Forum euro-mediterraneo, no business senza sviluppo

Milano – Il bacino del Mediterraneo come “baricentro” di un nuovo modello di cooperazione tra l’Unione europea e l’Africa che fornisca opportunità di business ma porti anche “sviluppo” e “stabilita’” nei Paesi della sponda Sud. Se ne è discusso al Forum euro-mediterraneo, organizzato col patrocinio del Parlamento europeo e dal Ppe, al Palazzo delle stelline, a Milano. “Non c’è energia affidabile e competitiva se non c’è sviluppo”, ha sostenuto Dario Speranza, vicepresidente Affari istituzionali di Eni. “Lavorare in Africa per l’Africa è un naturale contributo” alla gestione dei “fenomeni migratori e alla stabilita’ dell’area”, ha proseguito Speranza discutendo con esperti e rappresentanti di società energetiche nel workshop organizzato dall’europarlamentare di Forza Italia, Stefano Maullu. Sulle sponde Sud del Mediterraneo vi sarà una “crescita della popolazione di 60 milioni di persone al 2040 e di circa l’80% dei consumi di energia” rispetto alla situazione attuale, ha spiegato poi Speranza. L’Egitto, in particolare, con il giacimento Zohr potrà fare “da catalizzatore di sviluppo di tutto il gas del Mediterraneo orientale nell’ottica di un hub del gas che può andare a vantaggio anche della diversificazione degli approvvigionamenti in Europa“.

Maullu, Italia nodo fondamentale per i trasporti

“Energia per noi è geopolitica”, ha detto dal canto suo Nicola Melchiotti, capo Affari e regolamenti europei di Enel. “Energia è anche e soprattutto sviluppo. La domanda energetica nel Nord del mondo, Europa e Usa, è stabile o in calo”, mentre “nel Sud del mondo è in crescita”. La “grande” sfida o business, ha sostenuto, è “dare accesso energetico a quel miliardo e 400 milioni di persone che non hanno accesso all’energia”. Si tratta di gente, ha spiegato, che vive in “Paesi emergenti o in via di sviluppo”, spesso in villaggi isolati dove non sara’ possibile costruire infrastrutture elettriche ma occorre organizzare “micro o mini investimenti”. A questo proposito, Melchiotti ha illustrato l’esempio del progetto avviato da Enel di formazione all’assemblaggio di pannelli solari, rivolto ad anziane di tutto il mondo.

Valeria Palmisano, responsabile relazioni istituzionali Ue di Edison, ha illustrato la presenza del gruppo in Algeria, Egitto e Grecia, oltre che nel Mediterraneo orientale, in particolare Israele. “L’abbondanza energetica della regione apre opportunità per l’Italia e l’Europa – ha sostenuto – non è necessariamente vero che pace e stabilità sono una conditio sine qua non per gli investimenti”. Servono, ha continuato, “modelli energetici sostenibili che riescano a accompagnare queste prospettive di crescita di questi Paesi, e uscire dalla logica del paternalismo energetico”. (AGI)

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