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Bitcoin vola a prezzi record e in Cina diventa un business

Roma – Il prezzo del bitcoin vola e oggi ha toccato quota 870 dollari, il livello più alto degli ultimi tre anni, dal grande tracollo del febbraio 2014. Il più grande produttore di bitcoin al mondo è la Cina, dove si concentra il 50% di questa criptovaluta (valuta virtuale che si ottiene con un processo chiamato 'mining' e si spende attraverso l'impiego di sofisticati software). Si è parlato spesso di una passione per i bitcoin, quella cinese, nata perché rappresenterebbero un modo per aggirare i limiti sull’esportazione di capitale. Cristiano Esclapon, presidente di Cryptoclub, in un’intervista a Agi China smentisce questo luogo comune sostenendo che la maggior parte dei cinesi che operano in bitcoin, infatti, lo fa per business. 
 
 
Signor Esclapon, oggi il più grande produttore di bitcoin è la Cina, dove si concentra il 50% delle attività di mining. Qual è l’identikit del cinese che compra bitcoin?
 “Da un lato, vi sono probabilmente cinesi che investono nella criptomoneta per aggirare i vincoli sull’export di capitale, ma sono in minoranza, altrimenti il prezzo del bitcoin sarebbe schizzato ben oltre questi prezzi a causa della domanda. La maggior parte di coloro che investono in bitcoin lo vedono come un vero e proprio business”.
 
Quindi dietro all'aumento del prezzo della moneta non c'è la spinta di investitori cinesi alla ricerca di un mezzo per aggirare le restrizioni sui movimenti di capitali all'estero?
“Non sarebbe saggio per i cinesi usare il bitcoin per esportare il capitale: verrebbero immediatamente intercettati. La criptomoneta, infatti, è anonima ma tracciabile come dimostra il sito Blockchain.info dove sono disponibili le informazioni in tempo reale su tutte le transazioni effettuate, incluso il portafoglio di provenienza e quello di destinazione, oltre alla quantità. Anche se non è pubblico il nome di chi ha effettuato il pagamento per garantire il diritto alla privacy, in caso di attività illegale le forze dell’ordine possono utilizzare il bitcoin come strumento di indagine, come nel caso del sito Silk Road, mercato online delle droghe, chiuso dall’FBI nell’ottobre del 2013". 
 
Perché in Cina si fa business con i bitcoin?
"Per guadagnare acquistando e vendendo bitcoin, bisogna vivere in un Paese dove l’elettricità costa poco perché in eccesso. Bisogna essere competitivi sul prezzo dell’energia. Gli altri due fattori da considerare sono l’ammortamento macchinari (Miner, computer necessari per l’operazione di verifica della correttezza di un’operazione, ndr) e il costo del raffreddamento dei medesimi. Vivere vicino alla fabbrica che produce il macchinario  – e la più famosa si chiama Miner S9 e viene prodotta in Cina – è quindi un altro elemento di vantaggio, perché si riduce il costo dell’ammortamento. La Cina ha una grande potenza di calcolo, ma i cinesi non vogliono dominare troppo il 'mining': ciò inciderebbe in maniera negativa sul bitcoin. La valuta virtuale potrebbe essere in futuro la company che regola gran parte dei pagamenti mondiali. Ciascun paese dovrebbe iniziare a comprare la moneta digitale del futuro”.

 
Facciamo un passo indietro. Il picco di oggi, 870 dollari, seppur lontano dal record del 4 dicembre 2013 (1147 dollari) è il valore massimo raggiunto dal bitcoin dalla grande crisi del febbraio 2014. A cosa è dovuto?
"Si tratta soprattutto di un rialzo strutturale. Dobbiamo considerare la natura anti-inflazionistica della criptomoneta la cui circolazione è limitata a priori. L’offerta del bitcoin, che viene scambiata online e che non ha una banca centrale alle spalle, ogni 4 anni si dimezza e il prezzo è tendenzialmente sempre in crescita. A stabilirlo è il protocollo pubblicato il 31 ottobre del 2008, secondo il quale il massimo numero di bitcoin che potranno essere messi in circolazione nel tempo è di 21 milioni. Per questa moneta è impossibile pensare a una quotazione stabile soprattutto perché si basa sullo scambio di utenti.  Nel corso del rialzo strutturale ci sono ovviamente alti e bassi: se i picchi sono troppo anticipati rischiano di causare brusche discese, come accaduto nel 2015. Nel frattempo, il guadagno in bitcoin ai miner si è dimezzato da 25 a 12,5. In altre parole, le prospettive del prezzo del bitcoin non possono che essere costantemente al rialzo da oggi al 2040, quando il sistema finirà. La domanda degli analisti è solo se questa crescita sta anticipando troppo o se è in ritardo". 

 
Non è possibile usare i bitcoin per fare speculazione. A cosa si deve il successo della moneta virtuale?
"Gran parte dei bitcoin non sono oggi in circolazione, ma sono fermi da anni perché usati dagli investitori come bene rifugio. Le monete che vengono vendute rappresentano una capitalizzazione bassa. E quindi, non adatte a grandi movimenti di capitale da un paese a un altro. Il bitcoin come strumento di transazione cross-border è invece utile in situazioni di emergenza. Pensiamo al Venezuela, dove una cattiva politica monetaria e il ritiro delle banconote hanno lasciato un Paese allo sbando, con l’inflazione che galoppa al 1.660%. Qui alcuni imprenditori continuano a svolgere attività di business proprio grazie al bitcoin. La criptovaluta, inoltre, in altri Paesi sopperisce all’assenza di un sistema bancario come nel caso di molti stati africani".
 
 
Conoscere il mondo dei bitcoin in 5 punti
  1. Come e quando sono stati introdotti. I bitcoin circolano solo su Internet secondo regole prestabilite da un gruppo di persone, che agiscono in base al protocollo di Satoshi Nakamoto, che nel 2008 ha ideato la criptovaluta (uscita ufficialmente il 3 gennaio 2009: la prima cosa che è stata comprata in bitcoin è stata una pizza per il valore di 20 milioni di euro). La valuta è distribuita come un software da installare in un certo numero di computer per poter poi operare da remoto. La diffusione dei bitcoin è stata rapida e legata a motivi finanziari e ideologici. Si pensava di poter creare una metaeconomia virtuale in cui le banche sarebbero risultate obsolete perché avrebbero permesso transizioni finanziarie tra cittadini senza alcun intermediario.
  2. Definizioni. Per alcuni si chiama moneta virtuale. Per altri, valuta matematica. L’agenzia delle entrate, ad esempio, ha stabilito che in quanto valuta, il bitcoin non è soggetta a iva ma le aziende devono portarla in bilancio. Per altri ancora, come Cristiano Esclapon, il bitcoin è come l’oro: “Non è una moneta, è una commodity”. Anzi: “Il bitcoin è una company”. Una società, dunque, che ha aumento di capitale già deliberato. Diversamente da una commodity come l’oro, ad esempio, che non ha una quantità certa e definita, del bitcoin sappiamo che l’estrazione si esaurirà nel 2040. Di più: la company ha una capitalizzazione, che si calcola moltiplicando il numero di bitcoin emessi con il suo prezzo. Oggi la capitalizzazione ammonta a 12,8 miliardi di dollari. Un’altra caratteristica che rende il bitcoin simile a una società, oltre agli aumenti di capitale progressivi nel tempo, è che svolge delle funzioni ben precise: quella di sigillo di operazioni digitali, attraverso il ledger (registro)  distribuito della blockchain; e la funzione di sistema di pagamento. “Pensiamo alla Visa: allo stesso modo, il bitcoin è una company offre un sistema di pagamento”. Considerare il bitcoin una società avrebbe anche dei vantaggi fiscali.
  3. Come funziona il sistema Bitcoin. Bisogna partire di ‘miner’ e ‘wallet’. Per Miner si intende uno o più computer messi a disposizione del P2P (rete di condivisione di file o, nel caso, di bitcoin) per l’operazione di verifica della correttezza di un’operazione. Per Wallet, invece, si intende il programma che permette di entrare nella rete Bitcoin e contiene indirizzi e chiavi per effettuare le transazioni economiche, cosa che fa del wallet una banca personale per bitcoin. Possono essere installati sullo smartphone per piccoli pagamenti con QR Code e possono essere un servizio web o un software. Per usare i bitcoin è necessario avere una chiave di decrittazione, che si può ottenere nei wallet. Proprio questo è il passaggio più delicato perché è in questi frangenti che si possono intromettere gli hacker che possono rubare i codici. Per poter spendere i bitcoin è necessario avere una chiave personale che porta all’indirizzo presso il quale è possibile effettuare una transazione. Gli indirizzi sono sequenze alfanumeriche della lunghezza di circa 30 caratteri e ogni transazione viene archiviata in un apposito registro denominato “block chain”, utile a verificare che l’intera procedura sia andata a buon fine e che il valore transitato sia stato effettivamente posseduto prima e depositato poi. Se qualcuno vuole spedire o ricebere bitcoin, è necessario che chiave e indirizzo collimino. Ovviamente perché ci sia una compravendita bisogna che le due chiavi e i due indirizzi si conoscano. Il peer-to-peer, a questo punto, consente la transazione economica e la registra.
  4. I fattori che determinano il prezzo del bitcoin. Il prezzo del bitcoin è frutto della domanda e dell’offerta. Ma anche del costo dell’estrazione, in gergo mining: e se questo costo sale oltre il valore del bitcoin, o esso scende al di sotto del costo dell’ estrazione, i miner perdono interesse e si riduce così la potenza di calcolo. Come spiega all'Agi Escalpon, “i wallet che detengono i bitcoin stanno crescendo. Più sale l’adozione del bitcoin, più ne aumenta la domanda. L’elemento più importante è che il protocollo resta stabile: non c’è bisogno di banca centrale, le regole sono chiare e trasparenti .E soprattutto, non cambiano”.
  5. Come funziona la 'Blockchain'. L’ingranaggio che regola il sistema del bitcoin è semplice. La quantità del bitcoin distribuita in base al protocollo, a un certo punto si dimezza: ogni tot di numero di blocchi, che vengono nominati ogni 10 minuti, hanno un tempo di dimezzamento di 4 anni. L’ultimo dimezzamento c’è stato il 9 luglio 2016. Il prossimo, è previsto per il 2 luglio 2020. Ogni due settimane il sistema  aggiusta la difficoltà del problema matematico da risolvere. All’interno di ogni blocco che si viene a creare, vengono sigillate le transazioni. Si tratta di pagamenti o contratti per i quali i miner si fanno in genere pagare una commissione. Una volta risolto il problema matematico, il miner riceve 12,5 bitcoin, oltre alle commissioni. Esiste un unico caso in cui il bitcoin potrebbe non salire, ovvero quando la commissione per la soluzione del problema matematico è molto elevata. Se invece la parcella è bassa, il valore del bitcoin deve salire perché il suo guadagno viene dimezzato o ridotto. I blocchi vengono costruiti per proteggere le transazioni. La sicurezza della criptovaluta, infatti, viene messa a repentaglio se qualcuno ha più del 51% della potenza di calcolo, e potrebbe manipolare il registro digitale. Per salvaguardare il sistema, quando i pool si avvicinano al 51%, la potenza di calcolo del viene ridotta. E nessuno vuole correre questo rischio perché ciò toglierebbe valore al bitcoin. In tal senso, si tratta della commodity digitale più sicura al mondo: l’unico rischio è questo. 
Per approfondire:

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B u o n g i o r n o

A G E N Z I A   G I O R N A L I S T I C A   I T A L I A                               ( A G I )                Direttore Responsabile: Riccardo Luna                             SERVIZIO DEL GIORNO                          Giovedi' 22 dicembre 2016 .

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Enel: avvia impianto eolico Sierra Gorda in Cile

(AGI) – Roma, 19 dic. – Enel, attraverso la sua controllata Enel Green Power Chile Ltda. (Egpc), ha completato e connesso alla rete l’impianto eolico di Sierra Gorda, situato nell’omonima localita’ che si trova a circa 60 chilometri da Calama, nella regione di Antofagasta, in Cile. Sierra Gorda, con una capacita’ installata di 112 Mw, sara’ in grado di generare a regime oltre 295 GWh all’anno, equivalenti al fabbisogno di consumo annuale di circa 130 mila famiglie cilene, evitando cosi’ l’emissione in atmosfera di piu’ di 140 mila tonnellate di CO2.
Enel ha investito per la realizzazione di Sierra Gorda circa 215 milioni di dollari Usa, come parte degli investimenti previsti dall’attuale piano strategico. Il progetto e’ stato finanziato attraverso risorse del Gruppo Enel e supportato da un accordo a lungo termine per l’acquisto dell’energia prodotta (PPA). L’energia generata da Sierra Gorda sara’ consegnata alla rete di trasmissione della regione settentrionale cilena SING (Sistema Interconectado del Norte Grande).
Attraverso Egpc, in Cile Enel attualmente gestisce un portafoglio di impianti con una capacita’ installata complessiva pari a oltre 1,1 Gw, di cui 564 Mw di eolico, 493 Mw di solare e 92 Mw di idroelettrico. Inoltre, la societa’ sta costruendo Cerro Pabello’n (48 Mw), destinato ad essere il primo impianto geotermico del Sud America. (AGI)
Gin

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Mps: aumento capitale parte lunedì e si chiude giovedì 22

Roma – L'aumento di capitale di Mps si aprira' domani alle 9 e si chiudera' giovedi' 22 alle 14. E' quanto si legge nel prospetto pubblicato dall'istituto. In particolare, l'offerta pubblica riservata per il 30% agli azionisti e per il 5% al pubblico indistinto, terminera' alle 14 del 21 dicembre, salvo proroga. Per il collocamento istituzionale (a cui e' riservato il 65% dell'offerta) ci sara' tempo fino alle 14 di giovedi' 22 dicembre.

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Euro: risale a 1,0452 dollari, dopo minimo da 14 anni

Roma – L'euro risale a 1,0451 dollari, dopo aver toccato ieri a New York un minimo dal gennaio 2003 (quasi 14 anni) a 1,0367 dollari. Per la prima volta dal 2002 si torna a parlare di parita' tra euro e dollaro. Decisive le mosse della Fed di mercoledi' sera, che hanno messo il turbo al biglietto verde. La Fed ha rialzato di un quarto di punto i tassi Usa. E' il secondo aumento in dieci anni e per il 2017 sono previsti tre aumenti, piu' dei due gia' messi in conto. Le aspettative di inflazione negli Usa sono in rialzo, meno in Europa, dove i prezzi restano bassi, seppure in moderata crescita. Lo yen guadagna qualcosa a 118,11 sul dollaro, dopo essere sceso al minimo da 10 mesi, sulla scia della Fed. L'aumento del costo del denaro deciso dalla Fed, peraltro atteso, si aggiuge al rafforzamento del dollaro iniziato dai primi di novembre, dopo la vittoria di Donald Trump negli Usa. Il presidente eletto promette tagli delle tasse e un forte aumento della spesa infrastrutturale, cioe' misure pro-cicliche destinate far aumentare l'inflazione. Oltre al dollaro anche Wall Street viaggia a livelli record sulla scia della Tramponomics. In Europa il trend non e' altrettanto positivo, frenato dalle incertezze politiche: Brexit, vittoria di Trump e esito del referendum in Italia. In Messico il peso, in forte deprezzamento sul biglietto verde, e' salito dell'1,7% dopo che la banca centrale ha annunciato il secondo ritocco al rialzo in un mese sui tassi. (AGI) .

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Non solo Fed, chi decide davvero il costo del denaro

Roma – Come previsto, la Federal Reserve ha aumentato i tassi di interesse di un quarto di punto, portandoli allo 0,75%. La presidente della banca centrale Usa, Janet Yellen, ha poi annunciato in conferenza stampa che nel 2017 dovrebbero essere effettuate altre tre strette, che porterebbero il costo del denaro all'1,5% alla fine del prossimo anno. Si tratta di un attestato di fiducia nei confronti dell'economia americana, che continua a espandersi a ritmi che molti Paesi europei possono solo sognarsi e gode di un mercato del lavoro in salute robusta.

Il discorso di Janet Yellen

Si tratta del secondo rialzo dopo quello del dicembre 2015, che aveva posto fine alla lunga epoca di tassi prossimi allo zero avviata dal predecessore di Yellen, Ben Bernanke, per risollevare la maggiore economia mondiale dalle secche di una devastante crisi finanziaria. Le banche centrali non hanno però la bacchetta magica e, soprattutto in un contesto come quello americano, con regolamentazioni molto meno rigide rispetto a quelle europee, le banche e le forze del mercato hanno un ruolo tutt'altro che secondario nello stabilire il costo del denaro effettivo.

Il Fomc, cuore direzionale della Fed

Ad assumere in concreto le decisioni sulla politica monetaria Usa è il Federal Open Market Committee (Fomc), che si riunisce otto volte all'anno a intervalli di circa sei settimane da un direttivo all'altro. Il Fomc è composto da dodici membri: i sette componenti del board della Federal Reserve e cinque tra i dodici presidenti delle banche che sovraintendono ai rispettivi distretti federali. A parte il presidente della Federal Reserve di New York, che ha sempre diritto di voto, gli altri quattro hanno un mandato di un anno, a rotazione. I sette restanti presidenti distrettuali partecipano comunque alle riunioni del Fomc, pur senza poterne votare le decisioni, che vengono prese a maggioranza.

Il tasso nominale non è quello effettivo

Il principale strumento di politica monetaria della Federal Reserve è il 'Fed Fund Rate', ovvero il tasso di interesse medio al quale le banche e gli altri operatori finanziari statunitensi si prestano denaro a vicenda nelle operazioni 'overnight'. Ciò significa che non è la banca centrale ma il mercato a stabilire il tasso di interesse effettivo: la Fed ne fissa uno di riferimento e poi interviene sul mercato, drenando o iniettando liquidità, per assicurarsi che il tasso effettivo corrisponda il più possibile a quello nominale. Proprio per questo i 'Fed Funds Rate' non corrispondono a un numero secco ma a una 'forchetta'. Tecnicamente, nelle scorse ore la Fed non ha portato il costo del denaro dallo 0,5% allo 0,75% ma da una forchetta tra lo 0,25% e lo 0,5% a una tra lo 0,5% e lo 0,75%.

Le 'Repo' e le 'Reverse Repo'

Come detto, per assicurare che il tasso di interesse sul mercato corrisponda il più possibile a quello nominale deciso dal Fomc, la Federal Reserve interviene sul mercato con operazioni che hanno lo scopo di aumentare ('Repo') o ridurre ('Reverse Repo') la liquidità in circolazione nel sistema. Nelle operazioni di 'Repo', attuate quando si abbassa il 'Fed Funds Rate', gli istituti di credito concorrono in un'asta per aggiudicarsi prestiti dalla banca centrale. Nel caso di un rialzo dei tassi si effettua, invece, una 'Reverse Repo', ovvero è la banca centrale che chiede soldi in prestito agli istituti, che concorrono sul tasso al quale offrirli alla banca centrale ricevendo un collaterale, di solito un titolo di Stato. E' quindi evidente quanto il mercato abbia un ruolo fondamentale nel corretto funzionamento della politica monetaria americana. Lo scorso dicembre la Fed aveva fissato allo 0,25% il tasso di riferimento per le operazioni di 'Reverse Repo' e aveva messo a disposizione come collaterali titoli del Tesoro per circa 2 mila miliardi di dollari.

Lo 'Ioer' e le riserve in eccesso

Un altro importante strumento che la Federal Reserve usa per regolare la quantità di liquidi in circolazione nel sistema (che influenza il costo del denaro in virtù del gioco della domanda e dell'offerta) è lo 'Ioer', ovvero 'Interest Rate on Excess Reserve', il tasso di interesse sulle riserve in eccesso, che fu portato allo 0,5% lo scorso dicembre. Si tratta del rendimento che le banche pagano per "parcheggiare" le riserve in eccesso (ovvero superiori al minimo stabilito dalle norme) presso la Federal Reserve Bank del loro distretto. Sulla carta ciò dovrebbe garantire che le banche prestino denaro a un tasso almeno superiore allo 'Ioer'. Un aumento dello 'Ioer' ha pertanto lo scopo di incoraggiare le banche a prestare denaro piuttosto che a tenerlo nelle casse della banca centrale.

Una pancia piena di titoli tossici

L'azione della Fed non si limita al solo orientamento del costo del denaro. Nel periodo immediatamente successivo all'esplosione della crisi dei mutui, innescata dal fallimento di Lehman Brothers nel settembre 2008, la banca centrale incamerò un'enorme quantità di quei titoli derivati, spesso 'spazzatura' (non importa quanto bene fossero valutati dalle agenzie di rating), che avevano causato il terremoto sui mercati, rastrellandoli dai bilanci delle banche. Vale quindi la pena di sottolineare la frasetta che da anni conclude i comunicati della Fed: "Verrà mantenuta la politica attuale di reinvestire i pagamenti delle obbligazioni e dei titoli garantiti da mutui in attività analoghe". Tradotto in soldoni: l'enorme quantità di bond societari, cartolarizzazioni e titoli tossici finiti in pancia alla Fed ai tempi dei salvataggi bancari è destinata a restare dov'è ancora per parecchio tempo.

 

Per approfondire:

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Borse europee: aprono negative, attesa per Fed su tassi

Roma – Apertura negativa per le Borse europee. Gli investitori tirano i remi in barca e non si assumono rischi in attesa della conclusione del direttivo della Federal Reserve, che domani annuncera' la sua decisione sui tassi di interesse. Un rialzo del costo del denaro di un quarto di punto appare probabilissimo ma non scontato. L'Ftse 100 di Londra perde lo 0,15% a 6.880 punti, il Cac 40 di Parigi arretra dello 0,14% a 4.754 punti, il Dax di Francoforte lima uno 0,07% a 11.195 punti, l'Ftse Mib di Milano cede lo 0,63% a 18.254 punti, l'Ibex di Madrid e' invariato. 

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Stato pronto a salvare Mps ma banca vuol fare da sola

Roma – In attesa che dal Cda di oggi emerga qualche indicazione che faccia maggiore chiarezza sulla strada da percorrere per salvare il Monte dei Paschi di Siena, sulla vicenda regna ancora l'incertezza. Il primo elemento di dubbio scaturisce dal fatto che, come detto dal Cda, nessuna comunicazione ufficiale sia arrivata alla banca dalla Bce riguardo al diniego sulla proroga al 20 gennaio dei termini per la ricapitalizzazione da 5 miliardi. Eppure la comunicazione della Vigilanza guidata da Daniele Nouy sarebbe stata la prassi. In ogni caso, dopo la diffusione dell'indiscrezione del rifiuto alla proroga, venerdì il titolo ha cominciato a perdere in Borsa a rotta di collo chiudendo in calo del 10,55%. Allo stesso tempo si è rafforzata l'ipotesi di un salvataggio dello Stato (il Tesoro ha gia' il 4%) per la banca più antica del mondo.

Cosa succede a Mps dopo il no della Bce

Zanetti, soluzioni sono a portata di mano
Sempre venerdì fonti governative riferivano come il decreto 'omnibus' per il sistema bancario, comprendente anche l'ombrello per Mps, fosse pronto. Al termine del Cda, i consiglieri hanno tenuto a sottolineare che vanno avanti tutte le attività propedeutiche al completamento dell'aumento di capitale. Il presidente dell'istituto, Alessandro Falciai, ha evidenziato che "salveremo il Monte dei Paschi di Siena sicuramente". Sulla stessa linea le dichiarazioni del viceministro dell'Economia, Enrico Zanetti, secondo cui la questione Mps "dovrà vedere una soluzione nel giro di pochi giorni, il governo ha seguito la vicenda e soluzioni sono a portata di mano, bisogna portarle a compimento". 

Mps ha 544 anni, è la banca più antica del mondo

Soluzione di mercato o intervento dello Stato
E la soluzione potrebbe essere proprio questa: vedere se l'aumento di capitale, senza intervento pubblico, abbia successo, in caso contrario entrerebbe in gioco lo Stato. Il tutto in tempi brevi, al massimo la prossima settimana. La soluzione di mercato è stata messa a punto da Jp Morgan e Mediobanca, e contava sull'investimento del Fondo del Qatar (Qatar Investment Authority) e di hedge fund americani. Poi la bocciatura del referendum costituzionale e l'incertezza politica che ne è scaturita ha complicato le cose.

Burden sharing lo scoglio dell'intervento pubblico
Lo scoglio dell'intervento pubblico è rappresentato dal burden sharing (condivisione dei costi) a carico di chi possiede obbligazioni subordinate, misura prevista dalle regole Ue. Il problema è come tutelare i risparmiatori retail, circa 60mila possessori di un bond emesso nel 2008 con scadenza 2018. Altro scoglio da superare è l'autorizzazione della Consob all'allentamento dei vincoli Mifid imposti agli obbligazionisti retail. In altri termini permettere la conversione dei bond in azioni senza che il risparmiatore reatail perda il denaro investito. 

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Cosa succederà a Mps dopo il no della Bce

Roma – Nubi nere sul futuro del Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca del mondo, che si trova in grosse difficoltà. Secondo fonti finanziarie, la Bce avrebbe respinto la richiesta di una proroga al 20 gennaio per il completamento dell'aumento di capitale privato fissato a fine anno. Intanto il titolo è crollato in borsa, per poi tornare in contrattazione con un ribasso dell'11,4% a 19,30 euro.

Al termine della riunione del Consiglio di amministrazione, la banca ha fatto sapere "di non aver ricevuto alcuna comunicazione da parte della Banca Centrale Europea, a seguito della richiesta di proroga dei termini" e di voler proseguire "tutte le attività propedeutiche al completamento della operazione di aumento di capitale". 

Ecco che cosa può succedere.

  • Il Piano A: il Qatar non si sfila  – A mettere a rischio l'aumento di capitale da 5 miliardi che dovrà essere chiuso entro il 31 dicembre è lo sfilarsi del fondo sovrano del Qatar, uno dei maggiori del mondo, che da solo avrebbe dovuto contribuire con un'iniezione da un miliardo e ora ci starebbe ripensando per via delle incognite aperte dalle dimissioni del premier Matteo Renzi. Formalmente, il Paese arabo non si è ancora tirato indietro. In molti sostengono, però, che già nei giorni scorsi si sia assistito a un pressing preventivo di Jp Morgan, architetto e maggiore advisor dell'operazione, sul fondo di Doha perché non faccia marcia indietro. Se il Qatar non fosse più della partita, verrebbe infatti meno la garanzia del consorzio di banche d'affari coinvolte nell'operazione, il che renderebbe inevitabile un intervento dello Stato.
     
  • Il Piano B: la nazionalizzazione – In teoria, le norme europee sul "bail-in" non consentono più di salvare una banca con fondi pubblici. In concreto, esiste una strada per aggirare l'ostacolo, ovvero l'articolo 32 della direttiva Ue sulle banche, che consente un aumento di capitale pubblico "precauzionale" per le banche che, come nel caso di Mps, non abbiano superato gli 'stress test' della Bce (simulazioni che valutano se un istituto abbia capitale sufficiente a resistere a eventuali shock sistemici) ma non siano insolventi. In questo caso l'intervento dello Stato dovrebbe limitarsi a coprire solo l'ammanco risultato dagli stress test.

Perché Mps è nei guai 

 

  • Il nodo dei bond subordinati – Il governo avrebbe già pronto il decreto per il salvataggio di Mps. Sul come sarà attuato, girano diverse ipotesi. Il nodo è costituito dai bond subordinati in mano ai piccoli risparmiatori, gli stessi titoli che causarono gravi perdite agli obbligazionisti retail delle quattro banche popolari salvate quasi un anno fa nel quadro delle regole del 'bail-in', che scaricano sui creditori i costi di un salvataggio. Alla conversione di 4,3 miliardi di obbligazioni subordinate in azioni della banca lanciata nei giorni scorsi hanno infatti aderito investitori istituzionali per 1,028 miliardi, mentre i piccoli risparmiatori, che ne detengono per oltre 2 miliardi (ovvero circa la metà dei titoli dei quali era stata offerta la conversione), sono rimasti alla finestra. L'ipotesi sul tavolo è una conversione forzosa di tali obbligazioni e a un intervento dello Stato per coprire l'altro miliardo mancante all'appello, operazione che farebbe salire dal 4% al 20% la quota di Mps in mano pubblica. In questo caso, il governo studierebbe una sorta di "indennizzo" per gli investitori retail. Un'altra possibilita', forse più complessa dal punto di vista tecnico e autorizzativo, vedrebbe invece lo Stato rastrellare direttamente tutte le obbligazioni subordinate. In entrambi i casi, si possono fare solo ipotesi su come ciò avverrebbe dal punto di vista tecnico. E' invece stato escluso da fonti sia governative che comunitarie la possibilità di un ricorso a un prestito erogato dal fondo salva-Stati europeo Esm. 

 

Per approfondire:

Le regole sul bail inhttps://www.bancaditalia.it/media/approfondimenti/2015/gestione-crisi-bancarie/index.html

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Dall’Iva al canone Rai, la manovra in 36 punti

Roma – La manovra da oltre 27 miliardi è legge, e in tempi record. L'ok definitivo alla legge di Bilancio è arrivato dall'Aula del Senato con il voto di fiducia (173 sì e 108 no). La decisione di stringere i tempi e di blinadare il testo è stata presa a maggioranza dalla conferenza dei capigruppo dopo la vittoria del No al referendum costituzionale che ha determinato la crisi di governo. Il ddl non ha subito nessuna modifica rispetto al testo licenziato dalla Camera il 28 novembre scorso. 

Ecco cosa contiene la legge di Bilancio:

  1. Stop aumento Iva: sono sterilizzate le clausole di salvaguardia della legge di stabilità 2015 che prevedevano gli aumenti Iva dal 2017. L'operazione costa 15 miliardi ma gli incrementi slittano al 2018 (19,6 miliardi) e al 2019 (23,3 miliardi).
  2. Sisma bonus ed ecobonus: il sisma bonus viene confermato a partire dal 50% ma potrà arrivare fino all'85%, viene stabilizzato per 5 anni fino al 2021, vale sia per i condomini sia per le abitazioni singole. Le percentuali di sconto aumentano al 70 e 80% per le case e al 75 e 85% dei condomini. L'ecobonus viene confermato al 65% e il bonus mobili al 50%.
  3. Sgravi assunzioni e premi produttività: prevista la decontribuzione per le assunzioni stabili degli studenti che abbiano svolto stage (alternanza scuola-lavoro). Il tetto era di 3.250 euro l'anno per massimo 36 mesi ma con decreto ministeriale la soglia è stata alzata a 8.060 euro, ma solo per le assunzioni al Sud di giovani e disoccupati. Salgono invece i tetti per la detassazione al 10% dei premi diproduttività (fino a 4.000 euro su redditi di massimo 80.000euro).
  4. Superamento e iperammortamento: confermato il superammortamento, al 140% per gli investimenti in macchinari, ma si affianca anche l'iperammortamento al 250% per gli investimenti in innovazione. Viene estesa fino al 31 dicembre 2020 la finestra per il credito d'imposta per attività di ricerca e sviluppo. Si introduce il principio di cassa ai fini della tassazione dei redditi delle imprese a contabilità semplificata.
  5. Scatta taglio Ires, arriva l'Iri: scatta il taglio dell'Ires per le imprese dal 27,5 al 24% previsto dalla legge di stabilità 2016. E arriva l'Iri, la nuova tassa sul reddito dell'imprenditore, sempre al 24%, per le pmi. Nasce il gruppo Iva, nuovo soggetto giuridico che sterilizza gli effetti sull'imposta delle cessioni di beni e servizi fra i partecipanti al gruppo.
  6. Sanità: il finanziamento del Sistema sanitario nazionale viene portato a 113 miliardi di euro per il 2017 e a 114 miliardi di euro per il 2018. Un miliardo è vincolato all'acquisto di farmaci innovativi oncologici e vaccini. Prevista anche la stabilizzazione del personale medico.
  7. Canone Rai: il canone di abbonamento alla tv scenderà nel 2017 da 100 a 90 euro.
  8. Scuola: arriva un nuovo fondo al Miur da 140 milioni per il 2017 e 400 milioni per il 2018 destinato all'incremento dell'organico. Altri 128 milioni per il 2017 riguardano il piano straordinario per la ristrutturazione degli edifici scolastici. Aumenta da 25 a 50 milioni il contributo aggiuntivo dello Stato al funzionamento delle scuole materne paritarie. Parallelamente viene ridotta la spesa massima detraibile sostenuta per la frequenza delle scuole paritarie.
  9. Università: estesa la no-tax area per i corsi di laurea magistrali e agli studenti fino al primo anno fuori corso. Ampliata la platea di studenti che potrà beneficiare di sconti sulle tasse: il contributo annuale massimo dovuto sarà pari al 7% della quota di Isee eccedente 13.000 per gli studenti che appartengono a un nucleo familiare il cui Isee è compreso fra 13.001 e 30.000. Ampliata anche la platea di studenti per i quali il contributo onnicomprensivo annuale è, aumentato del 50%.
  10. Bonus nido: arriva il bonus nido da mille euro l'anno. Il buono sarà esteso anche alle forme di supporto a casa per ibambini al di sotto di 3 anni malati cronici, e ne potranno usufruire i genitori che presentano la ricevuta della retta di frequenza. Il Fondo di sostegno alla natalità è in favore delle famiglie con figli nati o adottati dal 1 gennaio 2017.
  11. Bonus mamma domani: arriva il 'premio alla nascita', o all'adozione di minore pari ad 800 euro, corrisposto, in unica soluzione dall'Inps.
  12. Congedo papà: il congedo obbligatorio per i papà, da fruire entro i cinque mesi dalla nascita del figlio sarà di due giorni nel 2017 e di quattro giorni nel 2018. Si prevede inoltre che per il 2018 il padre lavoratore dipendente potrà astenersi per un giorno in più previo accordo tra genitori e a valere sui giorni spettanti alla madre.
  13. Ape: arriva l'anticipo finanziario a garanzia pensionistica, ovvero si incassa un prestito bancario, coperto da una polizza assicurativa obbligatoria contro il rischio. I requisiti sono età anagrafica minima di 63 anni; maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia entro 3 anni e 7 mesi; anzianità contributiva di 20 anni; pensione pari almeno a 1,4 volte il trattamento minimo. Il diritto di recesso dal contratto è ridotto a 14 giorni rispetto ai 30 giorni previsti inizialmente e l'Ape costituisce sempre una forma di credito al consumo anche al di sopra del limite di importo di 75.000 euro. La versione dell'Ape sociale è dedicata ai soggetti 'debolì, con condizioni più vantaggiose. Il tetto di reddito per beneficiare dell'indennità, per i lavoratori autonomi, sarà di 4.800 euro annui e non di 8.000 euro annui come previsto per i lavoratori dipendenti o parasubordinati. Sulla quattordicesima delle pensioni, si amplia la platea ai redditi fino al limite di 2 volte il trattamento minimo Inps (da 1,5 volte).
  14. Opzione donna: la possibilità per le lavoratrici donne di accedere al trattamento pensionistico anticipato in presenza di determinati requisiti, è estesa anche a chi, avendo 57 anni di età, ha maturato i 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2015. Sono oltre quattromila le lavoratrici che potranno usufruire dell'estensione.
  15. Esodati: si estende la platea dell'ottava salvaguardia spostando dal 31 dicembre 2012 al 31 dicembre 2014 la data utile per l'ingresso nella mobilità, com'era stabilito già lo scorso anno. La platea passa da 27.700 a 30.700 salvaguardati.
  16. Sperimentazione Ape e Rita oltre 2018:  la sperimentazione dell'Ape, l'anticipo pensionistico, anche social, e di Rita, la rendita integrativa temporanea anticipata, potrebbe proseguire dopo il 2018. Entro il 10 settembre 2018 il governo deve trasmettere alle Camere una relazione sui risultati e formulare proposte per un'eventuale prosecuzione.
  17. Pubblico impiego: creato un Fondo per il pubblico impiego, con una dotazione di 1,48 miliardi di euro per il 2017 e 1,39 miliardi di euro a decorrere dal 2018, per finanziare il rinnovo dei contratti sul triennio 2016-2018, in aggiunta ai 300 milioni di euro già stanziati dall'ultima legge di stabilità. Arrivano in più 800mila euro nel 2017 e 3 milioni nel 2018 da destinare alle assunzioni di personale a tempo indeterminato dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Risorse anche per i corpi di polizia e i vigili del fuoco. Assunti con contratto a tempo indeterminato anche 1.000 cancellieri nei Tribunali.
  18. Contratti solidarietà: aumenta di 15 milioni l'anno il finanziamento della riduzione contributiva per i datori di lavoro che stipulano contratti di solidarietà.
  19. Apprendistato: proroga dei benefici contributivi perincentivare le assunzioni con contratto di apprendistato per laqualifica, il diploma e il certificato di specializzazionetecnica superiore fino al 31 dicembre 2017 per 2,6 milioni dieuro per il 2017, 5,6 milioni di euro per il 2018 e 3 milionidi euro per il 2019. Contestualmente, vengono destinati 27 milioni di euro per il 2017 per finanziare le risorse per i percorsi formativi rivolti al contratto di apprendistato richiamato e per i percorsi formativi rivolti all'alternanza scuola lavoro.
  20. Esuberi banche: arriva il sostegno di quasi 650 milioni fino al 2021 al fondo esuberi delle banche e di tutti i settori per i quali sono previsti fondi di solidarietà bilaterali. La misura si applica a un limite massimo di 25mila dipendenti nel triennio 2017-2019.
  21. Migranti: per far fronte all'emergenza vengono destinate le risorse relative ai programmi operativi cofinanziati dai fondi strutturali Ue per il 2014-2020 nel limite di 280 milioni per le attività di intrattenimento, accoglienza, inclusione e integrazione
  22. Terremoto: stanziati 100 milioni per il 2017 e 200 milioni annui dal 2018 al 2047 per la concessione del credito d'imposta maturato in relazione all'accesso ai finanziamenti agevolati previsti per la ricostruzione privata. Per la ricostruzione pubblica sono previsti 200 milioni per il 2017, 300 milioni per il 2018, 350 milioni per il 2019 e 150 milioni per il 2020.
  23. Multe fino a 180mila euro contro i bagarini: multe da 5mila a 180mila euro per contrastare il bagarinaggio. In caso diutilizzo delle reti di comunicazione elettronica, prevista la rimozione dei contenuti o l'oscuramento del sito web, e si chiarisce che non è sanzionata la vendita effettuata da persona fisica in modo occasionale, purchè senza finalità commerciali.-
  24. Ilva: le somme confiscate al Gruppo Ilva dovranno essere destinate alle bonifiche ambientali. Viene inoltre aumentato dal 3 al 4,1% lo spread sul tasso di interesse per i finanziamenti statali richiesti dalla struttura commissariale e si prevede un meccanismo di garanzia collaterale a tutela dei crediti dello Stato. L'obiettivo è di evitare la procedura di infrazione Ue riportando ai valori di mercato il costo delprestito ponte da 300 milioni.
  25. Tracciati pagamenti lavori condominio: i pagamenti per le prestazioni relative a contratti di appalto di opere o servizi resi ai condomini dovranno essere tracciati.
  26. Lotteria scontrini: chi acquista con bancomat o carte dicredito avrà il 20% in più di possibilità di vincere i premi messi in palio nella lotteria nazionale degli scontrini. Pe rchi non usa i contanti la lotteria partirà dal 1 marzo del 2017anzichè dal 2018
  27. .Bonus 18enni anche per musica: i 18enni potranno utilizzare il bonus cultura da 500 euro anche per acquistare musica su Internet, per corsi di lingue, di musica e di teatro.
  28. No imposta di bollo start up innovative: niente più impostadi bollo e diritti di segreteria per la costituzione di startup innovative.
  29. Made in Italy: arriva 1 milione di euro per il 2017 peril potenziamento delle azioni di promozione all'estero el'internazionalizzazione delle imprese italiane gestite dalMinistero per lo sviluppo economico nell'ambito del Pianostraordinario per la promozione del Made in Italy.
  30. Deroga contratti flessibili Irccs: in deroga al Jobs Act gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) e gli istituti zooprofilattici sperimentali potranno continuare ad avvalersi dei ricercatori, assunti con contratti flessibili, in servizio al 31 dicembre 2016.
  31. Farmaci: la determinazione del direttore generale dell'Aifa sui criteri per la classificazione dei farmaci innovativi, di quelli a innovatività condizionata e dei farmaci oncologici innovativi, deve essere adottata previo parere della Commissione consultiva tecnico-scientifica dell'Aifa. Salta la base d'asta per le procedure pubbliche di acquisto dei farmaci biologici non sarà più parametrata sul prezzo più elevato. Non è consentita la sostituibilità automatica tra farmaco biologico di riferimento e un suo biosimilare.
  32. Fondo lotta povertà: sarà incrementato di 150 milionidi euro. Conseguentemente, dal 2017, viene ridotta di 150milioni annui l'autorizzazione di spesa per il finanziamentodell'Assegno di disoccupazione – Asdi.
  33. Iva al 5% per navi e traghetti: per navi e traghetti che trasportano persone spunta l'Iva al 5%, che permette all'Italiadi chiudere un contenzioso con la Ue ma non si traduce in nuovicosti a carico degli utenti o delle imprese:l'imposta vieneinfatti incorporata nella tariffa amministrativa, e anzi per leimprese si traduce in un piccolo vantaggio perchè la quotaentra nel consueto dare-avere dell'Iva.
  34. Enti locali: confermato per il 2017 lo stop all'aumento delle aliquote delle tasse locali. Prorogato al 2017 l'innalzamento da tre a cinque dodicesimi del limite massimo di ricorso alle anticipazioni di tesoreria per assicurare i tempi di pagamento nelle transazioni commerciali. Gli enti locali potranno rinegoziare i mutui anche in corso di esercizio provvisorio e potranno continuare ad usare anche nel 2017 le risorse derivanti dalla rinegoziazione, o dal riacquisto dei titoli obbligazionari emessi, senza vincoli di destinazione.
  35. Call center: finanziamento di 30 milioni, a carico del Fondo sociale occupazione e formazione, per le misure di sostegno al reddito per i lavoratori dei call center. Estese a tutti i call center le norme in materia di delocalizzazione indipendentemente dagli occupati.
  36. Vittime violenza: le risorse per il sostegno delle donnevittime di violenza e dei loro figli aumenta di 5 milioni dieuro l'anno nel triennio 2017-2019. Alle lavoratrici autonomevittime di violenza di genere è riconosciuto il dirittoall'astensione dal lavoro fino a tre mesi con un'indennitàgiornaliera dell'80 per cento del salario minimo. 

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