La Fed lascia i tassi invariati tra il 2,25% e il 2,5%

La Federal Reserve ha lasciato invariato i tassi di riferimento all’interno della forchetta compresa tra il 2,25 e il 2,50%. Un componente del Fomc, il direttivo dell’istituto centrale statunitense, ha votato contro la decisione. 

Aumenta “l’incertezza” sulla crescita dell’economia statunitense, si legge nella nota della Fed, che agirà “in modo appropriato per sostenere l’espansione economica”. Il linguaggio utilizzato lascia intendere che il taglio dei tassi arriverà a luglio.

Dal comunicato della Fed sparisce la parola “paziente” legata all’aumento dei tassi. E l’attesa ora è di una riduzione complessiva di mezzo punto nella seconda metà dell’anno. A favore di questa ipotesi si sono espressi 7 componenti su 17 del direttivo, mentre un ottavo ritiene sufficiente un ritocco dello 0,25%. Il membro dissenziente del Fomc, James Bullard della filiale di St Louis, avrebbe voluto che il processo di riduzione del costo del denaro venisse avviato sin da questa riunione con una riduzione di un quarto di punto.

A sostenere l’ipotesi di un taglio dei tassi sono anche le nuove previsioni economiche. La Fed si attende ora che la crescita dell’inflazione si fermi quest’anno all’1,5% contro l’1,8% inizialmente previsto. E l’incremento dei prezzi al consumo si fermerà all’1,8%, al di sotto quindo dell’obiettivo del 2%, anche l’anno prossimo. Confermata al 2,1% invece la crescita del Pil quest’anno, mente sale dall’1,9% al 2% la stima per il prossimo.

Agi

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