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Governo debole e rischi populisti, ecco perché Fitch taglia rating Italia a BBB

Fitch ha tagliato il rating dell'Italia da 'BBB+' a 'BBB'. L'outlook è stabile. Lo comunica l'Agenzia di rating spiegando che i rischi politici "sono aumentati" in Italia e sottolineando che i "rischi di un governo debole o instabile sono aumentati così come la possibilità che aumenti l'influenza politica di partiti populisti ed euroscettici". Secondo Fitch, la crescita del populismo in Italia "può smorzare l'appetito della politica per le riforme, aumentare la pressione per un allentamento fiscale e pesare sulla fiducia degli investitori". Gli attuali sondaggi, spiega l'agenzia di rating, indicano un'ulteriore perdita di terreno dei partiti più centristi e un panorama politico frammentato che potrebbe tradursi in un governo di minoranza. 

Il governo presieduto da Paolo Gentiloni giura al Quirinale


Come scrive Repubblica, sul piano economico, l'agenzia parla di "fallimento" sul fronte della riduzione dell'elevatissimo livello del debito pubblico, il che "espone maggiormente il Paese a potenziali shock sfavorevoli", e prevede un aumento del Pil dello 0,9% nel 2017 e dell'1,0% nel 2018. 

Necessario nuovo sostegno pubblico per le banche

L'agenzia cita anche "le debolezze delle banche" italiane che accrescono i rischi al ribasso per l'economia e le finanze pubbliche e spiega che l'outlook per il settore bancario è negativo e riflette soprattutto il peso dei crediti deteriorati e della bassa redditività e generazione di capitale. Un ulteriore sostegno pubblico al settore "potrebbe essere necessario in assenza di più ampi sforzi di ristrutturazione", scrive ancora l'agenzia di rating Fitch .

Da ottobre 2016 Italia nel mirino delle agenzie di rating

  • FITCH – A ottobre 2016 l'agenzia di rating aver rivisto a negativo l'outlook per i rischi di incertezza politica legati al referendum che si sarebbe tenuto a dicembre. 
  • MOODY'S – A febbraio 2017 dopo il referendum istituzionale e le dimissioni del premier Matteo Renzi, aveva abbassato da stabile a negativo l'outlook sul debito dell'Italia e aveva lasciato capire che il rating poteva essere rivisto da 'Baa2' a valori inferiori.
  • S&P – Per ora prende invece tempo e ha lasciato il merito di credito dell'Italia a 'Bbb-' con prospettive stabili.
  • DDRS – Anche l'agenzia di rating canadese, la quarta al mondo, ha tagliato lo scorso gennaio il giudizio sull'Italia da 'A' a 'BBB' con outlook stabile. 

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Clima: Wec, le strade per centrare target decarbonizzazione

(AGI) – Roma, 19 apr. – A distanza di cinque mesi dalla 22esima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, che si e’ svolta a Marrakech lo scorso anno, e a poco piu’ di quindici mesi dall’Accordo di Parigi del dicembre 2015 (Cop 21), che ha riconosciuto come improcrastinabili gli impegni per la lotta ai cambiamenti climatici, ponendo l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura media globale terrestre entro i 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali, si accelerano le iniziative per allineare le politiche nazionali ed europee all’ambizione dell’Accordo di Parigi. Il confronto che Wec Italia e i Parlamentari per lo sviluppo sostenibile hanno lanciato oggi a Roma ha avuto lo scopo di analizzare possibili azioni per rendere piu’ efficaci gli strumenti adottati a livello europeo per conseguire gli obiettivi di diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra. Obiettivi che l’Europa ha approvato nell’ottobre 2014 e che prevedono, al 2030, la riduzione del 40% delle emissioni di CO2, un incremento del 27% delle fonti rinnovabili e un incremento di almeno il 27% dell’efficienza energetica.
Tale confronto acquista particolare significato in questo momento in cui e’ in corso la revisione della direttiva Ets (Emissions Trading System), finalizzata a rafforzare il meccanismo di scambio delle quote di emissione di CO2 nel mercato europeo. L’Ets, dopo una prima fase di prova (2005 – 2007) la successiva fase di adempimento (2008-2012), e’ entrato nella terza fase che terminera’ nel 2020. Dal 2021 in poi, l’Ets entrera’ nella cosiddetta quarta fase che si protrarra’ fino al 2030, durante la quale dovra’ dimostrare la propria efficacia nell’innescare una trasformazione tecnologica capace di portare il settore energetico e quello industriale alla decarbonizzazione.
In questo contesto si inserisce lo studio di Nomisma Energia che analizza vantaggi e criticita’ dell’Ets, valutando iniziative integrative o alternative all’Ets stesso. Secondo la ricerca, presentata da Davide Tabarelli, in questi anni il sistema, pur risultando inizialmente un valido aiuto per le imprese soggette alla riduzione delle emissioni alteranti del clima, non e’ riuscito da solo ad avviare efficacemente la transizione verso tecnologie a basso impatto di carbonio. E questo soprattutto a causa del valore economico che le quote di CO2 hanno assunto sul mercato: prezzo troppo basso per consentire gli investimenti necessari a sostenere l’innovazione industriale e la ridefinizione del mix di combustibili per la produzione di elettricita’.
Secondo le ultime rilevazioni, la CO2 ha una quotazione che oscilla intorno al valore di 5 euro/tonnellata, molto al di sotto della soglia stimata da Nomisma Energia per stimolare almeno il cosiddetto “switch” fra il carbone e il gas. Un adeguato prezzo della CO2 – oltre a dare impulso alla generazione elettrica con impianti ad alta efficienza e a basse emissioni, come i cicli combinati a gas naturale – potrebbe anche favorire l’ulteriore sviluppo delle fonti rinnovabili.
Secondo lo studio potrebbe essere adottato il sistema Eps (Emissions Performance Standard) che in Gran Bretagna ha ridotto sensibilmente l’utilizzo di carbone per produrre energia.
“Passare dal carbone al gas – ha spiegato nel corso di una tavola rotonda Massimo Mantovani, chief Midstream Gas & Power Officer di Eni – e’ possibile: con 240 milioni di euro in piu’ all’anno si puo’ fare lo switch e ridurre del 60% le emissioni di CO2. Le infrastrutture ci sono, bisogna fare una scelta”.
Anche Andrea Stegher, senior vice president Corporate Strategy di Snam, si e’ soffermato sulle possibilita’ del nostro paese: “L’Italia e’ ben messa per lo switch carbone/gas. Ha le infrastrutture sufficienti, le centrali a ciclo combinato”. Per l’ad di Sorgenia Gianfilippo Mancini “dal fallimento del sistema Ets si puo’ imparare prendendo esempio dalla Gran Bretagna. Dobbiamo pensare ad alternative che spingano lo switch carbone/gas”. (AGI)
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Agricoltura bio: Oliverio (Pd), non è nicchia bene provvedimento

Roma – "Il provvedimento sull'agricoltura biologica, il cui esame in aula e' iniziato oggi, nasce dall'esigenza di rispondere a una domanda sempre piu' in crescita da parte del consumatore. Dalla necessita' che la normativa oggi di riferimento, nata in un contesto in cui il biologico rappresentava ancora una 'nicchia', debba essere aggiornata. Questa pdl vuole ribadire con forza che e' indispensabile un dialogo interdisciplinare tra i numerosi soggetti coinvolti e che sono urgenti iniziative per dare informazioni sul cibo, che, oltre a essere cultura, e' anche e soprattutto salute e benessere". Lo ha dichiarato Nicodemo Oliverio, capogruppo Pd in commissione Agricoltura intervenendo oggi in aula durante l'esame della pdl sull'agricoltura e l'agroalimentare biologico.
Ecco le novita' piu' importanti: riordino degli strumenti di governance amministrativa, tramite un Tavolo tecnico per predisporre il Piano d'azione nazionale, finanziato dal Fondo per lo sviluppo dell'agricoltura biologica; incremento della ricerca nel settore; incentivazione alla conversione delle aziende al biologico e campagne di educazione; istituzione di distretti biologici rispettosi dell'ambiente; disciplina per le organizzazioni di produttori e interprofessionali.
"Questo testo unificato, il cui esame e' iniziato nel 2013 e sospeso in attesa di una riforma europea del settore, – ha spiegato Oliverio – e' il frutto di significative audizioni di soggetti della filiera e ricercatori. Il biologico (dati SINAB per il 2015) prosegue il suo trend espansivo: in Italia gli operatori sono 59.959; la superficie coltivata con metodo biologico e' di 1.492.579 ettari, piu' 7,5 % dell'anno precedente; convertiti al metodo biologico oltre 104.000 ettari. Le vendite del biologico (dati Ismea-Nielsel) sono aumentate del 20% rispetto al 2014.
"Il provvedimento, per il quale ringrazio il Governo per la collaborazione, – ha concluso Oliverio – e' un altro tassello del Parlamento nell'opera di riforma del nostro sistema agroalimentare. Penso alla legge sulla biodiversita' agraria, sull'agricoltura sociale, sul contrasto ai fenomeni del caporalato, sugli sprechi alimentari, sul testo unico sul vino, e i numerosi interventi di carattere fiscale e organizzativo".

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Agricoltura:: a Fico inzia la semina biodinamica

(AGI) – Roma, 12 apr. – Un’agricoltura capace di restituire alla terra la sua ricchezza e fertilita’ grazie all’utilizzo di piante, tecniche e preparati naturali. E’ l’agricoltura biodinamica, che da oggi trova uno spazio dedicato anche a FICO Eataly World, il parco agroalimentare piu’ grande del mondo che aprira’ a Bologna in ottobre: questa mattina, un piccolo appezzamento e’ stato seminato con diverse varieta’ di graminacee, crucifere e leguminose, iniziando la trasformazione di un terreno di riporto dell’ex mercato ortofrutticolo, mai coltivato prima. La semina dell’area dedicata all’agricoltura biodinamica e’ stata affidata alla Cooperativa La Collina di Reggio Emilia, che seguira’ la coltivazione dimostrativa nella Fabbrica Italiana Contadina in forza di un accordo con l’associazione del settore, per promuovere la conoscenza di questo tipo di agricoltura sostenibile. Alla giornata hanno partecipato Andrea Ferretti e Enea Burani, rispettivamente presidente e fondatore della Collina, e Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e vice-presidente di Federbio (Federazione italiana Agricoltura Biologica e biodinamica), oltre che direttore di APAB, istituto di formazione riconosciuto dalla Regione Toscana. Al loro fianco, Tiziana Primori, amministratore delegato di FICO Eataly World, Andrea Segre’, presidente del CAAB e di Fondazione FICO e Alessandro Bonfigliol, direttore generale CAAB e segretario della Fondazione FICO.
Il Parco del cibo – insieme a fabbriche di produzione, ristoranti, mercato, aree permanenti dedicate alla cultura e alla didattica – racchiudera’ la meraviglia della biodiversita’ italiana attraverso due ettari di campi e stalle all’aria aperta. Con 200 animali e 2.000 cultivar tipici, offrira’ l’opportunita’ di conoscere l’agricoltura italiana e vivere l’esperienza diretta dei nostri territori, attraverso coltivazioni a bassissimo impatto ambientale, fra cui il piccolo appezzamento biodinamico seminato oggi. “Rispetto alle altre tecniche agronomiche convenzionali – spiegano Andrea Ferretti ed Enea Burani de La Collina – i terreni vengono gradualmente sviluppati fino a ottenere uno stato ricco, friabile, ben strutturato e ben drenato, attivando forze e organismi che lavorino per la creazione di humus e sostanza organica viva nel terreno”.
“Portare l’agricoltura biodinamica a FICO – sottolinea Tiziana Primori, amministratore delegato di FICO Eataly World – consentira’ a milioni di persone di conoscere e sperimentare dal vivo l’importanza di una agricoltura sostenibile, buona per le persone, la salute e l’ambiente, di grande valore culturale ed etico. Anche simbolicamente, la semina di oggi restituisce questi terreni alla loro vocazione e li rende fertili, capaci di far crescere valori, come l’amore e la conoscenza della natura, fondamentali per il nostro futuro”.
E Andrea Segre’, presidente CAAB e Fondazione FICO spiega che “l’agricoltura biodinamica, grazie alla lettura introdotta da Rudolf Steiner, ci incoraggia a coltivare una dimensione spirituale nel legame intimo con la terra, a tutto vantaggio della qualita’ degli alimenti e della fertilita’ futura dei nostri campi. Come Preside della Facolta’ di Agraria all’Universita’ di Bologna avevo siglato un pionieristico accordo con i produttori biologici e biodinamici di Federbio. Nel tempo ho approfondito l’impegno di una paladina del biodinamico, la fondatrice del FAI Giulia Maria Crespi. Per questo sostengo che agricoltura significa anche paesaggio, biodiversita’, vuol dire quindi turismo e messa in sicurezza del patrimonio naturale. Da questi presupporti partiremo con le iniziative della Fondazione FICO per l’educazione alimentare e alla sostenibilita’: progetti rivolti innanzitutto alle giovani generazioni, alle quali affideremo presto il testimone del pianeta”. Anche Alessandro Bonfiglioli, direttore generale di CAAB e segretario della Fondazione FICO evidenzia che “il tema della sostenibilita’ alimentare rientra nella mission portante di CAAB: innanzitutto perche’ la Nuova Area Mercatale del Centro promuove la produzione, la commercializzazione e il consumo di frutta e verdura sostenibili e di alta qualita’. Ma CAAB sostiene concretamente l’educazione alimentare anche per gli under 30 e le giovani famiglie che hanno ricevuto in concessione, nelle ultime stagioni, uno dei nostri 108 Orti urbani, con il valore aggiunto di un tutoring specifico. La notizia e’ che CAAB entro il mese di maggio potra’ inaugurare 108 nuovi Orti per la citta’, siti nell’Azienda Agricola dell’Agenzia Pilastro, ciascuno di 35 metri quadrati. Il bando per l’assegnazione sara’ operativo a fine estate”. “Da settant’anni – sottolinea Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e vice-presidente di Federbio – l’impegno degli agricoltori biodinamici e’ di contribuire all’eccellenza agricola italiana. Si tratta di un patrimonio che va messo a disposizione dei cittadini, degli agricoltori e delle nuove generazioni di agronomi. Un cammino questo, che vogliamo condividere con chi lavora a un modello agricolo italiano di alta qualita’”. (AGI)

Bru

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Come attirare investimenti dall’estero

Il tema dell'attrazione degli investimenti esteri torna anche nella secondo giornata dell'Italian Investment Showcase, il forum promosso dall'Agenzia Giornalistica Italia, con l'adesione di Assolombarda e Unindustria. Il workshop del 12 aprile è dedicato al racconto delle storie e delle strategie di successo.

La tavola rotonda vede la partecipazione di Yana Leles, responsabile degli affari internazionali dell'Associazione russa dei Parchi Industriali. A illustrare il contributo che le istituzioni locali possono fornire in questo campo interviene Mauro Parolini, assessore allo sviluppo economico della Regione Lombardia.

Leggi anche: cosa si è detto nella prima giornata

L'Italian Investment Showcase ha selezionato 40 imprese innovative italiane, con un fatturato superiore al milione di euro, che operano in cinque settori: aerospazio, ambiente/green power, smart city, Ict, life science/biotech. Sono presenti venture capital, business angels e aziende multinazionali, ai quali le imprese potranno presentare i propri progetti in pitch distinti per settore e dimensioni aziendali (quello della seconda giornata si concentra su cluster e parchi tecnologici), avvalendosi del supporto dell'ICE.

L'Italian Investment Showcase, sponsorizzato da Intesa Sanpaolo e Fastweb, è organizzato in partnership con ministero degli Affari Esteri, Ice, Enea, regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano, Aifi, Compagnia delle Opere, Cna, Valore Italia, Cariplo Factory e Fondazione Italia Camp. Il forum, che gode della collaborazione con Camera di Commercio Italo-Cinese, Italia Startup, Anitec-Confindustria e Italia Eurasia, si svolge sotto il coordinamento di GreenHill Advisory, società che ha curato la selezione delle aziende partecipanti e i rapporti con gli investitori nazionali e internazionali.

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G7 Energia: Enel, migliorare accesso energia in Africa

Roma – In Africa 600 milioni di persone vivono senza elettricita' e la domanda di energia raddoppiera' da qui al 2030. Di questo discuteranno domenica 9 aprile, presso il museo Maxxi di Roma, Enel Foundation, RES4Africa e Africa-EU Energy Partnership (Aeep) che hanno rganizzato un evento dal titolo 'Africa 2030: Empowering the continent through innovation, green tech solutions and capacity building', promosso dal ministero dello Sviluppo Economico nell'ambito del G7 Energia.
Obiettivo della conferenza, che sara' conclusa da un intervento del ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, e' quello di discutere e confrontarsi su politiche, idee, soluzioni tecnologiche e possibili percorsi normativi per un continente ricco di risorse, ma ancora caratterizzato da un limitato accesso all'energia. Rafforzare l'approvvigionamento energetico sostenibile e la disponibilita' di energia da fonti rinnovabili, rappresenta quindi la chiave per creare opportunita' di lavoro, consolidare la crescita delle economie locali nei contesti rurali e contribuire in tal modo anche ad accrescere la sicurezza energetica.
La conferenza vedra' l'intervento di rappresentanti istituzionali invitati al G7 Energia, di rappresentanti di Paesi Africani, Ong, Organizzazioni multilaterali, imprese e mondo accademico. Tra i tanti temi in agenda, la creazione di strategie e dinamiche 'bottom-up' per lo sviluppo di nuovi modelli di business e start-up locali innovative, lo studio di meccanismi di de-risking finanziario e la collaborazione tra attori del settore pubblico e privato. "L'Africa e' importantissima per la nostra espansione nel campo delle energia rinnovabili", ha dichiarato Francesco Venturini, Responsabile Divisione Energie Rinnovabili di Enel, Enel Green Power e membro del Board di Fondazione Enel. "Si tratta di un continente ricco di risorse, con tassi di crescita economica alti, ma dove la popolazione ha un accesso ancora molto limitato all'energia. In questo contesto, le minigrid che utilizzano batterie e rinnovabili possono costituire una valida soluzione e svolgere un ruolo di catalizzatore dello sviluppo. L'Africa sta diventando sempre di piu' un grande laboratorio di sperimentazione tecnologica che dara' un contributo fondamentale al futuro di questo settore".

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Così il tribunale ferma Uber

Uber addio: il Tribunale di Roma ha ordinato, entro 10 giorni, il blocco dei servizi del gruppo Uber in Italia tramite la app Uber Black e le analoghe app Uber-Lux, Uber-Suv, Uber-X, Uber-XL, UberSelect, Uber-Van. E' stato accolto un ricorso per concorrenza sleale di alcune associazioni di categoria dei tassisti tramite l'associazione tutela legale taxi.

"Il tribunale di Roma, accertata la condotta di concorrenza sleale posta in essere sul territorio italiano da Uber, inibisce alle parti il servizio di trasporto pubblico non di linea con l'uso dell'applicazione Uber Black e delle analoghe applicazioni Uber-Lux, Uber-Suv, Uber-X, Uber-XL, UberSelect, Uber-Van, disponendo il blocco di queste applicazioni sul territorio italiano nonché di effettuare la promozione e pubblicazione di detti servizi sul territorio nazionale". E' stata inoltre fissata una penale di 10mila euro per le società resistenti per ogni giorno di ritardo dal decimo giorno a partire dalla pubblicazione della sentenza.

Codacos, si torna al Medioevo

"Una decisione abnorme che riporta l'Italia al Medioevo". Lo afferma il Codacons, commentando il blocco dei servizi del gruppo Uber in Italia, accogliendo il ricorso dei tassisti. "L'Italia viene rispedita indietro di decenni, mentre tutti gli altri paesi vanno avanti e si adeguano alle nuove offerte del mercato. A fare le spese di tale decisione saranno gli utenti, le cui possibilità di scelta saranno fortemente limitate, e che senza una reale concorrenza subiranno senza dubbio rincari delle tariffe per il trasporto non di linea. Invece di adeguare la normativa sui trasporti alle nuove possibilità offerte dalla tecnologia, in modo da offrire garanzie e certezze a tutte le parti in causa, si sceglie di danneggiare i consumatori paralizzando il mercato e l'evoluzione – prosegue l'associazione – e il Governo avrebbe dovuto già da tempo varare norme per introdurre in Italia servizi come Uber e farli convivere con i taxi tradizionali, così come avviene nel resto del mondo".

Uber, siamo allibiti

"Siamo allibiti per quanto annunciato dall'ordinanza che va nella direzione opposta rispetto al decreto Milleproroghe e alla normativa europea": è questo il commento di Uber Italia alla decisione del Tribunale di Roma che ha deciso di inibire l'erogazione del servizio UberBlack sull'intero territorio nazionale, entro 10 giorni da oggi. 

 

"Faremo appello contro questa decisione, basata su una legge vecchia di 25 anni e che non rispecchia più i tempi, per permettere a migliaia di autisti professionisti di continuare a lavorare grazie all'app di Uber e alle persone di avere maggiore scelta. – spiega Uber – Ora il governo non può perdere altro tempo ma deve decidere se rimanere ancorato al passato, tutelando rendite di posizione, o permettere agli italiani di beneficiare di nuove tecnologie come Uber".

I tassisti esultano

"Una nuova schiacciante vittoria su Uber": così in una nota Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Uil trasporti, Fit Cisl e associazione tutela legale taxi commmentano la decisione del tribunale di Roma di bloccare il servizio UberBlack su tutto il territorio italiano "per accertata concorrenza sleale nei confronti degli operatori taxi e ncc regolari". "Nonostante l'intervento del Senato dello scorso febbraio che aveva sospeso le modifiche dell'art. 29, comma 1-quater, – spiega – il Tribunale Civile di Roma ha condiviso il ricorso". 

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Pac: Martina,ad Hogan priorita’ Italia servono regole semplici

(AGI) – Roma, 6 apr. – Le priorita’ dell’Italia per la Politica Agricola post 2020. E’ quanto contenuto nel documento inviato dal Ministro Maurizio Martina al Commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan.
Si tratta di una prima serie di proposte, spiega una nota del dicastero, risultato del lavoro portato avanti dal Mipaaf in collaborazione con le Regioni e le organizzazioni di categoria per valorizzare al meglio la distintivita’ del modello agricolo italiano e dare risposte concrete ad agricoltori e allevatori.
Parole chiave: maggiore semplificazione, investimenti per l’innovazione, tutela del reddito e salvaguardia delle produzioni per garantire il futuro delle filiere. Per realizzare questi obiettivi il documento italiano propone di valorizzare meglio le Ocm come terzo pilastro della Pac, creare nuovi strumenti di gestione del rischio nell’ambito dei pagamenti diretti, tagliare la burocrazia dei programmi di sviluppo di rurale. L’Italia chiede anche un focus specifico su argomenti centrali come ricambio generazionale, sviluppo nelle aree interne e investimenti in ricerca e innovazione.
A 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma, l’Italia evidenzia la necessita’ di rilanciare l’azione europea, a partire proprio da una piu’ forte Politica Agricola Comune, alla luce anche delle nuove sfide globali: produrre di piu’ ma in modo sostenibile, tutelando i milioni di agricoltori europei che garantiscono la produzione di cibo per 500 milioni di cittadini.
“Nella riforma della Pac l’Italia puo’ giocare un ruolo importante – spiega il Ministro Martina – sostenendo con forza le ragioni di una spesa agricola attenta a tutelare il reddito di chi opera nel settore, sostenere la qualita’ dei prodotti, gestire in modo sostenibile e razionale le risorse naturali e valorizzare le aree rurali. Dobbiamo partire dalla garanzia nel bilancio Ue di risorse adeguate alle necessita’ dell’agricoltura europea. Cosi’ come e’ impostata oggi, la Pac non riesce sempre a dare risposte soddisfacenti dal punto di vista della salvaguardia del reddito degli imprenditori agricoli e neanche dei contribuenti. Con questa riforma abbiamo quindi l’occasione per rafforzare gli strumenti disponibili prevedendo, ad esempio, l’estensione del modello delle Organizzazioni comuni di mercato ad altri settori come latte, carne o cereali, migliorarne la competitivita’, incrementare la capacita’ di adattamento alle turbative dei mercati. Dobbiamo dare piu’ attenzione ai giovani e lavorare per la massima trasparenza verso i consumatori attraverso l’indicazione dell’origine della materia prima degli alimenti. Scelte coraggiose che siamo chiamati a compiere gia’ oggi”.(AGI)
Bru

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I cervelli in fuga hanno (anche) i capelli grigi

Nel 2016, come ogni anno dall'inizio della crisi, gli italiani che si sono trasferiti all'estero hanno toccato un nuovo record: l'Istat ne ha stimati 115mila, ma a partire non sono solo i più giovani, studenti o neolaureati. Il gruppo  di "expat" che ha visto la crescita maggiore – rileva Repubblica – è quella tra i 40 e i 50enni.

La migrazione dai capelli grigi

Tra il 2008 e il 2014 sono raddoppiati, da 7.700 a 14.300: un esodo di professionisti, imprenditori e lavoratori meno qualificati che ormai affianca quello "classico" dei giovani talenti. Con difficoltà superiori: la famiglia da lasciare, una lingua da imparare. E destinazioni diverse. Considerate le persone in età lavorativa, una su cinque sta in quella fascia, una su tre allargando il conto agli over 50. "La nuova migrazione dai capelli grigi", commenta la Cna, che ha elaborato i dati.

Destinazioni meno 'cool', ma più redditizie

Meno Londra e Berlino, calamite per 20enni. Più geografie ad alto potenziale di crescita, come Cina o Sudamerica. O Paesi alla ricerca di competenze professionali pronte. Ai nostri medici e ingegneri sia la Germania che i Paesi del Golfo offrono stipendi molto interessanti.


Chi parte, dove va e perché

  • 115mila persone hanno lasciato l'Italia nel 2016
  • Nel 2014 sono partite 14.300 persone tra i 40 e i 50 anni
    • il 31% è laureato
  • I neolaureati scelgono Londra e Berlino
    • cercano il primo lavoro
  • I professionisti Cina, America Latina e Golfo Persico​
    • cercano stipendi più alti

Un flusso di persone istruite, il 31% è laureato, il doppio della media nazionale. Un esodo scattato con la crisi, ma che, nota la Cna, aumenta anche ora che l'Italia ha ritrovato una crescita, per quanto contenuta: "Non c'entra più la congiuntura, è il nuovo standard" conclude lo studio .

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Fieragricola:partnership con Marocco funziona,44 aziende a Meknes

(AGI) _ Roma, 3 apr. – Fieragricola fa il tutto esaurito negli spazi dell’Area Italia del Padiglione Internazionale del Salone internazionale dell’agricoltura del Marocco (Siam), in programma dal 18 al 23 aprile prossimi a Mekne’s. Individuata come partner in esclusiva per la gestione degli spazi delle aziende italiane, Fieragricola ha riempito l’intera area a disposizione: 44 imprese italiane occuperanno infatti tutti i 1.200 metri quadrati della collettiva tricolore al Siam, la piu’ grande fiera agricola del continente e ponte commerciale per l’Africa.
Le aziende espositrici individuate da Fieragricola spaziano dalla meccanica agricola alle energie rinnovabili, dalla zootecnia alle sementi, fino alla componentistica e alla nutrizione animale.
“Abbiamo centrato un obiettivo significativo, tenuto conto che e’ il primo anno di collaborazione tra Fieragricola e Siam, ma la partnership ha funzionato. La consistente partecipazione conferma l’interesse delle imprese italiane nei confronti di mercati importanti come il Marocco, l’area del Maghreb e l’Africa – dichiara il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani -. Non ne siamo in verita’ sorpresi. Gia’ lo scorso anno alla 112� edizione di Fieragricola i workshop del “Progetto Africa”, con i focus sul Nord Africa, l’Africa Subsahariana e quella Australe, che furono organizzati direttamente da Veronafiere con la rete dei propri delegati in collaborazione con ICE, si rivelarono un successo e misero in luce il dinamismo del continente africano”.
Le delegazioni di buyer africani presenti a Fieragricola 2016 furono 11, provenienti da Etiopia, Mozambico, Angola, Kenia, Egitto, Sudafrica, Camerun, Uganda, Zambia, Tunisia e Algeria.
Le 44 imprese che parteciperanno al Siam provengono dal Veneto (13), dalla Lombardia (10), dall’Emilia-Romagna (8), ma anche dal Friuli Venezia Giulia, dall’Umbria, dall’Abruzzo, dal Piemonte, dalla Sicilia.(AGI)
Bru

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