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Google lancia un nuovo servizio VPN: ecco cosa devi sapere

Google ha recentemente lanciato un nuovo servizio VPN, disponibile per gli utenti di Google One, il servizio di abbonamento premium di Google. In questo articolo, analizzeremo i principali aspetti di questo nuovo servizio VPN, tra cui sicurezza, privacy e prestazioni.

Cos’è la VPN di Google?

La VPN di Google è un servizio VPN disponibile esclusivamente per gli utenti di Google One, il servizio di abbonamento premium di Google. La VPN di Google consente agli utenti di proteggere la propria privacy e la propria connessione Internet, fornendo una connessione sicura a Internet tramite un server VPN.

Come funziona la VPN di Google?

La VPN di Google funziona collegando il dispositivo dell’utente a un server VPN remoto tramite una connessione crittografata. Una volta collegato al server VPN, il traffico Internet dell’utente viene crittografato e il suo indirizzo IP viene nascosto, proteggendo la privacy dell’utente e impedendo a terze parti di monitorare la sua attività online.

Quali sono i vantaggi della VPN di Google?

La VPN di Google offre una serie di vantaggi, tra cui la protezione della privacy e della sicurezza online, l’accesso a contenuti geograficamente limitati e l’aumento della velocità di connessione.

Quanto costa la VPN di Google?

La VPN di Google è disponibile solo per gli utenti di Google One, il servizio di abbonamento premium di Google. Il costo di Google One inizia da $ 1,99 al mese per 100 GB di spazio di archiviazione e l’accesso alla VPN di Google è incluso in tutti i piani di Google One.

Quali sono le opzioni di server disponibili nella VPN di Google?

Attualmente, la VPN di Google offre server in oltre 50 paesi in tutto il mondo.

La VPN di Google tiene traccia della mia attività online?

No, Google afferma che la VPN di Google non tiene traccia della tua attività online o delle informazioni sui siti web che visiti mentre utilizzi il servizio.

Come posso iniziare a utilizzare la VPN di Google?

Per iniziare a utilizzare la VPN di Google, devi essere un utente di Google One. Una volta che hai effettuato l’accesso a Google One, puoi attivare la VPN di Google dalle impostazioni dell’app Google One.

La VPN di Google rallenterà la mia connessione Internet?

Mentre l’utilizzo di una VPN può ridurre la velocità della connessione Internet, Google afferma che la sua VPN è progettata per essere veloce e non influire significativamente sulla velocità di connessione.

È possibile utilizzare la VPN di Google su più dispositivi?

Sì, la VPN di Google può essere utilizzata su un massimo di cinque dispositivi contemporaneamente.

La VPN di Google è sicura?

Google afferma che la VPN di Google utilizza una crittografia di livello militare per proteggere i dati degli utenti e offre una protezione avanzata contro le minacce online, come phishing e malware. Tuttavia, è importante notare che nessuna VPN può garantire al 100% la sicurezza

Oltre alla sicurezza, privacy e prestazioni, ci sono altri fattori da considerare quando si utilizza una VPN, come la compatibilità con diversi dispositivi e la politica di registrazione dei dati. Fortunatamente, la VPN di Google sembra essere una scelta solida per gli utenti che cercano una VPN affidabile e facile da usare.

La VPN di Google offre un’ampia compatibilità con diversi dispositivi, tra cui computer desktop e portatili, smartphone Android e iOS e tablet. Inoltre, è possibile utilizzare la VPN di Google su un massimo di cinque dispositivi contemporaneamente, il che la rende una scelta ideale per famiglie o gruppi di utenti.

In termini di politica di registrazione dei dati, Google afferma che la VPN di Google non registra la cronologia di navigazione dell’utente o altre informazioni personali identificabili. Tuttavia, Google raccoglie alcune informazioni di base sull’utilizzo della VPN, come il volume di dati utilizzati e la durata della connessione, al fine di migliorare il servizio.

La VPN di Google sembra anche offrire una buona esperienza utente, con un’interfaccia semplice e intuitiva e un processo di installazione e configurazione rapido e facile. Inoltre, la VPN di Google sembra essere veloce e affidabile, con server in oltre 50 paesi in tutto il mondo per garantire una connessione veloce e stabile.

Tuttavia, come con qualsiasi servizio VPN, è importante considerare anche i potenziali svantaggi. Ad esempio, alcune VPN possono essere bloccate da servizi di streaming come Netflix e Hulu, rendendo impossibile guardare contenuti geograficamente limitati. Inoltre, alcune VPN possono anche avere un impatto sulla velocità di connessione, specialmente durante l’uso di attività ad alta larghezza di banda come lo streaming video o i giochi online.

In definitiva, la VPN di Google sembra essere una scelta solida per gli utenti di Google One che cercano una VPN facile da usare e affidabile. Con una vasta gamma di server in tutto il mondo, un’ampia compatibilità con diversi dispositivi e una politica di registrazione dei dati trasparente, la VPN di Google sembra essere una scelta ideale per gli utenti che cercano una VPN sicura e affidabile. Tuttavia, come con qualsiasi servizio VPN, è importante fare la propria ricerca e considerare attentamente i potenziali vantaggi e svantaggi prima di decidere se la VPN di Google è giusta per te.



Google lancia un nuovo servizio VPN: ecco cosa devi sapere

Nuovo accordo tra Nissan e Renault per una partecipazione incrociata

AGI – Nissan e Renault hanno svelato i dettagli di un nuovo accordo in base al quale Nissan e il Gruppo Renault deterranno una partecipazione incrociata del 15%, con un obbligo di mantenimento e un obbligo di limitare le loro partecipazioni. La casa automobilistica giapponese si è impegnata ad acquistare una partecipazione fino al 15% nell’unità di veicoli elettrici Ampere di Renault. Anche il partner junior dell’alleanza, Mitsubishi Motors, prenderà in considerazione la possibilità di investire in Ampere.

“L’intenzione di Nissan è quella di investire fino al 15% in Ampere, l’entità EV & Software del Gruppo Renault in Europa, con l’obiettivo di diventare un investitore strategico”, si legge nel comunicato delle aziende. Le società avevano già annunciato che, nell’ambito dell’accordo, la casa automobilistica francese avrebbe ridotto la propria partecipazione nel partner giapponese al 15% rispetto all’attuale 43% circa. Il gruppo francese non venderà immediatamente il suo restante 28,4% di azioni Nissan, in quanto il loro valore di mercato è molto inferiore al valore attuale dei suoi conti. Renault continuerà a ricevere dividendi e trasferirà il 28,4% delle azioni Nissan in un fondo fiduciario francese, rendendo i due partner più uguali nell’alleanza.

Entrambi i produttori avranno pari diritti di voto nei rispettivi consigli di amministrazione. Renault, Nissan e Mitsubishi, che hanno aderito all’Alleanza nel 2016, hanno trascorso molti mesi a negoziare i dettagli dell’accordo, che è stato approvato domenica dal consiglio di amministrazione di Renault e lunedì mattina da quello di Nissan, ha dichiarato l’Alleanza. Renault, Nissan e Mitsubishi collaborano già su una serie di veicoli, con risparmi sui costi e un totale di 375.000 dipendenti. Le auto Renault e Nissan condividono gli stessi motori, la futura piccola Nissan Micra sarà basata sulla stessa piattaforma della nuova Renault 5 e le auto Renault sono vendute con il marchio Mitsubishi. Con questo nuovo accordo, le due società hanno anche annunciato diverse nuove iniziative industriali, in particolare in India e in America Latina.

Il nuovo accordo per rilanciare la partnership di lunga durata di Renault e Nissan consente alla casa automobilistica francese di riacquistare una certa agilità senza perdere i vantaggi dell’alleanza. Lo ha dichiarato il ceo di Renault Luca de Meo nel corso di una presentazione a Londra, secondo quanto riporta Reuters. In un comunicato le due case automobilistiche hanno fornito dettagli sulla riorganizzazione dell’alleanza che vedrà Renault ridurre la sua partecipazione nel partner giapponese Nissan al 15% da circa il 43%. Nissan si è impegnata ad acquistare una partecipazione fino al 15% nell’unità di veicoli elettrici Ampere di Renault, che sarà quotata sul mercato. “Ritengo che quanto abbiamo concordato sia un assetto molto migliore di quello che abbiamo avuto negli ultimi anni”, ha detto de Meo.

Sarà il mercato a decidere il valore dell’unità di veicoli elettrici Ampere di Renault, che sarà presto quotata in borsa. Lo ha detto l’amministratore delegato della casa automobilistica francese Luca de Meo nel corso della presentazione a Londra della nuova alleanza tra Renault e Nissan. “Non spetta a me decidere”, ha detto de Meo. “Il valore di Ampere lo deciderà il mercato, Renault manterrà sicuramente la maggioranza”, ha aggiunto il ceo sottolineando che “alla base di questo accordo c’è la riattivazione delle iniziative commerciali e industriali avviate con l’Alleanza”. “Saremo coerenti, concentrati sui risultati, generosi ed equi, come lo siamo stati durante questi negoziati”, ha spiegato ancora de Meo.

“Ritengo che quanto concordato sia un assetto molto migliore rispetto a quello che abbiamo avuto negli ultimi anni”, ha dichiarato de Meo. “Ora abbiamo un nuovo schema di governance molto più semplice, possiamo operare come una normale azienda. Visto da Renault, si tratta di riacquistare una certa agilità strategica senza rompere necessariamente i legami e le sinergie che esistevano”, ha aggiunto il ceo del gruppo francese. 

Renault e Nissan descriveranno in dettaglio lunedì a Londra una profonda revisione della loro collaborazione, con un riequilibrio del loro rapporto di capitale ma anche un rilancio dei progetti industriali congiunti. I tre partner intendono inoltre investire congiuntamente 23 miliardi di euro nell’elettrificazione nei prossimi cinque anni. Con questo nuovo accordo dovrebbero annunciare diverse nuove iniziative industriali, in particolare nel mercato indiano, secondo fonti vicine all’Alleanza.

Nissan potrebbe beneficiare del know-how di Dacia in questo mercato in forte espansione. Potrebbe vendere in India SUV in gran parte ispirati alla gamma del marchio low cost in crescita di Renault, con la Spring 100% elettrica e i SUV di grandi dimensioni. I due produttori pianificherebbero anche di progettare una nuova piattaforma comune di auto a basso costo per guadagnare quote di mercato in Africa, America Latina o Asia centrale.


Nuovo accordo tra Nissan e Renault per una partecipazione incrociata

Il nuovo governo dovrà trovare 40 miliardi in 100 giorni, dice la Cgia

AGI – Senza approvare alcuna misura promessa in questa campagna elettorale, il nuovo Governo dovrà comunque trovare entro il prossimo 31 dicembre almeno 40 miliardi di euro; di cui 5 miliardi per estendere anche al mese di dicembre gli effetti contro il caro energia introdotti la settimana scorsa con il decreto Aiuti ter e altri 35 miliardi per consentire, attraverso la prossima legge di bilancio, che alcuni provvedimenti introdotti dal Governo Draghi non decadano con l’avvio del nuovo anno.

Lo afferma l’ufficio studi della Cgia, secondo cui il nuovo esecutivo che “uscirà” dalle urne “ha già una ipoteca da 40 miliardi di euro e sarà quasi impossibile mantenere, almeno nei primi 100 giorni, le promesse elettorali annunciate in questi ultimi due mesi; come, ad esempio, la drastica riduzione delle tasse, la riforma delle pensioni, il taglio del cuneo fiscale”.

Senza contare, aggiungono gli artigiani mestrini, che “se il nuovo inquilino di Palazzo Chigi vorrà intervenire con ulteriori provvedimenti per mitigare il caro energia saranno necessari altri 35 miliardi di euro per ridurre di almeno la metà i rincari che si sono abbattuti quest’anno su famiglie e imprese”.

Entro il 27 settembre, spiega la Cgia, “sarà il governo uscente a presentare la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef), mentre spetterà al nuovo esecutivo redigere entro il 15 ottobre il Documento programmatico di bilancio (Dpb) ed entro il 20 ottobre il disegno di legge di bilancio. Scadenze, queste ultime due, che quasi certamente non potranno essere rispettate, visto che la prima seduta delle nuove Camere è stata fissata il 13 ottobre. Anche approvare in tempo la finanziaria 2023 non sarà facile: per legge il voto definitivo deve avvenire entro il 31 dicembre, altrimenti scatta l’esercizio provvisorio. Pertanto, i tempi a disposizione sono strettissimi e non sarà facile trovare le tutte le risorse per confermare anche per l’anno venturo molti provvedimenti introdotti dal governo Draghi”.

Le Cgia passa ad elencarle: “quasi 15 miliardi di euro per rinnovare nei primo trimestre le misure contro il caro energia previste dal decreto Aiuti ter; almeno 8,5 miliardi di euro per indicizzare le pensioni; almeno 5 miliardi per il rinnovo del contratto del pubblico impiego; 4,5 miliardi di euro per lo sconto contributivo del 2 per cento a carico dei lavoratori dipendenti con reddito fino a 35 mila euro; 2 miliardi di euro di spese indifferibili”. 


Il nuovo governo dovrà trovare 40 miliardi in 100 giorni, dice la Cgia

Il nuovo record per la manifattura italiana

AGI – Il settore manifatturiero italiano domina la scena nell’Eurozona. Con un balzo a 62,8 punti dai 61,7 di ottobre l’indice Ihs Markit di settore tocca il nuovo massimo storico e conferma l’industria italiana alla guida della ripresa. Tra gli altri Paesi, soltanto la Francia tiene il passo, con l’indicatore che sale a 55,9 punti, al massimo da 3 mesi.

Dati in calo segnano invece la Germania, dove l’indice scende a 57,4 al minimo da 10 mesi, l’Olanda (60,7 punti, minimo da 9 mesi), la Grecia (58,8 punti, minimo da 2 mesi), l’Austria (58,1 punti, minimo da 10 mesi) e la Spagna (57,1 punti, minimo da 8 mesi). Nel complesso dell’Eurozona l’indicatore sale marginalmente a 58,4 punti dai 58,3 di ottobre, mantenendosi sui minimi da febbraio.

A pesare sono i rallentamenti nella catena delle forniture e le conseguenti pressioni inflazionistiche. L’indagine suggerisce inoltre che il miglioramento piu’ pacato della domanda indica una normalizzazione dall’eccezionale crescita precedente.  


Il nuovo record per la manifattura italiana

Helbiz presenta il nuovo monopattino che parteciperà al campionato del mondo eSkootr  

AGI – Helbiz, leader mondiale nella micromobilità, quotata al Nasdaq Capital Market con il nuovo ticker HLBZ, ha annunciato oggi che entrerà nel campionato mondiale eSkootr (eSC) con un monopattino sviluppato con forniture e metodologia F1 per questa competizione.

Helbiz entra in eSC oltre che con un nuovo modello speciale anche con un team di tre piloti che gareggeranno con il monopattino S1-X nelle città di tutto il mondo dal 2022. I piloti guideranno il mezzo Helbiz progettato e sviluppato da Ycom e Williams Advanced Engineering, su circuiti urbani appositamente progettati, in accordo con le amministrazioni locali.

La Williams Advanced Engineering ha una lunga storia ed esperienza nel campionato di F1 e il team di Helbiz trarrà molto beneficio dal loro modo di lavorare e dallo sviluppo del prodotto: tutto questo significa un grande vantaggio per i clienti.

Gli sviluppi tecnologici e l’innovazione di questo modello saranno progressivamente portati sui modelli per uso cittadino in modo da migliorare tutti gli aspetti dei monopattini. Dunque, una palestra di altissimo livello per garantire sicurezza e sostenibilità ambientale a tutti gli utenti.

Infatti, sia per Helbiz che per eSC, la sicurezza e la sostenibilità sono i pilastri principali della loro attività. Entrambe sono costantemente alla ricerca di attività per migliorare la mobilità urbana, fornendo un trasporto sicuro senza mai perdere di vista l’impatto sociale ed ambientale. Questi valori condivisi li rendono i partner ideali.

eSC permetterà di raggiungere un nuovo target attraverso questo sport di alto livello accessibile e aperto a una gamma estremamente diversificata di atleti professionisti. I piloti daranno vita a gare emozionanti e competitive, su piste appositamente create nelle città di tutto il mondo.

“Continuiamo ad aggiungere valore ad Helbiz. Questo è senza dubbio un momento di forte crescita e sviluppo per l’azienda. – ha dichiarato Emanuele Liatti, Chief Product Officer di Helbiz – Proprio la scorsa settimana l’azienda si è quotata al Nasdaq, e ora siamo ufficialmente la prima azienda di micromobilità ad aver raggiunto questo obiettivo. Inoltre, abbiamo recentemente annunciato il lancio di Helbiz One, il nostro monopattino Made in Italy Designed by Pininfarina: il prototipo del primo scooter destinato alla vendita. Ora l’ingresso in questo sport di alto livello, paragonabile alle Formula 1 dei monopattini, con un modello speciale e un team dedicato, in partnership con eSC, aggiunge nuove opportunità per l’azienda . Entriamo in un mondo adrenalinico e sicuramente emozionante”.

“Siamo lieti di dare il benvenuto a Helbiz in eSC”, ha dichiarato Khalil Beschir, Coo di eSkootr Championship. ” Insieme alle ambizioni di più ampio respiro intorno al campionato, non ho dubbi che il team Helbiz gareggerà in eSC per vincere e sarà competitivo fin dall’inizio. Helbiz condivide la nostra passione per sviluppare ulteriormente la micromobilità e fornire opzioni di trasporto urbano più sicure e sostenibili. Helbiz è formata da un gruppo di persone incredibilmente innovative e fantasiose, pronte a pensare fuori dal comune”.

“Questo è solo l’inizio di una collaborazione che potrebbe andare oltre la micromobilità e comprendere anche le attività media in futuro. Uno dei nostri obiettivi principali è supportare Helbiz a sviluppare i propri monopattini fornendo le più avanzate tecnologie di micromobilità per il mercato consumer. Questa partnership ci consentirà di lavorare insieme e condividere le conoscenze per fornire soluzioni di mobilità ad una società alla ricerca di un domani più intelligente e pulito”, ha aggiunto.


Helbiz presenta il nuovo monopattino che parteciperà al campionato del mondo eSkootr  

Il Regno Unito ha varato un nuovo piano da 4,6 miliardi di sterline per le aziende colpite dal covid

AGI – Il Regno Unito lancia un nuovo piano da 4,6 miliardi di sterline (quasi 5,1 miliardi di euro) per aiutare le aziende colpite dalla crisi innescata dal Covid.

“Il nuovo aiuterà le imprese a superare i mesi a venire – e soprattutto servirà a mantenere i posti di lavoro, in modo che i lavoratori possano essere pronti a tornare quando saranno in grado di riaprire”, ha spiegato in un comunicato il ministro delle Finanze, Rishi Sunak.

Negozi, bar e ristoranti riceveranno fino a 9.000 sterline, a vantaggio di centinaia di migliaia di aziende per un valore di 4 miliardi di sterline, secondo il comunicato del ministero delle Finanze. Il governo sta anche istituendo un fondo di 600 milioni di sterline per coloro che non avrebbero diritto a questo nuovo aiuto.

“Annunciamo nuove iniezioni di denaro per aiutare imprese e posti di lavoro fino alla primavera”, ha detto Rishi Sunak, citato nel comunicato stampa. “La nuova variante del virus rappresenta una sfida enorme per noi e anche se il vaccino viene distribuito dobbiamo adottare misure più rigorose”, ha aggiunto.

Il premier britannico Boris Johnson ha annunciato ieri sera il ritorno al lockdown di tutta l’Inghilterra da oggi per lottare contro la diffusione del nuovo ceppo del coronavirus, più contagioso. Questa nuova misura, rigorosa come quella messa in atto la scorsa primavera, prevede la chiusura delle scuole e, se le condizioni lo consentiranno, durerà fino a metà febbraio.

Il governo britannico ha già sborsato circa 300 miliardi di sterline per mantenere a galla l’economia dall’inizio della crisi sanitaria, a costo di un disavanzo e debito pubblico in ascesa senza precedenti. E a metà dicembre aveva deciso di prorogare il regime di disoccupazione parziale fino alla fine di aprile. 


Il Regno Unito ha varato un nuovo piano da 4,6 miliardi di sterline per le aziende colpite dal covid

Nuovo colpo alla fiducia di imprese e famiglie europee

AGI – L’aumento dei contagi da Covid e la conseguente stretta delle misure per arginare la seconda ondata del virus continuano a pesare sulla fiducia di consumatori e imprese. E l’assaggio di ripresa avuto a inizio autunno sembra ora allontanarsi.

I dati di oggi sull’Italia riflettono quelli di ieri di Germania e Francia, cui si aggiunge l’indice elaborato dall’Ifo su un’indagine mensile a 9.000 aziende tedesche, con il lapidario e inequivocabile commento del direttore dell’istituto Clemens Fuest: “La seconda ondata di coronavirus ha interrotto la ripresa economica in Germania”. Sulla stessa linea le osservazioni dell’Istat: “Il peggioramento dell’emergenza sanitaria ha influenzato la fiducia sia delle imprese sia dei consumatori”. 

Italia, cala la fiducia a novembre 

L’Istat stima a novembre una diminuzione sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 101,7 a 98,1) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese, che cade da 92,2 a 82,8 per effetto soprattutto del forte peggioramento dei servizi di mercato.

Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in calo anche se con intensità differenziate. Il clima economico e il clima futuro registrano le flessioni maggiori, passando, rispettivamente, da 87,2 a 79,3 e da 104,0 a 98,8. Il clima personale scende da 106,4 a 104,7 e quello corrente diminuisce da 99,9 a 97,4. 

“Il peggioramento dell’emergenza sanitaria ha influenzato la fiducia sia delle imprese sia dei consumatori”: è il commento dell’Istat al calo della fiducia in entrambi i comparti a novembre. “Con riferimento alle imprese, l’impatto negativo è ampio per il settore dei servizi, dove si registrano giudizi estremamente negativi e una caduta delle aspettative, soprattutto nel comparto turistico”.

“Per l’industria e il commercio al dettaglio l’effetto è più contenuto. Per quanto attiene ai consumatori, la situazione emergenziale ha influito sulle opinioni relative alla situazione economica del Paese, ivi compresa la disoccupazione, che sono in deciso peggioramento rispetto al mese scorso”, aggiunge

Guardando alle imprese, aggiunge l’Istat, il peggioramento della fiducia è diffuso a tutti i settori: l’industria e il commercio al dettaglio registrano cali più contenuti mentre si evidenzia un crollo dell’indice relativo ai servizi di mercato. In particolare, nel settore manifatturiero l’indice scende da 94,7 a 90,2 e nelle costruzioni cala da 142,5 a 136,8.  Nel commercio al dettaglio l’indice diminuisce da 98,9 a 95,2 mentre nei servizi di mercato cade da 87,5 a 74,7.    

Germania, giù la fiducia di imprese e consumatori

La fiducia degli imprenditori tedeschi si è nuovamente indebolita a novembre a causa delle nuove restrizioni contro la seconda ondata di Covid-19, che hanno frenato fortemente la ripresa economica del Paese. L‘indice Ifo, elaborato su un’indagine mensile a 9.000 aziende tedesche, perde 1,8 punti a 90,7 punti in un mese.

“La seconda ondata di coronavirus ha interrotto la ripresa economica in Germania”, sintetizza Clemens Fuest, presidente dell’Ifo. L’indicatore aveva già perso 0,7 punti a ottobre, concludendo un rialzo ininterrotto da aprile.

È di ieri il dato sulla fiducia dei consumatori a dicembre: l’istituto Gfk stima un indicatore a -6,7 punti, in calo di 3,5 punti rispetto a novembre a sua volta rivisto a -3,2 punti dai calcolo dell’istituto indipendente. Gli analisti si aspettavano un arretramento più contenuto a – 5 punti. Solo una notevole riduzione dei contagi e una rimozione delle restrizioni potranno riportare “più ottimismo” commenta una nota dell’istituto.

Francia, fiducia consumatori ai minimi da due anni 

Anche i consumatori francesi sono più pessimisti a novembre. Secondo quanto reso noto dall’Insee, la fiducia a novembre è calata a quota 90, ai minimi dal dicembre del 2018, cioè dalla cosiddetta crisi dei Gilet gialli.  Rispetto a ottobre, l’indice calcolato dall’Insee perde 4 punti e scende a 90, al di sotto dei 94 punti attesi dagli analisti e della media di lungo termine di 100 punti.   

Oggi l’Insee ha rivisto al rialzo il rimbalzo dell’economia francese nel terzo trimestre, con il Pil che mostra un aumento del 18,7% contro il 18,2% stimato in precedenza. Tuttavia la crescita resta “del 3,9% al di sotto del livello del terzo trimestre 2019”, fanno notare dall’Istituto nazionale di statistica, che spiega la nuova lettura alla luce di una rivalutazione dei consumi delle famiglie e degli investimenti nei servizi. 

Agi

Chi è Carlo Bonomi, il nuovo presidente di Confindustria

Carlo Bonomi, numero uno di Assolombarda, è stato designato nuovo presidente di Confindustria. Lo ha deciso il consiglio generale dell’associazione con voto online segreto (123 voti a favore e 60 contro). Bonomi ha avuto la meglio su Licia Mattioli, vicepresidente degli industriali. ​L’ultima parola, da statuto, spetterà all’assemblea privata dei delegati, convocata il 20 maggio per eleggere formalmente il nuovo presidente e la sua squadra. 

Il nuovo presidente di Confindustria, è un imprenditore del settore biomedicale dal lungo curriculum confindustriale. Presidente di Assolombarda dal giugno 2017, è stato in precedenza uno dei membri della squadra di Vincenzo Boccia. Bonomi è nato a Crema, nel ’66, e durante gli ultimi tre anni, da numero uno della principale ‘territoriale’ di Confindustria non si è mai sottratto a duri affondi nei confronti della politica su diversi temi: da Alitalia alla manovra, l’imprenditore ha sempre fatto sentire la propria voce.

L’ultima occasione in cui è intervenuto pubblicamente è stata poco dopo metà marzo, quando, a seguito della pubblicazione del decreto ‘Cura Italia‘, ha subito chiesto che il governo correggesse le parti “inadeguate”, indicando in una “una grande cooperazione pubblico-privato, analoga a quella che ha fatto reggere l’Italia ai colpi durissimi del secondo conflitto mondiale, del terrorismo, dell’inflazione, del rischio di insolvibilità che ci portò alla crisi del 2011” la strada per superare gli effetti disastrosi sull’economia della pandemia da Coronavirus. Contestualmente Bonomi ha anche rivendicato la necessità di “una strategia di Paese di lungo termine e con una visione internazionale”, di un maggior supporto alle imprese e soprattutto di adottare misure “con un confronto delle parti e tenendo conto delle conseguenze” dicendo “basta interventi figli di contrattazioni politiche riservate e appresi solo leggendo testi che arrivano a scelte fatte”. “Penso che nella sua tragicità questa emergenza ci stia offrendo anche un’opportunità. Quella di rilanciare il Paese eliminando una volta per tutte le zavorre che ci hanno frenato negli ultimi vent’anni”, ha detto nei giorni scorsi al Corriere della Sera.

Dal giugno 2017 é membro del Consiglio Generale di Aspen Institute Italia, del Consiglio di Amministrazione di Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) e, dal novembre 2018, del Consiglio di Amministrazione dell’Università Bocconi

Agi

Whirlpool: Di Maio convoca un nuovo tavolo il 21 giugno

Il ministero dello Sviluppo economico ha convocato  il tavolo di crisi su Whirlpool, presieduto dal ministro Luigi Di Maio, per il 21 giugno prossimo alle 10. Lo si legge in una nota del Mise. Al centro dell’incontro la discussione sulla “situazione occupazionale e produttiva dell’azienda a seguito della volontà, espressa da parte della proprietà, di non chiudere e di non disimpegnarsi dal sito produttivo di Napoli”.

Giorni fa il ministro dello Sviluppo Economico aveva firmato la revoca dei fondi in seguito alla notizia che l’azienda intendeva cedere lo stabilimento ma Whirlpool ha poi negato di voler chiudere il sito. 

Tutti sapevano che lo stabilimento Wirlphool di Napoli “non se la cavava bene” ma il governo non conosceva in anticipo che l’aziende intendesse cedere il sito, aveva detto stamattina Di Maio, rispondendo ad una domanda durante la trasmissione Radio Anch’io.

“Che quello stabilimento era in condizione di difficoltà lo sapevamo tutti”, ha detto il vicepremier ricordando che i lavoratori erano in regime di solidarietà, ma rispondendo “assolutamente no” alla domanda se conosceva le intenzioni della azienda: “Sapevamo da sempre che lo stabilimento non se la cavava bene”. Secondo il vicepremier il tavolo di ieri ha permesso di compiere un “passettino in avanti”, dal momento che Wirlphool ha detto che resterà a Napoli.

Agi

Tria prova a rassicurare i partner. Ma dal Fmi arriva un nuovo richiamo

L'Italia è determinata "a proseguire sul sentiero della riduzione del rapporto debito/Pil". Il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, a Bali per l'assemblea annuale del Fondo monetario internazionale, tenta di rassicurare i partner sulla stabilità dei conti pubblici italiani. Non è mancato però un nuovo richiamo dell'istituto di Washington secondo cui la manovra italiana va "in direzione opposta" rispetto ai suoi suggerimenti.

I colloqui con Moscovici e Mnuchin

Giornate dense per Tria in Indonesia. Mentre a Roma i tecnici sono al lavoro per definire l'articolato del Dl Fiscale e del Ddl di Bilancio da presentare in consiglio dei Ministri lunedì prossimo, il ministro si è incontrato con il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici. Un colloquio cordiale, riferiscono le fonti, svoltosi in "un clima sereno" e in "un'atmosfera costruttiva", alla ricerca di una soluzione per allentare le tensioni tra Roma e Bruxelles sulla manovra. 

Un bilaterale Tria lo ha avuto anche con il segretario al Tesoro Usa, Steven Mnuchin. Nel corso dell'incontro, fa sapere una nota del Tesoro, il ministro "ha illustrato lo spirito e i contenuti della manovra di bilancio per il 2019, mirata al rafforzamento della crescita economica italiana. Ha sottolineato la determinazione a proseguire sul sentiero della riduzione del rapporto debito/Pil e ha confermato l'intenzione di continuare il dialogo costruttivo con la Commissione europea e i paesi membri dell'Eurozona. Ha infine ribadito agli Stati Uniti la volontà di avere un ruolo attivo e positivo nel processo di rafforzamento dell'euro e dell'Unione europea". In un tweet, Mnuchin ha definito "costruttivo" il dialogo con Tria e ha confermato che si è discusso dei fondamentali dell'Italia e degli sforzi del suo governo per aumentare la crescita e ridurre il debito. 

Per il Fmi "non è il momento di rilassarsi"

Dall'Fmi è arrivato però un nuovo avvertimento. "Non è il momento di rilassarsi sulle politiche fiscali", ha detto il responsabile del Dipartimento Europa dell'istituto di Washington, Poul Thomsen. "Siamo d'accordo con la Commissione europea, l'Italia deve rispettare le regole", ha sottolineato il funzionario danese, secondo cui "l'Italia avrebbe dovuto fare più aggiustamenti fiscali in passato". La manovra italiana "va in direzione opposta ai suggerimenti del Fondo", ha incalzato Thomsen, ricordando che per l'Italia si prevede una crescita moderata l'anno prossimo, secondo le stime contenute nel World Economic Outlook. Per Thomsen una deviazione dagli obiettivi di riduzione del deficit di una tale ampiezza "non è corretta", ma si è detto convinto che l'Eurozona abbia gli strumenti giusti per evitare un rischio contagio.

E un invito ai Paesi con alto debito, tra cui ovviamente c'è l'Italia, a rispettare il Patto di stabilità europeo è arrivato anche dal presidente della Bce, Mario Draghi. "La crescita ampia e attualmente in corso", ha detto il numero uno dell'Eurotower intervenendo all'Imfc, sorta di direttivo dell'Fmi, "richiede la ricostituzione dei buffer fiscali. Questo", ha aggiunto, "è di fondamentale importanza nei Paesi in cui il debito pubblico è elevato e per i quali la piena adesione al Patto di stabilita' e crescita è fondamentale per avere bilanci sani".

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