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L'Italia resta uno dei Paesi più vecchi al mondo, dove calano le nascite e aumenta l'aspettativa di vita, i matrimoni sono in ripresa ma i divorzi crescono di più, aumentano i single, con il 31,6% delle famiglie composte da una sola persona. È la fotografia scattata dall'Annuario statistico dell'Istat per il 2016, da cui emerge l'immagine di una nazione variegata e con mille sfaccettature, in cui aumentano gli occupati (+1,3% in un anno per un totale di 22,758 milioni di persone) che restano però al di sotto dei livelli pre-crisi e della media Ue, e in cui la povertà assoluta avanza inesorabile, con 4,7 milioni di persone indigenti, di cui un quarto costituito da minorenni. Un'Italia che continua a dare peso alla cultura, nei musei e a tavola, ma che legge sempre meno (libri e giornali) e in cui calano gli iscritti a scuola. Con la sola eccezione delle primarie, dove ad aumentare sono solo i bambini stranieri.

Calano le nascite, aumenta la speranza di vita 

Nel 2016 continua il calo delle nascite (-12.342 nati), che si attestano a 473.438. Il tasso di fecondità totale nel 2015 scende ancora, a 1,35 figli in media per donna. Nello stesso anno, i decessi, 615.261, diminuiscono di 32.310 rispetto all'anno precedente. Il quoziente di mortalità passa dal 10,7 al 10,1 per mille. La speranza di vita alla nascita (vita media) riprende a crescere e passa da 80,1 a 80,6 anni per gli uomini e da 84,6 a 85,1 per le donne. L'Italia resta uno dei paesi più vecchi al mondo, con 165,3 persone con 65 anni e più ogni cento con meno di 15 anni.

In ripresa i matrimoni, mai i divorzi crescono di più

Nel 2015, i matrimoni passano dai 189.765 dell'anno precedente a 194.377, le separazioni legali da 89.303 a 91.706 e i divorzi da 52.355 a 82.469, anche per effetto dell'introduzione del 'divorzio breve'. Nel volgere di vent'anni, il numero medio di componenti in famiglia è sceso da 2,7 (media 1995-1996) a 2,4 (media 2015-2016). Aumentano le famiglie composte da una sola persona (da 20,5 a 31,6%) e si riducono quelle di cinque o piu' componenti (da 8,1 a 5,4%).

La povertà assoluta cresce fra le famiglie numerose con minori

Nel 2016, le famiglie in condizione di povertà assoluta sono 1,6 milioni, per un totale di 4,7 milioni di individui poveri (il 7,9% dell'intera popolazione). Le famiglie che vedono peggiorare le loro condizioni rispetto all'anno precedente sono quelle numerose, soprattutto coppie con 3 o piu' figli minori (da 18,3% del 2015 a 26,8% del 2016). L'incidenza di povertà assoluta è più elevata fra i minori (12,5%) e raggiunge il suo minimo fra le persone di 65 anni e piu' (3,8%). 

Italiani più soddisfatti, migliora la percezione economica

Aumenta la soddisfazione degli italiani per la vita nel complesso e migliora anche la percezione per la situazione economica. Sale la quota dei soddisfatti per la situazione economica: cresce la percentuale di persone abbastanza soddisfatte, (dal 44,6 per cento del 2015 al 47,3 per cento del 2016), parallelamente diminuisce sia la quota di coloro che si dichiarano per niente soddisfatti (dal 15,0 per cento del 2015 al 12,9 per cento del 2016) sia quella di chi lo è poco (dal 36,3 per cento al 34,8 per cento). Inoltre dopo il picco registrato nel 2013, nel 2016 la quota di famiglie che giudica la propria situazione economica in peggioramento rispetto all'anno precedente continua a diminuire, a favore di un parallelo aumento della percentuale che considera la situazione invariata. In crescita è anche la quota delle famiglie che la considera migliorata (+1,4 punti percentuali rispetto al 2015).

Partecipazione politica in calo

La partecipazione politica dei cittadini, diretta e indiretta, è da tempo in calo: soltanto il 4,3% delle persone di 14 anni e più ha partecipato a cortei e appena lo 0,8% ha svolto attività gratuita per un partito. Una quota considerevolmente più ampia della popolazione, anch'essa però in calo rispetto al 2015, partecipa in modo indiretto: il 74,1% si informa di politica (il 58,2% almeno una volta a settimana) e il 65,4% ne discute (il 36,7% almeno una volta a settimana). Aumenta, infine, la quota di coloro che non si informano mai di politica, che raggiunge il 24,5%.

Cresce la spesa per consumi delle famiglie

Nel 2016 la spesa media familiare per consumi sfonda il tetto di 2.500 euro e passa da 2.499,37 euro (in valori correnti) del 2015 a 2.524,38 euro nel 2016, registrando un aumento dell'1%, che arriva a +2,2% nei confronti del 2013, anno di minimo. Ciononostante, la spesa media mensile familiare rimane al di sotto dei 2.639,89 euro del 2011. La spesa per generi alimentari e bevande è di 447,96 euro mensili (era 441,50 euro nel 2015); quella per carni, pur restando la componente alimentare più importante, torna a diminuire, mentre aumentano le spese per frutta e vegetali (+3,1%) e soprattutto pesci e prodotti ittici (+9,5%). Rispetto al 2015, diminuisce la quota di famiglie che cercano di limitare la spesa riducendo quantità o qualità dei prodotti alimentari acquistati ma la percentuale è ancora molto elevata. Crescono (+0,9%) le spese per beni e servizi non alimentari, particolarmente rilevanti quelle per la casa.

Carceri più affollate, cresce la percezione del rischio criminalità

L'indice di affollamento nelle carceri è pari a 108,8 (oltre tre punti percentuali in più rispetto al 2015), in controtendenza rispetto all'andamento decrescente degli ultimi anni. I detenuti sono stranieri nel 34,1% dei casi, tossicodipendenti in più di un quarto (25,9%), donne nel 4,2%. Quelli che svolgono un'attività lavorativa sono il 29,7%. Nel 2016, sono stati seguiti dagli uffici di servizio sociale quasi 22mila minorenni. Un quarto di essi è straniero, le ragazze sono il 12,2%.

5 milioni di stranieri residenti, +0,4% sul 2016

Gli stranieri residenti in Italia sono oltre 5 milioni, l'8,3% del totale, con un incremento, rispetto l'anno precedente, dello 0,4% (20.875 unita'), il doppio di quello registrato nel 2016. Di questi il 57,8% risiede al Nord e il 33,8% nel solo Nord-ovest. La maggior parte proviene dall'Unione europea (30,5%), seguono quelli dell'Europa centro-orientale (21%) e dell'Africa settentrionale (12,9%).

Si legge sempre meno, aumentano gli utenti della rete

Nel 2016 torna a diminuire la quota di lettori, più per i quotidiani (-3,2 punti percentuali rispetto al 2015) che per i libri (-1,5 punti percentuali). L'uso del personal computer rimane stabile, mentre la navigazione in Internet, anche giornaliera, coinvolge di anno in anno sempre piu' persone. La spesa destinata dalle famiglie italiane alla cultura e al tempo libero rimane, in percentuale sulla spesa complessiva per consumi, pressoche' invariata (poco meno del 7%).

Solo un teenager su dieci legge i quotidiani

L'abitudine alla lettura dei quotidiani riguarda meno della metà della popolazione (43,9%) ed è prerogativa degli adulti: solo il 12 per cento dei ragazzi fino ai 17 anni ne legge almeno uno a settimana, si sale al 35% tra i 18-24enni, i lettori di quotidiani diventano quasi la meta' della popolazione dei 25-44enni, mentre oltrepassano la metà solo a partire dai 45 anni e raggiungono la quota più alta tra i 60-64enni (57,2%). I giornali sono letti più dagli uomini (il 48,8 contro il 39,3% tra le donne) e dai residenti al Nord.

Un anno record per il turismo

Dal lato dell'offerta ricettiva, nel 2016 operano in Italia 33.163 esercizi alberghieri (-0,1% rispetto al 2015) e 178.443 esercizi extra-alberghieri (+6,4%). Il flusso dei clienti, nel 2016, è di circa 403 milioni di presenze, in aumento del 2,6% rispetto al 2015, con una permanenza media di 3,45 notti. Nell'ambito dei paesi dell'Ue, l'Italia è in terza posizione per numero di presenze totali negli esercizi ricettivi, con un'incidenza di presenze straniere superiore alla media europea (49,5% contro 45,5%)
 

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