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Torna a crescere la produzione industriale. L’Istat: “Prospettive decisamente positive per l’economia”

AGI – Torna a crescere in termini congiunturali la produzione industriale a giugno, dopo il calo dell’1,5% segnato a maggio, con il livello dell’indice che supera dello 0,3% il valore di febbraio 2020, mese antecedente l’inizio dell’emergenza sanitaria. In particolare, l’Istat stima che l’indice destagionalizzato aumenti dell’1% rispetto a maggio. L’incremento riguarda anche il complesso del secondo trimestre (+1,0% rispetto al primo), sebbene in lieve rallentamento rispetto alla dinamica dei primi tre mesi dell’anno. Corretto per gli effetti di calendario, a giugno, l’indice complessivo aumenta in termini tendenziali del 13,9%.

L’indice destagionalizzato mensile mostra aumenti congiunturali in tutti i raggruppamenti principali di industrie, con una crescita del 4,1% per l’energia, dell’1,0% per i beni di consumo, dello 0,6% per i beni intermedi e dello 0,3% per i beni strumentali. Incrementi tendenziali rilevanti caratterizzano quasi tutti i comparti: +20,0% per i beni intermedi, +16,2% per i beni strumentali e +10,0% per i beni di consumo; più contenuta è la crescita per l’energia (+2,1%).

Tutti i settori di attività economica registrano aumenti su base tendenziale, a esclusione delle attività estrattive. Gli incrementi maggiori riguardano la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+25,5%), quella di computer, prodotti di elettronica e ottica (+25,3%) e la produzione di articoli in gomma e materie plastiche (+23,0%).

Secondo l’Istat, “le prospettive per l’economia italiana restano decisamente positive. Per le imprese la fiducia si attesta sui massimi degli ultimi anni e il livello dei posti vacanti nell’industria e nei servizi ha superato i livelli pre-crisi”.

Nel secondo trimestre, ricorda l’istituto, il Pil italiano è cresciuto, in base alla stima preliminare, del 2,7% in termini congiunturali, “con un dinamismo più accentuato di quello degli altri principali paesi europei“. La variazione acquisita per il 2021 è +4,8%. “La fase di ripresa dei ritmi produttivi”, afferma l’Istat, “dovrebbe estendersi anche al terzo trimestre. L’indice del clima di fiducia delle imprese ha evidenziato in luglio un deciso incremento portandosi sui livelli massimi della serie. I servizi hanno segnato il recupero più robusto, superando i livelli pre-crisi. Il settore manifatturiero ha invece mostrato una crescita più moderata sostenuta dal miglioramento dei giudizi sugli ordini”.

Dal lato delle famiglie, “si registrano diffusi segnali positivi che interessano l’andamento del mercato del lavoro e la fiducia“. Anche le vendite al dettaglio salgono. A luglio, si è ampliato il differenziale tra l’inflazione italiana e quella dell’area euro, in parte per la diversa tempistica dei saldi italiani rispetto all’anno precedente. “Le prospettive per i prossimi mesi”, sottolinea la nota, “indicano il rafforzamento della dinamica inflazionistica”. Le imprese attendono rincari dei listini in tutti i settori, escluso quello delle costruzioni. Tra i consumatori sono aumentate in modo significativo le attese di crescita dei prezzi dei beni durevoli e in generale è salita la percentuale di coloro che si attendono un aumento dell’inflazione nei prossimi mesi.

Lo scenario internazionale, infine, “resta caratterizzato da un processo di ripresa economica solido ma eterogeneo tra paesi. Tuttavia”, conclude l’Istat, “la risalita dei contagi sta determinando un aumento dell’incertezza associata all’evoluzione dell’economia mondiale”. 


Torna a crescere la produzione industriale. L’Istat: “Prospettive decisamente positive per l’economia”

Una spiaggia che non c’è più bloccava lo sviluppo del porto industriale di Cagliari

AGI – Sblocca investimenti per oltre 130 milioni di euro nel porto industriale di Cagliari la decisione presa dal Consiglio dei ministri di rigettare l’opposizione del Mibact contro la riedizione dell’autorizzazione paesaggistica del cosiddetto Porto Canale. Il governo ha così superato, dopo 20 anni, la questione del vincolo paesaggistico, posto nel 1967 sulla spiaggia di La Playa (ormai scomparsa), che finora ha impedito nuove opere nell’area, a cominciare da quelle previste per la nascita di un distretto della nautica. Regione e Comune di Cagliari da tempo sollecitavano un intervento del premier, richiamato anche in occasione dell’ultima visita di Giuseppe Conte lo scorso ottobre nel capoluogo sardo.

I progetti di rilancio sbloccati

Secondo le previsioni dell’Autorità di Sistema portuale del mare di Sardegna (Adsp), 95 milioni potranno essere spesi per il banchinamento e la realizzazione del terminal per navi Ro-Ro, lavori per i quali è stato aggiudicato nei giorni scorsi l’incarico per adeguare la progettazione definitiva. Altri 27,5 milioni serviranno per il secondo lotto del distretto della nautica: è in corso l’apertura delle offerte arrivate all’Autorità dopo il bando di gara del 15 giugno scorso.

L’ok del governo pone le basi del rilancio del porto industriale e anche della riconversione di quello storico, congelata nel 2000 da una sentenza del Consiglio di Stato che aveva disposto l’annullamento dell’autorizzazione paesaggistica. Infine, circa un milione di euro finanzierà opere di mitigazione e compensazione: il parco della chiesa di Sant’Efisio nell’avamporto Est sarà collegato al villaggio dei pescatori di Giorgino con un percorso ciclo-pedonale, la sistemazione a verde e percorsi di accesso all’avamporto, dove saranno individuate aree per attività ricettive e professionali di servizi per la nautica.

Inoltre, sono previsti due percorsi ciclo-pedonali nella diga foranea di levante e in quella dell’avamporto ovest, nuove aree verdi e una fascia di mitigazione della parte occidentale del porto.  L’avamporto Est è destinato a ospitare il distretto della cantieristica navale e al traffico di navi Ro-Ro. In questo modo il molo Sabaudo sarà libero dal traffico commerciale.

Regione Sardegna e Comune contro il Mibact

Nel maggio del 2019 una conferenza di servizi si era pronunciata per la riedizione dell’autorizzazione paesaggistica del Porto Canale e l’Autorità portuale ne aveva preso atto con un decreto entro quello stesso mese. Al provvedimento, però, si era opposto il ministero dei Beni culturali. Ora, quell’opposizione è stata superata dalla decisione adottata ieri dal Consiglio dei ministri. “Il mio auspicio è che tutti i soggetti coinvolti, tutti importanti pezzi dell’amministrazione statale”, dichiara il presidente dell’Adsp, Massimo Deiana, “possano già da oggi collaborare nella più leale sinergia per dare attuazione a progetti che, mai come oggi, sono necessari per il rilancio dell’economia della Sardegna”.

Secondo il presidente della Regione, Christian Solinas, la decisione del governo “pone le basi per il rilancio” del Porto Canale. “La Regione”, ricorda il presidente, “ha piu’ volte sollecitato la rimozione dei vincoli che di fatto sono un ostacolo anche al decollo della Zona franca e della Zona economica speciale del Porto Canale di Cagliari, indispensabile volano per la crescita delle iniziative produttive e degli investimenti in grado di garantire occupazione e benessere”. “Vince la capacità di fare squadra. Finalmente”, commenta il sindaco di Cagliari, Paolo Truzu. “Il governo ha dato una nuova autorizzazione paesaggistica per portare avanti gli interventi infrastrutturali necessari alla riqualificazione dell’area portuale e una serie di lavori bloccati da tempo, respingendo l’opposizione del Mibact”. 

Agi

Crollo record della produzione industriale nell’Eurozona

Crollo della produzione industriale della zona euro ad aprile: secondo Eurostat, nel mese di totale lockdown legato alla pandemia di coronavirus la produzione industriale nell’area euro è calata del 17,1% rispetto a marzo e del 28% rispetto all’aprile del 2019. Nell’intera Unione la produzione industriale di aprile è scesa del 17,3% rispetto a marzo e del 27,2% rispetto all’aprile del 2019.

Secondo Eurostat “le misure di contenimento legate a Covid-19, ampiamente attuate dagli Stati membri, hanno continuato a incidere in modo significativo sulla produzione industriale”. I dato di aprile sulla produzione industriale, aggiunge l’ufficio di Statistica europeo, segnano le maggiori diminuzioni mensili registrate dall’inizio della serie, “ben al di sopra delle diminuzioni dal 3% al 4% osservate alla fine del 2008 e all’inizio del 2009 durante la crisi finanziaria”.

Anche il dato annuo è a livelli record: si tratta della la maggiore diminuzione annuale dall’inizio della serie, superando il -21,3% nell’area dell’euro e il -20,7% nell’UE osservato nell’aprile 2009. Nel complesso, la produzione industriale nell’area euro e nella UE sono scese ai livelli osservati l’ultima volta a metà degli anni ’90.

Quanto ai singoli settori nell’aprile 2020, rispetto a marzo, nell’area dell’euro, la produzione è diminuita del 28,9% per i beni di consumo durevoli, del 26,6% per i beni strumentali, del 15,6% per beni intermedi, 11,9% per beni di consumo non durevoli e 4,8% per energia. Nell’UE la produzione è diminuita del 27,8% per i beni di consumo durevoli, del 27,3% per i beni strumentali, del 14,9% per i beni intermedi, del 10,7% per beni di consumo non durevoli e 5,0% per energia.

La produzione industriale è diminuita in tutti gli Stati membri per i quali sono disponibili dati. I maggiori decrementi sono stati registrati in Ungheria (-30,5%), Romania (-27,7%) e Slovacchia (-26,7%). 

Agi