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Eni: prima in Italia con programma anticorruzione certificato Iso

San Donato Milanese – Si e' concluso con esito positivo il processo di verifica condotto da Rina Services, societa' leader nella certificazione in Italia, della conformita' del Compliance Program Anti-Corruzione del gruppo petrolifero ai requisiti della norma ISO 37001:2016 "Antibribery Management Systems", primo standard internazionale sui sistemi di gestione anti-corruzione. Eni, sottolinea una nota, e' la prima societa' italiana a ricevere tale certificazione.
A seguito della pubblicazione, il 15 ottobre 2016, della norma da parte dell'International Organization for Standardization, prosegue il comunicato, Eni ha avviato il processo di certificazione che si e' articolato, tra l'altro, in due stage di audit realizzati dal certificatore e finalizzati a verificare, attraverso l'esame documentale, l'adeguatezza del disegno del Compliance Program Anti-Corruzione di Eni SpA (stage 1) e, attraverso verifiche e interviste "sul campo", l'attuazione e l'operativita' dello stesso (stage 2). La Certificazione ISO 37001:2016, conclude la nota, conferma la qualita' del sistema di regole e controlli finalizzato alla prevenzione della corruzione, elaborato da Eni a partire dal 2009 in coerenza con il principio di "zero tolerance" espresso nel proprio Codice Etico.

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Eni: rafforza cooperazione con il governo della Nigeria

Roma – Il ministro di Stato per le Risorse Petrolifere e Presidente del Board della Nigerian National Petroleum Corporation (Nnpc), Emmanuel Ibe Kachikwu, e l'ad di Eni, Claudio Descalzi, si sono incontrati oggi a Roma per rinforzare ulteriormente la lunga e fruttuosa partnership in Nigeria. Nnpc e Eni, spiega un comunicato, attraverso le controllate Nigerian Agip Oil Company (Naoc) e Nigerian Agip Exploration (Nae), hanno siglato un accordo di cooperazione (Memorandum of Understanding, MoU) che promuove nuove attivita' in grado di contribuire in misura significativa allo sviluppo economico e sociale in Nigeria.
Riguardo al settore upstream, le operazioni di produzione oil e gas verranno intensificate con un maggiore focus alle attivita' di sviluppo e esplorazione nelle zone di operazione onshore, offshore e Ultra Deep Water. Riguardo al settore raffinazione, le parti hanno definito i termini della cooperazione per la ristrutturazione e l'ampliamento della raffineria di Port Harcourt. Riguardo alla generazione di energia, l'accesso all'energia verra' ulteriormente ampliato dal raddoppio della capacita' di generazione di Okpai IPP tramite lo sviluppo accelerato della Fase II, che la rendera' una delle piu' grandi centrali a ciclo combinato di tutta l'Africa. Infine, il MoU pone le basi per la valutazione dell'affidabilita' della rete elettrica nazionale, e per la stima dei progetti di energia rinnovabile piu' efficienti, in modo da assicurare l'accesso all'energia anche nelle zone piu' remote del Paese.
Eni e' presente in Nigeria dal 1962, sia con attivita' onshore che offshore. Nel 2016 la produzione di idrocarburi in quota Eni e' stata di 125.000 barili di olio equivalente. 

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Latte: Coldiretti, in Gazzetta via libera etichetta made in Italy

(AGI) – Roma, 20 gen. – Storico via libera all’indicazione di origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari che pone finalmente fine all’inganno del falso Made in Italy con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, cosi come la meta’ delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, senza che questo sia stato fino ad ora riportato in etichetta. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nell’annunciare la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n.15 del 19 gennaio 2017 del decreto “Indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011 firmato dai ministri delle Politiche Agricole Maurizio Martina e dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. “Un provvedimento – sottolinea Moncalvo – fortemente sostenuto dalla Coldiretti che rappresenta un importante segnale di cambiamento a livello nazionale e comunitario. Il via libera – continua Moncalvo – risponde alle esigenze di trasparenza degli italiani che secondo la consultazione pubblica online del Ministero delle politiche agricole, in piu’ di 9 casi su 10, considerano molto importante che l’etichetta riporti il Paese d’origine del latte fresco (95%) e dei prodotti lattiero-caseari quali yogurt e formaggi (90,84%), mentre per oltre il 76% lo e’ per il latte a lunga conservazione”. Il provvedimento riguarda – sottolinea la Coldiretti – l’indicazione di origine del latte o del latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari e prevede l’utilizzo in etichetta delle seguenti diciture: a) “Paese di mungitura”: nome del Paese nel quale e’ stato munto il latte;
b) “Paese di condizionamento o di trasformazione”: nome del Paese nel quale il latte e’ stato condizionato o trasformato.
Qualora il latte o il latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari sia stato munto, condizionato o trasformato, nello stesso Paese, l’indicazione di origine puo’ essere assolta con l’utilizzo della dicitura: “origine del latte”: nome del Paese. Se invece le operazioni indicate avvengono nel territorio di piu’ Paesi della Ue, possono essere utilizzate – precisa la Coldiretti – le diciture: “latte di Paesi UE” per l’operazione di mungitura, “latte condizionato o trasformato in Paesi UE” per l’operazione di condizionamento o di trasformazione. Infine qualora le operazioni avvengano nel territorio di piu’ Paesi situati al di fuori dell’Ue, per indicare il luogo in cui ciascuna operazione e’ stata effettuata, possono essere utilizzate le seguenti diciture: “latte di Paesi non UE” per l’operazione di mungitura, “latte condizionato o trasformato in Paesi non UE” per l’operazione di condizionamento o di trasformazione.(AGI)
Bru

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Usa: ministro Energia designato Perry, cambiamento clima esiste

(AGI) – Roma, 19 gen. – Il segretario all’Energia designato, Rick Perry, non nega ne’ l’esistenza del cambiamento climatico ne’ che parte della responsabilita’ sia del genere umano. Durante la sua audizione di conferma al Senato, l’ex governatore del Texas ha affermato che il clima sta cambiando e che “parte di cio’ e’ dovuto all’attivita’ umana”. “Il problema e’ come affrontarlo in una maniera ragionata che non comprometta la crescita economica”, ha aggiunto.
Perry si e’ poi detto pentito di aver chiesto, anni fa, l’abolizione del dipartimento che e’ ora chiamato a guidare: “Le mie dichiarazioni di oltre cinque anni fa sull’abolizione del dipartimento dell’Energia non riflettono la mia posizione attuale: dopo essere stato informato su molte delle vitali funzioni del dipartimento dell’Energia, mi pento di aver chiesto la sua eliminazione”. (AGI)

Rus

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Maltempo: Ismea, neve e gelo fanno impennare i prezzi ortaggi

(AGI) – Roma, 19 gen. – Un’Italia spaccata in due, con il Centro-Sud isolato dal maltempo e dalle forti nevicate di questi giorni. Un’emergenza amplificata dagli eventi sismici di ieri che hanno contribuito a rendere il quadro generale ancora piu’ complesso.
La situazione sul mercato degli ortaggi – comunica l’Ismea – si fa sempre piu’ critica. Il bilancio della scorsa settimana rivela, alla prima fase di scambio, rincari a due cifre per un’ampia gamma di ortaggi, con aumenti medi dei prezzi su base settimanale del 29% per i cavolfiori, del 33% per le lattughe e del 50% per i finocchi. Forti rincari, sempre rispetto alla prima settimana di gennaio, si registrano per le produzioni di serra. Ismea segnala, al riguardo, incrementi di prezzo del 36% per le zucchine, del 17% per i pomodori e del 20% per i peperoni (+13% per le melanzane).
La tendenza all’aumento, sulla base delle prime indicazioni raccolte da Ismea, sta proseguendo anche in questi giorni, in un contesto mercantile caratterizzato da una forte carenza d’offerta e da un crollo degli arrivi dall’estero, soprattutto dalla Spagna, dove gli eventi climatici (in particolare le basse temperature) hanno causato ingenti danni alle coltivazioni. I contributi del Nord Africa, prevalentemente del Marocco, non sono invece sufficienti a compensare gli attuali squilibri del mercato.
A Vittoria, in Sicilia, areale specializzato negli ortaggi in coltura protetta, il freddo di questi giorni ha fortemente ridimensionato l’offerta limitando di conseguenza le forniture verso i mercati del Nord Italia.
Al Sud la situazione inizia intanto a preoccupare anche i frutticoltori. A temere le ripercussioni del clima sono soprattutto gli agricoltori pugliesi, dove le basse temperature potrebbero, in prospettiva, condizionare in misura significativa le rese produttive.(AGI)

Bru

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Come nasce un gigante: Luxottica-Essilor, vale 50 miliardi

Roma – Il re degli occhiali (Luxottica) e i pionieri delle lenti (Essilor) fanno nascere un colosso da 50 miliardi di euro. Quanto tre leggi finanziarie italiane, oltre il triplo del crac Parmalat, il Pil della Bulgaria oppure quelli di Bosnia, Congo e Brunei messi insieme. E' l'ennesima tappa della vita di un uomo che si è fatto da solo, partendo da un garage. Molto prima che andassero di moda i garage, quando Steve Jobs e Bill Gates andavano in prima elementare.

Perché Leonardo Del Vecchio, all'inizio degli anni '60, approfittò dell'occasione offerta dalla Comunità montana di Agordo che aveva offerto  terreno gratis alle fabbriche che si fossero trasferite lì.

Lo ha raccontato lui stesso in questo video del 2011, in occasione dei 50 anni di Luxottica.

Oggi il mercato ha avuto la notizia dell'"Integrazione di due player globali e complementari nel settore dell'eyewear per rispondere ai crescenti bisogni di cura della vista e alla domanda dei consumatori per marchi di alta gamma".

Un colosso da 140.000 dipendenti

"Il nuovo gruppo si troverebbe in una posizione di primo piano per proporre un'offerta completa con ricavi aggregati di oltre 15 miliardi di euro, circa 140.000 dipendenti e vendite in oltre 150 Paesi, la nuova realtà "rappresenterebbe una piattaforma di crescita posizionata per cogliere opportunita' future".

Nel dettaglio, Delfin si impegna "irrevocabilmente" ad apportare le proprie azioni Luxottica ad Essilor sulla base di un concambio di 0,461 azioni Essilor per 1 azione Luxottica. Insieme, Essilor e Luxottica saranno in una posizione migliore per offrire una risposta ai bisogni relativi alla vista di 7,2 miliardi di persone, 2,5 miliardi delle quali non hanno ancora accesso a una correzione visiva. La chiusura dell'operazione è prevista per il secondo semestre del 2017 e sarebbe seguito dall'offerta pubblica obbligatoria sulla totalità delle rimanenti azioni di Luxottica in circolazione.

Del Vecchio, si realizza un sogno

"Con questa operazione si concretizza il mio sogno di dare vita ad un campione nel settore dell'ottica totalmente integrato ed eccellente in ogni sua parte. Sapevamo da tempo che questa era la soluzione giusta ma solo ora sono maturate le condizioni che l'hanno resa possibile", ha detto Leonardo Del Vecchio, presidente di Delfin e presidente esecutivo di Luxottica Group, commentando l'accordo con Essilor. "Il matrimonio tra due aziende leader nei rispettivi settori – ha aggiunto – porterà grandi vantaggi per il mercato, per i dipendenti e principalmente per tutti i nostri consumatori. Finalmente, dopo cinquanta anni di attesa, due parti naturalmente complementari, montature e lenti, verranno progettate, realizzate e distribuite sotto lo stesso tetto".

"Il nostro progetto – ha affermato Hubert Sagnieres, presidente e ceo di Essilor – si basa su una motivazione semplice: rispondere meglio ai bisogni di un'immensa popolazione mondiale relativi alla correzione e alla protezione della vista, unendo due grandi società, una dedicata alle lenti e l'altra alle montature. Con straordinario successo, Luxottica – ha continuato Sagnieres – ha creato marchi prestigiosi, supportati da una catena di approvvigionamento e da una rete distributiva all'avanguardia nel settore. Essilor porta 168 anni di innovazione ed eccellenza industriale nella progettazione, fabbricazione e distribuzione di lenti oftalmiche e da sole. Unendo oggi le loro forze, questi due player internazionali possono adesso accelerare la loro espansione globale, a beneficio di clienti, dipendenti e azionisti, e dell'intero settore". 

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Così l’Italia dovrà quadrare i conti, servono 3,4 miliardi

Roma – Sarà meno pesante dei 5 miliardi ventilati in dicembre, ma la correzione alla legge di bilancio è indispensabile. Dovrebbe aggirarsi, scrive oggi Repubblica, intorno ai 3,4 miliardi di euro pari allo 0,2 per cento del Pil. E' la cifra che serve a rientrare nei parametri europei di bilancio e scongiurare una procedura d'infrazione. La richiesta è arrivata a Roma la scorsa settimana ed è in corso la trattativa con Padoan impegnato a trovare una mediazione. La Commissione non vuole rischiare di essere sconfessata dall’Eurogruppo, cominato dai falchi di Germania e Olanda. In sostanza, Bruxelles ci presenta il conto congelato prima del referendum: va corretto il disavanzo. Juncker chiede un impegno formale ad agire entro il 1 febbraio, Roma cerca più tempo.

Tra l’altro nel conto presentato dall’esecutivo comunitario non sono entrati i 20 miliardi messi a disposizione dal governo per salvare Monte dei Paschi di Siena e le altre banche in difficoltà: visto che la cifra è stata autorizzata dalla Commissione europea viene considerata una spesa una tantum e non incide sul deficit strutturale.

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Euro: apre 1,06 dollari, biglietto verde recupera

(AGI) – Roma, 13 gen. – Euro sipra 1,06 dollari e biglietto verde in recupero sullo yen, dopo i recenti indebolimenti, legati alla delusione dei mercati per il mancato dettaglio da parte di Donald Trump sulle sue future scelte economiche nella prima conferenza stampa da presidente eletto. L’euro passa di mano a 1,0637 dollari e 121,93 yen. Dollaro/yen a 114,65. (AGI)
Gaa

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Tveit, vi spiego la mia globalizzazione etica contro paure e populismi

Roma – Il mondo deve incamminarsi verso una 'globalizzazione etica' per far fronte alle sfide del terrorismo, del clima, dei populismi, delle divisioni di genere, razza e religione. E il concetto di 'responsabilita' dei leader deve essere sostituito con quello di una 'mutua garanzia', nel rispetto degli interessi di tutti e nel perseguimento di valori condivisi. A parlare è il pastore luterano, Olav Fykse Tveit, segretario generale del World Council of Churches, il Consiglio che dal 1948 rappresenta 350 chiese nel mondo (protestante, ortodossa, anglicana, etc.) per un totale di 560 milioni di cristiani in 110 paesi.

Tveit parlerà tra pochi giorni a Davos, davanti al gotha della finanza mondiale, di fede, dignitaà umana, rispetto, "le vere soluzioni" per affrontare i temi del terrorismo, del riscaldamento del Pianeta, della fuga dei migranti, della pace. Ingredienti non da poco per cambiare il percorso della globalizzazione e di uno sviluppo economico sempre minacciato dalle crisi.

"Mutua responsabilità e fiducia – ha spiegato il reverendo Tveit in un'intervista all'AGI a qualche giorno dall'inizio del Summit del World Economic Forum che si aprirà nella località svizzera il 17 gennaio – sono punti di svolta essenziali. Sia che si creda nella religione o no".

Ecumenico, Tveit sta da tempo lavorando a un ambizioso evento: fare del 2017 l'anno della "riconciliazione delle memorie". Quest'anno infatti tutti i cristiani celebreranno la Pasqua e la Pentecoste nello stesso giorno. Un'occasione per riunire la famiglia cristiana a Gerusalemme e pregare per la pace del mondo. "Ci stiamo lavorando" ha detto il religioso che non esclude la partecipazione anche dei cattolici all'evento. "Con la Chiesa cattolica abbiamo fatto molte cose negli ultimi anni" ha affermato. "Sulla mia scrivania ho due lettere di Papa Francesco, sono auguri di Natale e un appello alla pace per il nuovo anno. Penso che con i cattolici dobbiamo muoverci insieme con i nostri valori comuni, con il nostro 'gospel' condiviso, per servire insieme il mondo".

"L'ultimo attacco è stato a Baghdad, prima Istanbul. Sono tutti atti che feriscono la dignità di ogni essere umano, di ogni persona di fede. Anche i politici hanno condannato questi attacchi, perché nessuna fede o politica può giustificarli. Sono attacchi inumani e non bastano le parole a condannarli. Sono veri e propri atti criminali" ha affermato il religioso. Eppure, secondo Tveit, in questo la politica ha in un certo senso le sue responsabilità. "Sono atti di disperazione che dimostrano che qualcosa non va se la gente fa questo. Alla base c'è un'insoddisfazione generale. In Medio Oriente, ma anche in altri luoghi, la gente non vede più un futuro, non crede alle promesse di speranza".

Leadership significa sviluppo economico ed etica gobale

"Senza sviluppo economico è difficile trovare il senso del vivere insieme". E' per questo, secondo Tveit, che la politica ha un ruolo importante. Può generare i conflitti e allo stesso tempo può determinarne la fine: "Il denaro usato per le armi può essere usato per lo sviluppo economico e industriale. Bisogna dare alla gente un modo di creare un futuro per loro e le loro famiglie". Si tratta delle responsabilità dei leader ma anche di 'garanzie' che essi devono dare affinché i loro propositi portino dei frutti. Come? "Andando al di là del mero concetto di globalizzazione che, vista solo come l'apertura del commercio può continuare a generare problemi. I leader, i manager devono interagire con gli altri 'attori' sociali, inclusi i religiosi".

"Lo spettro – ha proseguito il luterano – si deve ampliare ai ruoli, alle razze, ai generi e alle differenti religioni del mondo". "Non c'è modo di risolvere i problemi da soli, in un solo gruppo di persone, ma deve esserci una relazione tra tutti noi". "Ognuno deve dare il proprio contributo". Leadership quindi significa prima di tutto "mettere in primo piano gli interessi dell'umanità. E il Summit di Davos sarà un'occasione per tutti di ridisegnare questo percorso economico".

Trump, nazionalismi e populismi, non condannare la paura

"Si tratta della paura delle persone e non va cavalcata, non va condannata. Razzismo, nazionalismo, sono forme di protezione che non risolvono il problema ma lo aggravano e creano altri problemi. Il populismo è un segno di protesta, di insoddisfazione. E' il volto negativo della globalizzazione" ha detto Tveit. "Ma non si può pensare di tornare indietro nella storia, ignorando la realtà internazionale. Bisogna trovare soluzioni di cui tutti possano beneficiare. Quindi andare verso una globalizzazione 'buona', etica. Il concetto di aprire al contributo della religione, ha proseguito Tveit, è perché "noi abbiamo valori da condividere in tutto il mondo". In secondo luogo è necessario capire che "insieme si può fare molto più che separatamente. Trovando soluzioni che includono e che non escludono. Che guardino insieme all'economia, alla storia, alla politica, alla religione".

I giovani vanno coinvolti e resi responsabili

"Loro – ha aggiunto il reverendo – non sono solo il futuro ma sono presente e futuro". "Sono risorse utili per le sfide future". Ma, allo stesso tempo vanno protetti, dalla violenza. "Tutto questo va fatto con l'educazione, con l'assistenza sanitaria: queste sono priorità". Tra i protagonisti di quest'anno a Davos ci saranno un numero di Millennials, i giovani della nuovissima generazione. "Loro hanno una migliore comprensione dei valori umani, della dignità e della pace. Penso che dobbiamo renderli più forti e dare loro più potere per permettere di usare le loro risorse. Non dobbiamo criticarli".


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Jobs act, la riforma appesa al filo della Consulta

Le riforme del lavoro del governo Renzi sono appese al filo della Consulta. Domani, 11 gennaio, la Corte Costituzionale deciderà sull'ammissibilità dei referendum abrogativi su voucher, articolo 18 e responsabilità solidale negli appalti, presentati dalla Cgil, con il supporto di 3,3 milioni di firme.

Tre udienze a porte chiuse – relatori sono i giudici Silvana Sciarra, Mario Rosario Morelli e Giulio Prosperetti – in cui gli avvocati del comitato promotore, Vittorio Angiolini e Amos Andreoni, e l'avvocato dello Stato Vincenzo Nunziata, in rappresentanza della Presidenza del Consiglio, esporrano le ragioni pro e contro referendum.

La posizione dell'Avvocatura dello Stato

L'Avvocatura dello Stato ha già anticipato, con memorie depositate nei giorni scorsi, la sua posizione sull'"inammissibilità" dei 3 quesiti: ha "carattere surrettiziamente propositivo e manipolativo" quello riguardante il 'cuore' del Jobs act, ossia le norme sui licenziamenti illegittimi, sostiene l'Avvocatura, e un eventuale "esito positivo" della consultazione referendaria sulla responsabilita' solidale negli appalti "condurrebbe a condizioni di incertezza normativa". E ancora: il referendum sui voucher, rileva l'avvocato Nunziata nella memoria trasmessa alla Corte, potrebbe "determinare un vuoto normativo idoneo a privare di una compiuta e necessaria regolamentazione, tutte quelle prestazioni che, per la loro limitata estensioni quantitativa o temporale, non risultino utilmente sussumibili nel paradigma normativo del lavoro a termine o di altre figure giuridiche contemplate dall'ordinamento vigente". Il "proposito referendario – evidenzia l'Avvocatura – non e' tanto quello di sopprimere i voucher, quale strumento di remunerazione e disciplina del lavoro accessorio, ma di abolire lo stesso istituto del lavoro accessorio".

Le ragioni della Cgil

Questa analisi è contestata dalla Cgil che, naturalmente, è convinta che non sussistano le condizioni di inammissabilità: questo pensiero – spiega Nino Baseotto, membro della segreteria – è suffragato dai pareri di "una lunga lista di giuristi". Le ragioni del sindacato sono contenute nelle memorie redatte da Angiolini, professore di diritto costituzionale all'Universita' di Milano, e Umberto Carabelli, docente di diritto del Lavoro all'Universita' di Bari. "Illustreremo le nostre posizioni ai giudici – sottolinea Baseotto – e non ci esprimiamo sul parere dell'Avvocatura dello Stato per rispetto nei confronti della Corte".

Il capitolo voucher e la modifica del Parlamento

Per quanto riguarda i voucher, il Parlamento potrebbe modificare prima dell'eventuale referendum la normativa e così scongiurare o depotenziare il voto. Il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damianoalle 16 ospite di Viva l'Italia – (secondo cui i quesiti sono legittimi) propone al governo di sostenere il disegno di legge di riforma del lavoro occasionale e accessorio firmato da 45 parlamentari del Pd che propone di tornare alla legge Biagi del 2003, per ridare ai voucher quel carattere di occasionalita' e di lavoro accessorio che avevano in origine. Il ddl sara' in discussione in Commissione Lavoro proprio l'11 gennaio. Sulla responsabilità solidale negli appalti, Damiano sostiene che basterebbe ripristinare la normativa del governo Prodi, nel testo vigente dal 2007 al 2012.

I tempi per la decisione della Consulta

La decisione dei 'giudici delle leggi' dovrebbe arrivare in tempi brevi, già nel pomeriggio di domani: la Corte affronta il 'nodo' referendum, così come avverrà per le questioni di legittimità sull'Italicum il 24 gennaio, a plenum incompleto, dopo le dimissioni, avvenute lo scorso novembre, del giudice Giuseppe Frigo.

Cosa succede dopo

Quattordici, dunque, i giudici che esprimeranno il loro voto e, in caso di parità, risulterà decisivo quello del presidente Paolo Grossi, come prevede il regolamento. Se la Corte darà il via libera ai referendum – o solo a uno di questi – la consultazione popolare avverrà in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi. Salvo elezioni anticipate, che, come constatato anche dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti – il quale ha detto di non temere il voto e si e' sempre dichiarato pronto a fare correzioni – porterebbero a sospendere i referendum per almeno un anno. Appena arrivera' la decisione della Consulta, la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, fara' una conferenza stampa.

Leggi anche: Jobs Act e Italicum, su cosa deve decidere la Consulta

Guarda: Susanna Camusso a Viva l'Italia – VIDEO

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