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Olio da cucina o petrolio? Il ristoratore italiano finito per errore nella black-list Usa

AGI – Per Alessandro Bazzoni, proprietario  del ristorante ‘Dolce gusto’ di Verona, finito per errore a gennaio nella lista nera americana con l’accusa di essere legato a una rete che tentava di eludere le sanzioni al settore petrolifero venezuelano, l’incubo è finito solo due giorni fa.

Mercoledì scorso, il Tesoro Usa ha ammesso che si è trattato di un raro caso di identità errata e l’ha tolto da quella scomoda posizione.

Lo sbaglio risale allo scorso 16 gennaio, quando l‘amministrazione Trump, ino un dei suoi ultimi atti, ha inserito Bazzoni in una lista nera, nell’ambito di un giro di vite sul greggio venezuelano.

Ci sono voluti oltre 2 mesi, prima che il Tesoro Usa riconoscesse il suo errore, rimuovendo le sanzioni da AMG S.A.S., la ditta veronese di Alessandro Bazzoni & C., nonché quelle, secondo la Cnbc, su un’altra società di progettazione grafica a Porto Torres, in Italia.

“In a case of mistaken identity, restaurant owner Alessandro Bazzoni found himself on the US Treasury’s blacklist in January, but was this week finally taken off.” https://t.co/0aeKipgdq5

— Emma Bentley (@emmabentley87) April 2, 2021

La stessa Cnbc ci scherza un po’ su, titola: “Cooking oil or crude?”, ovvero: olio da cucina o petrolio?

Il funzionario al Tesoro Usa che ha ammesso l’errore ha spiegato che il dipartimento si è reso conto che le società incriminate erano di proprietà di individui diversi rispetto ai Bazzoni che avevano inserito nella lista nera a gennaio.

Insomma, tutto un equivoco. Per Bazzoni però è stata la fine di incubo. “Hanno risolto il problema. Non dovrei essere più coinvolto”, ha detto interpellato telefonicamente dalla Reuters “È stato un errore … per fortuna tutto si è risolto in un paio di mesi”.

Nel 2019, l’amministrazione Trump ha sanzionato la compagnia petrolifera statale venezuelana Petroleos de Venezuela per costringere alle dimissioni del presidente Nicolas Maduro, che accusava di corruzione, violazioni dei diritti umani e brogli per la sua rielezione del 2018. 

L’amministrazione Trump nel suo ultimo giorno carica ha imposto sanzioni a un altro Alessandro Bazzoni, accusandolo di essere stato legato a una rete che tentava di eludere le sanzioni al settore petrolifero venezuelano.

Il Tesoro ha anche inflitto sanzioni alle aziende che si dice fossero legate a Bazzoni, tra cui AMG S.A.S. Di Alessandro Bazzoni & C., con lo stesso indirizzo del ristorante e pizzeria ‘Dolce Gusto’ a Verona, in Italia. La SerigraphicLab di Bazzoni Alessandro, quotata anche dall’Ofac, non ha invece risposto alle richieste di commento via e-mail.

“Alla fine dell’amministrazione Trump stavano facendo molto, molto in fretta con le accuse a Venezuela, Iran e Cina”, ha spiegato alla Cnbc Tim O’Toole, specialista in sanzioni presso lo studio legale Miller & Chevalier. “Quando ti muovi così velocemente, tendi a commettere errori”, ha aggiunto.


Olio da cucina o petrolio? Il ristoratore italiano finito per errore nella black-list Usa

Il tira e molla tra Governo ed Europa sulla manovra non è finito

Alla fine Palazzo Chigi sparge serenità. "L’incontro con il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, si è svolto in un clima di sereno e costruttivo dialogo” sottolinea il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. "Abbiamo affrontato i temi attualmente in agenda dell’Unione economica e monetaria e ci siamo soffermati sugli aspetti della nostra manovra economica che più direttamente riguardano il piano degli investimenti e le riforme strutturali”.

Segue una frase che vorrebbe essere altrettanto distensiva verso l’Europa: “Il Governo italiano sta predisponendo interventi legislativi e avviando progetti di investimento volti a rilanciare la crescita economica e lo sviluppo sociale”. Se sortirà l’effetto desiderato lo si vedrà nei prossimi giorni.

“Noi non siamo la Grecia”

Per il momento il governo si prepara a rispondere alla Commissione europea ma non è disposto a mettere in campo una manovra di restrizione fiscale “suicida”, perché l’Italia – si dice a Roma – non è la Grecia. All’indomani della nuova doccia fredda sui conti italiani, con la revisione al ribasso delle stime di crescita da parte di Bruxelles, è il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, a difendere di nuovo la “bontà” della manovra: in Parlamento e in un nuovo faccia a faccia con lo stesso presidente dell’Eurogruppo.

“Non c’è nulla da temere”

“Abbiamo avuto un confronto sulle rispettive opinioni sulla manovra di bilancio italiana che come voi sapete preoccupa gli stati membri. Noi abbiamo spiegato che queste preoccupazioni non sono fondate sul contenuto reale della nostra manovra di bilancio”, sottolinea alla fine Tria.

L’esecutivo, ha assicurato il ministro, "intende confermare" la manovra "nei suoi pilastri fondamentali" ma nel predisporre la risposta alla Ue, che sarà inviata entro martedì insieme al nuovo Documento programmatico di bilancio, ha bisogno ancora di tempo per valutare se confermare o modificare le stime.

“I termini sono stati posti sempre in modo molto ristretto – ha spiegato Tria – e ci si deve consentire di rispondere in modo documentato ristimando tutte le nostre previsioni e vedere se è necessario cambiarle o confermarle. Se riusciremo manderemo la risposta prima, altrimenti rispetteremo i tempi”. Di certo, però, ha detto chiaramente il titolare dell’Economia, l’esecutivo non rinuncerà a un piano di bilancio espansivo per evitare la procedura di infrazione, perché “vorrebbe dire fare una manovra di restrizione fiscale violentissima, cioè andare a un deficit dello 0,8% che per un'economia in forte rallentamento sarebbe un suicidio. Non credo che la commissione si aspetti una reazione di questo tipo anche se formalmente rispettosa delle regole di bilancio”.

Nessun intervento per le banche

 Il ministro ha anche escluso un intervento sul settore bancario perché al momento “non ci sono le condizioni” e ha annunciato che nelle prossime settimane sarà predisposto il provvedimento per l'attuazione del reddito di cittadinanza, la misura bandiera del Movimento 5 Stelle per cui sono state previste solo le coperture in manovra. così come per la revisione del sistema pensionistico. Per entrambi gli interventi, ha detto Tria, "è previsto un collegato ma anche che si possano utilizzare dei decreti legge per partire”. Il governo resta quindi convinto che sia “necessario attuare una manovra anticiclica” per “uscire dalla trappola della bassa crescita”.

Dialogo costruttivo e polemiche tecniche

Il dialogo “costruttivo” con la Commissione europea va avanti e la dialettica in corso con Bruxelles, ha assicurato, è solo “tecnica”. Il titolare del Tesoro ha definito infatti "non giustificata la stima di deficit al 2,9% nel 2019 anche ammettendo un rallentamento”. “Come in Italia anche in Europa le stime vengono fatte da organismi tecnici che devono essere indipendenti dall'intervento politico dei commissari. Se la polemica c'è – ha osservato Tria – è prettamente tecnica non politica tanto che io ho affermato che questo non mette in discussione il dialogo che stiamo portando avanti con la Commissione Ue. E' inutile alzare i toni”.

Dal canto suo il presidente dell’Eurogruppo ha ricordato che “è interesse di tutti che il dialogo in corso produca risultati positivi. Ci sono dubbi che aleggiano sul mercato sulla strategia finanziaria dell'Italia, portata avanti con una serie di costi per lo stato, le aziende e i cittadini”, ha osservato ancora Centeno sottolineando che la risposta dell’Italia è “una nuova opportunità per togliere tutti i dubbi e riaffermare la fiducia di imprenditori, investitori e partner europei, elemento chiave per la crescita”. “Non ho dubbi dell'impegno dell'Italia per l'euro e per creare una crescita sostenibile ed è essenziale che la legge di bilancio dimostri questo impegno”, ha aggiunto.

Cosa vuol dire lo spread alto

Ad auspicare una soluzione “conciliante” nel dialogo con Ue anche la Banca d’Italia che ha messo in guardia sul rischio spread che può “vanificare tutto l'impulso espansivo atteso dalla politica di bilancio”. “I segnali che gli investitori percepiscono sono importanti", ha sottolineato il vicedirettore generale dell’istituto di Via Nazionale, Luigi Federico Signorini, nel corso dell'audizione sulla manovra di fronte alle commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato. L'aumento dello spread, ha osservato Signorini, "è già costato al contribuente quasi 1,5 miliardi di interessi in più negli ultimi sei mesi, rispetto a quanto si sarebbe maturato con i tassi che i mercati si aspettavano ad aprile: costerebbe oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020, se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati".

Secondo Bankitalia, gli obiettivi di crescita fissati dal governo sono "ambiziosi" mentre, ha messo in guardia l’istituto centrale, "una politica di bilancio espansiva, pur utile in fasi cicliche avverse, non garantisce la crescita nel medio termine e può metterla in pericolo a lungo andare”. Signorini si è soffermato anche sulle misure in materia pensionistica previste in manovra. "L'importo di una pensione eventualmente anticipata dovrebbe essere aggiustato per tener conto del minore montante acquisito e del più lungo periodo atteso di erogazione della pensione. Non rispettando questo criterio, si rischierebbe di compromettere l'equilibrio di lungo periodo del sistema, aggravando l'onere a carico delle generazioni future”.

Critiche anche al condono fiscale contenuto nel dl fiscale collegato alla manovra. "Potrebbero determinare disincentivi all'adempimento regolare degli obblighi tributari”, ha detto Signorini sottolineando che "andrebbero quindi considerate con molta attenzione".

 

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