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L’Inflazione nell’Eurozona in leggero calo a febbraio

AGI – L’inflazione annua dell’Eurozona dovrebbe essere dell’8,5% a febbraio, in leggero calo rispetto all’8,6% di gennaio secondo una stima flash di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea. Osservando le principali componenti dell’inflazione nell’area dell’euro, i prodotti alimentari, alcolici e tabacco dovrebbero registrare il tasso annuo più elevato a febbraio (15,0%, rispetto al 14,1% di gennaio), seguiti dall’energia (13,7%, rispetto al 18,9% di gennaio), beni industriali non energetici (6,8%, rispetto al 6,7% di gennaio) e servizi (4,8%, rispetto al 4,4% di gennaio).

E il dato che riguarda l’Italia, registrato dall’Istat, conferma un rallentamento dell’inflazione nel mese di febbraio. Secondo le stime preliminari dell’Istat, il mese scorso l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registra un aumento dello 0,3% su base mensile e del 9,2% su base annua, da +10% nel mese precedente.

Si accentua a febbraio la crescita su base annua della componente di fondo dell’inflazione (+6,4%) e quella del cosiddetto “carrello della spesa”, che risale a +13%, dopo il rallentamento osservato a gennaio.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un’accelerazione in termini tendenziali (da +12% a +13%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rimangono pressoché stabili (da +8,9% a +9%). 

L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,5% per l’indice generale e a +3,7% per la componente di fondo, secondo le rilevazioni preliminari fornite dall’Istat. 

A febbraio,”si consolida la fase di rapido rallentamento dell’inflazione (scesa a +9,2%). La flessione è frutto dell’attenuazione delle tensioni sui prezzi dei beni energetici, sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata. Tuttavia, si mantengono le spinte al rialzo dei prezzi nel comparto dei beni alimentari, lavorati e non, dei tabacchi e dei servizi, tutti in accelerazione tendenziale”.

Il rallentamento del tasso di inflazione si deve, in primo luogo, all’accentuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da -12% a -16,7%) e alla decelerazione di quelli degli energetici non regolamentati (da +59,3% a +40,8%), i cui effetti sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli alimentari sia lavorati (da +14,9% a +16,2%) sia non lavorati (da +8% a +8,4%), di quelli dei tabacchi (da una variazione tendenziale nulla a +1,8%), dei prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +6,1%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +5,9% a +6,3%).

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +6% del mese precedente a +6,4%, quella al netto dei soli beni energetici da +6,2% a +6,5%.

Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni (da +14,1% a +12,5%), mentre al contrario si accentua quella relativa ai servizi (da +4,2% a +4,4%), portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -8,1 punti percentuali, da -9,9 di gennaio.

L’aumento congiunturale dell’indice generale si deve prevalentemente ai prezzi degli alimentari non lavorati (+2,2%), dei tabacchi (+1,9%), degli alimentari lavorati (+1,5%), dei beni durevoli e non durevoli (+0,8% e +0,6% rispettivamente), dei servizi relativi ai trasporti (+0,7%), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei servizi relativi all’abitazione (+0,5% per entrambi); un effetto di contenimento deriva invece dal calo dei prezzi degli Energetici, sia regolamentati (-5,2%) sia non regolamentati (-4,2%).

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta dello 0,2% su base mensile e del 9,9% su base annua (in rallentamento da +10,7% di gennaio).


L’Inflazione nell’Eurozona in leggero calo a febbraio

L’Istat vede la disoccupazione in calo dal 2022, il Pil oltre le aspettative a +4,7% 

AGI – Il 2021 porterà una crescita dell’occupazione del 4,5% di pari passi con quella del Pil che è stimata al 4,7%, uno 0,3% in più rispetto a quanto stimato nel Def: è la previsione dell’Istat che nelle prospettive per l’economia italiana sottolinea che la disoccupazione calerà dal 2022 e che nei prossimi mesi “dovrebbero continuare a prevalere spinte inflattive”. 

L’occupazione

L’evoluzione dell’occupazione,misurata in termini di Ula (Unita’ di lavoro), “sarà in linea con quella del Pil, con una accelerazione nel 2021 (+4,5%) e un aumento nel 2022 (+4,1%)”. L’andamento del tasso di disoccupazione rifletterà invece “la progressiva normalizzazione del mercato del lavoro con un aumento nell’anno corrente (9,8%) e un lieve calo nel 2022 (9,6%)”.

Il Pil

L’Istat prevede “una sostenuta crescita” del Pil italiano sia nel 2021 (+4,7%) sia nel 2022(+4,4%). E’ quanto indica l’Istituto di statistica nelle prospettive per l’economia italiana nel 2021-22, in cui si evidenzia “un consolidamento del processo di ripresa dell’attività economica con una intensità crescente nei prossimi mesi”. Lo scenario, sottolinea, “incorpora gli effetti della progressiva introduzione degli interventi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Si tratta di numeri migliori rispetto a quanto indicato dal governo nel Def meno di due mesi fa, quando si prevedeva per il 2021 una crescita del 4,5%.

L’inflazione

“Nei prossimi mesi dovrebbero continuare a prevalere spinte inflattive”, sottolinea l’Istat. “Oltre alle tendenze al rialzo che caratterizzano al momento i prezzi nelle fasi a monte della distribuzione finale, alla produzione e soprattutto all’importazione, un contributo determinante sarà fornito dalla ripresa dei costi energetici cui dovrebbe aggiungersi l’apporto inflazionistico proveniente dalla componente dei servizi” spiega l’istituto di statistica.Nella media del 2021, il tasso di variazione del deflatore della spesa delle famiglie è previsto crescere (+1,3%, -0,2% nel 2020) mentre il deflatore del Pil segnerà un incremento più contenuto (+0,9%, 3 decimi in meno rispetto al 2020). Sotto l’ipotesi che le pressioni al rialzo dei prezzi delle materie prime assumano caratteristiche transitorie e che ci sia una stabilizzazione delle quotazioni del petrolio e del cambio, nel prossimo.

Cosa trainerà la crescita

Nel 2021, spiega l’Istat, il Pil verrà trainato dalla domanda interna che, al netto delle scorte, contribuirebbe positivamente per 4,6 punti percentuali; la domanda estera netta fornirebbe un limitato apporto positivo (+0,1 punti percentuali) mentre quello delle scorte sarebbe nullo in entrambi gli anni di previsione. “La fase espansiva dell’economia italiana è prevista estendersi anche al 2022 quando, verosimilmente, l’attuazione delle misure previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dovrebbe fornire uno stimolo più intenso” sostiene l’Istat. Nel 2022, il Pil è previsto aumentare (+4,4%) sostenuto ancora dal deciso contributo della domanda interna al netto delle scorte (per 4,5 punti percentuali) mentre la domanda estera netta fornirebbe un marginale contributo negativo (per -0,1 punti percentuali).


L’Istat vede la disoccupazione in calo dal 2022, il Pil oltre le aspettative a +4,7% 

Il lockdown ha fatto crollare il traffico aereo, nel 2020 passeggeri in calo di oltre il 70% in Italia

AGI – Sono stati 52.759.724 i passeggeri transitati negli aeroporti italiani nel 2020, tra traffico nazionale e internazionale, con un decremento rispetto al 2019 del -72,5%. Lo rende noto l’Enac.

Il traffico nazionale, con i suoi 25 milioni di passeggeri ha registrato una diminuzione più moderata, -61,1%, rispetto al traffico internazionale, -78,3%, con un totale di circa 27.700.000 passeggeri.

L’aeroporto di Roma Fiumicino si conferma al primo posto per numero di passeggeri, seguito da Milano Malpensa che, invece, è risultato in prima posizione per il trasporto cargo.

La graduatoria complessiva dei collegamenti nazionali e internazionali di linea e charter vede al primo posto la compagnia Ryanair, seguita da Alitalia e da EasyJet Europe. Alitalia, invece, si consolida come prima compagnia per il traffico nazionale.

“Tornare a viaggiare in piena sicurezza – commenta il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha dichiarato: non è solo un auspicio, ma un obiettivo di ripresa verso il quale devono convergere tutte le categorie interessate. La crisi pandemica ha reso evidente la fragilità del nostro sistema economico e in particolare quei settori in cui la ripresa è legata all’aumento della mobilità, messa in crisi dalle restrizioni sanitarie”.

“L’auspicio è che campagna vaccinale e comportamenti responsabili possano comportare una ripresa degli spostamenti in aereo e dei flussi turistici in vista della stagione estiva. Il governo è al lavoro non solo per riportare i settori colpiti dalla crisi alla normale attività ma per individuare, attraverso l’analisi dei possibili scenari, soluzioni in grado di produrre tassi di crescita elevati e sostenibili nel lungo periodo per rendere il Paese resiliente”, conclude Giovannini.

“Una diminuzione media del –72,5% di traffico aereo con punte di oltre il -90% in alcuni momenti dell’anno – evidenzia il direttore generale dell’Enac Alessio Quaranta – è un fenomeno mai registrato nell’aviazione civile moderna che, al contrario, ha avuto una crescita più o meno costante nel tempo. Dobbiamo pensare al presente e al futuro del settore, puntando sulla domanda e sulla voglia di ricominciare a viaggiare per turismo e per affari. Ora tutti i player del settore, colpiti in maniera trasversale dalla crisi pandemicadevono operare con l’obiettivo di un rapido riavvio del traffico aereo, partendo dalla ricostruzione della fiducia da parte dei passeggeri”.

“La combinazione tra le disposizioni sanitarie, la campagna vaccinale, i voli Covid-free e l’auspicato pass sanitario aiuteranno tutti noi a ricominciare a scegliere, con consapevolezza e fiducia, il trasporto aereo: un passo per contribuire alla ripresa del settore e, più in generale, dell’economia diretta e indiretta generata dal comparto”, conclude.


Il lockdown ha fatto crollare il traffico aereo, nel 2020 passeggeri in calo di oltre il 70% in Italia

L’Italia è in deflazione, esplode il debito. In calo le entrate tributarie

AGI – A maggio il debito pubblico vola a 2.507,6 miliardi: si tratta di un aumento di 40,5 miliardi rispetto ad aprile quando fu pari a 2.467 miliardi. Rispetto a maggio 2019, si tratta di un aumento di 175,7 miliardi. Sono questi i dati di Bankitalia.

L’incremento riflette, oltre al fabbisogno del mese (25,0 miliardi), l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (14,5 miliardi, a 61,4); gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione del tasso di cambio hanno nel complesso aumentato il debito di ulteriori 1,0 miliardi.

L’Istat conferma poi la deflazione nel mese di giugno, quando i prezzi sono scesi dello 0,2% su base annua mentre su base mensile, cioè rispetto a maggio, si è registrato il +0,1%. “La flessione dei prezzi al consumo su base annua, registrata per il secondo mese consecutivo, continua ad essere il prodotto di spinte contrapposte: quelle deflazionistiche provenienti dai prezzi dei beni energetici e quelle al rialzo dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona. L’inflazione di fondo, seppur in lieve rallentamento, si conferma quindi positiva (+0,7%)”, commenta l’Istat.

A determinare l’inflazione negativa per il secondo mese consecutivo, infatti, sono i prezzi dei beni energetici (-12,1%), che sia nella componente regolamentata (-14,1%) sia in quella non regolamentata (-11,2%) confermano flessioni molto ampie. I prezzi dei beni alimentari continuano invece a crescere (+2,3%), con un’accelerazione di quelli degli Alimentari non lavorati (da +3,7% di maggio a +4,1%) e un lieve rallentamento dei prezzi degli Alimentari lavorati (da +1,7% a +1,2%). A registrare tassi di crescita sopra il punto percentuale sono anche i prezzi dei tabacchi (+3,0%) e dei Servizi vari (+1,4%) che contrastano, insieme a quelli dei beni alimentari, le spinte deflazionistiche dei beni energetici.

Il ‘volo’ del “carrello della spesa” sta determinando un aggravio di spesa da +189 euro annui per una famiglia con due figli, fferma il Codacons, commentando i dati sull’inflazione diffusi oggi dall’Istat. “La deflazione è a tutti gli effetti una illusione ottica determinata dall’andamento dei beni energetici, perché in realtà gli acquisti più frequenti delle famiglie subiscono un sensibile rincaro dei listini – spiega il presidente Carlo Rienzi – Il carrello della spesa al +2,1% si traduce in un maggiore esborso per i soli acquisti di tutti i giorni pari a +189 euro su base annua, e ad incidere sulle tasche dei consumatori e’ soprattutto la voce alimentari, che a giugno cresce del +2,3%: tradotto in soldoni, per mangiare una famiglia con due figli spende oggi 172 euro in piu’ rispetto allo scorso anno (+128 euro la famiglia “tipo”)”.

“Il dato sulla deflazione non deve trarre in inganno, perché con la ripresa delle attività commerciali i consumatori stanno facendo i conti con una serie di rincari che riguardano i prodotti di maggior consumo e più frequentemente acquistati, quelli cioè che incidono maggiormente sui bilanci familiari” – conclude Rienzi.

 

Agi

Effetto Fitch sullo spread: in calo a 265 punti

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi apre in flessione a 265 punti, contro i 275 puti della chiusura di venerdì scorso. Il tasso del decennale è in calo a quota 2,773%. Venerdì scorso l’agenzia Fitch aveva confermato il rating dell’Italia a BBB con l’outlook che resta negativo.

Agi

Borse europee chiudono in calo, Milano in controtendenza; spread a 269 punti

Le Borse europee chiudono in calo, sulla scia dei dati degli ordini tedeschi e dei timori per la Brexit, che indeboliscono l'entusiasmo per il dialogo tra Cina e Usa sui dazi e per la disponibilità mostrata dalla Fed in materia di politica monetaria. Milano è in controtendenza e avanza dello 0,65% a 18.953 punti. Londra arretra dello 0,39% a 6.810 punti, Francoforte dello 0,18% a 10.747 punti e Parigi dello 0,38% a 4.719 punti. Lo spread tra Btp e Bund chiude stabile a 269 punti, poco mosso rispetto all'apertura e alla chiusura di venerdì scorso. Il rendimento del decennale sale al 2,914%.

Agi News

Wall Street: chiude in forte calo per il caso Huawei, DJ -2,2%, Nasdaq -3,1%

Wall Street ha chiuso in calo, con gli investitori preoccupati per le tensioni commerciali con la Cina, alla luce anche delle nuove informazioni sul caso Huawei. Il Dow Jones ha perso il 2,2% a 24.388,34 punti, il Nasdaq ha segnato -3,1% a 6.968,48 punti mentre l'S&P 500 ha ceduto il 2,3% a 2.633,42.

Le forti perdite hanno segnato la fine della peggiore settimana per la borsa americana da marzo. Sulla direttrice finanziaria di Huawei, Meng Wanzhou, pende un'incriminazione per frode negli Stati Uniti, i quali hanno fatto richiesta di estradizione. Meng è accusata di "cospirazione per truffare diverse istituzioni finanziarie" e rischia, in caso di condanna, una pena a oltre 30 anni di prigione. La donna, figlia del fondatore della Huawei, è sospettata di avere mentito alle banche per aggirare le sanzioni americane contro l'Iran.

Agi News

Le Borse europee chiudono in calo, Milano maglia nera (-0,88%)

Le Borse europee chiudono in calo. Giù anche Wall Street, mentre il Brent scende sotto 70 dollari, per la prima volta da aprile. Milano, maglia nera, perde lo 0,88% a 21.220 punti dopo l'incontro tra il presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, e ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Tra i due si è svolto un dialogo tra sordi. "Non ho dubbi sull’impegno dell’Italia per l’euro e la crescita sostenibile. È essenziale che la legge di bilancio dimostri questi impegni", ha detto Centeno, e Tria ha replicato: per evitare la procedura "dovremmo fare una manovra di restrizione fiscale violentissima, che per una economia in forte rallentamento sarebbe un suicidio". Londra arretra dello 0,48% a 7.105 punti. Francoforte sale dello 0,02% a 11.529 punti e Parigi perde lo 0,48% a 5.106 punti.

Agi News

Manovra: spread in calo a 310 punti, Milano apre in rialzo

All'indomani del varo della manovra e del Dl fiscale, la Borsa di Milano ha aperto positiva e lo spread  tra Btp e Bund tedeschi è in calo a 301 punti, contro i 305 della chiusura di ieri. Il rendimento del decennale arretra al 3,521%. In avvio di contrattazioni, l'indice Ftse Mib guadagnava lo 0,14%. Tra i titoli, A2A +1,48%, Buzzi Unicem -1,85%, Pirelli -1,21%.

Agi News