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Via libera dell’Ue al caricabetterie unico per cellulari e tablet

AGI – Risparmio e sostenibilità. Il maggiore riutilizzo dei caricabatterie aiuterà i consumatori a risparmiare fino a 250 milioni di euro l’anno sull’acquisto di caricabatterie inutili. I caricabatterie smaltiti e inutilizzati equivalgono a circa 11mila tonnellate di rifiuti elettronici all’anno nell’UE.

Sono questi alcuni degli effetti previsti dalle nuove regole sul caricatteria unico, approvate oggi in via definitiva dalla Commissione Europea. Caricabatterie unico sì, ma con un occhio al futuro, quando i fili non saranno più necessari. Per non ripetere gli errori compiuti e il ritardo accumulato la Commissione lavorerà all’armonizzazione della tariffazione senza fili per i dispositivi elettronici e all’interoperabilità basata sugli sviluppi tecnologici.

Il punto di partenza e il caso Apple

Secondo uno studio della Commissione del 2019, la metà dei caricabatterie venduti con i telefoni cellulari nel 2018 aveva un connettore USB micro-B, il 29% aveva un connettore USB-C e il 21% un connettore Lightning, utilizzato da Apple. In totale 13 categorie di dispositivi elettronici dovranno adattarsi entro l’autunno 2024. L’USB-C è già uno standard condiviso nel panorama dei dispositivi mobili.

Tutti i principali produttori di smartphone al mondo, da Samsung a Xiaomi e Huawei, hanno adottato la porta di nuova generazione da qualche anno. La maggior parte dei telefoni Android è dotata di porte di ricarica USB micro-B o è già passata allo standard USB-C più moderno. 

Dunque è Android il sistema più vicino allo standard del legislatore e Apple dovrà modificare il suo attuale sistema di cavo Lightning. Lo scorso autunno, proprio quando è stata presentata la proposta legislativa, proprio Apple ha depositato un documento presso la Commissione con una serie di resistenze.

Dietro le rimostranze di Apple c’è un mercato, quello degli accessori, che vale un sacco di soldi. Secondo i dati di Zion Market Research, gli accessori di terze parti per dispositivi Apple hanno generato un mercato che nel 2019 era stato stimato in 19,9 miliardi di dollari e si prevede che cresca al ritmo del 4,7% l’anno fino a raggiungere i 27,4 miliardi entro il 2026.

Nei 19,9 miliardi non si contano gli accessori firmati Apple. Per il solo terzo quadrimestre del 2021, Cupertino ha registrato entrate per 8,7 miliardi nel comparto che comprende indossabili, smart home e, appunto, accessori. Un anno prima erano a quota 6,4 miliardi.

Secondo Bloomberg, esiste un piano di Cupertino per portare all’adozione della porta USB-C su iPhone 15, in programma per l’autunno del prossimo anno. Il nuovo l’iPad, presentato pochi giorni fa, ha una porta usb-c. Ma i rumors dicono che la vera frontiera di Apple è la ricarica a induzione, quella senza fili.

Le nuove regole nel dettaglio 

Secondo le nuove regole, entro la fine del 2024, tutti i telefoni cellulari, i tablet e le fotocamere nell’Unione europea dovranno essere dotati di una porta di ricarica USB-C. Dalla primavera 2026, l’obbligo si estenderà ai computer portatili.

La nuova legge fa parte di un più ampio sforzo dell’UE volto a ridurre i rifiuti elettronici e a consentire ai consumatori di compiere scelte più sostenibili. Secondo le nuove regole, i consumatori non avranno più bisogno di un caricabatteria ogni volta che acquistano un nuovo dispositivo, perché uno stesso caricabatteria potrà essere utilizzato su tutta una serie di dispositivi elettronici portatili di piccole e medie dimensioni.

Indipendentemente dal produttore, tutti i nuovi telefoni cellulari, tablet, fotocamere digitali, auricolari e cuffie, console per videogiochi portatili e altoparlanti portatili, e-reader, tastiere, mouse, sistemi di navigazione portatili, cuffiette e laptop ricaricabili via cavo, che operano con una potenza fino a 100 Watt, dovranno essere dotati di una porta USB-C. Tutti i dispositivi che supportano la ricarica rapida avranno la stessa velocità di ricarica, il che consentirà agli utenti di ricaricare i propri dispositivi alla stessa velocità con qualsiasi caricabatterie compatibile.

Uniti sulla ricarica wireless

L’obiettivo del caricabatterie unico è dunque stato raggiunto, ma l’obiettivo finale è ottenere “l’interoperabilità delle tecnologie di ricarica wireless entro il 2026, migliorando le informazioni fornite ai consumatori con etichette dedicate. Stiamo anche ampliando la portata della proposta aggiungendo altri prodotti, come i computer portatili, che dovranno essere conformi alle nuove regole”, come ha chiarito Il relatore della legge Alex Agius Saliba.

Non si tratta solo di smartphone, dunque, ma di tutti i dispositivi portatili: Pc, tablet, fotocamere, cuffie e auricolari, console e speaker. La ragione per cui si punta alla interoperabilità delle tecnologie di ricarica wireless è evidente: sono il futuro. In questo senso le aziende tecnologiche si stanno già muovendo verso un sistema universale di ricarica dei dispositivi elettronici (che sta prendendo piede senza alcun intervento ufficiale): lo standard Qi.

Arrivare a questa data con una strategia comune (che vuol dire standard comuni) è uno degli obiettivi dei dei deputati alla Commissione. Insomma si vuole evitare una nuova frammentazione del mercato e i cosiddetti effetti “lock-in”, che si verificano nel momento in cui un consumatore dipende da un singolo produttore, oltre a garantire soluzioni di ricarica convenienti per il consumatore e ridurre i rifiuti ambientali. E fino al 2026?

Dieci anni

Erano dieci anni che il Parlamento e la commissione parlamentare per il mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO) chiedevano una soluzione comune per i caricabatteria, invitando continuamente la Commissione ad agire (la proposta legislativa è stata presentata il 23 settembre 2021). I tentativi di imporre un caricabatterie universale in tutto il territorio europeo risalgono al 2009, quando Apple, Samsung, Huawei e Nokia firmarono un accordo volontario per utilizzare uno standard comune.

Negli anni successivi a questo accordo l’industria dell’elettronica si è uniformata a usare prese micro usb e poi usb-c, riducendo il numero di uscite di ricarica da più di 30 a solamente 3 (micro usb, usb-c e lightning). Tuttavia, per i legislatori europei, questo approccio volontario non ha raggiunto gli obiettivi di sostenibilità ambientale e di risparmio stabiliti inizialmente.

420 milioni di smartphone e tre caricabatteria per ogni europeo

Nel 2020 sono stati venduti negli Stati dell’Unione Europea circa 420 milioni di telefoni cellulari e altri dispositivi elettronici portatili. I consumatori possiedono in media circa tre caricabatteria per telefoni cellulari e ne usano due regolarmente.

Ciononostante il 38% dei consumatori dichiara di aver incontrato difficoltà almeno una volta nel ricaricare il proprio telefono cellulare perché i caricabatteria disponibili erano incompatibili. La situazione è fonte non solo di disagi ma anche di costi per i consumatori, che spendono circa 2,4 miliardi di euro l’anno per acquistare caricabatteria separati non compresi nell’acquisto dei dispositivi elettronici. 

(Articolo aggiornato alle ore 15,15)


Via libera dell’Ue al caricabetterie unico per cellulari e tablet

Lagarde: “Draghi rilancerà l’economia italiana con l’aiuto dell’Ue”

AGI – Mario Draghi saprà “rilanciare l’economia italiana con il sostegno dell’Europa”: è la convinzione espressa dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, in un’intervista al Journal du Dimanche. Il fatto abbia accettato la sfida “di fare uscire il suo Paese dalla crisi economica e sociale mentre l’Italia è il Paese più colpito dalla pandemia nell’area dell’euro è un’opportunità per l’Italia e un’opportunità per l’Europa”, ha osservato Lagarde. “Ho piena fiducia sul fatto che Mario Draghi possa compiere questo compito. Ha tutte le qualità richieste, la competenza, il coraggio, l’umiltà necessaria per riuscire in questa nuova mission: rilanciare l’economia italiana con il sostegno dell’Europa”, ha aggiunto.

Sulle prospettive dell’economia europa “restiamo convinti alla Bce che il 2021 sarà un anno di ripresa”, ha detto la numero uno della Bce, “la ripresa economica è stata ritardata ma non abbattuta. È ovviamente attesa con impazienza”. “Anticipiamo un’accelerazione intorno a metà anno anche se le incertezze persistono”, ha aggiunto, “non siamo al riparo di rischi ancora sconosciuti. Dobbiamo essere lucidi: non ritroveremo prima di metà 2022 i nostri livelli di attività economica pre pandemia”.

La Bce stima che nel 2021 il Pil dell’Eurozona “dovrebbe essere intorno al 4%, forse leggermente sotto. Rappresenterebbe comunque già una crescita molto significativa rispetto al crollo del Pil del 6,8% registrato nell’area dell’euro nel 2020”: lo ha spiegato Lagarde. “Tutto dipenderà dalla politica e dalle campagne di vaccinazioni. Dipenderà anche dalle misure economiche prese dai governi in risposta alle condizioni sanitarie”, ha sottolineato.

“Alla Bce restiamo convinti che il 2021 sarà un anno di ripresa”, ha aggiunto Lagarde, “la ripresa economica è stata ritardata ma non abbattuta. È ovviamente attesa con impazienza”. “Anticipiamo un’accelerazione intorno a metà anno anche se le incertezze persistono”, ha detto la numero uno della Bce, “non siamo al riparo di rischi ancora sconosciuti. Dobbiamo essere lucidi: non ritroveremo prima di metà 2022 i nostri livelli di attività economica pre pandemia”.


Lagarde: “Draghi rilancerà l’economia italiana con l’aiuto dell’Ue”

Pronta la lettera dell’Ue che porterà alla contestazione della manovra

La lettera con cui la Commissione Ue dovrebbe avviare la consultazione con l'Italia per contestare formalmente la manovra è pronta, anche se non è stata ancora presa una decisione sul giorno in cui inviarla al governo. Secondo quanto si apprende a Bruxelles, un'ipotesi è quella di inviare la lettera già domani o dopodomani, anche se per la concomitanza del Consiglio europeo, la Commissione potrebbe decidere di rinviarla al fine settimana. "Abbiamo ricevuto ieri il quadro programmatico di bilancio dell'Italia, come di molti altri paesi. Lo stiamo valutando", ha detto il vicepresidente della Commissione responsabile dell'euro, Valdis Dombrovskis: "Normalmente se richiediamo informazioni addizionali a uno Stato membro lo facciamo entro una settimana", ha aggiunto.
La lettera è il primo passo formale che potrebbe portare alla bocciatura della manovra. Il Patto di Stabilità e Crescita prevede che la Commissione avvii una "consultazione" nel caso sospetti "un'inosservanza particolarmente grave degli obblighi" europei.

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