Apple, Google e Macron. I nuovi bersagli di Trump

Si alza il pressing di Trump sui colossi digitali americani, al centro del contendere ci sono le relazioni con la Cina. Ma il presidente statunitense se la prende anche con Macron per la digital tax e minaccia dazi sui vini francesi.

“Non daremo ad Apple nessuna esenzione dai dazi per i componenti del Mac Pro prodotti in Cina”, ha twittato nel pomeriggio di ieri l’inquilino della Casa Bianca invitando la società di Cupertino a produrre negli Usa in modo da “non avere dazi”.

Apple will not be given Tariff waiver, or relief, for Mac Pro parts that are made in China. Make them in the USA, no Tariffs!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) July 26, 2019

Il no di Trump arriva in risposta alla decisione di Apple di spostare la linea di produzione del nuovo Mac Pro dal Texas alla Cina. La società aveva precedentemente spiegato che diversi componenti non potevano essere prodotti negli States.

Anche Mountain View finisce nel mirino dell’inquilino della Casa Bianca sempre per i suoi rapporti con Pechino. “Potrebbero esserci o no timori di sicurezza nazionale per quanto riguarda Google i suoi rapporti con la Cina. Se c’è un problema lo scopriremo, mi auguro sinceramente che non ci sia”, scrive sul suo profilo social. I tweet dell’inquilino della Casa Bianca arrivano nel giorno della trimestrale del colosso, senza però creare conseguenze. Anzi, con i risultati oltre le attese, il titolo a Wall Street ha registrato la sua migliore seduta dal 2015 con un balzo fino all’11%.

There may or may not be National Security concerns with regard to Google and their relationship with China. If there is a problem, we will find out about it. I sincerely hope there is not!!!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) July 26, 2019

Ma il presidente Usa se la prende anche con Macron e accusa il suo omologo francese di aver imposto una digital tax sulle grandi aziende tecnologiche americane, minacciando sostanziali ritorsioni e lasciando intendere che potrebbero colpire i vini francesi. “Se qualcuno deve tassarle, dovrebbe essere il loro Paese d’origine, gli Stati Uniti. Annunceremo a breve una sostanziale azione reciproca contro la stupidità di Macron. L’ho sempre detto che i vini americani sono meglio dei francesi”, aggiunge.

France just put a digital tax on our great American technology companies. If anybody taxes them, it should be their home Country, the USA. We will announce a substantial reciprocal action on Macron’s foolishness shortly. I’ve always said American wine is better than French wine!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) July 26, 2019

La Francia l’11 luglio ha approvato una digital tax che prevede un tributo del 3% sulle aziende digitali con un fatturato globale di oltre 750 milioni di euro e uno di 25 milioni generato in Francia. L’imposta colpirà circa 30 colossi tecnologici tra cui gli statunitensi Alphabet, Apple, Amazon e Facebook. Arriva puntuale la risposta da Parigi che risponde alle minacce di rappresaglia del presidente Usa attraverso le parole del ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire.

La Francia “attuerà le sue decisioni nazionali” sulla tassazione digitale, in applicazione di un accordo internazionale. “La tassazione universale delle attività digitali – spiega – è una sfida che riguarda tutti noi. Speriamo di raggiungere un accordo su questo argomento nel quadro del G7 e dell’OCSE. Nel frattempo, la Francia attuera’ le sue decisioni nazionali”. 

Agi