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Nuove accuse contro Amazon: nei centri britannici 600 ambulanze in 3 anni

Un numero e una testimonianza rinfocolano le accuse contro Amazon per le condizioni di lavoro imposte ai dipendenti. Partiamo dal numero: i 14 centri di distribuzione di Amazon in Gran Bretagna hanno chiesto l'intervento di un'ambulanza per 600 volte negli ultimi tre anni. Si tratta di cifre ufficiali, chieste e ottenuto dal sindacato GMB passando dal Freedom of Information Act, la legge che tutela il diritto di accesso agli atti amministrativi.

Le richieste di soccorso

I soccorsi includono tre chiamate per soccorso a donne in stato di gravidanza, tre per gravi traumi e 14 per problemi respiratori. 115 chiamate sono arrivate dal solo magazzino di Rugeley. Nella cittadina inglese ha sede anche un altro centro di dimensioni simili, quello di Tesco. Dove però – sottolinea il sindacato – nello stesso periodo le chiamate di emergenza sono state appena otto. Secondo GMB, sarebbe la prova che Amazon tratti i dipendenti “come robot”. “Non ho mai visto nulla del genere”, ha affermato il sindacalista Mick Rix. Che ha definito Rugeley “uno dei posti di lavoro più pericolosi della Gran Bretagna" e detto ad Amazon che "dovrebbe vergognarsi”.

L'accusa di una donna incinta

“Ci sono centinaia di chiamate – ha affermato il sindacato – e alcune donne ci hanno raccontato di essere state forzate a stare in piedi dieci ore al giorno”. GMB ha infatti riportato la testimonianza di una fonte, che ha chiesto di rimanere anonima: “Quando ho scoperto di essere incinta, ho chiesto al mio manager di trasferirmi in un altro reparto. Mi è stato detto che non era possibile, che avrei dovuto continuare a raccogliere e smistare i pacchi e a trasportare un pesante carrello, percorrendo chilometri ogni giorno. Dopo un po' – continua la donna – ho detto loro che non potevo più percorrere così tanti chilometri. Ho avuto un incontro con un responsabile della sicurezza e mi è stato anche detto 'non importa quello voglio io ma ciò che vogliono loro'”.

La versione di Amazon

I dati sulle ambulanze sono ufficiali. Quindi da Amazon non è arrivata una smentita. Il gruppo ha però fornito la propria versione al Guardian. Un portavoce ha definito “scorretto suggerire che non ci sia sicurezza sul lavoro sulla base di questi dati e di aneddoti”. “La richiesta di ambulanze – ha proseguito – sono associate soprattutto a problemi personali e non legati al lavoro. Inoltre, le chiamate di soccorso sono state 0,00001 per ora lavorata, che è un livello estremamente basso”. Quanto alle accuse della donna incinta, Amazon ha ribattuto dicendo che “se la salute del dipendente o del bambino sono a rischio a causa del lavoro, cambieremo le mansioni o metteremo la donna in congedo retribuito”. 

Agi News