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Ci si aspetta un boom di acquisti per il Black Friday 

Attesa per il Black Friday che scatterà il prossimo 29 novembre, ma tutta la settimana sarà caratterizzata da sconti e promozioni speciali legate all’evento. Si punta a vendite record: si tratta ormai di un fenomeno in ascesa esponenziale anche in Italia ed e’ diventato un modo per anticipare lo shopping natalizio. Secondo il Codacons quest’anno il giro d’affari salirà a 2 miliardi di euro, con un +20% sul 2018.

La parte del leone la farà ancora una volta l’e-commerce, con 1,4 miliardi di euro di transazioni online, e in totale saranno coinvolti circa 17 milioni di italiani, con un aumento del +13% di acquirenti rispetto allo scorso anno e una spesa procapite che si attestera’ sui 117 euro. In base alle stime dell’associazione, quest’anno un regalo di Natale su 3 sarà acquistato proprio durante questa settimana.

Per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, “se si mantiene il trend degli ultimi anni, le vendite on line saliranno del 25,8% rispetto al novembre 2018, quando già si era registrato un incremento quasi da primato. Un balzo che si collocherebbe al terzo posto delle crescite tendenziali più alte mai state registrate dall’Istat, ossia dal 2016, considerato che le serie storiche cominciano nel gennaio 2015”.

L’osservatorio mensile di Findomestic, società di credito al consumo del Gruppo Bnp Paribas stima che tre italiani su quattro, quindi il 75%, ha intenzione di fare acquisti durante il Black Friday, il 39% in più di chi ha acquistato almeno un prodotto nel 2018. Sono soprattutto i residenti nel Centro (77%) e Sud Italia (80%) a dirsi pronti a spendere venerdì prossimo.

Secondo l’Osservatorio, realizzato in collaborazione con Doxa, oltre la metà degli intervistati (52%) prevede di spendere fino a 300 euro. Il 41% di chi ha intenzione di fare acquisti li farà anche per conto di altri e l’avvicinarsi delle festivita’ di fine d’anno e’ uno dei motivi che porta a prevedere una spesa tra i 300 e i 500 euro da parte di 1/4 degli italiani mentre il 13% spenderà da 500 a 1.000 euro. 

Agi

Cosa ci aspetta con la procedura di infrazione 

La Ue ha deciso di raccomandare ai governi europei l’avvio per l’Italia di una procedura per deficit eccessivo causata dal mancato rispetto della regola del debito, un percorso mai applicato prima. Finora Bruxelles è intervenuta solo per raccomandare semplici procedure per deficit eccessivo. Il criterio del debito, aggravato dalla mancata riduzione del deficit strutturale, rischia di metterci nella scomoda posizione di “sorvegliati speciali” per un lungo periodo di tempo. Ma cosa succederà ora?

L’Italia avrà un mese di tempo per negoziare con Bruxelles

A partire da oggi per l’Italia si apre una ‘finestra’ di circa un mese per trattare con Bruxelles e dimostrare buona volontà. In pratica i governi europei avranno tempo fino a luglio per decidere sulla raccomandazione ‘tecnica’ della Commissione.

Più nel dettaglio essi dovranno esprimersi sulla necessità di aprire o meno una procedura di infrazione sul debito. Il primo gradino è il pronunciamento del Comitato economico e finanziario, l’organismo che raggruppa i direttori generali dei vari ministeri delle Finanze. Della questione discuteranno i ministri delle Finanze dell’area euro e della Ue nel doppio appuntamento Eurogruppo-Ecofin del 13 e 14 giugno a Lussemburgo, ma la sede in cui i governi prenderanno una decisione è quella dell’Ecofin, del 9 luglio, a cui spetta la parola finale sull’avvio della procedura.

Nel frattempo il nostro governo dovrà proporre misure concrete per ridurre il deficit strutturale. Un atto di buona volontà sarebbe una manovra correttiva che anticipi la legge di Bilancio per il 2020 che vedrà la luce entro fine anno. Un’altra richiesta potrebbe essere quella di rinviare tutto a settembre, in presenza di impegni aggiuntivi del nostro governo.

Il commissario Ue, Pierre Moscovici, ha già detto che la Commissione europea può cambiare la sua posizione sulla possibile procedura di infrazione contro l’Italia qualora emergessero nuovi elementi. “La mia porta è sempre aperta”, ha spiegato precisando che tocca all’Italia indicare la strada per evitare la procedura. La trattativa potrebbe anche prolungarsi fino a fine anno, oppure prendere un brutta piega già in estate, nel caso in cui non si arrivasse a un accordo.

Avvio ufficiale della procedura di disavanzo eccessivo causata dal debito

Si tratta di un percorso inedito, mai applicato a nessun altro Paese europeo, che prevede vari step. In primo luogo uno status di ‘sorvegliato speciale’ per l’Italia, con ispezioni ogni tre-sei mesi per verificare che le azioni richieste per rientrare dalla “deviazione significativa” siano effettivamente messe in pratica.

Il governo italiano e Bruxelles dovranno quindi concordare tempi e modi di un percorso di rientro dei nostri conti pubblici. La correzione, poiché riguarderà il debito e non il deficit annuale, dovrà dispiegarsi su un arco temporale di diversi anni, non meno di tre, o anche più a lungo. In caso di mancato accordo, di risultati insufficienti o addirittura di scontro, da Bruxelles potrebbe arrivare la richiesta di un nuovo piano di rientro.

In caso di ulteriore mancato accordo, dalla commissione arriverebbero altre raccomandazioni, stavolta più dure e sanzionatorie nei nostri confronti, tra cui l’obbligo di un deposito infruttifero, pari allo 0,2% del Pil (circa 3,5 miliardi di euro), convertibile in multa in caso di reiterata mancata correzione del disavanzo eccessivo.

Tra le sanzioni non è da escludere la sospensione dei fondi di coesione europei. In caso di ostinata inosservanza delle raccomandazioni, le sanzioni potrebbero crescere ulteriormente. 

Agi