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Per salvare Lufthansa lo Stato diventa il primo azionista

Il governo tedesco e Lufthansa hanno raggiunto un “accordo di principio” su un piano da 9 miliardi di euro per evitare il fallimento del colosso del trasporto aereo. L’intesa, riferisce una fonte vicina al dossier, prevede che lo Stato diventi primo azionista della compagnia e garantisca un maxiprestito.

Dovrà ora essere sottoposta all’approvazione del Fondo per la stabilità economica federale (Kfw) e servirà anche il via libera del direttorio e del consiglio di sorveglianza di Lufthansa, oltre che dell’assemblea straordinaria degli azionisti. 

La scorsa settimana Lufthansa aveva confermato la trattativa in corso con Berlino, con la Kfw pronta ad acquistare una quota del 20% del capitale oltre che a emettere un prestito convertibile che potrebbe valere un ulteriore pacchetto del 5% delle azioni.

La convertibilità potrebbe essere esercitata “in caso di offerta pubblica d’acquisto” da parte di un terzo soggetto, fornendo allo Stato una minoranza di blocco. Se si aggiunge un prestito da 3 miliardi di euro, Berlino otterrebbe due posti nel consiglio di sorveglianza della compagnia, cui verrebbe proibito di versare dividendi ai propri azionisti. Per l’esercizio 2019 lo stacco della cedola è comunque già stato sospeso.

Attualmente circa 700 aerei di Lufthansa su un totale di 760 sono fermi a terra. Nel primo trimestre le perdite sono ammontate a 1,2 miliardi di euro e sono destinate a peggiorare nel secondo. Anche le controllate del gruppo hanno chiesto aiuto ai Paesi in cui hanno sede.

Negoziati sono in corso tra la Brussels Airlines e il governo belga, mentre Austrian ha chiesto a Vienna un’iniezione da 767 milioni di euro. La Svizzera garantirà invece 1,2 miliardi di euro di prestiti a Swiss ed Edelweiss.

Agi

Perché Lufthansa non vuole comprare Alitalia

Nessun investimento diretto in Alitalia ma la proposta di una partnership commerciale. Lufthansa rilancia la sua proposta per la compagnia aerea italiana e, al momento, di una acquisizione tout court non ne vuole sentir parlare. Dalla partnership commerciale Alitalia potrebbe avere più vantaggi, ha spiegato il responsabile per Lufthansa del dossier Alitalia, Joerg Eberhart, presidente e ceo di Air Dolomiti, in audizione in commissione Trasporti della Camera.

“Con Fs e Atlantia abbiamo condotto incontri positivi e svolto un intenso lavoro ma non abbiamo trovato un piano comune che consentisse di proporre un investimento. Per questo proponiamo una partnership commerciale che avrebbe più vantaggi rispetto a un investimento”, ha spiegato aggiungendo che questa “potrebbe generare per Alitalia un risultato annuale di 100 milioni di euro in più”.

Perché il matrimonio non s’è mai fatto

Il manager tedesco ha svelato poi i motivi per cui le nozze tra le due società non sono mai state celebrate: cambi di governo e di interlocutori, oltre agli interessi, spesso confliggenti, tra i vari attori. “Non c’era un piano Lufthansa, c’era un piano Fs e c’erano i commenti nostri e di Atlantia. Non potevamo investire perché il piano non era concordato e per mancanza di capacità manageriale. Capacita’ manageriale che avremmo potuto mandare a Roma, dedicare al progetto”, ha osservato Eberhart, ma “senza accordo con gli stakeholder principali, commissari, governo, sindacati sulla direzione in cui sviluppare l’azienda per chi viene da fuori è abbastanza difficile”.

Nel periodo del commissariamento si sono succeduti tre differenti governi (Gentiloni, Conte I e Conte II, ndr): “Anche come continuità del governo era una sfida anche per noi durante gli ultimi due anni e mezzo trovare gli interlocutori giusti. Era difficile ogni volta ricominciare da zero con nuove persone. Questi i motivi per cui abbiamo proposto una partnership commerciale” e non un investimento.

Per Lufthansa inoltre è necessaria una forte ristrutturazione della compagnia italiana: “Siamo fortemente convinti che un profondo risanamento di Alitalia sia inevitabile. Solo così con il tempo necessario e partendo da una posizione di forza potrà scegliere tra Lufthansa, British Airways ed Air France-Klm, facendo una scelta libera”. Ultima ratio taglio di rotte ed esuberi. “Se tutte le misure messe in campo non bastassero si dovrà pensare a un ridimensionamento ma questo non è il fine. La cancellazione di tratte, flotta e personale navigante sarebbe solo l’ultima ratio. Prima bisognerebbe provare tutto”, ha rassicurato Eberhart.

Arriva un nuovo direttore generale

Dopo il manager tedesco a sedersi davanti alla Commissione Trasporti della Camera, il commissario straordinario, Giuseppe Leogrande che ha subito annunciato Giancarlo Zeni come nuovo direttore generale. “Con lui metteremo mano al piano industriale e alle misure di efficientamento e di riorganizzazione”, ha assicurato. Il nuovo dg lascerà la carica di amministratore delegato di Blue Panorama e guadagnerà 250.000 euro lordi all’anno. “All’interno dell’azienda ci sono figure retribuite di più. Non è una cosa clamorosa considerando la riduzione dell’organo commissariale”, lo ha difeso Leogrande dai malumori dei parlamentari. La strada tracciata dal commissario comunque è indicata. “L’obiettivo è chiudere entro il 31 maggio. È chiaro che può essere raggiunto o con la cessione o anche attraverso il conferimento” di Alitalia “a una newco”.

Anche la ministra delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli si è soffermata sui tempi. “Sono assolutamente convinta che si debbano rispettare i tempi previsti dal decreto. Gli interventi dovranno rispettare quella tempistica e quella copertura finanziaria”, ha detto.

Circa un nuovo coinvolgimento di Fs, la ministra ha spiegato che “è evidente che la partecipazione” delle Ferrovie nell’aviolinea “sarà valutata da Fs nel momento in cui sarà realizzato il mandato di questo decreto da parte del commissario e si saranno generate le nuove condizioni per poter eventualmente partecipare a un altra cordata. Ma sono condizioni che Fs dovrà valutare nel momento in cui sarà terminato il mandato. Non credo che sia giusto e corretto verso Fs prevedere allo stato attuale una determinazione di imperio”, ha sottolineato De Micheli aggiungendo che “la preoccupazione” principale del governo è “il mantenimento dei livelli occupazionali”. 

Agi