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Intelligenza artificiale e automazione: Esplora le ultime tendenze, innovazioni e implicazioni etiche dell’IA e dell’automazione nel mondo moderno

Intelligenza artificiale e automazione: Esplora le ultime tendenze, innovazioni e implicazioni etiche dell’IA e dell’automazione nel mondo moderno

L’intelligenza artificiale (IA) e l’automazione stanno trasformando il nostro mondo ad un ritmo senza precedenti. Queste tecnologie stanno rivoluzionando settori come la produzione, l’assistenza sanitaria, il trasporto e la comunicazione, portando a un’enorme crescita economica e a miglioramenti nella qualità della vita. Tuttavia, le implicazioni etiche e sociali di queste tecnologie suscitano anche preoccupazioni e dibattiti. In questo articolo, esploreremo le ultime tendenze, innovazioni e implicazioni etiche dell’intelligenza artificiale e dell’automazione nel mondo moderno.

  1. Quali sono le ultime tendenze nell’intelligenza artificiale e nell’automazione? Le ultime tendenze nell’IA e nell’automazione includono l’apprendimento profondo (deep learning), la computer vision, il processamento del linguaggio naturale (NLP), i robot collaborativi e le reti neurali generative. Queste tecnologie stanno dando vita a nuove applicazioni in una vasta gamma di settori, come la diagnosi medica, la guida autonoma, l’assistenza clienti e la creazione di contenuti.
  2. Quali sono alcune innovazioni recenti nell’intelligenza artificiale e nell’automazione? Alcune innovazioni recenti nell’IA e nell’automazione includono algoritmi di apprendimento non supervisionato che consentono alle macchine di imparare autonomamente, modelli di linguaggio di grandi dimensioni come GPT-4 e BERT, e sistemi di intelligenza artificiale ibridi che combinano diverse tecniche di apprendimento per risolvere problemi complessi. Queste innovazioni stanno spingendo i confini di ciò che l’IA e l’automazione possono fare e rendendo queste tecnologie sempre più sofisticate ed efficaci.
  3. Quali sono le implicazioni etiche dell’intelligenza artificiale e dell’automazione? Le implicazioni etiche dell’IA e dell’automazione riguardano questioni come la responsabilità delle decisioni prese dalle macchine, il rispetto della privacy dei dati degli utenti, l’impatto sull’occupazione e la concentrazione del potere nelle mani di poche aziende tecnologiche. Queste questioni sollevano preoccupazioni sulla giustizia, l’equità e la dignità umana in un mondo sempre più dominato dalle macchine.
  4. Come possono essere affrontate le preoccupazioni etiche relative all’intelligenza artificiale e all’automazione? Le preoccupazioni etiche relative all’IA e all’automazione possono essere affrontate attraverso la regolamentazione, la trasparenza nel funzionamento degli algoritmi, la formazione di professionisti dell’IA con competenze etiche, e la partecipazione di una vasta gamma di stakeholder nel processo decisionale relativo all’uso di queste tecnologie. Inoltre, è importante promuovere la ricerca interdisciplinare e lo sviluppo di linee guida etiche per garantire che l’IA e l’automazione siano utilizzate in modo responsabile e sostenibile.
  5. Quali settori sono maggiormente influenzati dall’intelligenza artificiale e dall’automazione? Settori come produzione, assistenza sanitaria, trasporti, finanza, agricoltura e educazione sono tra i più influenzati dall’intelligenza artificiale e dall’automazione. Queste tecnologie stanno migliorando l’efficienza, riducendo i costi e aumentando la sicurezza in molti di questi settori, ma allo stesso tempo possono causare disoccupazione e cambiamenti nella natura del lavoro.
  6. Come l’intelligenza artificiale e l’automazione influenzano il mercato del lavoro? L’IA e l’automazione hanno il potenziale di eliminare alcuni posti di lavoro, specialmente quelli che implicano compiti ripetitivi o manuali. Tuttavia, queste tecnologie possono anche creare nuove opportunità di lavoro, come posizioni specializzate nel campo dell’IA e dell’automazione, e possono aumentare la domanda di competenze come la creatività e la pensiero critico. Il vero impatto sul mercato del lavoro dipenderà da come le società si adattano a questi cambiamenti e investono nella formazione e nella riqualificazione dei lavoratori.
  7. Quali sfide tecniche devono ancora essere superate nell’intelligenza artificiale e nell’automazione? Alcune delle principali sfide tecniche nell’IA e nell’automazione includono la comprensione del contesto e del senso comune, l’apprendimento continuo che permette alle macchine di adattarsi ai cambiamenti nel tempo, e la sicurezza dei sistemi di intelligenza artificiale. Superare queste sfide richiederà ulteriori progressi nella ricerca e nello sviluppo di nuovi algoritmi e architetture.
  8. Qual è il ruolo dell’etica nell’educazione e nella formazione dei professionisti dell’intelligenza artificiale? L’etica svolge un ruolo cruciale nell’educazione e nella formazione dei professionisti dell’IA. Gli sviluppatori e i ricercatori devono essere consapevoli delle implicazioni etiche delle loro creazioni e delle decisioni che prendono riguardo all’uso delle tecnologie di intelligenza artificiale. Integrare l’etica nella formazione aiuterà a garantire che gli esperti di IA siano in grado di valutare le conseguenze delle loro scelte e di sviluppare soluzioni che rispettino i valori umani e promuovano il bene comune.
  9. Quali sono le principali preoccupazioni in materia di privacy nell’uso dell’intelligenza artificiale? Le principali preoccupazioni in materia di privacy riguardano la raccolta, l’archiviazione e l’utilizzo dei dati personali da parte dei sistemi di intelligenza artificiale. Questi sistemi spesso richiedono grandi quantità di dati per funzionare in modo efficace, il che può portare a violazioni della privacy se non adeguatamente protetti e gestiti. Altre preoccupazioni includono il profilo degli utenti e l’identificazione delle persone attraverso tecniche di IA, come il riconoscimento facciale, che possono essere usate per scopi invasivi o discriminatori.
  10. Come possiamo garantire che l’intelligenza artificiale e l’automazione siano accessibili e benefiche per tutti? Per garantire che l’IA e l’automazione siano accessibili e benefiche per tutti, è importante promuovere la democratizzazione dell’accesso a queste tecnologie attraverso programmi educativi e risorse disponibili per una vasta gamma di persone. È inoltre essenziale lavorare per ridurre il divario digitale tra paesi e comunità sviluppati e in via di sviluppo, e per garantire che le soluzioni basate sull’IA e sull’automazione siano equamente distribuite e non esacerbino le disuguaglianze esistenti.

L’intelligenza artificiale e l’automazione stanno cambiando rapidamente il nostro mondo, portando innovazioni e sfide in molti settori. Le implicazioni etiche e sociali di queste tecnologie devono essere attentamente considerate e affrontate per garantire che i benefici siano condivisi da tutti e che non si creino nuove disuguaglianze o violazioni dei diritti umani. Continuando a esplorare e discutere queste questioni, possiamo lavorare insieme per costruire un futuro in cui l’IA e l’automazione siano usate in modo responsabile e sostenibile.



Intelligenza artificiale e automazione: Esplora le ultime tendenze, innovazioni e implicazioni etiche dell’IA e dell’automazione nel mondo moderno

Una startup da 3 miliardi sta facendo vincere alla Cina la partita dell’intelligenza artificiale

Se il predominio cinese nell’intelligenza artificiale è sempre più tangibile lo si deve anche a una start up di Hong Kong specializzata nel riconoscimento facciale: si chiama Sense Time. Nata nel 2014 dall’idea di un ambizioso professore universitario, Tang Xiaoou, è stato però un suo ex allievo, Xu Li, 40 anni, a lanciarla due anni dopo, diventandone Ceo.

Ha appena ricevuto un finanziamento di 600 milioni da una cordata di investitori (tra cui Temasek e Suning) guidata da Alibaba, raggiungendo così il valore di 3 miliardi di dollari; pochissime società statunitensi riescono a valere tanto basandosi quasi unicamente sul riconoscimento facciale, che in Cina ha conosciuto un vero boom. La società gode anche del sostegno di altri investitori, tra cui il colosso americano dei processori, Qualcomm, e il gigante cinese del real estate, Dalian Wanda. Ha clienti in tutto il mondo (oltre 400) e si sta espandendo in altri settori, come il deep learning e la guida autonomia, scrive il Financial Times.

Il cliente più grande? Ovvio: il governo cinese (30% del portfolio, scrive Quartz), che punta a trasformare l’AI in una industria da 150 miliardi di dollari entro il 2030, e dal quale Sense Time ha ottenuto pieno accesso ai dati dei cittadini. Non c’è solo questo: la Cina ha già assunto una posizione dominante nel mercato mondiale della videosorveglianza, e sta conducendo vari esperimenti che utilizzano il riconoscimento facciale per tracciare ogni movimento della popolazione. Dei giorni scorsi la notizia dell’arresto di un uomo sospettato di reati economici individuato dalle forze dell’ordine durante un concerto pop a Nanchang, nella Cina sudorientale, in mezzo a 50mila persone.

In Cina si contano già 176 milioni telecamere di sicurezze, con un incremento annuale del 13% dal 2012 al 2017; un dato che fa impallidire il 3% che ne scandisce la crescita a livello globale.

Sense Time, che in comune con i suoi principali rivali, Megvii e Yitu, ha l’altissimo valore di mercato, non è l’unica società ad avere avviato sperimentazioni con le forze di polizia. Nel febbraio scorso, in occasione del consueto esodo di massa per i festeggiamenti del Capodanno lunare, la polizia ferroviaria di Zhengzhou (capoluogo della provincia dello Henan) arrestò sette ricercati e altri 26 truffatori in possesso di falsi documenti. Sugli occhiali degli agenti era stata montata una mini telecamera in grado di realizzare uno screening di massa quasi perfetto. Il dispositivo era stato realizzato da LLVision Technology Co.

Il ministero per la Pubblica Sicurezza nel 2015 ha lanciato un piano che punta a creare un sistema in grado di collegare in pochissimi secondi il volto di ciascun cittadino con la foto identificativa: un database utilizzato per motivi di sicurezza ma le cui immaginabili conseguenze in termini di privacy per i cittadini ha già sollevato molti dubbi.

Nella corsa a immagazzinare i dati degli utenti, inestimabile tesoro da usare in vari ambiti, dalle campagne pubblicitarie al sistema di credito sociale, il programma di rating che assegna un voto alle attività online dei cittadini e delle imprese, Alibaba, Tencent e Baidu da tempo trasferiscono alle forze dell'ordine le tracce elettroniche degli utenti, dalle chat agli acquisti online.

Il riconoscimento facciale – tema caldo in questi giorni con l’arrivo della controversa tecnologia su Facebook in Europa – sta rivoluzionando anche altri settori, dal retail banking ai pagamenti online.

Pochi cinesi hanno probabilmente sentito parlare di Sense Time. Che però di loro sa tutto. Se entri al negozio di Suning, il colosso dell’elettronica cinese (quello che ha comprato l’Inter), è possibile che una telecamera di sicurezza stia registrando ogni tuo movimento: dentro c’è un software di Sense Time.

Se apri Rong360, un’app molto popolare in Cina che serve a farsi prestare soldi da altra gente (il cosiddetto “peer-to-peer lending”: un sistema di crowdfunding individuale che sopperisce alla carenza del credito finanziario), ti verrà chiesto di fare login con il riconoscimento facciale.

Chi lo sviluppa? Sense Time. Potrebbe poi venirti voglia di farti un video e mandarlo agli amici utilizzando Snow, app simile a Snachap, indossando occhiali per la realtà aumentata – fatti da Sense Time. Dalle prigioni ai grandi magazzini, Xu Li corteggia pubblico e privato (tra i suoi clienti figura anche Walmart).

Mentre continuano le schermaglie commerciali tra le due principali economie del mondo (stando a un rapporto di Rhodium Group, gli investimenti diretti cinesi negli Stati Uniti sono calati del 35% nel 2017; flessione da imputare in parte ai controlli delle autorità di Pechino sul movimento di capitali, ma soprattutto alle attività di interdizione esercitate dall’agenzia Usa sugli investimenti esteri: Cfius), uno dei settori nei quali Washington teme di perdere l’egemonia è proprio l’intelligenza artificiale.

Il rivale asiatico potrebbe avere già vinto, a partire dal settore militare. L’innovazione è il terreno in cui si consuma uno scontro più ampio: la Cina ha già scavalcato il Giappone come seconda potenza al mondo per brevetti internazionali, e l’Onu prevede il sorpasso sugli Usa in tre anni. Donald Trump, per sabotare le ambizioni del presidente cinese Xi Jinping, ha lanciato una dura rappresaglia contro i prodotti tecnologici. Il bersaglio è il Piano Made in China 2025, il programma di innovazione manifatturiera del gigante asiatico. Pechino ha risposto con controdazi che colpiscono la base elettorale del presidente americano. 

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