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In Germania si attende un’impennata del prezzo della birra

AGI – Pessime notizie per i prezzi della birra. Almeno in Germania, dove a breve potrebbe finire per costare di più a causa della crisi energetica che sta causando un aumento dei prezzi per la produzione di anidride carbonica. La quale, per altro, comincia a scarseggiare. Infatti, “a causa degli attuali prezzi dell’energia, diversi produttori di ammoniaca hanno chiuso i loro impianti perché la sua produzione è diventata non redditizia”, ​​ha affermato il portavoce dell’associazione che raggruppa i principali produttori – la Brewers’ Association – alla rivista economica Business Insider, come segnala l’edizione odierna di Die Zite.

È noto infatti che i produttori di birra hanno bisogno di ammoniaca per produrre anidride carbonica, riferisce il Paìs in un servizio racconta che “la mancanza di ammoniaca porta a una mancanza di quantità di CO₂ che dovrebbero essere acquistate altrove”, cosicché a causa delle scarse quantità disponibili e dei “prezzi notevolmente più cari”, l’aumento dei prezzi della birra finirà con l’essere “molto probabile”.

“L’acido carbonico o l’anidride carbonica sono necessari per la produzione di birra al fine di precomprimere serbatoi e bottiglie, tra le altre cose. Ciò impedisce alla birra di formare schiuma e di entrare in contatto con l’aria”, deteriorandola o alterandola.

Pertanto, secondo il governo federale, la fermentazione della birra produce anidride carbonica più che sufficiente per la birra finita, ma non tutti i birrifici se l’accaparrano, e così quei “birrifici che non fanno propria la CO₂ in eccesso devono acquistarla”, ha annunciato l’associazione degli agricoltori.

Anche se è comunque già dall’aprile scorso che i prezzi della birra sono cresciuti a causa dell’aumento delle materie prime, in seguito alla guerra, alla crisi energetica che ne è seguita e all’incremento dell’inflazione. Un combinato disposto da paura su tutti i fronti.


In Germania si attende un’impennata del prezzo della birra

Il ritorno di Birra Messina. Con un pizzico di sale in più

Quella di Birra Messina è una storia lunga, antica e affascinante. È una storia che si intreccia con quella di quindici siciliani che hanno tenuto duro, superando molte difficoltà, fondando una cooperativa quando lo storico Birrificio Messina ha chiuso i battenti e ora, grazie a Heineken che ha deciso d’investire sull’isola, riescono a riportare un marchio storico (dal 1923) in Sicilia con la produzione di una nuova birra, Birra Messina Cristalli di Sale, e a far conoscere le proprie birre in tutta Italia.

Pronta a essere lanciate su tutto il territorio nazionale è stata presentata in una veste grafica totalmente rinnovata insieme a Birra Messina – disponibili sul mercato da fine marzo –  insieme al flagship store inaugurato nel cuore di Trastevere.

“Il consumatore italiano cerca sempre più le birre che hanno una storia da raccontare autentica e legata al territorio, ma facili da bere se pur con qualche elemento distintivo. In questo contesto non possiamo che essere convinti che Birra Messina e Birra Messina Cristalli di Sale hanno delle forti potenzialità e potranno essere amate e apprezzate su tutto il territorio nazionale, portando lo spirito di una delle Regioni più apprezzate d’Italia” dice Alfredo Pratolongo, “Birra Messina è amata sin dal 1923: oggi è pronta per essere scoperta in tutta Italia, andando a conquistare nuovi consumatori, sia con la ricetta classica sia con una birra totalmente nuova in cui per la prima volta il sale viene usato per conferire finezza, morbidezza e rotondità di gusto”.

Birra Messina è una birra lager 4,7 gradi alcoolici con un colore dorato e brillante e con una schiuma candida, fine e compatta. I malti d’orzo miscelati ai cereali crudi donano un gusto secco e asciutto, bilanciato da una leggera punta di amarezza conferita dal luppolo.

Accanto alla “classica” ricetta, il 2019 vede l’ingresso sul mercato di Birra Messina Cristalli di Sale, pensata per essere un omaggio alla Sicilia. È una lager di puro malto 5 gradi alcolici dal colore dorato, luminoso e con una naturale opalescenza.

I cristalli di sale arrivano dalle saline di Trapani e aiutano a sviluppare la percezione dei sapori in bocca esaltando al palato gradevoli note floreali e sensazioni fruttate. Questa birra è prodotta solo con malti chiari che vengono uniti a un luppolo esclusivo. Birra Messina Cristalli di Sale è una birra bilanciata e strutturata con una delicata punta di sapidità e una grande morbidezza, rotondità e finezza di gusto.

Birra Messina era prodotta a Massafra e continuerà ad essere prodotta a Massafra, mentre la nuova Cristalli di Sale verrà prodotta, nei quantitativi compatibili con il massimo potenziamento possibile della capacità del birrificio, dai soci della Cooperativa Birrificio Messina. La restante parte di Birra Messina Cristalli di Sale – quella che eccede le potenzialità produttive dello stabilimento – verrà prodotta a Massafra.

Quella del Birrificio Messina è una storia di orgoglio e di successo imprenditoriale: un gruppo di 15 siciliani, ricchi di spirito imprenditoriale e amore per il proprio lavoro, che 5 anni fa ha trasformato in opportunità un potenziale problema, costituendo, nel 2013, una cooperativa per continuare a produrre birra con la stessa passione di sempre, anche dopo la chiusura dello storico birrificio, nel 2011.

Grazie ad una partnership con Heineken, annunciata lo scorso gennaio, sono riusciti a riportare un marchio storico (dal 1923) in Sicilia e a far conoscere le proprie birre in tutta Italia. L’accordo tra Heineken e i 15 soci della Cooperativa avrà una durata di cinque anni e prevede sia la produzione della nuova ricetta Birra Messina Cristalli di Sale, introdotta sul mercato da fine marzo, sia la distribuzione delle birre attualmente prodotte nel birrificio attraverso la rete commerciale del gruppo Heineken.

Agi

Dalla birra di Manila all’iPhone turco, Paese che vai prezzo che trovi

Milano è la città più cara al mondo dove passare un fine settimana ma se si vuole organizzare un appuntamento romantico con una cena a due è più costoso andare Zurigo con una media di 73 dollari, contro i 38,6 milanesi. L'idea è affittare un appartamento? Meglio stare alla larga da quelli di San Francisco dove una casa con due camere da letto costa in media 3.449 dollari.

In generale, le città americane stanno diventando più costose ma se si vuole acquistare un prodotto dei brand globali è proprio negli Usa che sono meno costosi rispetto ad altri mercati. Sigarette e birra, invece, costano di più in Australia, Nuova Zelanda e Singapore.

Lo studio sui prezzi globali

Questo tour attravrso i prezzi che si incontrano in 47 città di diversi Paesi del mondo lo 'offre' Deutsche Bank nel suo sesto studio sui costi globali. Uniformando i prezzi in dollari, la ricerca prende in analisi diversi fattori: dal salario medio al costo di una cena, dal prezzo del gasolio a litro all'affitto medio mensile di un appartamento con due camere, fino all'inquinamento e all'assistenza sanitaria. Prendendo in esame i fattori citati, insieme ad altri indici come quelli della criminalità e del potere d'acquisto.

Paese che vai prezzi che trovi

Dove costa di più acquistare un Iphone 7? In Turchia dove il prezzo imposto da Apple è di 1.200 dollari. Si risparmia molto se, invece, si acquista negli Stati Uniti o in Giappone dove con 815 usd si può portare a casa l'ultimo modello di smartphone marchiato con la mela.

Se invece si è a Oslo è bene sapere che due lattine di Coca-Cola costano più che nelle altre città, ben 3,94 dollari. A Kuala Lumpur, invece, le più economiche; si acquistano con soli 0,95 dollari.

Serata al pub con gli amici? A Oslo una pinta di birra costa 9,9 dollari, la più cara delle città prese in esame. Per risparmiare bisognerebbe volare a Manila dove con soli 2,3 dollari ci si può gustare 500ml di birra ghiacciata.

Le scarpe da ginnastica più care si vendono a Copenaghen a 131,3 dollari, in Italia (che si piazza al 20esimo posto in classifica) un paio di scarpe sportive di marca costa in media 98,6 dollari, le più economiche si acquistano, invece, a Mumbai (57,3 dollari).

Restando in tema di sport, un mese di abbonamento in palestra è più caro a Tokyo (129 dollari), metre a Johannesburg (Sud Africa) costa solo 33,6 Usd.

A Londra i mezzi pubblici funzionano bene ma sono decisamente i più cari; un abbonamento mensile costa 174 dollari, a Mumbai si può usufruire del ticket per 30 giorni al costo di 14,6 dollari americani. Invece dei mezzi pubblici si preferisce andare in macchina? Attenzione a fare rifornimento a Hong Kong dove un litro di gasolio costa 1,91 dollari, mentre il carburante è più conveniente si trova a Kuala Lumpur dove un litro di gasolio costa solo 0,47 Usd.

L'Australia e la Nuova Zelanda sono i Paesi che hanno i prezzi più alti per le sigarette: a Melbourne un pacchetto costa 20,7 dollari, segue Sydney (19,2 usd), Auckaland (16,3) e Wellington (15,7 dollari).

Si vive meglio dall'altra parte del mondo

Nella classifica delle città dove si vive meglio stilata dalla Deutsche Bank sono stati presi in esame una serie di parametri. Per la precisione si tratta di 8 variabili:

  1. Potere d'acquisto
  2. sicurezza
  3. sanità
  4. costo della vita
  5. i prezzi delle abitazioni
  6. pendolarismo
  7. inquinamento
  8. clima

Secondo questi parametri, Wellington, in Nuova Zelanda, è la città dove la qualità della vita è più alta, seguita da Edimburgo, Vienna, Melbourne, Zurigo e Copenaghen. Le metropoli come Tokyo (27), NYC (28), Parigi (30), Londra (33),Shanghai (37) e Mumbai (45) sono molto basse in classifica. La colpa? Soprattutto degli elevati costi di vita, crimine, inquinamento e il pendolarismo. Milano si piazza al 29esimo posto.

La top 10 delle città dove si vive meglio

  1. Wellington (Nuova Zelanda)
  2. Edimburgo (Regno Unito)
  3. Vienna (Australia)
  4. Melbourne (Australia)
  5. Zurigo (Svizzera)
  6. Copenhagen (Danimarca)
  7. Ottawa (Canada)
  8. Boston (Usa)
  9. Amsterdam (Paesi Bassi)
  10. Sydney (Australia)

Milan l'è semper un gran (e caro) Milan

Stando alla classifica di Deutsche Bank, Milano è la città più cara al mondo dove trascorrere un weekend, dato che si accompagna con il costo medio più alto per un albergo a 5 stelle (716 dollari). Nel capoluogo lombardo il costo medio di un weekend è pari a 2.092 dollari, seguono Copenaghen, Zurigo, Londra, Stoccolma, Vienna e New York. La città meno cara dove trascorrere il weekend? Istanbul, in Turchia.

  1. Milano (Italia) 2.092 dollari
  2. Copenhagen (Danimarca) 2.006 dollari
  3. Zurigo (Svizzera) 1.926 dollari
  4. Londra (Regno Unito) 1.920 dollari
  5. Stoccolma (Svezia) 1.803 dollari
  6. Vienna (Austria) 1.703 dollari
  7. New York (Usa) 1.664 dollari
  8. Amsterdam (Paesi Bassi) 1.652 dollari
  9. Edimburgo (Regno Unito) 1.649 dollari
  10. Oslo (Norvegia) 1.625 dollari

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