Stx-Fincantieri, ecco l’accordo che chiude la querelle e soddisfa tutti (per ora)

Fumata bianca nella trattativa tra Italia e Francia sui cantieri di Saint-Nazaire: l’affaire Stx-Fincantieri sembra essersi risolto con un accordo fatto di compromessi diplomatici, più che economici, che mira a salvare la faccia dei due contendenti, dopo un’estate di rappresaglie giocate sulla linea Maginot alpina della cantieristica navale.  La conferma viene da fonti del Tesoro che, come si legge sul sito di Rai News, spiegano che "l'intesa raggiunta è migliorativa rispetto a quella precedente sotto tutti i punti di vista".

L'intesa tra Italia e Francia
 

A Fincantieri disponibilità del 51%

"Fincantieri avrà la disponibilita' diretta del 51% così da avere pieno controllo nella governance aziendale, cosa che non era stata concessa nella precedente formulazione dell'intesa", spiegano le stesse fonti che ricordano che prevedeva per Fincantieri il 48%, mentre il 4% "era destinato a un'istituzione finanziaria italiana".

All'Italia presidente, Ad e maggioranza in consiglio

"La società italiana – affermano le fonti – avrà inoltre presidente, amministratore delegato e maggioranza in consiglio attraverso il casting vote. La maggioranza – proseguono – è frutto di un prestito dell'1% che il Governo potrà revocare solo a condizione di un inadempimento di Fincantieri rispetto agli impegni presi". 

Il piano presentato al vertice Gentiloni-Macron

Ufficialmente, scrive ancora Rai News, il piano d’intesa tra Francia e Italia sui cantieri di Saint-Nazaire sarà presentato oggi, in un vertice intergovernativo tra Macron e Gentiloni a Lione. Come spiegano ancora fonti ministeriali, "sbloccata la vicenda Stx si potrà procedere a studiare la costruzione di un campione mondiale nel settore navale, civile e militare, attraverso una partnership paritetica tra Italia e Francia". 

Francia avrà potere di blocco

Secondo quanto anticipato oggi dalla stampa italiana, "agli italiani andrebbe il 50 più uno nella plancia di comando e ai francesi il diritto di veto su diverse questioni strategiche, compreso gli assetti occupazionali. In altre parole la guida operativa sarebbe italiana, ma ai francesi spetterebbe un potere di blocco che sarebbe esercitato dall’Ape, l’Agence des partecipations de l’Etat", come riportato dalla Stampa.

Il gruppo di lavoro ad hoc

Secondo Il Sole 24 Ore, "i dettagli della nuova governance di Stx così come i confini dell’accordo militare dovranno essere definiti da un apposito gruppo di lavoro del quale dovrebbero far parte azionisti e società coinvolte (Stx, Fincantieri, Naval Group). Al gruppo spetterà il compito di dettagliare, in un tempo stabilito, il percorso che sostanzia la volontà di procedere a un’alleanza nel militare, secondo la traccia già manifestata a inizio agosto dalla riunione ministeriale Italia-Francia. Sarà il gruppo ad hoc a disegnare il perimetro dell’alleanza paritaria, che terrà conto, da un lato, del “peso” di Fincantieri, la quale, numeri alla mano, si è dimostrata più profittevole di Stx e Ng e capace di imporre sui mercati internazionali il suo modello di fregata Fremm a dispetto della versione francese di NG, e, dall’altro, dovrà salvaguardare le specificità delle due aziende".

Marcegaglia: "Macron sia europeista con i fatti"

Una fonte, riportata da Libération, afferma che l’Eliseo è “ragionevolmente ottimista che ci sarà un accordo che soddisferà entrambe le parti, che saranno equilibrate". Mentre il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha detto: “Comprendiamo gli interessi degli altri purché non siano a danno di altri. Le regole vanno applicate tra Europa e mondo esterno e non tra Paesi europei”. Emma Marcegaglia, numero uno di BusinessEurope, leggiamo sul Sole 24 Ore, di aspettarsi “una buona soluzione, con una maggioranza da parte di Fincantieri e una governance che garantisca la Francia. Però agli europeismi di facciata di Macron devono seguire i fatti”.

Rinviata 'partita' Tim-Vivendi

La partita Stx-Fincantieri è così centrale, nelle strategie del governo Gentiloni, che altri dossier sono rimasti in sospeso. Come ricostruito da Repubblica, "soltanto domani l'unità di crisi di Palazzo Chigi deciderà se contestare al colosso francese dei media Vivendi la mancata comunicazione della conquista di Telecom Italia. La legge 56 del 2012 – questa l'ipotesi accusatoria – imporrebbe la notifica al governo italiano una volta raggiunto il controllo di fatto di Telecom. A quel punto, Vivendi avrà 90 giorni di tempo per giustificare la sua condotta. Mentre sempre Vivendi è chiamata dal Garante per le Comunicazioni a scegliere fra Tim e Mediaset, di cui ha il 28,8% delle azioni e il 29,9 per cento dei diritti di voto".

 

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