È morto Sergio Marchionne 

Sergio Marchionne è morto. L'ex manager di Fca si è spento nella clinica svizzera in cui era stato ricoverato per un intervento. Il 21 luglio il gruppo automobilistico aveva convocato un cda d'urgenza per nominare un successore e dalla riunione era emerso il nome di Mike Manley, fino a quel momento a capo del marchio Jeep.

Secondo quanto riferiscono le versioni online dei principali quotidiani italiani, Marchionne “aveva pianificato tutto, una pausa di pochi giorni per poi tornare immediatamente al lavoro" dopo "un intervento alla spalla destra”, scrive La Repubblica.

Dopo l'operazione le sue condizioni parevano nella norma. Poi però l'aggravamento per quelle che i sanitari hanno definito "complicanze postoperatorie". La situazione è precipitata all'inizio di questa settimana. L'amministratore delegato di Fca ha perso conoscenza. Venerdì John Elkann ha constatato che "Marchionne non potrà tornare a fare l'amministratore delegato".

Informazioni successivamente emerse, ricorda il Corriere della sera,  hanno specificato che Marchionne, dopo l’intervento alla spalla subito il 28 giugno, “aveva avuto complicazioni inattese e gravissime, che lo avevano costretto in uno stato di coma irreversibile a partire da venerdì”. 

L'uomo che ha portato la Fiat nel futuro è invece il ricordo nel titolo di apertura de La Stampa: "Globale. La parola che forse meglio definisce la sua figura, l’uomo che ha portato Fiat nel futuro, è quella di manager globale. Nessuno come lui a livello mondiale ha saputo plasmare e permeare un gruppo multinazionale a propria immagine e somiglianza", scrive il quotidiano torinese

"Marchionne significava Fiat Chrysler Automobiles, Cnh Industrial, Ferrari e viceversa. Un motore instancabile, una fucina di idee, una carica incontenibile. Ma anche un leader che non amava essere contraddetto e con il quale era difficile mantenere il passo. Per lui, al vertice delle aziende della famiglia Agnelli, quattordici anni vissuti pericolosamente e a passo di carica. 

I misteri sulla malattia

Il 'mistero' della malattia di Sergio Marchionne, custodito gelosamente da Fca fino al 21 luglio, quando è stata annunciata la nomina del nuovo ad della società, è stato svelato dal suo migliore amico. In una lettera al Corriere della Sera, Franzo Grande Stevens, legale dell'avvocato Agnelli, ha raccontato del male che ha aggredito il manager ai polmoni e del suo incontenibile vizio: il fumo.

 "Il dolore è indicibile, quando dalla tv di Londra appresi il giovedì sera che era stato ricoverato a Zurigo, pensai purtroppo che fosse in pericolo di vita. Perché conoscevo la sua incapacità di sottrarsi al fumo continuo delle sigarette "scriveva Grande Stevens, "Tuttavia quando seppi che era soltanto un 'intervento alla spalla' sperai. Invece, come temevo, da Zurigo ebbi la conferma che il suoi polmoni erano stati aggrediti e capii era vicino alla fine". 

Perché tanta riservatezza

C'è una ragion per cui la malattia che lo ha colpito è rimasta così a lungo un segreto e risiede in un regolamento europeo che l'Italia ha adottato per arginare i fenomeni di maket abuse. Poniamo il caso di un amministratore delegato di grande importanza per la società che si trovi in condizioni di salute talmente gravi da non poter lavorare. E' altamente probabile che la diffusione di questa notizia possa incidere sulla quotazione del titolo e l'azienda ha davanti a sé due scelte: rendere subito pubblica la notizia o tenerla segreta per, ad esempio, pubblicarla contestualmente alla nomina del successore. E' quello che è successo con Fca, quando John Elkan ha scritto ai dipendenti per comunicare che Marchionne non sarebbe tornato al lavoro solo dopo che era stato nominato Mike Manley. 

L'uomo che portò la fiat nel futuro

Nato a Chieti ma cresciuto in Canada e residente in Svizzera, è nel consiglio di amministrazione di Fiat dal 2003. Il primo giugno 2004, dopo la morte di Umberto Agnelli, viene nominato amministratore delegato del gruppo torinese al posto di Giuseppe Morchio. Come aveva più volte detto lui stesso, avrebbe dovuto lasciare l'incarico il prossimo anno con l'assemblea dei soci chiamata ad approvare i conti del 2018.

La nascita di Fca

Durante la guida del 'manager con il pullover blu' il mondo Fiat è profondamente mutato, passando da un momento importante di incertezza, con scenari che andavano dalla cessione ad altri gruppi fino al possibile fallimento, fino a diventare quello che oggi; uno dei principali leader del comparto automobilistico internazionale. Un ruolo che si è ritagliato soprattutto con l'acquisto a inizio 2009 del 35% di Chrysler, senza spendere neanche un euro in contanti, il vero e proprio capolavoro finanziario e industriale del manager italo-canadese. A maggio del 2009 Marchionne annuncia anche che assumerà la carica di Ceo di Chrysler. Successivamente, attraverso vari passaggi, la quota in Chrysler cresce progressivamente fino ad arrivare al 100% del capitale della casa di Detroit al primo gennaio 2014.  Nell'agosto dello stesso anno nasce ufficialmente Fiat Chrysler Automobiles, sintetizzato nell'acronimo Fca​, che significa il settimo produttore mondiale di auto, con in pancia marchi del calibro di Ferrari, Alfa Romeo, Jeep, Ram, Dodge.

Torino, addio

Il via libera arriva formale a Fca è sancito con l'assemblea straordinaria degli azionisti, l'ultima che si tiene a Torino, e cala sulla 'vecchia' Fiat un sipario dopo 115 anni di storia, collegati inevitabilmente e in modo indissolubile alla storia economica e industriale dell'Italia intera. Le successive assemblee della società si terranno infatti ad Amsterdam, in Olanda, dove nel frattempo è stata trasferita la sede legale, mentre il domicilio fiscale è stato eletto nel Regno Unito.

La quotazione di Ferrari

Dal 13 ottobre 2014, inoltre, Sergio Marchionne ricopre la carica di presidente di Ferrari: il cavallino rampante che viene scorporato dalla casa madre e quotata a Piazza Affari e Wall Street per "esprimerne al massimo il valore e potenziale sul mercato". Molti, durante la guida di Marchionne, i lanci di auto che diventano protagoniste della scena mondiale: dalla nuova '500' (presentata al mercato il 4 luglio 2007), alla Panda del duemila, dalla Jeep Renegade, fino alle Maserati Ghibli e al primo Suv del 'Tridente' (Levante), senza dimenticare le iniziative per il Biscione da cui passano le speranze per il rilancio del 'Biscione': la Giulia e il Suv Stelvio.

Laureato in filosofia all'Università di Toronto (Canada), il manager successivamente ha completato gli studi in legge alla Osgoode Hall Law School of York University (con il massimo dei voti) e ha ottenuto anche un master in business administration (Mba) presso l'University of Windsor. L'ormai ex ad di Fca e Ferrari il primo giugno scorso a Balocco ha 'firmato' il nuovo piano industriale che disegna il futuro del gruppo fino al 2022. Il 26 giugno scorso la sua ultima apparizione pubblica, a Roma, in occasione della cerimonia per la consegna della Jeep Wrangler ai carabinieri. 

 
 

 

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