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La mossa di Wizz Air: prezzi dei biglietti più bassi per stimolare la domanda

AGI – Wizz Air abbasserà i prezzi dei biglietti per incoraggiare le persone a volare nei prossimi mesi e per le vacanze invernali: una mossa che potrebbe sbaragliare la concorrenza ma che riporterebbe l’aviolinea in perdita dopo aver registrato un utile trimestrale per la prima volta dall’inizio della pandemia.

La compagnia aerea quotata a Londra ha riportato un utile operativo di 57 milioni di euro nei tre mesi fino alla fine di settembre, e ha riferito che il numero di passeggeri era tornato a livelli quasi normali durante le settimane più trafficate dell’estate.

Non solo Wizz, anche Ryanair e Lufthansa sono tornate agli utili la scorsa estate. Ma l’amministratore delegato della compagnia aerea, Jozsef Varadi, ha fatto sapere che la compagnia avrebbe bisogno di “stimolare la domanda” e quindi ha deciso di tagliare le tariffe.

Con il taglio delle tariffe, e visti i costi delle materie prime, l’ad si aspetta che la società registri di nuovo una perdita operativa di 200 milioni di euro nel trimestre in corso. Non solo, il ‘rosso’ di bilancio potrebbe continuare nel primo trimestre del prossimo anno. Wizz ha registrato una perdita netta di 120,9 milioni di euro per i sei mesi fino alla fine di settembre, la metà della perdita dell’anno precedente. La compagnia aerea ha riportato un profitto di 371,5 milioni di euro nel periodo equivalente del 2019. 


La mossa di Wizz Air: prezzi dei biglietti più bassi per stimolare la domanda

Ita ha cominciato a vendere i biglietti aerei, ma i sindacati sono in rivolta

AGI – È scattato l’atteso avvio della vendita dei biglietti aerei da parte di Ita, primo step concreto della nuova compagnia, che inizierà a volare dal 15 ottobre. Per l’acquisto dei biglietti è attivo il sito www.itaspa.com.

Ita ha anche avviato la campagna di raccolta di candidature per le figure professionali da inserire successivamente nelle aree operative di volo e di terra e in quelle di staff. Il processo di raccolta delle candidature avviene online, attraverso l’ausilio di piattaforme digitali innovative, in linea – come già sottolineato in precedenza – con “i valori e la strategia” della compagnia, che punta sulla digitalizzazione dei processi aziendali “per sviluppare un’organizzazione flessibile e snella“.

Ma l’avvio degli incontri tra la nuova compagnia aerea Ita e i sindacati è tutti in salita. Cgil Cisl Uil e Usb parlano di “alcuni fatti politici di enorme rilievo e con ricadute terribili oggi sul personale Alitalia (o meglio ex Alitalia) e a breve, se non verranno fermati, su milioni di lavoratori italiani”. 

“C’è stato un primo confronto con i vertici di Ita, abbiamo acquisito le prime anticipazioni sullo scenario. Per noi diventa urgente salvaguardare i posti di lavoro, le professionalità, le competenze. La nuova società deve restare nel perimetro del Contratto nazionale di lavoro” ha detto Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, sottolineando la necessità che il governo faccia un “passo in avanti per avviare un confronto”.

Secondo l’Unione sindacale di base (Usb), il punto politico principale “è che una compagnia a capitale completamente pubblico si sganci dal contratto di settore Assoaereo, come fece la Fiat quando uscì da Confindustria, decidendo quindi di avere mano libera su tutto: dalla gestione dei licenziamenti, al nuovo contratto collettivo di lavoro, alle politiche aziendali, senza alcun laccio e lacciuolo che la leghi al rispetto perlomeno di quei diritti e quelle conquiste acquisite negli anni dai lavoratori del settore”.

E insiste: “Così un’azienda pubblica apre la strada al nuovo modello industriale basato sulla macelleria sociale”.  “È evidente – spiega l’Usb – come una tale scelta stia maturando dentro un quadro economico e politico dettato da quella dottrina europea, oggi sdoganata da Draghi, che vuole lo Stato impegnato a favorire unicamente la crescita dei ‘campioni’ industriali e contemporaneamente determinato ad abbandonare quelle aziende non ritenute tali o che sono su mercati appetibili – cioè possibile merce di scambio a livello europeo – che quindi per definizione non hanno titolo a essere sostenute. Il paradosso, ma non lo è poi tanto in questa ottica, è che sia proprio una azienda oggi tutta pubblica a mettere in atto processi che, cosi’ come sono stati annunciati, non possono che portare alla definitiva conclusione della gestione pubblica del trasporto aereo nel Paese, anche facendo vera macelleria sociale di chi nel settore lavora”.

 


Ita ha cominciato a vendere i biglietti aerei, ma i sindacati sono in rivolta

Il costo per i trolley in cabina introdotto da Ryanair vale anche sui biglietti già emessi

Una compagnia low cost sempre meno low cost, Ryanair ha annunciato che dal primo giorno di novembre entrerà in vigore la loro nuova politica sui bagagli. La situazione per chi vorrà viaggiare a prezzi stracciati (o a prezzi vagamente più onesti rispetto a quelli esorbitanti di altre compagnie, bisogna vedere da che punto di vista viene vista la vicenda) sarà la seguente: se si vorrà portare a bordo un secondo bagaglio, più grande rispetto a quello a mano, ormai tarato sulla grandezza dello spazio sottostante il sedile, si avranno due possibilità: o acquistare il classico imbarco prioritario che prevede un sovrapprezzo di 6-8 euro, del quale però possono usufruire 95 passeggeri sui 189 totali; oppure far viaggiare la valigia nella stiva pagando in più tra gli 8 e i 10 euro.

Il tutto non farà piacere ma rientra nelle facoltà dell’azienda scegliere i prezzi dei propri voli, se non fosse che la nuova politica riguarda anche chi ha già prenotato un biglietto per aerei che decollano dopo il primo novembre e che quindi si sono visti recapitare tramite email l’avviso del prezzo aumentato di un biglietto già acquistato, ben prima dell’annuncio della compagnia. Una nuova policy applicata retroattivamente. Una decisione che chiaramente sta facendo infuriare gli utenti che stanno portando avanti una protesta serrata tra i commenti ai post della compagnia su Facebook. Una compagnia che parlando con il Corriere della Sera si difende così: “La novità consentirà di eliminare i ritardi e ha costi più bassi per i bagagli in stiva”, spiega un portavoce di Ryanair. “La metà dei passeggeri salirà con la doppia valigia visto che avrà acquistato il “Priority boarding”.

E a chi ipotizza ricavi ulteriori l’azienda replica che “dal momento che per l’oggetto in stiva si pagherà di meno — da 25 euro per quello da venti chili a 8 euro per quello da dieci — i ricavi da questa voce caleranno”. Un’analisi del Corriere sui bilanci stima invece che gli introiti aggiuntivi si aggireranno sui 500 milioni di euro l’anno nel 2019-2020. Sul tema entra in gioco nuovamente una vecchia conoscenza di Ryanair, l’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato), contro la quale la compagnia si era già scontrata a gennaio quando aveva introdotto una nuova policy, sempre sui secondi bagagli più grandi, che sarebbero finiti in stiva gratuitamente per tutti quelli non in possesso di un biglietto prioritario. Anche quel provvedimento venne applicato in maniera retroattiva, costringendo in molti ad integrare un biglietto già comprato con il sovrapprezzo della Priority. In quel caso, dopo numerosi ricorsi, la compagnia, per evitare di pagare sanzioni, ha deciso di rimborsare il costo del supplemento ad un tot di passeggeri, che dovrebbero aggirarsi tra le 30 e le 50 mila unità, la cifra non è mai stata confermata.

Ora una nuova scelta altamente impopolare potrebbe di nuovo mettere alle strette Ryanair e da aspettare c’è solo la reazione delle autorità, dopo quella evidentemente arrabbiata dei loro utenti.

Agi News