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Dazi, clima e Soros. Il forum di Davos visto dai social 

Dalle Alpi svizzere, a Davos, dove si è appena conclusa la cinquantesima edizione del World Economic Forum 2020, le visioni contrapposte sul problema del cambiamento climatico non hanno trovato alcuna sintesi che possa assomigliare a un buon compromesso: gli attivisti che mettono in guardia dal climate change e dal riscaldamento globale sono stati bollati come “profeti di sventura” da Donald Trump.

 

Nelle stesse ore la giovanissima attivista per l’ambiente Greta Thunberg apriva i lavori del Forum puntando il dito contro l’inefficacia delle politiche per la lotta ai problemi ambientali, al punto da archiviare l’evento con disappunto categorico: “Questione clima completamente ignorata a Davos. Ma ce lo aspettavamo”. E sui social ritroviamo esattamente le stesse posizioni, amplificate e cristallizzate nell’audience, senza tuttavia diventare un trending topic.

“I wonder, what will you tell your children was the reason to fail and leave them facing the climate chaos you knowingly brought upon them?”
Here’s a clip from my speech addressing the #WorldEconomicForum in Davos today. Full speech here: https://t.co/qAJIqYXxhd#WEF2020 pic.twitter.com/8Ev3HqRY7d

— Greta Thunberg (@GretaThunberg) January 21, 2020

Le parole di Greta sembrano trovare conferma anche sulle piattaforme web, almeno in Italia dove l’attenzione ai fatti di Davos è stata bassa (probabilmente anche a causa del forte interesse sulle elezioni in Emilia-Romagna), a giudicare dalle conversazioni e dai thread pubblicati: appena 7 mila conversazioni con circa 20 mila condivisioni, e scarsissima voglia di interagire: appena lo 0,391% di engagement rate. Volumi di conversazioni costanti per tutta la settimana, ma da parte di poche persone.

Evidentemente una soglia di attenzione è garantita da attivisti, persone interessate al tema, ma certamente la discussione sul climate change non è diventata mainstream, nonostante il coinvolgimento di personalità di grande rilievo mediatico come Greta e Trump.

Heading back to Washington from @Davos , Switzerland. Very successful (for USA) trip!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 22, 2020

Tuttavia il Forum #WEF può vantare un grosso seguito sui social: 7,8 milioni di follower su Facebook, 704 mila follower su Twitter, 2,7 milioni su Instagram, confermandosi un evento mondiale di grande interesse. Numeri però che non hanno scaldato le conversazioni “online”. Si seguono i temi, certo, ma senza interagire troppo. 

Il sentiment presente nei contenuti inerenti Greta conferma una contrapposizione senza vinti né vincitori, e restituisce l’immagine di un mondo diviso in due nelle sue opinioni principali: 55% negativo, 45% positivo. Percentuali di gradimento e affinità pressoché identiche per il presidente Trump.

 

Greta e Trump sono entrambe personalità che fanno discutere, dividono, ma nessuno dei due persuade l’audience attirando una netta prevalenza di gradimento; semmai osserviamo una visione che è nettamente contrapposta e statica tra opinioni. Un campo di discussione ormai definito dove nulla sembra cambiare.

Non sono mancati toni forti. Il Segretario al tesoro USA, Steven Mnuchin, ha invitato Greta a “studiare prima di dirci cosa fare” innescando, in thread, conversazioni su Twitter a cui hanno partecipato specialmente attivisti per il clima pronti a sostenere le posizioni della giovane attivista, alle quali si è aggiunta Angela Merkel: “La riduzione delle emissioni è una questione di sopravvivenza”.

Ma proprio Mnuchin trova spazio su Twitter anche grazie ad alcuni suoi annunci. La frase più usata nei tweet è “metteremo nuovi dazi”, in proposito all’avvertimento del Segretario all’Italia sul tema Web tax. La piazza social sembra attenta e preoccupata pensando al rischio di nuovi dazi; Donald Trump è molto sensibile al tema riaffermando il concetto “America first”.

Ripetete : #Trump è amico dell’ #Italia, Trump è nostro amico… #dazi https://t.co/mLBlPAyRnb

— Il Gufo (@IlGufo19) January 21, 2020

“L’America è tornata a vincere”, ha affermato Trump, elencando i risultati economici favorevoli degli USA degli ultimi anni. Quello di Davos è stato un Forum che secondo il Presidente è stato un successo per gli USA, come ha scritto su Twitter. Purtroppo Greta e gli attivisti non possono dire la stessa cosa… Visioni contrastanti non solo tra Trump e Greta ma anche tra il Presidente USA e Christine Lagarde. 

La prossima presidente della Bce ha parlato del tema dei cambiamenti climatici dopo il Consiglio direttivo: “Il cambiamento climatico è una minaccia per la stabilità. Sono felice che il tema dell’ambiente trovi il suo spazio nella revisione sulla strategia che effettueremo”. E infatti proprio Lagarde rientra nel panel degli speaker più menzionati sui social in concomitanza del Forum.

Nella contesa per la visibilità social e Soros a vincere, ben di più dei protagonisti attesi come Greta e Trump. E lo fa agganciandosi alla discussione tutta Italiana sul movimento di piazza delle Sardine: “C’è speranza nei movimenti spontanei giovanili, come la rivolta di Hong Kong, o come in Italia le Sardine, che hanno trovato il modo di affrontare i dittatori nazionalisti, o un aspirante dittatore come Salvini. Ci sono più sardine che squali come Salvini e dunque le Sardine avranno la meglio”.

Per il finanziere paladino della società aperta (spesso bersaglio proprio del leader leghista) il sentiment delle conversazioni è nettamente negativo al 72% e l’account più menzionato in sua concomitanza è proprio quello di @matteosalvini, a conferma del fatto che l’audience li percepisce in forte antagonismo. 

Da #Davos Trump avverte la #UE: “misure dolorose” (alias nuovi dazi) senza nuovi accordi commerciali in tempi brevi. I Pil di UE e USA sono quasi pari. Grazie Trump per averci ricordato che solo un’Europa unita può contare in un mondo globalizzato e resistere alle minacce.

— Carlo Cottarelli (@CottarelliCPI) January 23, 2020

Agi

Il venerdì nero dei trasporti visto da un autoferrotranviere

Sarà un venerdì nero nelle grandi città italiane. Treni, aerei, autobus, metro e anche il trasporto marittimo si fermeranno per alcune ore a causa di uno sciopero generale proclamato dal Cub (Confederazione unitaria di base) Trasporti, dal sindacato di base Sgb (Sindacato generale di base), dal Cobas lavoro privato e Usb (Unione sindacale di base). 

Perché i lavoratori scioperano

“Aziende pubbliche per i trasporti pubblici”. E' la frase che potrebbe riassumere “i motivi per cui domani abbiamo deciso di scendere in piazza”, spiega all’Agi Claudio Signore, segretario generale Cub Trasporti e dipendente della società Atm di Milano (bus e metropolitana).“Siamo contrari ai processi di privatizzazione che sottraggono risorse alla collettività per favorire speculatori e aziende private, aumentando la precarietà del lavoro ed il costo dei servizi all’utenza”. Per questo “chiediamo alle istituzioni un piano organico che riguardi tutti i trasporti italiani. Soltanto così molti problemi potrebbero essere risolti”. “Privatizzare i trasporti, significa mettere in concorrenza le aziende che hanno come unico obiettivo quello di fare profitti. L’abbassamento dei costi aziendali è una delle leve su cui puntare per fare profitto. Solo che nell’elenco delle spese di un’azienda di trasporti ci sono dei costi fissi che non è possibile abbassare, come quelli per l’energia, la rete e i mezzi. Quindi alla fine si cercherà di risparmiare sulla manutenzione, sulla sicurezza e sul personale. Tutto questo peserà sui lavoratori e si trasformerà in disservizio per gli utenti. Ecco – conclude Signore – il prezzo che i cittadini e i lavoratori devono pagare per far sì che le aziende possano guadagnare”.

I due principali motivi dello stop dei trasporti pubblici:

  • I lavoratori si oppongo ai processi di privatizzazione e liberalizzazione delle aziende di trasporto pubblico e chiedono invece un piano organico generale.
  • Gli ultimi Contratti Nazionali di lavoro aumentano la precarietà, diminuiscono i diritti e i salari, aumentano la flessibilità e l’orario di lavoro.

Per i treni stop di 24 ore

Lo sciopero dei mezzi ferroviari per le merci e le persone durerà dalle 21 di giovedì 15 giugno alle 21 di venerdì 16. In pratica 24 ore. Coinvolgerà il personale di Trenitalia e di Ferrovie dello Stato (eccetto Piemonte e Valle d’Aosta), di Trenord e di Ntv. Saranno però garantiti i servizi essenziali – si legge in una nota informativa sul sito di Trenitalia – in due fasce orarie: tra le 6 e le 9 del mattino e tra le 18 e le 21 di sera. I treni che sono partiti prima dell’inizio dello sciopero arriveranno alla destinazione finale se raggiungibile entro un’ora, altrimenti potrebbero fermarsi in stazioni precedenti.  Le Frecce, i treni veloci che collegano le maggiori città italiane, circoleranno regolarmente.  La società Ntv (Nuovo trasporto viaggiatori) ha pubblicato sul sito un elenco dei treni Italo che sanno garantiti durante il corso della giornata.

Trasporto locale fermo, ma dipende dalle città

Anche i lavoratori del trasporto pubblico locale sciopereranno venerdì 16 giugno, le modalità però cambieranno da città a città. Per tutte viene però garantita una fascia di servizio nel corso della giornata. 

Aerei a terra tutta la giornata

Lo sciopero degli aerei inizierà venerdì 16 alla mezzanotte e finirà alle 23.59, ad essere coinvolti sono tutti i lavoratori del comparto aereo e aeroportuale. L’Enac, l’ente nazionale dell’aviazione civile, ha pubblicato un comunicato con l’elenco dei voli garantiti. Dovrebbero comunque decollare regolarmente tutti gli aeromobili con partenza tra le 7 e le 10 e tra le 18 e le 21 e alcuni voli intercontinentali o di collegamento con le isole con una sola frequenza giornaliera.

Che venerdì sarà nelle città

I problemi maggiori riguarderanno le grandi città come Roma, Milano e Bologna. Lo stop dei mezzi pubblici è previsto dalle 8,45 alle 15 e dalle 18 fino al termine del servizio.

Nel dettaglio:

  • Roma –  Nella Capitale ci saranno due agitazioni: lo sciopero di 24 ore dei sindacati di base e di 4 ore (11-15) del Sul (Sindacato unitario lavoratori). Entrambe le agitazioni interesseranno sia la rete Atac (bus, tram, metropolitane e ferrovie Roma-Lido, Roma-Viterbo e Termini-Centocelle) che le linee periferiche gestite dalla Roma Tpl. Per quanto riguarda lo sciopero di 24 ore saranno in vigore le fasce di garanzia: servizio regolare fino alle 8.30 e dalle 17 alle 20. L’agitazione di 4 ore, invece, sarà dalle 11 alle 15. Verranno mantenuti i collegamenti tra Roma Termini e l’aeroporto di Fiumicino. La notte tra il 15 e il 16 giugno potrebbero non circolare le corse notturne da N1 a N27 e la linea 913.
  • Milano – L’agitazione dei mezzi pubblici è prevista su due intervalli temporali: dalle 8,45 alle 15 e dalle 18 al termine del servizio. Garantiti i mezzi tra Milano Cadorna e Malpensa con treni o autobus sostitutivi. Mentre saranno cancellati alcuni collegamenti a lunga percorrenza tra Milano e Ventimiglia, soprattutto nelle ore della mattina. La Trenordinoltre, ha comunicato che in occasione del concerto dei Radiohead al Parco di Monza la sera di venerdì 16 giugno, i treni speciali Monza-Milano Centrale saranno garantiti mentre i treni ordinari per raggiungere Monza potrebbero subire variazioni.
  • Bologna – Possibili ripercussioni sui servizi di bus e treni Tper. Verranno garantiti i servizi automobilistici e filoviari urbani, suburbani ed extraurbani dei bacini di Bologna e Ferrara dall’inizio del servizio fino alle 8.30 e dalle 16.30 fino alle 19.30. Garantiti anche i servizi ferroviari essenziali dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21 sulle linee della rete Rfi e Fer.
  • Firenze – Lo sciopero dei trasporti pubblici ci sarà dalle 15,15 alle 19,15 per i bus Ataf.
 

Agi News