In Puglia la burocrazia blocca 300 milioni di investimenti

AGI – Alla Regione Puglia scatta l’allarme, lanciato dal presidente della Commissione Bilancio, Fabiano Amati, per i ritardi burocratici che tengono bloccati da mesi 45 progetti d’investimento per complessivi 293 milioni di euro e 138 milioni di euro di finanziamenti pubblici. Nelle scorse settimane, i sindacati Femca Cisl, Filctem Cgil, e Uiltec dello stabilimento ‘Jindal Films’ di Brindisi avevano chiesto l’intervento della politica per sbloccare le procedure che tenevano fermo l’investimento di 56 milioni di euro dell’azienda, uno dei tanti per i quali le procedure di valutazione si sono arenate negli uffici regionali del settore Ambiente.

45 progetti bloccati sulle scrivanie

Dopo questa protesta, Amati ha promosso l’audizione dei vertici degli apparati burocratici interessati, svoltasi nei giorni scorsi Durante l’audizione è emerso che i progetti in attesa di esame per l’accesso ai contratti di programma e ai Pia (Programmi integrati di agevolazione) nel settore del turismo, sono 45. Quello dei Pia è uno strumento attuato dalla Regione Puglia mediante la sua società finanziaria ‘Puglia Sviluppo spa’ che opera come organismo intermedio per la gestione degli aiuti agli investimenti e all’innovazione delle imprese. “Tra i progetti che giacciono sulle scrivanie – spiega Amati all’Agi – ve ne sono alcuni presentati addirittura a gennaio 2021, per i quali l’attesa rischia di demotivare e far desistere le imprese”.

I passaggi della procedura

Ecco i vari passaggi della procedura. Il soggetto proponente presenta la domanda di accesso per via telematica descrivendo le caratteristiche tecniche ed economiche del progetto integrato, il profilo dell’impresa che realizza il programma di investimento, il valore economico e le caratteristiche dell’idea progettuale. Poi si entra nel vivo dell’iter con la relazione istruttoria e la valutazione di compatibilità ambientale e urbanistica. Da questo momento decorre il termine di 60 giorni entro il quale deve essere presentato il progetto definitivo. Infine, vi è la sottoscrizione dello strumento negoziale. Ebbene, i progetti bloccati, che ambiscono ad agevolazioni per 138 milioni di euro, pur essendo trascorsi mesi dalla domanda di accesso, sono ancora in attesa della valutazione di compatibilità ambientale e urbanistica.

“In altri termini, il cammino delle 45 domande si è interrotto appena dopo il primo passo procedurale”, denuncia Fabiano Amati. Davanti ai commissari, in sede di audizione, per i chiarimenti del caso, nei giorni scorsi si sono presentati il direttore di Puglia Sviluppo, Antonio De Vito, il direttore del Dipartimento Ambiente della Regione, Paolo Garofoli, e la direttrice del Dipartimento Sviluppo economico, Gianna Elisa Berlingerio.

“La Pa è severa con le imprese ma non con se stessa”

“I vertici degli uffici hanno ammesso i ritardi giustificandoli con la carenza di personale e promettendo che entro il prossimo mese di settembre la situazione sarà sbloccata”, afferma ancora Amati soffermandosi sull’esito dell’audizione. “La fase della valutazione ambientale – prosegue il consigliere del Pd – dovrebbe, però, essere molto rapida perché non è null’altro che un parere attraverso il quale si dice che il progetto dovrà scontare la Via o la Vas. È solo una ricognizione di tipo normativo, nulla che possa giustificare tanto ritardo. Ma anche la scusa delle carenze di personale è pretestuosa. La verità è che sono severi nel dare i termini alle imprese, però la stessa severità la pubblica amministrazione non la pretende da sé stessa. Basterebbe pensare – conclude Fabiano Amati – che sono in gioco quasi 300 milioni di euro”.


In Puglia la burocrazia blocca 300 milioni di investimenti