri è aumentato dell'84% tra i paesi dell'area e del 17,6% tra l'Italia e l'area Bri.

La Cina movimenta il 23% degli scambi commerciali che avvengono nell'area. Al secondo posto per rilevanza si trovano India e Singapore, con una percentuale di scambio tre volte inferiore alla Cina (7%). La Bri, emerge dallo studio, ha un ruolo fondamentale per il commercio estero dei molti piccoli paesi che ne fanno parte. Ad esempio l'export del Bhutan è esposto per il 96% verso l'area, seguito dall'Afghanistan (92%), dal Laos (91%), Tajikistan (89%), Nepal (88%), Myanmar (81%); anche i paesi che commerciano meno vantano quote comprese tra il 40 e 30%.

Il rapporto concentra lo sguardo sull'Italia, e rileva che il deficit di bilancio commerciale verso i Paesi Bri si è ridotto nel tempo dagli circa 50 miliardi di dollari del 2011 agli 11 miliardi del 2016; ciò è in gran parte dovuto al calo del costo dei prodotti energetici. Infatti all'interno dell'area Bri si trovano molti Paesi Opec e la Russia.

Tra le prime categorie di prodotto esportate dall'Italia vi sono macchinari e apparecchi (25%), prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (12%), metalli di base e prodotti in metallo (10,9%), mentre l'Italia importa dai paesi Bri molti beni a domanda rigida come commodities, prodotti agricoli, metalli. Anche se la bilancia è in deficit, secondo quanto sottolineato nella ricerca, "un'intensificazione degli scambi sarebbe da considerarsi a favore dell'Italia".

I paesi dell'area Bri in cui l'Italia ha maggiore penetrazione sono quelli "europei" (che rappresentano il 53% dell'export italiano), seguiti dalla Cina verso la quale converge il 10% dell'export italiano.

Prossima tappa Shanghai

La firma del MoU sancirebbe l'ingresso ufficiale dell'Italia nella Nuova Via Della Seta. Nel frattempo, Di Maio ha confermato che sarà a Shanghai a novembre prossimo per la prima edizione della China International Import Expo, su cui il governo cinese punta moltissimo e alla quale è previsto anche un intervento dello stesso presidente cinese, Xi Jinping, in apertura.

Le opportunità di cooperazione con il Paese asiatico passano soprattutto, per Di Maio, attraverso le relazioni tra governi. "I nostri settori di mercato reclamano una maggiore presenza del governo nei rapporti con il governo cinese per rafforzare ulteriormente sia le partnership economiche sia quelle legate all'ambiente e alla cultura", ha dichiarato il vice premier, "ed è per questo che investiremo sempre di più nei rapporti g-to-g", ha assicurato il vicepremier. 

Ha collaborato Wang Jing

Leggi anche: Non solo guerra agli scafisti sui migranti: tutti i piani strategici dell'Italia in Africa

 

Agi News

Cosa ha detto Di Maio a La 7 su aperture domenicali, precariato e Autostrade

Il ministro dello Sviluppo economico e vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio in un'intervista in diretta su La 7 a L'aria che tira di Myrta Merlino ha toccato diversi punti caldi per il suo dicastero. Qui i principali: 

Aperture domenicali dei negozi

"Non dico che sabato e domenica non di fa più la spesa, ci sarà un meccanismo di turnazione: resta aperto solo il 25%, il resto chiude", ha spiegato riguardo all'annuncio di una proposta di legge per lo stop alle aperture domenicali nei centri commerciali. "È una cosa di civiltà", aggiunge. La turnazione, spiega Di Maio, la deciderà la legge e il sindaco con i commercianti "come avveniva prima".

"Si tratta – dice ancora – di un provvedimento di cui abbiamo discusso in Parlamento e in passato ed è una proposta anche del Pd, anche se Renzi dice che è una proposta illiberale". "Questa proposta ci viene chiesta dai commercianti, dai padri e madri di famiglia che essendo proprietari di in un negozio dicono: 'se mi mettete in concorrenza con un centro commerciale dal lunedi al venerdi i miei figli non li vedo più".

Liberalizzazioni e Ecommerce

Con le liberalizzazioni nel commercio "ci siamo impoveriti, abbiamo meno tempo per stare con le famiglie e ci stiamo disgregando", ha poi continuato riguardo all'annuncio di una proposta di legge per lo stop alle aperture domenicali e festive nei centri commerciali. Rispondendo a chi parla di migliaia di posti di lavoro persi replica: "Il solito terrorismo, la solita minaccia alla Stato. Eurospin ha comprato una pagina di giornale per scrivere di essere d'accordo con la proposta di legge". E a chi lo accusa di aver fatto un regalo all'e-commerce dice: "Chi compra online continua a comprare online".

Precariato e articolo 18

"Stiamo lavorando per combattere il precariato su tutti i fronti", ha aggiunto sul tema del precariato Luigi Di Maio, e rispondendo alla domanda se il governo reintrodurrà l'articolo 18 ha risposto: "Stiamo mettendo mano a tutte le misure per combattere il precariato. Sul decreto dignità è stata fatto una narrazione sbagliata, è stato raccontato che questo decreto farà perdere posti di lavoro. In questi anni si è fatto il Jobs act e le liberalizzazioni, follie che sono state fatte in questi anni".

Ricostruzione ponte di Genova

"I tempi sono cruciali, alla fine di questa settimana o inizio della prossima sarà pronto il decreto urgenze che avrà una parte su Genova", ha spiegato il ministro. Autostrade deve mettere i soldi per la ricostruzione del ponte Morandi ma non deve toccare "neanche una pietra". E se non li mette "ce li prendiamo dopo", ha scandito Di Maio ribadendo che revocherà la concessione. 

I soldi da Autostrade "ce li prenderemo"

"I soldi ce li deve mettere Autostrade – spiega – o li mette subito o noi li anticipiamo e ce li prendiamo dopo. Nel decreto Genova ci saranno tutte le norme per fare una cosa molto semplice: ricostruiamo il ponte con Fincantieri di cui mi fido ciecamente. Non sarà una gara soggetta a regole del massimo ribasso e i pezzi del ponte li faremo a Genova".  Il governo, conclude, "revocherà la concessione ad Autostrade per grave inadempimento della manutenzione del ponte Morandi. Anche nel 2013 decine di persone sono morte, cadute da un ponte ad Avellino, perché il guard rail non ha retto".

Rapporti con la Lega e giornali

"Sono molto soddisfatto di questo governo, stiamo lavorando bene insieme. Piu' vedo che ci attaccano, piu' sono motivato ad andare avanti", ha detto poi Di Maio, precisando che "Non leggo i giornali per poter fare serenamente il mio lavoro: questi signori qui sputano solo veleno". "Sui giornali – aggiunge – è il solito gioco per spaccarci e per spaccare noi e la Lega, per dividere questo governo e mandarci a casa". 

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Commercio, Di Maio: entro l’anno stop alle aperture domenicali

"Abbiamo tantissimi progetti allo studio, oltre al reddito di cittadinanza che resta il punto cardine e si deve fare, abbiamo misure per i commercianti per i piccoli imprenditori, per medi e per i grandi. In materia di commercio sicuramente entro l'anno approveremo la legge che impone lo stop nei fine settimana e nei festivi a centri commerciali, con delle turnazioni e l'orario che non sarà più liberalizzato, come fatto dal governo Monti. Quella liberalizzazione sta infatti distruggendo le famiglie italiane. Bisogna ricominciare a disciplinare orari di apertura e chiusura". Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio e Ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio, a margine della visita all'82' Fiera del Levante. 

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L’accordo sull’Ilva ottenuto da Di Maio ha soddisfatto tutti. Anche Calenda

Una vera e propria trattativa-fiume di 18 ore al termine della quale sindacati e ArcelorMittal hanno trovato l'accordo sull'Ilva. Un tavolo iniziato ieri e terminato oggi pomeriggio con tanto di maratona notturna sotto la supervisione del ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio.

L'ipotesi di intesa sarà sottoposta, entro una settimana, al referendum dei lavoratori all'esito del quale seguirà la firma ufficiale. Sarà anche revocato lo sciopero proclamato per l'11 settembre. In sintesi l'accordo prevede: l'assunzione di 10.700 lavoratori invece dei 10.300 della proposta avanzata ieri; un piano di incentivi all'esodo volontario che preveder 100.000 euro lordi per il lavoratore che decidesse di andare via subito; 4,2 miliardi di investimenti da parte di ArcelorMittal sul piano industriale e ambientale (TPI).

L'intesa, ha sottolineato Di Maio, rappresenta "il miglior risultato possibile nella peggiore situazione possibile" e scongiura la possibilità di annullare la gara. Ora, ha proseguito il ministro, il "vero" obiettivo è rilanciare Taranto e il governo si metterà a lavoro "per una legge speciale" per la città, "stanziando le risorse in legge di bilancio".

A sottolineare l'importanza della partita anche le parole del premier Giuseppe Conte secondo cui nella vertenza Ilva "è stato raggiunto un risultato di assoluta eccellenza. Devo ringraziare Di Maio – ha aggiunto – per aver svolto un lavoro egregio. Ci siamo sentiti questa notte. Siamo partiti da una situazione difficile ed è stata superata con un percorso costruito dal Governo" (Il Post).

Soddisfatti i sindacati. "Dopo una lunga notte di trattativa – hanno rilevato la segretaria generale della Fiom, Francesca Re David e il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini – abbiamo finalmente siglato l'ipotesi di accordo, grazie anche al ruolo decisivo del Governo per lo sblocco della vertenza. Esprimiamo grande soddisfazione perché abbiamo ottenuto gli obiettivi che ci eravamo prefissati.

ArcelorMittal ha accolto molte delle condizioni poste dalle Fiom-Cgil". Quella sull'Ilva "è stata la trattativa più lunga e complessa della moderna storia sindacale. Ora – ha spiegato il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo – occorre dare attuazione all'accordo perchè si puo' e si deve guardare al futuro dei lavoratori e della città di Taranto in una prospettiva di sviluppo e di salvaguardia della sicurezza e dell'ambiente" (Il Sole 24 Ore).

Su Twitter arrivano i complimenti anche dell'ex ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, che in passato ha criticato più volte Di Maio, ma oggi scrive: "Una grande giornata per #ILVA,per l’industria italiana e per Taranto.Finalmente possono partire gli investimenti ambientali e industriali.Complimenti a aziende e sindacati e complimenti non formali a Luigi Di Maio che ha saputo cambiare idea e finalmente imboccare la strada giusta" (La Repubblica).

Sulla stessa linea la Cisl che con la segretaria generale Annamaria Furlan evidenzia l'importanza della "firma dell'accordo" rimarcando l'atteggiamento "pragmatico e responsabile" delle parti. Anche per il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, si tratta di "un bel segnale per il Paese". Insomma, ha concluso l'amministratore delegato di Arcelor Mittal, Matthieu Jehel, al termine della trattativa, "oggi è l'inizio di un lungo percorso per fare dell'Ilva una impresa più forte e più pulita". 

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