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Cosa ha fatto il governo nei suoi primi sei mesi

Sei mesi di governo M5s-Lega. A 180 giorni dal giuramento, l'esecutivo di Giuseppe Conte si trova davanti allo scoglio più difficile e delicato, ovvero il percorso che porterà all'approvazione della legge di bilancio.

Nato dall'unione di due partiti con programmi diversi, contrapposti alle scorse elezioni politiche, il "governo del cambiamento" si presenta davanti alla 'prova' della manovra reduce da un percorso a tratti accidentato, spesso costellato da frizioni e tensioni interne che hanno spesso evidenziato le divisioni tra i due azionisti della maggioranza.

Divergenze che hanno riguardato temi più ampi, come la realizzazione delle infrastrutture (Alta velocità Torino-Lione e gasdotto Tap) e la gestione dei rifiuti (M5s e Lega si dividono sull'uso dei termovalorizzatori), ma anche provvedimenti specifici.

Il partito di Matteo Salvini ha inizialmente contestato ai 5 Stelle la parte del decreto emergenze sul condono a Ischia, mentre il capo politico dei pentastellati Luigi Di Maio ha puntato il dito contro la "manina" leghista responsabile di aver cambiato il decreto fiscale.

Altri fronti di scontro sono stati il disegno di legge anticorruzione contenente la riforma della prescrizione voluta dal ministro della Giustizia 5 stelle Alfonso Bonafede e il decreto sicurezza e immigrazione che porta il nome del ministro dell'Interno Salvini, con il governo che ha blindato il testo ponendo la questione della fiducia sia al Senato che alla Camera per superare la contrarietà dei dissidenti 5 stelle.

Diverse le contrapposizioni e gli 'incidenti' parlamentari, il governo però ha retto alle spinte centripete di due partiti i cui leader prima del voto avevano pubblicamente assicurato che non si sarebbero mai alleati.

A volte le tensioni sono state risolte evocando il rispetto del contratto di governo. Spesso grazie al confronto e al buon rapporto tra i due vice premier. Negli ultimi mesi, qualcosa nell'intesa, anche personale, tra Di Maio e Salvini è sembrato incrinarsi. In questo contesto ha assunto maggiore importanza il ruolo di mediazione del presidente del Consiglio, figura 'terza' di professore universitario, anche se indicata dai 5 stelle.

Anche nella fase ultima di confronto e scontro con la commissione europea, che ha bocciato la manovra italiana, Conte – libero dal ruolo di leader di partito con le elezioni europee alle porte – ha messo in campo doti di mediatore che hanno permesso portare avanti il negoziato per un dialogo con l'Ue. Un confronto costruttivo intessuto durante i tre Consigli europei dell'autunno e culminato con la cena con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker del 24 novembre che ha riaperto la trattativa sulla manovra.

La Manovra

In breve

  • Rapporto Deficit/Pil al 2,4%
  • Apertura del negoziato con l'Ue per evitare la procedura di infrazione

L'accordo è che il rapporto tra deficit e Pil sarà al 2,4% per tre anni (nei giorni successivi si deciderà di farlo scendere al 2,1% nel 2020 e all'1,8% nel 2021). Dieci miliardi per il reddito di cittadinanza, fondo ad hoc di 1,5 miliardi per "i truffati delle banche", superamento della Fornero, pace fiscale, flat tax al 15% per oltre un milione di partire Iva. Da quel giorno si è aperto un conflitto con Bruxelles, con il presidente della Commissione Europea, Juncker, e il commissario Ue agli Affari economici, Moscovici, in prima linea nel chiedere subito modifiche alla manovra sul deficit e la riduzione del debito.

Scambi di accuse tra entrambi e il ministro dell'Interno, un muro contro muro che ha causato l'aumento dello spread (il differenziale di rendimento tra Btp italiani e Bund tedeschi è arrivato a superare i 330 punti), la sofferenza dei titoli bancari con il conseguente richiamo del presidente della Bce, Draghi a rispettare le regole.

Un muro contro muro che si è risolto con la bocciatura della manovra da parte delle istituzioni europee. La svolta l'hanno impressa il presidente del Consiglio, Conte, e il ministro dell'Economia Tria. Entrambi hanno lavorato sotto traccia per trovare una soluzione. Soprattutto il primo, avocando a sé il diritto di trattare con la Ue, ha portato sul tavolo di Juncker un dossier con il piano di investimenti e le riforme che l'esecutivo intende attuare. Con lo scopo di ottenere un segnale di fiducia. "Non siamo in guerra con l'Italia", il messaggio di Juncker. Di Maio e Salvini (pressato da Giorgetti) hanno preso la palla al balzo per dire che "non siamo attaccati ai numerini, noi vogliamo difendere gli italiani, non e' un problema di decimali". I numeri del rapporto deficit/Pil possono cambiare (si parla del 2,2%), si sta studiando come rimodulare le misure – reddito di cittadinanza e 'quota 100' – a cui pero' M5s e Lega non vogliono rinunciare. La missione e' quella di evitare la procedura di infrazione.

Reddito di cittadinanza e Legge Fornero

 

In breve

  • Stanziati 9 miliardi per il reddito di cittadinanza
  • Stanziati 6,7 per Quota 100

Con la legge di bilancio i due soci di maggioranza si giocano la loro credibilità rispetto alle promesse del contratto. I due cavalli di battaglia, ovvero il reddito di cittadinanza dei pentastellati e quota 100 per l'anticipo pensionistico cara alla Lega, non hanno ancora visto la luce.

Nel disegno di legge di Bilancio è stato stanziato un fondo di 9 miliardi l'anno dal 2019 per il reddito e la pensione di cittadinanza, rinviando a uno specifico provvedimento l'attuazione della misura che la Lega vorrebbe trasformare in uno sgravio per le imprese. Per accedere alla pensione anticipata con quota 100, ovvero la somma dell'età anagrafica e contributiva, il governo ha stanziato 6,7 miliardi per il prossimo anno che diventerebbero 7 a regime. Anche in questo caso la definizione della misura è rinviata a un provvedimento attuativo.

I due interventi rischiano però di essere 'sgonfiati', rispetto alle promesse, nel braccio di ferro tra il governo italiano e l'Unione europea. Per far fronte alle richieste di Bruxelles, che ha bocciato la manovra da 37 miliardi di cui 22 in deficit, l'esecutivo gialloverde punta a rimodulare le due misure, agendo, da un lato, sui vincoli per quota 100 in modo da ridurre la platea delle adesioni e, dall'altro, sui tempi di avvio del reddito di cittadinanza che potrebbe essere rinviato ad aprile. Una strada che consentirebbe di risparmiare tra i 3 e i 4 miliardi rispetto ai 16 miliardi stanziati.

Il ponte di Genova, Ischia e i terremotati

In breve

  • Nomina di un commissario per la ricostruzione: Marco Bucci, sindaco di Genova
  • Stanziati 360 milioni per 12 anni

Nei primi sei mesi dell'esecutivo M5s-Lega a guida Giuseppe Conte c'è anche la vicenda, dolorosa, legata al crollo del Ponte Morandi sull'A10 a Genova, avvenuto il 14 agosto. Le misure decise dal governo sono indicate come "decreto Genova", ma in realtà alla città la legge dedica meno di un terzo degli articoli, 16 su 46. Perché gli altri sono relativi a interventi nel centro Italia e sull'isola di Ischia, per i terremoti del 2016 e 2017. Le questioni più contrastate dalle opposizioni con centinaia di emendamenti in commissione e in Aula hanno riguardato la demolizione e ricostruzione del ponte genovese, la gestione delle pratiche di condono pendenti a Ischia e lo smaltimento dei fanghi di depurazione.

C'è un commissario per il Morandi, il sindaco di Genova Marco Bucci, incarico di 12 mesi rinnovabili per 3 anni. I lavori di demolizione dei due monconi del ponte Morandi inizieranno a metà dicembre, la costruzione del nuovo ponte ad aprile. Obiettivo è averlo, o almeno vederlo realizzato e in attesa di via libera all'esercizio, per Natale 2019. A pagare le spese sarà Autostrade in quanto "responsabile del mantenimento in assoluta sicurezza e funzionalità dell'infrastruttura concessa".

E in caso di non pagamento o ritardo, provvederà un meccanismo di anticipazioni da parte dello Stato, complessivamente 360 milioni, pari a 30 milioni annui fino al 2029 come garanzia per l'avvio delle attività. E il ripristino non potrà essere affidato ad Autostrade o sue controllate se prima non sarà chiaro se la società sia stata o meno gravemente inadempiente sulla concessione, rispetto al crollo del ponte. Quanto a Ischia, il condono è rientrato dalla porta principale, l'Aula del Senato, dopo il blitz che in commissione con l'ok bipartisan a un emendamento di FI ne aveva ridotto sensibilmente la portata. Ora, per gli immobili danneggiati dal terremoto in 3 Comuni di Ischia si prevede che entro 6 mesi le amministrazioni dovranno rispondere alle richieste di sanatoria ancora pendenti applicando il condono 'tombale' del 1985 e quelli del '97 e 2003.

Alitalia, Tim e Anas

 

In breve

  • Offerta vincolante di Fs per Alitalia
  • Aggregare Oper Fiber e Tim per una rete unica
  • Cancellazione della fusione tdi Fs e Anas
  • Nuovo vertice all'Agenzia spaziale italiana

Il governo ha intenzione di rilanciare Alitalia e dopo una serie di colloqui con potenziali partner industriali, il via libera è stato dato all'offerta vincolante presentata da Fs. Sarà ora nel prossimo piano industriale della società ferroviaria che si conoscerà nel dettaglio il futuro di Alitalia. Sarà presumibilmente pronto entro fine gennaio, e nel frattempo l'ad di Fs Gianfranco Battisti sta definendo le strategie della compagnia dal 2019 in poi: sembra scontato che nel nuovo piano si prevederanno treni veloci negli aeroporti e prime sinergie sull'orario.

Dopo l'ok dei commissari straordinari all'integrazione, la 'partita' con Fs entra dunque nel vivo: continua intanto il dialogo con diversi soggetti tra cui Easyjet e potrebbe tornare alla ribalta anche un coinvolgimento di Lufthansa. Ad ogni modo, l'obiettivo del Governo e' quello di avviare un progetto integrato di mobilità del Paese e per far questo, ha spiegato Battisti, potrebbe essere creato un sistema che metta in collegamento porti, aeroporti e stazioni.

Altro dossier sul tavolo del governo è la rete unica: si punta a incentivare l'aggregazione fra quella di Tim e quella di Open Fiber, il player pubblico (50% Cdp, 50% Enel). Ancora non si conoscono i dettagli dell'operazione, che potrebbe anche delinearsi nella legge di bilancio. Attualmente ci sono emendamenti presentati che incentivano anche la nascita della newco con un sistema tariffario incentivante sul modello Rab di Terna e Snam. L'obiettivo è quello di varare una rete tlc unica nazionale, ossia di dotare il Paese di una rete infrastrutturale a banda ultralarga. Anche in questa chiave si legge l'avvicendamento ai vertici di Tim dove sulla poltrona di amministratore delegato è stato chiamato Luigi Gubitosi al posto di Amos Genish, fortemente voluto dal primo azionista di Tim, Vivendi, da sempre contraria allo scorporo della rete.

Grande rivoluzione anche all'Anas, con le dimissioni di Armani. Il governo Gentiloni puntava ad una grande fusione tra Fs e Anas, sul quale soprattutto i grillini hanno espresso sempre forti critiche arrivando alla conclusione che tale operazione servisse soltanto ad aumentare lo stipendio dei supermanager statali e a far uscire l'Anas fuori dal perimetro della pubblica amministrazione. Per il Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, l'Anas deve occuparsi ora "solo della gestione, costruzione, manutenzione e messa in sicurezza delle strade".

Infine, uno scossone è stato dato anche all'Asi, l'Agenzia Spaziale Italiana, che è stata commissariata: l'ex presidente Roberto Battiston ha dovuto cedere il posto all'astrofisico Piero Benvenuti che è entrato come commissario straordinario dell'ente. Come ogni colpo di scena che si rispetti, anche questa decisione ha sollevato un mare di polemiche.

Anticorruzione

In breve

  • Riforma della prescrizione
  • 'Daspo a vita' per i corrotti
  • Agente sotto copertura
  • Utilizzo di trojan per le intercettazioni.

Il disegno di legge anticorruzione, rinominato 'spazzacorrotti' da Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede, è uno dei provvedimenti bandiera del Movimento 5 stelle. Oltre alla riforma della prescrizione, prevede il cosiddetto 'Daspo a vita' per i corrotti, la figura dell'agente sotto copertura, l'utilizzo di trojan per le intercettazioni. Sono inoltre previste norme più stringenti su partiti e movimenti politici.

Approvato dalla Camera il 22 novembre dopo un iter travagliato, il ddl è ora all'esame del Senato, dove i pentastellati puntano a ripristinare il testo originario dopo l'incidente che si e' verificato in Aula a Montecitorio, con il governo che e' stato battuto su un emendamento a scrutinio segreto che ammorbidisce di molto il reato di peculato e che ha dato il via a una spaccatura interna alla maggioranza, con accuse e sospetti reciproci tra alleati di governo.

E' stato necessario un vertice a tre, tra i due vicepremier e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per superare la spaccatura. Ma si è trattato solo dell'ultimo episodio in ordine di tempo: tutta la strada del ddl è stata infatti in salita, sin dall'approvazione del provvedimento in Cdm, dove non è passata inosservata l'assenza del vicepremier e titolare del Viminale, Matteo Salvini. Sono state molteplici le battute di arresto, gli accordi siglati e poi saltati tra M5s e Lega, il necessario e continuo intervento dei leader in persona per recuperare l'intesa, ad esempio sulla riforma della prescrizione.

I 5 stelle hanno infatti voluto inserire in corso d'opera lo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio nonostante la ferma contrarietà degli alleati. Contrarietà superata solo dopo un vertice a palazzo Chigi, con i leghisti che hanno ottenuto il rinvio al 2020 dell'entrata in vigore della riforma. Tensioni proseguite fino all'ultimo, con i deputati M5s in piedi in Aula ad applaudire l'approvazione del ddl a cui ha fatto da contraltare la freddezza leghista. Il via libera finale è atteso entro il 2018.

Sicurezza

 

In breve

  • Abolito il permesso umanitario 
  • Nuove misure sulla cittadinanza e la permanenza nei centri di prima accoglienza
  • Stretta alle leggi antiterrorismo
  • Daspo sportivo ai sospetti terroristi
  • Via la cittadinanza italiana in caso di condanna definitiva per terrorismo 
  • Maggiori poteri ai Comuni

Un iter parlamentare complicato e spesso in salita, con tensioni all'interno del governo e fibrillazioni tra i 5 stelle destinate però ad infrangersi contro il muro innalzato da Matteo Salvini, che non ha concesso alcun passo indietro agli alleati di governo. è la cornice che accompagna il via libera definitivo al decreto Sicurezza, provvedimento bandiera della Lega giunto al rush finale in zona Cesarini: diventerà legge a pochissimi giorni dal rischio scadenza. Il decreto segna anche un primato per il governo Conte: è infatti il primo provvedimento che affronta le aule parlamentari blindatissimo, licenziato con una doppio voto di fiducia, prima al Senato e poi alla Camera.

Approvato all'unanimità dal consiglio dei ministri a fine settembre, il decreto modifica la normativa in materia di accoglienza dei profughi, abolendo il permesso umanitario. Introduce nuove misure sulla cittadinanza e la permanenza nei centri di prima accoglienza. Imprime una stretta alle leggi antiterrorismo estendendo il Daspo sportivo anche ai sospetti terroristi. Toglie la cittadinanza italiana in caso di condanna definitiva per terrorismo. E concede maggiori poteri ai Comuni.

Quanto al sistema Sprar, è stato notevolmente ridimensionato. Il decreto rientra in un piu' ampio 'pacchetto sicurezza', dove figura un altro cavallo di battaglia leghista: la legittima difesa. Approvata dal Senato a fine ottobre, anche questa riforma ha creato alcune tensioni nella maggioranza, con i pentastellati che inizialmente hanno tentato di 'attenuarne' le norme per poi 'riallinearsi'. Il provvedimento ha incassato anche i voti di Forza Italia e FdI. La difesa è sempre legittima e non è punibile chi si è difeso in "stato di grave turbamento", sono i punti principali della riforma che ora dovrà essere approvata dalla Camera. Infine, è iniziata i primi di settembre la sperimentazione del taser, la pistola ad impulsi elettrici, in dotazione alla polizia municipale di 12 comuni italiani (Genova, Torino, Milano, Padova, Reggio Emilia, Bologna, Firenze, Caserta, Napoli, Brindisi, Palermo e Catania). La norma e' contenuta nel decreto Sicurezza.

Migranti

In breve

  • Riduzione del numero degli sbarchi
  • Nuovo contratto per la gestione del'accoglienza

"Buon viaggio, possono andare dove vogliono gli amici delle Ong ma in Italia non arrivano". E' il refrain del ministero dell'Interno, Matteo Salvini, che sulla linea dura sui migranti non ha esitato a polemizzare con Malta e con la Francia. Non ha mancato di attaccare Macron per la vicenda dei profughi riportati in territorio italiano dalla gendarmeria francese, come avvenuto a Claviere, oppure di criticare La Valletta, accusata di aver abbandonato un gommone con 150/200 immigrati in mezzo al Mediterraneo e in direzione dell'Italia. "A Bruxelles sono troppo impegnati a scrivere letterine contro l'Italia per occuparsi di questi problemi", ha commentato il titolare del Viminale.

E l'aggiornamento sui flussi migratori registrati dice che "l'anno scorso erano arrivate via mare 117 mila persone, oggi siano fermi a 23 mila". Gli sbarchi sono intorno all'81% in meno rispetto a un anno fa. Dal primo gennaio al primo giugno 2018 ci sono stati 13.589 migranti sbarcati; nello stesso periodo di un anno fa erano stati 60.228, quindi un calo di quasi il 78%. Gli sbarcati dal primo gennaio al 4 novembre scorso sono stati 22.167, contro i 114.356 dello stesso periodo di un anno fa, per l'appunto un calo di quasi l'81%. Se si prende il solo periodo riferito a questo governo, dal primo giugno al 4 novembre si sono registrati 8.468 sbarchi, contro i 54.128 dello stesso periodo di un anno fa.

Nei centri di accoglienza 183.732 ospiti a gennaio, 167.723 a giugno, 148.875 al 15 ottobre. Le domande di asilo sono passate da circa 100.000 a quasi 40.000. A proposito di strutture di accoglienza, ad esempio il primo gennaio 2018 il Cara di Mineo ospitava 2.585 migranti, che oggi sono scesi a 1.726. Il calo è del 33% e si e' accompagnato a una progressiva riduzione dei costi.

Il contratto in vigore il primo di gennaio 2018 prevedeva una spesa da 33,06 euro a testa al giorno per migrante, per un costo quotidiano di 85.460 euro. A ottobre è entrato in vigore un nuovo contratto, con una spesa giornaliera scesa a circa 22 euro per migrante al giorno. Con le presenze attuali, il costo quotidiano è di 37.972 euro. Se ci fosse già in vigore il nuovo capitolato previsto da Salvini, la spesa scenderebbe ulteriormente. La base d'asta, infatti, sarà di 19,33 euro per migrante al giorno, con un esborso complessivo quotidiano massimo (ipotizzando le presenze attuali) da 33.364 euro. Ed è evidente che l'appalto sarà aggiudicato a un costo più basso di 19,33 euro, con ulteriore risparmio.

Rai

 

In breve

  • Nomina di presidente e ad
  • Nomina dei nuovi direttori di testata

La coincidenza ha voluto che andasse in scadenza il Cda scelto con la precedente legge e con il precedente governo a trazione Pd-renziana. E cosi' la nomina del nuovo organismo di gestione del servizio pubblico radiotelevisivo è stato il primo impegno, anche se direttamente il governo ha detto la sua – per legge – solo su due dei sette componenti del Cda: gli altri 5 sono stati scelti dal Parlamento (due per parte da Senato e Camera) e dai dipendenti Rai. I due nomi del governo sono stati quelli di Marcello Foa e, tramite il Tesoro che è l'azionista di riferimento Rai con il 99 e passa per cento, Fabrizio Salini, chiamato ad essere l'amministratore delegato (figura che subentra al direttore generale della precedente governance).

In Parlamento, secondo uno schema legato all'alleanza M5s-Lega, Beatrice Coletti (M5s), Igor De Biasio (Lega Nord), poi c'è Giampaolo Rossi, considerato vicino a Fratelli d'Italia. Formazione questa che ha consentito a Lega e M5s di avere i voti necessari, assieme a quelli di Forza Italia in seconda battuta, per il via libera in commissione di Vigilanza a Marcello Foa (dopo un primo stop perche' mancavano appunto i voti forzisti) alla presidenza di viale Mazzini in seguito all'indicazione in tal senso a maggioranza in Cda. Di questo fanno parte anche Rita Borioni (in quota Pd) e Riccardo Laganà (tecnico del montaggio eletto dai dipendenti Rai).

A cascata, dal Cda ecco le nomine alle direzioni dei tg: Giuseppe Carboni, appoggiato da M5s, al Tg1; Gennaro Sangiuliano, in quota Lega e sostenuto da FI, al Tg2; Giuseppina Paterniti, proposta da M5s, al Tg3. Al Gr e Radio Rai è stato spostato Luca Mazza (dal Tg3 e dato in quota Pd), mentre alla Tgr e' andato Alessandro Casarini, dato come vicino alla Lega. E, nella logica dello spoil system, dopo quelle ai tg, arrivano le nomine alle reti: Teresa De Santis, con il sostegno della Lega a Rai1; Carlo Freccero, molto apprezzato da M5s, che torna – da pensionato e per un anno – a Rai2; conferma invece per Stefano Coletta, considerato vicino alla sinistra.

Vaccini

In breve

  • Obbligo vaccinale su base regionale
  • Piano speciale per il morbillo

L'obbligo vaccinale per i bambini è un'esagerata coercizione o una sacrosanta misura sanitaria di prevenzione? Su questo dilemma si sono consumati i primi sei mesi di governo gialloverde in tema sanità. La ministra Giulia Grillo, che peraltro è un medico, ha dovuto districarsi tra gli appelli unanimi della comunità scientifica a non abolire la legge Lorenzin, che fissa a 10 i vaccini obbligatori pena l'esclusione del bimbo dal nido o, per i più grandi, salate multe per i genitori, e la piccola ma agguerrita frangia no-vax, che si fa sentire sui social ma che trova sponde anche negli stessi 5 stelle.

E se già a giugno persino Matteo Salvini sentenziava che "dieci vaccini obbligatori sono inutili e dannosi", pediatri, medici e infettivologi sottolineavano a gran voce: "Abolire l'obbligo sarebbe irresponsabile, le coperture sono aumentate e la legge ha funzionato". La prima deadline era quella del 10 luglio, data entro la quale, come previsto dalla legge Lorenzin, occorreva presentare i certificati alle Asl. Ma solo in meno della metà delle regioni era partita l'anagrafe vaccinale, indispensabile per i controlli incrociati. Per questo il 5 luglio è stata pubblicata la circolare Grillo-Bussetti, che consentiva ai presidi di "accontentarsi" dell'autocertificazione, sollevando un vespaio di polemiche.

L'obiettivo dichiarato è quello di superare l'obbligo come concepito dalla Lorenzin: la legge incardinata in Senato prevede infatti un obbligo "flessibile", pensato per singoli vaccini e regione per regione, in base alle coperture e ai dati epidemiologici. Proprio tenendo conto dei dati ancora allarmanti (nei primi nove mesi del 2018 quasi 2.300 malati, con due morti), è allo studio in particolare un nuovo piano contro il morbillo, che prevede l'offerta vaccinale per 800 mila giovani e adolescenti, anche attraverso un sistema premiale ancora tutto da studiare (agevolazioni all'università, ad esempio, o nell'iscrizione nei centri sportivi, o persino per i punti della patente).

Sgomberi

 

In breve

  • Accelerazione nelle demolizioni

Un'accelerazione negli sgomberi di alloggi e luoghi anche pubblici occupati abusivamente e nell'esecuzione di provvedimenti di demolizione di costruzioni abusive confiscate e sequestrate o passate nella disponibilità di enti pubblici. C'è anche questo nel primo semestre di attività del governo gialloverde M5s-Lega.

Nel giro di pochi giorni l'attenzione mediatica è stata attirata da quanto avvenuto a Roma. Dapprima il via alle demolizioni da parte del Comune di Roma di una schiera di abitazioni nella zona del Quadraro riconducibili al clan Casamonica, con una mega operazione che ha visto impegnati 600 appartenenti al Corpo della Polizia di Roma Capitale arrivati sul posto all'alba, con il sindaco Virginia Raggi, e dove dopo sia il premier Giuseppe Conte che il ministro dell'Interno Matteo Salvini hanno ribadito il ripristino della legalità. Poi, in territorio di Frascati ai confini con quello della capitale, i bulldozer dell'Esercito hanno ridotto in macerie una villa, disabitata, anche questa appartenente alla famiglia Casamonica. E anche qui il titolare dell'Interno è stato netto nel dichiarare che l'azione del governo non avrà sosta nella lotta all'abusivismo e nell'attacco alle proprietà frutto del malaffare.

Campagna 'plastic free'

 

In breve

  • Riordino delle competenze
  • Messa al bando delle plastiche monouso

Nell'agosto 2018 è diventato legge il decreto per il riordino dei Ministeri. Nel testo, le competenze in materia di Terra dei Fuochi sono passate dal dicastero dell'Agricoltura all'Ambiente, con particolare riferimento a quelle sulle bonifiche delle discariche scoperte che inquinano le falde e il terreno rendendo pericolose le coltivazioni ad uso alimentare. Ancora, con la nuova legge il Ministero assume competenze sull'economia circolare e dissesto idrogeologico. Su quest'ultimo aspetto, passano al ministero dell'Ambiente le competenze sul dissesto che nel 2014 andarono alla struttura di missione di Palazzo Chigi.

E' stata lanciata la campagna "plastic free" per la messa al bando dell'uso della plastica, in particolare la monouso, anche nelle amministrazioni pubbliche a cominciare dal ministero dell'Ambiente. Infine, il ministro Sergio Costa, alla guida del dicastero, ha portato a casa il decreto sulla commissione Via/Vas che ridefinisce i criteri di selezione dei componenti della Commissione Tecnica di Verifica dell'impatto ambientale.

Precari

 

In breve

  • Bonus per le assunzioni stabili degli under 35
  • Stretta sui contratti a terine
  • Stretta sulle delocalizzazioni

Il decreto Dignità è stato approvato in via definitiva dal Senato il 7 agosto scorso sostanzialmente per modificare alcune norme sul mondo del lavoro previste dal Jobs Act. Il provvedimento prevede, tra le altre misure, l'estensione al 2021 del bonus per le assunzioni stabili degli under 35, una stretta sui contratti a termine e sulle delocalizzazioni, nuove disposizioni sui contratti in somministrazione e l'aumento delle indennità in caso di licenziamento illegittimo. Il decreto contiene, inoltre, la disciplina dei nuovi voucher per i piccoli alberghi e il settore agricolo, multe più salate per chi viola il divieto di sponsorizzazioni e pubblicità dei giochi d'azzardo, il messaggio "nuoce gravemente alla salute" apposto su gratta e vinci e slot. 

Agi News

Il tira e molla tra Governo ed Europa sulla manovra non è finito

Alla fine Palazzo Chigi sparge serenità. "L’incontro con il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, si è svolto in un clima di sereno e costruttivo dialogo” sottolinea il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. "Abbiamo affrontato i temi attualmente in agenda dell’Unione economica e monetaria e ci siamo soffermati sugli aspetti della nostra manovra economica che più direttamente riguardano il piano degli investimenti e le riforme strutturali”.

Segue una frase che vorrebbe essere altrettanto distensiva verso l’Europa: “Il Governo italiano sta predisponendo interventi legislativi e avviando progetti di investimento volti a rilanciare la crescita economica e lo sviluppo sociale”. Se sortirà l’effetto desiderato lo si vedrà nei prossimi giorni.

“Noi non siamo la Grecia”

Per il momento il governo si prepara a rispondere alla Commissione europea ma non è disposto a mettere in campo una manovra di restrizione fiscale “suicida”, perché l’Italia – si dice a Roma – non è la Grecia. All’indomani della nuova doccia fredda sui conti italiani, con la revisione al ribasso delle stime di crescita da parte di Bruxelles, è il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, a difendere di nuovo la “bontà” della manovra: in Parlamento e in un nuovo faccia a faccia con lo stesso presidente dell’Eurogruppo.

“Non c’è nulla da temere”

“Abbiamo avuto un confronto sulle rispettive opinioni sulla manovra di bilancio italiana che come voi sapete preoccupa gli stati membri. Noi abbiamo spiegato che queste preoccupazioni non sono fondate sul contenuto reale della nostra manovra di bilancio”, sottolinea alla fine Tria.

L’esecutivo, ha assicurato il ministro, "intende confermare" la manovra "nei suoi pilastri fondamentali" ma nel predisporre la risposta alla Ue, che sarà inviata entro martedì insieme al nuovo Documento programmatico di bilancio, ha bisogno ancora di tempo per valutare se confermare o modificare le stime.

“I termini sono stati posti sempre in modo molto ristretto – ha spiegato Tria – e ci si deve consentire di rispondere in modo documentato ristimando tutte le nostre previsioni e vedere se è necessario cambiarle o confermarle. Se riusciremo manderemo la risposta prima, altrimenti rispetteremo i tempi”. Di certo, però, ha detto chiaramente il titolare dell’Economia, l’esecutivo non rinuncerà a un piano di bilancio espansivo per evitare la procedura di infrazione, perché “vorrebbe dire fare una manovra di restrizione fiscale violentissima, cioè andare a un deficit dello 0,8% che per un'economia in forte rallentamento sarebbe un suicidio. Non credo che la commissione si aspetti una reazione di questo tipo anche se formalmente rispettosa delle regole di bilancio”.

Nessun intervento per le banche

 Il ministro ha anche escluso un intervento sul settore bancario perché al momento “non ci sono le condizioni” e ha annunciato che nelle prossime settimane sarà predisposto il provvedimento per l'attuazione del reddito di cittadinanza, la misura bandiera del Movimento 5 Stelle per cui sono state previste solo le coperture in manovra. così come per la revisione del sistema pensionistico. Per entrambi gli interventi, ha detto Tria, "è previsto un collegato ma anche che si possano utilizzare dei decreti legge per partire”. Il governo resta quindi convinto che sia “necessario attuare una manovra anticiclica” per “uscire dalla trappola della bassa crescita”.

Dialogo costruttivo e polemiche tecniche

Il dialogo “costruttivo” con la Commissione europea va avanti e la dialettica in corso con Bruxelles, ha assicurato, è solo “tecnica”. Il titolare del Tesoro ha definito infatti "non giustificata la stima di deficit al 2,9% nel 2019 anche ammettendo un rallentamento”. “Come in Italia anche in Europa le stime vengono fatte da organismi tecnici che devono essere indipendenti dall'intervento politico dei commissari. Se la polemica c'è – ha osservato Tria – è prettamente tecnica non politica tanto che io ho affermato che questo non mette in discussione il dialogo che stiamo portando avanti con la Commissione Ue. E' inutile alzare i toni”.

Dal canto suo il presidente dell’Eurogruppo ha ricordato che “è interesse di tutti che il dialogo in corso produca risultati positivi. Ci sono dubbi che aleggiano sul mercato sulla strategia finanziaria dell'Italia, portata avanti con una serie di costi per lo stato, le aziende e i cittadini”, ha osservato ancora Centeno sottolineando che la risposta dell’Italia è “una nuova opportunità per togliere tutti i dubbi e riaffermare la fiducia di imprenditori, investitori e partner europei, elemento chiave per la crescita”. “Non ho dubbi dell'impegno dell'Italia per l'euro e per creare una crescita sostenibile ed è essenziale che la legge di bilancio dimostri questo impegno”, ha aggiunto.

Cosa vuol dire lo spread alto

Ad auspicare una soluzione “conciliante” nel dialogo con Ue anche la Banca d’Italia che ha messo in guardia sul rischio spread che può “vanificare tutto l'impulso espansivo atteso dalla politica di bilancio”. “I segnali che gli investitori percepiscono sono importanti", ha sottolineato il vicedirettore generale dell’istituto di Via Nazionale, Luigi Federico Signorini, nel corso dell'audizione sulla manovra di fronte alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato. L'aumento dello spread, ha osservato Signorini, "è già costato al contribuente quasi 1,5 miliardi di interessi in più negli ultimi sei mesi, rispetto a quanto si sarebbe maturato con i tassi che i mercati si aspettavano ad aprile: costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020, se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati".

Secondo Bankitalia, gli obiettivi di crescita fissati dal governo sono "ambiziosi" mentre, ha messo in guardia l’istituto centrale, "una politica di bilancio espansiva, pur utile in fasi cicliche avverse, non garantisce la crescita nel medio termine e può metterla in pericolo a lungo andare”. Signorini si è soffermato anche sulle misure in materia pensionistica previste in manovra. "L'importo di una pensione eventualmente anticipata dovrebbe essere aggiustato per tener conto del minore montante acquisito e del più lungo periodo atteso di erogazione della pensione. Non rispettando questo criterio, si rischierebbe di compromettere l'equilibrio di lungo periodo del sistema, aggravando l'onere a carico delle generazioni future”.

Critiche anche al condono fiscale contenuto nel dl fiscale collegato alla manovra. "Potrebbero determinare disincentivi all'adempimento regolare degli obblighi tributari”, ha detto Signorini sottolineando che "andrebbero quindi considerate con molta attenzione".

 

Agi News

Boccia: abbiamo un governo in fase adolescenziale che non fa gli interessi del Paese

Il governo Lega- M5s "si trova ancora in una fase adolescenziale, speriamo che cresca". Lo ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, intervistato alla convention di Forza Italia a Fiuggi. Una fase in cui, ha argomentato, "non c'è pazienza e si vuole tutto e subito, ma così non si fanno gli interessi del Paese". Boccia torna quindi a criticare il reddito di cittadinanza: "il Mezzogiorno d'Italia non ha bisogno del reddito di cittadinanza e di politiche assistenzialistiche ma di lavoro e di un piano infrastrutturale che lo colleghi al suo interno e all'Europa. "E' un'analisi riduttiva collegare il reddito cittadinanza al Sud. Il Sud è lo specchio del Paese e ha bisogno di grande attenzione al lavoro e all'occupazione". Il confronto con la politica "è un valore, ma quello che prevale oggi mi sembra piuttosto un'idea punitiva", ha poi aggiunto Boccia. "Se uno dice 'A me non me ne frega dello spread, tanto il popolo è con me', deve stare attento perché quando lo spread aumenta, aumentano i mutui casa e il costo del debito aumenta. E allora il popolo s'incazza". "Il confronto politico va accettato e non si deve attaccare con una legge contro chiunque non è d’accordo". Il ministro di un governo "deve tutelare gli interessi del Paese e non i suoi elettori. Altrimenti meglio che faccia il segretario di partito". 

Agi News

Governo: Di Maio, reddito di cittadinanza entro quest’anno

"Il reddito di cittadinanza lo vogliamo subito, entro quest'anno, perchè è la nostra priorità, poi essendo io una persona leale, visto che ho firmato un contratto che prevede anche flat tax e la riforma della legge Fornero, lavoreremo giorno e notte per raggiungere anche questi obiettivi". Lo ha affermato il vicepremier Luigi Di Maio all'Intervista su Sky. "I tavoli sull'immigrazione sono solo l'antipasto di quello che avverrà ai tavoli dell'economia" ha detto il vicepremier.
"Con il ministro Savona – ha aggiunto – ci siamo detti che noi non vogliamo arrivare alla fine di quest'anno con una legge di bilancio in cui l'Europa ci ha detto tutto quello che non si può fare. Noi vogliamo dall'Ue un trattamento uguale a tanti altri paesi che in questi anni hanno potuto fare investimenti, riforme strutturali e interventi contro la povertà avendone la possibilità nei margini di bilancio".

Agi News

Strade, ferrovie e… biciclette. I cento progetti del governo

Potenziamento dell'alta velocità, cura del ferro, percorsi ciclabili e realizzazione di nuove strade: queste le quattro direttrici verso cui si muoveranno da qui ai prossimi 13 anni i lavori di realizzazione dei 100 interventi per collegare l'Italia. Il piano di sviluppo è contenuto nell'Allegato del Def dal titolo “Connettere l’Italia: fabbisogni e progetti infrastrutturali”, nato su proposta del proposta del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio.

Crescita dell'economia, ma anche qualità della vita

L'obiettivo del programma, che individua i fabbisogni infrastrutturali al 2030, è quello di un moderno sistema che sia di supporto all'economia e alla crescita, alla qualità della vita nelle città, e che permetta l'accessibilità ai territori e connessioni semplici tra Europa e Mediterraneo.

Il make-up totale delle città

Città, porti, autostrade e strade, il 'make-up' è totale per assicurare, come si legge nel documento: "La valorizzazione del patrimonio esistente con una manutenzione profonda; il completamento o la scelta di nuove infrastrutture purché utili, snelle e condivise, anche rivedendo i progetti se sono datati o sovradimensionati; le opere di integrazione nodale e intermodalità indirizzate a rafforzare, con una vera e propria "cura del ferro", il trasporto ferroviario delle persone e delle merci; lo sviluppo urbano sostenibile con una rinnovata attenzione alla qualità del trasporto pubblico". 

La redazione di Agi ne ha individuato alcuni tra quelli più significativi per ogni settore. Ecco quali sono:

Corridoi ferroviari di Alta Velocità e (non)

E' prevista una realizzazione della rete ad Alta Velocità fra:

  • Napoli e Palermo
  • Venezia e Trieste
  • Napoli e Bari

Oltre al completamento dell’AV da Milano a Venezia e della direttrice Torino Lione è previsto un nuovo modello di Alta Velocità di Rete che non prevede il quadruplicamento delle linee esistenti che hanno ancora margini di capacità, ma una loro velocizzazione con tecnologie e interventi infrastrutturali per poter raggiungere velocità commerciali dell’ordine di 200-250 km/h. Per quanto riguarda la Direttrice Napoli – Palermo è previsto "uno studio di fattibilità sull'attraversamento dello Stretto per verificale le possibili opzioni sia stabili che non stabili". 

Decongestionamento della rete stradale intorno alle grandi aree metropolitane italiane 

  • Milano: Ampliamento della quarta corsia dell'autostrada A1 nella tratta Milano Sud-Lodi
  • Genova: Nuova tratta per il potenziamento dell'interconnessione A7-A10-A12, Gronda di Genova
  • Bologna: Potenziamento in sede del Sistema Autostradale e Tangenziale di Bologna
  • Firenze: Completamento del potenziamento del nodo di Firenze (Autostrada A1 e Autostrada A11)
  • Roma: G.R.A. e A91 Roma-Fiumicino: realizzazione di corsie complanari al GRA tra via Casilina e lo svincolo di Tor Bella Monaca e potenziamento dello svincolo Tiburtina. Allo studio anche ulteriori interventi si fluidificazione del nodo di Roma. 
  • Bari; Potenziamento della variante nel tratto compreso tra Bari e Mola di Bari co adozione della sezione stradale B
  • Catania: Realizzazione della terza corsia e di adeguamento delle barriere di sicurezza sulla Tangenziale
  • Palermo: Completamento dell'anello ferroviario con servizio Metropolitano
  • Napoli: Potenziamento del servizio ferroviario delle linee Cumana-Circumflegrae e Circumvesuviana

Potenziamento di Porti e Interporti 

La cura del ferro termina con l'identificazione delle iniziative infrastrutturali più idonee ad ottimizzare l’accessibilità ferroviaria dei porti e interporti italiani, quali ad esempio, quelli di 

  • Genova
  • Livorno
  • Napoli
  • Trieste
  • Gioia Tauro 

L'obiettivo è aumentare del 50% trasporto merci su ferro entro il 2021 rispetto al 2015. 

Sistema ciclovie turistiche nazionali

La bici come compagna di viaggio: sul tavolo del governo c'è anche la realizzazione di 10 percorsi ciclabili turistici. Il progetto è stato inserito nella legge di bilancio 2016, in accordo con il MIBACT, e prevede la progettazione e realizzazione di un sistema di ciclovie turistiche, di ciclostazioni e di interventi concernenti la sicurezza della mobilità ciclistica in ambito

  • Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese”: Lunga quasi 500 chilometri va da Caposele (AV) a Santa Maria di Leuca (LE). 
  • Ciclovia del Sole”: Parte da Verona e arriva fino a Firenze. Il percorso è lungo circa 668 km (inizialmente era di 300 km)
  • Ciclovia Ven-To”: Da Venezia a Torino la pista è lunga 680 km e fa parte del tratto italiano della Eurovelo 8 (Ciclovia del Mediterraneo).
  • Il "Grab" – Acronimo di Grande Raccordo Anulare delle Biciclette, il percorso di 45 chilometri attraversa l'area urbana di Roma. Il progetto è stato siglato il 21 settembre 2016 da MIT, MIBACT e Comune di Roma.
  • Anello ciclabile del Garda: Un ulteriore tassello allo sviluppo del sistema ciclabile nazionale è infine rappresentato dall’annunciato ingresso nel sistema (febbraio 2017) dell’anello ciclabile del Garda, di circa 140 km e compreso tra Lombardia, Trentino e Veneto, ritenuto di preminente interesse nazionale per la valenza turistica internazionale e la ricaduta economica sul territorio. Infine, sono in fase di progettazione (e di definizione) i seguenti ulteriori 4 progetti di ciclovie:
  • Ciclovia Sarda: ancora da definire
  • Ciclovia Magna Grecia: percorre le regioni della Puglia, Calabria e Basilicata
  • Ciclovia Tirrenica: attraversa Liguria, Tosca e Lazio
  • Ciclovia Adriatica: ancora da definire
  • Ciclovia Trieste – Venezia: si snoderà lungo la direttrice Trieste-Lignao Sabbiadoro

Agi News

Governo debole e rischi populisti, ecco perché Fitch taglia rating Italia a BBB

Fitch ha tagliato il rating dell'Italia da 'BBB+' a 'BBB'. L'outlook è stabile. Lo comunica l'Agenzia di rating spiegando che i rischi politici "sono aumentati" in Italia e sottolineando che i "rischi di un governo debole o instabile sono aumentati così come la possibilità che aumenti l'influenza politica di partiti populisti ed euroscettici". Secondo Fitch, la crescita del populismo in Italia "può smorzare l'appetito della politica per le riforme, aumentare la pressione per un allentamento fiscale e pesare sulla fiducia degli investitori". Gli attuali sondaggi, spiega l'agenzia di rating, indicano un'ulteriore perdita di terreno dei partiti più centristi e un panorama politico frammentato che potrebbe tradursi in un governo di minoranza. 

Il governo presieduto da Paolo Gentiloni giura al Quirinale


Come scrive Repubblica, sul piano economico, l'agenzia parla di "fallimento" sul fronte della riduzione dell'elevatissimo livello del debito pubblico, il che "espone maggiormente il Paese a potenziali shock sfavorevoli", e prevede un aumento del Pil dello 0,9% nel 2017 e dell'1,0% nel 2018. 

Necessario nuovo sostegno pubblico per le banche

L'agenzia cita anche "le debolezze delle banche" italiane che accrescono i rischi al ribasso per l'economia e le finanze pubbliche e spiega che l'outlook per il settore bancario è negativo e riflette soprattutto il peso dei crediti deteriorati e della bassa redditività e generazione di capitale. Un ulteriore sostegno pubblico al settore "potrebbe essere necessario in assenza di più ampi sforzi di ristrutturazione", scrive ancora l'agenzia di rating Fitch .

Da ottobre 2016 Italia nel mirino delle agenzie di rating

  • FITCH – A ottobre 2016 l'agenzia di rating aver rivisto a negativo l'outlook per i rischi di incertezza politica legati al referendum che si sarebbe tenuto a dicembre. 
  • MOODY'S – A febbraio 2017 dopo il referendum istituzionale e le dimissioni del premier Matteo Renzi, aveva abbassato da stabile a negativo l'outlook sul debito dell'Italia e aveva lasciato capire che il rating poteva essere rivisto da 'Baa2' a valori inferiori.
  • S&P – Per ora prende invece tempo e ha lasciato il merito di credito dell'Italia a 'Bbb-' con prospettive stabili.
  • DDRS – Anche l'agenzia di rating canadese, la quarta al mondo, ha tagliato lo scorso gennaio il giudizio sull'Italia da 'A' a 'BBB' con outlook stabile. 

Agi News

Eni: rafforza cooperazione con il governo della Nigeria

Roma – Il ministro di Stato per le Risorse Petrolifere e Presidente del Board della Nigerian National Petroleum Corporation (Nnpc), Emmanuel Ibe Kachikwu, e l'ad di Eni, Claudio Descalzi, si sono incontrati oggi a Roma per rinforzare ulteriormente la lunga e fruttuosa partnership in Nigeria. Nnpc e Eni, spiega un comunicato, attraverso le controllate Nigerian Agip Oil Company (Naoc) e Nigerian Agip Exploration (Nae), hanno siglato un accordo di cooperazione (Memorandum of Understanding, MoU) che promuove nuove attivita' in grado di contribuire in misura significativa allo sviluppo economico e sociale in Nigeria.
Riguardo al settore upstream, le operazioni di produzione oil e gas verranno intensificate con un maggiore focus alle attivita' di sviluppo e esplorazione nelle zone di operazione onshore, offshore e Ultra Deep Water. Riguardo al settore raffinazione, le parti hanno definito i termini della cooperazione per la ristrutturazione e l'ampliamento della raffineria di Port Harcourt. Riguardo alla generazione di energia, l'accesso all'energia verra' ulteriormente ampliato dal raddoppio della capacita' di generazione di Okpai IPP tramite lo sviluppo accelerato della Fase II, che la rendera' una delle piu' grandi centrali a ciclo combinato di tutta l'Africa. Infine, il MoU pone le basi per la valutazione dell'affidabilita' della rete elettrica nazionale, e per la stima dei progetti di energia rinnovabile piu' efficienti, in modo da assicurare l'accesso all'energia anche nelle zone piu' remote del Paese.
Eni e' presente in Nigeria dal 1962, sia con attivita' onshore che offshore. Nel 2016 la produzione di idrocarburi in quota Eni e' stata di 125.000 barili di olio equivalente. 

Agi News

Assemblea Cna, De magistris a governo “sud non è zavorra” 

Napoli – Artigiani e piccoli imprenditori si sono oggi radunati alla mostra d'Oltremare di Napoli per l'assemblea annuale della Cna (Confederazione Nazionale dell'Artigianato) che quest'anno festeggia il 70esimo anniversario dalla fondazione. 

Fra i temi principali al centro dell'appuntamento la legge di bilancio, il carico fiscale, Equitalia, la riduzione degli oneri burocratici, gli incentivi all’innovazione 4.0, i sostegni dell'occupazione, il rilancio della domanda interna. Il primo intervento è affidato al sindaco di Napoli, Luigi de Magistris che ci tiene a sottolineare al governo che il sud non deve essere considerato una zavorra. "Napoli non vuole perdere la sua vocazione industriale ma è una città soprattutto di commercio". "Nei prossimi cinque anni saremo al fianco degli imprenditori, della gente per bene, non dei prenditori. Dobbiamo superare la dicotomia tra pubblico e privato", conclude il primo cittadino.

PRESIDENTE CNA: "SI' AL REFERENDUM, SERVE STABILITA'"

Il Sì alla riforma costituzionale arriva dalla Confederazione Nazionale dell'Artigianato, perché occorre stabilità. "Abbiamo visto quanto sull'efficacia dei processi di riforma sia decisiva la stabilità dei governi. La continuità con cui si perseguono le scelte politiche fatte. La forza e gli strumenti per realizzarle. Percorsi legislativi più semplici e più veloci. Una distribuzione dei compiti assegnati ai diversi livelli di governo più chiari e più netti", dice a Napoli in occasione dell'assemblea annuale il presidente Daniele Vaccarino, che già a luglio scorso aveva avuto parole di consenso per la legge Boschi.

Cna vuole "concorrere alla realizzazione del progetto di modernizzazione dell'Italia – spiega Vaccarino – grazie a un più forte riconoscimento del ruolo e dell'azione dei soggetti della rappresentanza. Un riconoscimento che passa anche attraverso una specifica valorizzazione del ruolo e delle funzioni del sistema camerale, ora ampiamente riformato, che può e deve continuare a dare impulso alle economie locali ed alle piccole imprese".

Le misure economiche del governo per il 2017 sono "particolarmente attese" dalla Confederazione Nazionale dell'artigianato "perché la nostra economia, che con fatica sta riemergendo dalle profondità della crisi – commenta ancora il presidente – è troppo lenta per uscire dalla palude degli zero-virgola. Imbrigliata dalla burocrazia, dalla esorbitante pressione fiscale, dalla diffusa illegalità ma tuttavia forte di un tessuto imprenditoriale vitale e da una ingente ricchezza privata. Ci attende un altro anno in salita la cui ripidità dipenderà anche dagli effetti della manovra". Vaccarino dà atto "al governo di aver fatto un buon lavoro con il disegno di legge di Bilancio. Il nostro giudizio è complessivamente positivo". 

DE LUCA: SBUROCRATIZZO REGIONE PER SVILUPPO IMPRESE

"Gli imprenditori del Cna hanno aiutato a consolidare l'unità del nostro Paese, per me l'impresa è un valore aggiunto". Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca all'assemblea a Napoli della Confederazione. "In Regione Campania stiamo creando le condizioni migliori per lo sviluppo partendo dalla sburocratizzazione", conclude. ​(AGI) 

Agi News

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