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Brexit e petrolio mettono le ali alle Borse, Milano la migliore in Europa

AGI – L’accordo imminente sulla Brexit e il forte rialzo del prezzo del petrolio dopo il dato sulle scorte settimanali Usa, mettono le ali ai mercati. Le Borse europee hanno chiuso in deciso rialzo: Milano la migliore con un +1,31%.

A spingere i listini anche l’andamento positivo di Wall Street dopo i dati sui sussidi settimanali di disoccupazione, scesi oltre le attese. A Londra l’indice Ftse 100 sale dello 0,60% a 6.491,60 punti, a Francoforte il Dax avanza dell’1,29% a 13.591,55 punti e a Parigi il Cac 40 guadagna l’1,1% a 5.527,59 punti.

I mercati sono stimolati positivamente anche dal lancio delle campagne di vaccinazione contro il Covid in Europa, che fa ben sperare in un’imminente ripresa economica, dopo l’autorizzazione di lunedì all’immissione in commercio del vaccino Pfizer/BioNTech nell’Ue.

Sullo sfondo restano comunque le incertezze, soprattutto per quanto riguarda l’evoluzione della nuova variante del virus nel Regno Unito, che ha portato alla sospensione dei legami tra il Paese e i suoi vicini europei. 

Sul fronte Brexit, a dieci giorni dalla rottura finale tra Europa e Regno Unito, tutte le opzioni sono ancora sul tavolo anche se diverse fonti parlano di un accordo “possibile” e persino “imminente”. In questo contesto, Piazza Affari è stata la migliore, chiudendo sui massimi di giornata una seduta che ha confermato il recupero iniziato alla vigilia dopo il tonfo di lunedì. 

Quanto al petrolio, il prezzo si è giovato del dato Usa sulle scorte settimnanali che sono calate meno del previsto. Il Wti guadagna il 2,32% a 48,11 mentre il Brent sfonda quota 51 dollari e sale del 2,28% a 51,22. Le scorte settimanali di petrolio negli Stati Uniti sono diminuite per la seconda settimana consecutiva, ma, appunto, meno del previsto. Secondo l’Eia, l’Energy Information Agency, le scorte di greggio sono scese di 600.000 barili a 499,5 milioni di barili a fronte di un calo medio stimato di 3 milioni di barili.  

Il calo è principalmente spiegato dall’aumento delle esportazioni di greggio Usa, che si sono attestate a 3,1 milioni di barili al giorno contro i 2,6 milioni della settimana precedente. Le importazioni sono aumentate leggermente, attestandosi a 5,6 milioni di barili al giorno contro i 5,4 milioni di barili al giorno della settimana precedente.

Anche le riserve di benzina Usa sono diminuite di 1,1 milioni di barili a fronte di aumento previsto di 800.000 barili. Si tratta del primo calo dall’inizio di novembre. Le scorte di distillati (olio combustibile e gas da riscaldamento) sono diminuite di 2,3 milioni di barili, più dei 1,5 milioni di barili che il mercato aveva previsto.


Brexit e petrolio mettono le ali alle Borse, Milano la migliore in Europa

Ora la Brexit complica persino l’accordo commerciale tra Londra e Tokyo

Theresa May questa settimana volerà in Giappone per incontrare il suo omologo nipponico, Shinzo Abe. La speranza della premier britannica era avviare le trattative per un accordo di libero scambio tra Londra e Tokyo. Purtroppo per lei, i tempi appaiono però destinati ad allungarsi a tempo indefinito. Ed è colpa della Brexit. Abe non solo al momento ha altre preoccupazioni (come il missile nordcoreano che ha attraversato lo spazio aereo) ma intende dare priorità a un'analoga intesa bilaterale con l'Unione Europea le cui basi sono state poste lo scorso mese. Non solo. A quanto leggiamo su Politico, Abe, una volta concluso il negoziato con Bruxelles, intende proporre al Regno Unito un accordo sulla sua falsariga.

Theresa May deve aspettare il suo turno

"Ciò potrebbe sembrare grandioso sulla carta, nessun bisogno di iniziare trattative commerciali dal nulla con un modello già pronto", osserva il portale statunitense, "il Giappone è però riluttante a negoziare con il Regno Unito prima che sia chiaro che genere di relazione avrà Londra con il resto d'Europa, un qualcosa che potrebbe richiedere anni. Inoltre, il futuro degli enormi interessi in Gran Bretagna dei costruttori di auto giapponesi è legato direttamente all'accesso del Regno Unito al mercato unico europeo". 

"Il governo giapponese deve reagire a una sensazione di crisi tra le aziende e fare il massimo per raccogliere informazioni e analizzarle, nonché sostenere le aziende giapponesi con la coscienza che l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue avrà un impatto diretto su esse", è la dichiarazione del vicecapo di gabinetto del governo nipponico, Yasutoshi Nishimura.

Tokyo irritata dalle pressioni di Londra

Da Tokyo filtra pure una certa irritazione per le pressioni ricevute da Londra perché la visita di May non si concluda con un nulla di fatto totale, come appare invece quasi scontato. "Non credo ci saranno progressi sostanziali, non abbiamo ancora terminato i negoziati con la Ue, a parte un'intesa a livello politico, e rimangono ancora molte questioni aperte", ha confidato un membro del team di negoziatori giapponesi a Business Insider, rilevando "una certa aggressività" da parte di Londra nel "cercare di forzare un qualche tipo di intesa". Il messaggio che arriva da Tokyo è chiaro, chiosa Politico, "Theresa May deve aspettare il suo turno".

Agi News