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Governo, Bonomi: “Convinto sostegno all’azione di Draghi” 

AGI – “Abbiamo espresso il nostro più convinto sostegno all’azione” di Draghi e “la viva speranza che il consenso sia ampio e solido. C’è davvero molto da fare e bisogna farlo presto e bene”. Lo afferma il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, al termine delle consultazioni con Mario Draghi.  

“Confindustria non intende alimentare in alcun modo indiscrezioni su che cosa il presidente Draghi intenda fare, non solo per l’assoluto rispetto che portiamo al presidente incaricato ma perché siamo convinti che il programma del presidente dovrà essere reso pubblico quando sarà lui ad illustrarlo al Parlamento”, ha aggiunto Bonomi. 

Apprezzamento a Draghi anche dal presidente di Confapi, Maurizio Casasco: “Due cose ho apprezzato molto di Draghi: la riservatezza che ha dimostrato in questi giorni e che ha preso appunti e ha chiesto di raccontargli i progetti e le idee”, ha detto al termine dell’incontro con il premier incaricato. “Tutti gli altri temi li conosce benissimo”, ha poi aggiunto. 

Aperture anche da parte dei sindacati, con la segretaria della Cisl, Annamaria Furlan, che tra i temi emergenziali discussi con Draghi evidenzia quello del lavoro: “Abbiamo chiesto di confermare il blocco dei licenziamenti, la cassa Covid e i sostegni alle imprese”, ha detto al termine delle consultazioni. Il blocco dei licenziamenti “non deve essere sine die ma ci vogliono i tempi giusti per riformare gli ammortizzatori sociali e far decollare finalmente le politiche attive del lavoro”. 

Mentre il sindacato ha dato tutta la disponibilità “attraverso un rapporto concertativo” a dare il contributo al nuovo governo”, ha aggiunto Furlan.  Draghi, ha spiegato, “è sembrato interessato all’ ascolto delle priorità” indicate da Cgil, Cisl e Uil ha “condiviso che il confronto e il lavorare assieme sia una straordinaria possibilità”.

 


Governo, Bonomi: “Convinto sostegno all’azione di Draghi” 

Lagarde: “Draghi rilancerà l’economia italiana con l’aiuto dell’Ue”

AGI – Mario Draghi saprà “rilanciare l’economia italiana con il sostegno dell’Europa”: è la convinzione espressa dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, in un’intervista al Journal du Dimanche. Il fatto abbia accettato la sfida “di fare uscire il suo Paese dalla crisi economica e sociale mentre l’Italia è il Paese più colpito dalla pandemia nell’area dell’euro è un’opportunità per l’Italia e un’opportunità per l’Europa”, ha osservato Lagarde. “Ho piena fiducia sul fatto che Mario Draghi possa compiere questo compito. Ha tutte le qualità richieste, la competenza, il coraggio, l’umiltà necessaria per riuscire in questa nuova mission: rilanciare l’economia italiana con il sostegno dell’Europa”, ha aggiunto.

Sulle prospettive dell’economia europa “restiamo convinti alla Bce che il 2021 sarà un anno di ripresa”, ha detto la numero uno della Bce, “la ripresa economica è stata ritardata ma non abbattuta. È ovviamente attesa con impazienza”. “Anticipiamo un’accelerazione intorno a metà anno anche se le incertezze persistono”, ha aggiunto, “non siamo al riparo di rischi ancora sconosciuti. Dobbiamo essere lucidi: non ritroveremo prima di metà 2022 i nostri livelli di attività economica pre pandemia”.

La Bce stima che nel 2021 il Pil dell’Eurozona “dovrebbe essere intorno al 4%, forse leggermente sotto. Rappresenterebbe comunque già una crescita molto significativa rispetto al crollo del Pil del 6,8% registrato nell’area dell’euro nel 2020”: lo ha spiegato Lagarde. “Tutto dipenderà dalla politica e dalle campagne di vaccinazioni. Dipenderà anche dalle misure economiche prese dai governi in risposta alle condizioni sanitarie”, ha sottolineato.

“Alla Bce restiamo convinti che il 2021 sarà un anno di ripresa”, ha aggiunto Lagarde, “la ripresa economica è stata ritardata ma non abbattuta. È ovviamente attesa con impazienza”. “Anticipiamo un’accelerazione intorno a metà anno anche se le incertezze persistono”, ha detto la numero uno della Bce, “non siamo al riparo di rischi ancora sconosciuti. Dobbiamo essere lucidi: non ritroveremo prima di metà 2022 i nostri livelli di attività economica pre pandemia”.


Lagarde: “Draghi rilancerà l’economia italiana con l’aiuto dell’Ue”

Per la Bce Covid e lockdown minano la ripresa, subito il Recovery Fund

AGI – L’aumento dei contagi e i nuovi lockdown “minano” la ripresa dell’economia” mentre resta “elevata” l’incertezza sull’evoluzione della pandemia e la velocità della campagna vaccinale. Per questo è necessario usare rapidamente le risorse del Recovery fund, essenziali per rilanciare la crescita con riforme e investimenti.

A mettere in guardia è la Bce che considera cruciale continuare con un “ampio” stimolo monetario e si dice pronta “ad adeguare tutti gli strumenti”. Nel bollettino mensile l’istituto di Francoforte sottolinea come l’inizio delle campagne di vaccinazione rappresenti “un traguardo importante nel processo di risoluzione della crisi sanitaria in atto” ma la pandemia continua “a porre seri rischi per la salute pubblica e per le economie dell’area dell’euro e del resto del mondo”.

Covid e lockdown minano l’economia 

“Il nuovo aumento dei contagi da coronavirus e le rigide misure di contenimento imposte per un prolungato periodo di tempo in molti paesi dell’area stanno minando l’attività economica”, avverte la banca centrale europea. Nel settore manifatturiero l’attivita’ “continua a evidenziare una buona capacita’ di tenuta, mentre e’ soggetta a una forte contrazione nel comparto dei servizi, ancorche’ di minori proporzioni rispetto alla prima ondata della pandemia agli inizi del 2020”.

Secondo le previsioni degli esperti dell’Eurosistema, che hanno rivisto al ribasso le previsioni di crescita del Pil per il 2021 e al rialzo quelle per il 2022, il Pil dell’area euro dovrebbe registrare una contrazione del 2,5% nell’ultimo trimestre del 2020 a cui seguirà una fase di “stagnazione” dell’economia nel primo trimestre 2021.

“Questo quadro – si legge nel bollettino della Bce – è lievemente più pessimistico rispetto alle prospettive a breve termine derivanti dalle proiezioni macroeconomiche formulate a dicembre 2020 dagli esperti dell’Eurosistema, che prevedevano un calo del 2,2 per cento nel quarto trimestre, seguito da un aumento dello 0,6 per cento nel primo trimestre del 2021. Tale revisione e’ coerente con un maggiore pessimismo sulle prospettive a breve termine causato dall’intensificarsi delle misure di contenimento, unitamente ad attese piu’ ottimistiche nel medio termine, sostenute da un avvio sicuro e riuscito del processo di vaccinazione”.

Inflazione in territorio positivo nei primi mensi del 2021

Mentre per l’inflazione si prospetta un ritorno in territorio positivo nei primi mesi del 2021 e le aspettative di inflazione a piu’ lungo termine restano invariate a 1,7 per cento.

“Per continuare a garantire a tutti i settori economici condizioni di finanziamento favorevoli nel periodo della pandemia, – spiega la Bce – continua a essere fondamentale un ampio grado di stimolo monetario. Contribuendo a ridurre l’incertezza e a rafforzare la fiducia, ciò incoraggerà la spesa per consumi e gli investimenti delle imprese, sostenendo l’attivita’ economica e salvaguardando la stabilità dei prezzi nel medio termine”.

“L’incertezza resta elevata”

L’incertezza resta elevata, per questo la Bce “continuerà a seguire l’andamento del tasso di cambio con riferimento alle sue possibili implicazioni per le prospettive di inflazione a medio termine. Il Consiglio direttivo resta pronto ad adeguare tutti gli strumenti a sua disposizione”.

L’istituto di Francoforte “resta pronto ad adeguare tutti i propri strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui a convergere stabilmente verso il proprio obiettivo, in linea con il suo impegno alla simmetria”.

“Subito l’utilizzo del Recovery Fund”

Per la Bce, è “essenziale” che le risorse rese disponibili attraverso lo strumento Next Generation Eu “siano utilizzate rapidamente e convogliate in progetti di investimento che rafforzino la crescita. La spesa pubblica supplementare – osserva – dovrebbe essere rivolta a incrementare la crescita potenziale e, in particolare, a sostenere gli obiettivi a lungo termine dell’Ue in materia di gestione dei cambiamenti climatici e di promozione della digitalizzazione”.

“Gli investimenti aggiuntivi nell’ambito di tale programma – si legge ancora nel bollettino – svolgeranno un ruolo di primo piano nel sostenere la ripresa, una volta terminata la pandemia. Tale strumento produrrebbe un’espansione di bilancio incentrata sul debito pari, in media, a circa l’1 per cento del Pil nell’area dell’euro, nel periodo 2021-2024. La maggior parte degli interventi finanziati da Nngeu dovrebbe essere destinata agli investimenti e alle riforme strutturali volte a favorire la crescita”.

Infine la Bce ribadisce che gli strumenti di sostegno al lavoro “hanno svolto un ruolo particolarmente importante” ma raccomanda l’introduzione di limiti temporali finalizzati a ridurre il rischio di favorire il mantenimento di posti di lavoro non più sostenibili nel lungo periodo, nonché l’erogazione di formazione e assistenza nella ricerca di un impiego ai lavoratori che percepiscono sussidi, al fine di agevolare la mobilità professionale”.


Per la Bce Covid e lockdown minano la ripresa, subito il Recovery Fund

GameStop. Il fenomeno dei micro investitori nell’anno del Covid

AGI – I forum non sono il caos. Anche quando contano 7,7 milioni di utenti come quello di Reddit in cui si è organizzata la corsa all’acquisto di GameStop. I forum hanno regole proprie. Al loro interno si organizza un discorso. Questo discorso può risultare incomprensibile ai più perché fatto di criptiche cartoline postali, meme, razzetti e gif. Ma c’è.

È emotivo, a tratti irrazionale, ma non illogico. E in questo discorso emergono autorità. Voci più credibili di altre. Emergono capi. Nuove divinità che organizzano l’azione di milioni di persone. Un forum non è una nebulosa, è uno stormo, un banco di barracuda. Il resto può farlo un’app che consente di comprare azioni con un click. “Democratizzare Wall Street”, è il motto della più popolare tra queste, Robinhood. Ma è Reddit ad averlo realizzato.

Il fenomeno WallStreetBets nell’anno record di Walll Street

In questi forum ci sono centinaia di migliaia, milioni di ragazzi che – chiusi in casa a causa della pandemia, della didattica a distanza e delle restrizioni agli spostamenti – hanno cominciato a spendere ancora più tempo in rete. Su WallStreetBets, il canale Reddit dei micro investitori retail, si fanno chiamare ‘degenerated’. Il 2020 è stato l’anno della pandemia. Ma è stato anche l’anno dei record di Wall Street, dell’incredibile ascesa di titoli come Tesla e dell’inarrestabile corsa alle criptovalute. E sui canali di Reddit questo si è tradotto in messaggi che incitavano all’investimento. A comprare azioni, meglio se di piccolo taglio. La promessa era che tutti potevano guadagnare con le azioni. Non solo i grandi fondi di investimento, anche i piccoli se ben organizzati. Il luccichio che ha mosso i barracuda.

“Il fatto che di fenomeni come quello di GameStop si parli cosi’ tanto crea una narrativa fortissima e sempre più giovani vengono attratti dal guadagno facile”, ragiona interpellato dall’AGI Antonio Simeone, amministratore delegato di Euklid, fondo di algotrading. Ma se questo messaggio passa, può diventare una profezia che si autoavvera.

Metti il caso dell’argento, che è il nuovo obiettivo dei micro trader. Muovere il prezzo dell’argento è difficilissimo. Ma se si comincia a parlarne, i giornali cominciano a scriverne, si crea un rialzo che poi viene cavalcato anche dai grossi fondi di investimento. E li’ che la partita cambia scala e il prezzo può aumentare sul serio. Tutto sta a capire chi cavalca l’hype”. Simeone non crede troppo alla narrativa del Davide contro Golia a Wall Street. “Quanto possono avere in giacenza su Robinhood i micro investitori? Mille, duemila dollari? Qui si è calcolato che i fondi speculativi hanno perso circa 40 miliardi. I conti non tornano”.

I 1.400 dollari di Biden finiranno a Wall Street? 

Sta di fatto però che il fenomeno dei forum dei micro investitori c’è. In America è molto più radicato. E con il nuovo piano di aiuti alle famiglie del presidente Joe Biden, che prevede di dare 1.400 dollari, senza vincoli di spesa, agli americani che restano a casa, inclusi i giovanissimi, il fenomeno potrebbe diventare ancora più grande. “Sono soldi che finiranno in borsa, almeno in buona parte. Come finiranno magari nelle cripto e come sono finiti nelle pennystock. Un ragazzino non ha una forte esperienza finanziaria e si butta nel mondo della finanza come al casinò”, spiega Simeone. “Se dovessero arrivare davvero i 1.400 dollari di Biden, è evidente che in buona parte andranno a finire li’.

Sono soldi che andranno a sostenere le borse. I forum come Reddit faranno la loro parte: organizzeranno discorsi, thread, e qualcuno spigherà che è il momento di investire in un’azienda, in una cripto o nell’argento”, continua.

Ma chi è questo qualcuno? Simeone non ha dubbi: “è evidente che in quei forum ci siano persone che conoscono bene il mondo della finanza. Non si tratta solo di piccoli portafogli allo sbaraglio. E grossi nomi dell’industria americana sostengono WallStreetBets. Uno su tutti Elon Musk, che per molti degli utenti del forum è un dio. Lui gioca molto su questa narrativa, in quel forum ci sono quelli che compreranno le sue Tesla nel prossimo futuro. Si è ritagliato questo ruolo di divinità tra investitori retail e fan di bitcoin, che spesso condividono la stessa cultura di base. C’è un nuovo mondo della finanza. E chi ci entra oggi non ha come in passato lo erano i grandi fondi di investimento. È in cerca di nuovi dei”.

Stesso fenomeno ai tempi delle dotcom

Non si tratta però di un fenomeno del tutto nuovo. Già durante la bolla delle dotcom su internet spopolavano i banner pubblicitari che invitavano all’investimento semplice in società tecnologiche. “I retailer che acquistano a rotta di collo mi ricordano l’inizio del 2000. Anche io comprai azioni tramite un banner allora, ero poco più che un ragazzino”, ricorda l’ad di Euklid.

Poi la bolla scoppiò. E anche oggi siamo nelle condizioni in cui la bolla potrebbe scoppiare. Anche se non credo che accadrà”. In che senso? “La narrativa vuole che i micro investitori attacchino i lupi di Wall Street. Ma le vendite allo scoperto non sono per forza il male assoluto. Se prendi GameStop, si tratta di una società in crisi da molti anni, che ha un modello di business superato dal digitale, dall’ecommerce.

Le vendite allo scoperto in certi casi aiutano il mercato superare business che non hanno più senso e spianare al terreno per business nuovi, più legati all’innovazione. Oggi però nessuno vuole che qualcosa fallisca. Ogni titolo quotato è diventato un pò un ‘too big to fail’. Nessuno vuole crolli, perché dalle società quotate dipendono anche i fondi pensione americani”.

E GameStop, per Simeone, risponde in qualche modo a questa logica. Senza contare che a guadagnare di più dal rialzo di queste azioni sono i grossi fondi di investimento. “Finora a fare guadagni veri dalla storia GameStop è stata BlackRock, che aveva molte azioni nella società. E BlackRock è il più grosso fondo di investimento al mondo”.

Forum come Reddit però hanno un merito. Se non hanno democratizzato la finanza, hanno perlomeno democratizzato la conoscenza delle dinamiche della finanza. Chi interviene ha buone conoscenze di come funziona il mercato azionario. Legge articoli, costruisce discorsi informati. Può darsi che la pandemia e la possibilità di investire in azioni con poche centinaia di dollari forgerà una nuova tendenza della finanza. Può darsi che i nuovi fiumi di liquidità che entreranno nell’economia per sostenerla finiranno nel mercato azionario. Ma in borsa non si guadagna sempre. “Un trader normale perde l’85% delle volte in media. Cominceranno a perdere anche i micro investitori, magari quando comincerà a scemare la narrativa su questo fenomeno”, conclude Simeone. 

@arcamasilum


GameStop. Il fenomeno dei micro investitori nell’anno del Covid

Auto: secondo Assoutenti con il Covid risparmiati 905 euro a famiglia

AGI – L’emergenza Covid e le misure che hanno introdotto i lockdown nel nostro paese hanno prodotto nel 2020 un risparmio sulla spesa per la gestione degli autoveicoli privati pari in media a 905,6 euro a famiglia. Lo afferma Assoutenti, associazione dei consumatori specializzata in trasporti, che ha realizzato un apposito studio sul tema.

“Il lockdown nazionale scattato a marzo e le successive misure introdotte a partire dal mese di novembre hanno influito in modo pesante sui consumi degli automobilisti italiani legati al comparto dei trasporti”, spiega il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, “Il divieto di spostamenti e i limiti alla circolazione imposti dalle misure anti-Covid si sono tradotti in un risparmio per le famiglie, sia in termini di carburante che sotto il profilo della gestione delle automobili private. C’è stato infatti un minor consumo di pneumatici, un ridotto numero di incidenti che hanno richiesto meno interventi di riparazione, un crollo della spesa per pedaggi e parchimetri, ed è diminuita anche la spesa per le revisioni”.

Analizzando i dati nel dettaglio, Assoutenti sottolinea come il risparmio maggiore si sia registrato nel comparto dei carburanti, con i consumi di benzina e gasolio che nel 2020 sono diminuiti di oltre 15 miliardi di euro, con una minore spesa annua di 588 euro a famiglia. Dimezzata la spesa per manutenzione e riparazioni auto, con una contrazione per complessivi 7,3 miliardi di euro e un risparmio di circa 282 euro annui a famiglia.

I limiti alla circolazione hanno abbattuto anche la spesa per pedaggi autostradali e parchimetri (-33 euro a famiglia), mentre quella per le revisioni è scesa di 2,6 euro a nucleo. “In totale ogni singola famiglia ha risparmiato mediamente 905,6 euro nel 2020 grazie al Covid, ma nel 2021 il trend è destinato a cambiare”, denuncia Furio Truzzi. “I listini dei carburanti alla pompa stanno registrando nelle ultime settimane forti incrementi, con la benzina che costa oggi l’8,3% in piu’ rispetto a maggio 2020, mentre il gasolio è rincarato del 7,6%”.


Auto: secondo Assoutenti con il Covid risparmiati 905 euro a famiglia

Auto: secondo Assoutenti con il Covid risparmiati 905 euro a famiglia

AGI – L’emergenza Covid e le misure che hanno introdotto i lockdown nel nostro paese hanno prodotto nel 2020 un risparmio sulla spesa per la gestione degli autoveicoli privati pari in media a 905,6 euro a famiglia. Lo afferma Assoutenti, associazione dei consumatori specializzata in trasporti, che ha realizzato un apposito studio sul tema.

“Il lockdown nazionale scattato a marzo e le successive misure introdotte a partire dal mese di novembre hanno influito in modo pesante sui consumi degli automobilisti italiani legati al comparto dei trasporti”, spiega il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi, “Il divieto di spostamenti e i limiti alla circolazione imposti dalle misure anti-Covid si sono tradotti in un risparmio per le famiglie, sia in termini di carburante che sotto il profilo della gestione delle automobili private. C’è stato infatti un minor consumo di pneumatici, un ridotto numero di incidenti che hanno richiesto meno interventi di riparazione, un crollo della spesa per pedaggi e parchimetri, ed è diminuita anche la spesa per le revisioni”.

Analizzando i dati nel dettaglio, Assoutenti sottolinea come il risparmio maggiore si sia registrato nel comparto dei carburanti, con i consumi di benzina e gasolio che nel 2020 sono diminuiti di oltre 15 miliardi di euro, con una minore spesa annua di 588 euro a famiglia. Dimezzata la spesa per manutenzione e riparazioni auto, con una contrazione per complessivi 7,3 miliardi di euro e un risparmio di circa 282 euro annui a famiglia.

I limiti alla circolazione hanno abbattuto anche la spesa per pedaggi autostradali e parchimetri (-33 euro a famiglia), mentre quella per le revisioni è scesa di 2,6 euro a nucleo. “In totale ogni singola famiglia ha risparmiato mediamente 905,6 euro nel 2020 grazie al Covid, ma nel 2021 il trend è destinato a cambiare”, denuncia Furio Truzzi. “I listini dei carburanti alla pompa stanno registrando nelle ultime settimane forti incrementi, con la benzina che costa oggi l’8,3% in piu’ rispetto a maggio 2020, mentre il gasolio è rincarato del 7,6%”.


Auto: secondo Assoutenti con il Covid risparmiati 905 euro a famiglia

Wall Street chiude positiva. Male Apple e Facebook, GameStop crolla (-43%) 

AGI – Wall Street chiude positiva. Il Dow Jones guadagna lo 0,99% a 30.603 punti base, lo Standard&Poors lo 0,91% a 3.784 punti, il Nasdaq lo 0,50% a 13.337 punti.

A beneficiare dei rialzi a Wall Street sono stati soprattutto i titoli finanziari, guidati da banche, assicurazioni, spinti soprattutto dai dati sul Pil Usa che avanza del 4% congiunturale nel quarto trimestre, dopo il balzo del 33,4% del terzo, che fa seguito a un crollo del 31,4% nel secondo trimestre. Ma alcuni economisti continuano a sostenere che gli effetti negativi della pandemia sull’economia si vedranno con maggiore evidenza dopo il primo trimestre dell’anno.

Il Nasdaq cresce meno degli altri indici, appesantito dal crollo di Apple (-3,5%) nonostante il record nella trimestrale di ieri e da Facebook (-2,71%). I media americani hanno riportato in mattinata che Menlo Park sarebbe in procinto di portare Cupertino in tribunale per pratiche anticoncorrenziali legate all’Apple Store. Boom a sorpresa di Twitter invece, che chiude in rialzo del 7% dopo che gli analisti si attendono buoni risultati in trimestrali e l’acquisizione della newsletter Revue.

Male Tesla, che perde il 3,32% dopo l’ultima trimestrale, in cui ha chiuso il suo primo anno con ricavi su tutti i dodici mesi, ma gli investitori temono che non riuscirà a mantenere i ritmi di consegne necessari a far crescere ulteriormente i ricavi.

GameStop chiude in forte calo dopo i guadagni delle ultime settimane spinti dal coro di acquisti coordinati su un forum di Reddit. Il titolo lascia sul terreno il 43,18% a 150 dollari. Oggi alcune grosse società di trading hanno annunciato che non avrebbero più venduto azioni della catena di videogiochi a causa dell'”elevata volatilità” del titolo.

Anche il titolo di BlackBerry, tra quelli presi di mira dal forum di Reddit nel gioco rialzista, ha perso il 41,47% dopo i forti rialzi delle scorse settimane. Anche su questo titolo le società di trading hanno deciso per lo stop alle vendite. Stessa storia per Nokia, che ha perso il 28,17% dopo i forti rialzi delle ultime settimane.


Wall Street chiude positiva. Male Apple e Facebook, GameStop crolla (-43%) 

Da Bankitalia ai Palazzi, una lunga tradizione

AGI – Quando lo Stato ha bisogno di un “tecnico” è alla Banca d’Italia che si volge immediatamente lo sguardo. Nei periodi di crisi della storia repubblicana è stata via Nazionale, a più riprese, a fornire competenze tecniche e umane per ridare stabilità al Paese. Dalle sue fila sono usciti due presidenti della Repubblica, due capi del Governo, oltre a uno folto stuolo di ministri e sottosegretari. Insomma, quando le carte si incartano, è pescando negli uffici dell’istituto centrale che spesso giunge la soluzione per superare veti incrociati, antipatie parallele e blocchi ideologici. E se in queste ore torna a circolare il nome dell’ex governatore Mario Draghi per la successione a Giuseppe Conte non c’è da restare sorpresi. 

Luigi Einaudi, il primo presidente eletto dal parlamento

L’abitudine nasce sin dagli albori della Repubblica, quando è Luigi Einaudi a traslocare da Palazzo Koch al Quirinale, come primo capo dello Stato eletto dal Parlamento italiano, secondo in ordine di tempo dopo il mandato provvisorio di Enrico De Nicola. È il 12 maggio 1948 e c’è una nazione da ricostruire e riconciliare. Liberale e federalista, al termine dei suoi 7 anni di mandato, lascia in eredità un Paese pronto per cominciare il suo balzo economico.

Carlo Azeglio Ciampi, da Palazzo Chigi al Colle

Il secondo governatore a salire sul Colle più alto è Carlo Azeglio Ciampi nel 1999. In politica, a Palazzo Chigi, era stato chiamato a forza 6 anni prima, in uno dei momenti piu’ drammatici della storia recente, tra inchieste giudiziarie, delegittimazione del Parlamento e dei partiti, attentati di mafia e rischi di destabilizzazione della lira. Sostenuto da una maggioranza trasversale composta da Dc, Pds, Psi, Pri, Pli, Psdi, Alleanza democratica e Verdi, il governo Ciampi, nei suoi 377 giorni di vita, riesce a salvare il Paese dalla bancarotta, anche attraverso un accordo con le parti sociali, e a far approvare una nuova legge elettorale.

Lamberto Dini, da ministro di Berlusconi a suo successore

Ma alla Banca d’Italia guarda anche Silvio Berlusconi alla sua prima esperienza di governo. è il maggio 1994 quando nomina il direttore generale di via Nazionale, Lamberto Dini, ministro del Tesoro. Otto mesi dopo, pero’, l’uscita della lega di Umberto Bossi dalla maggioranza ribalta il tavolo. Berlusconi è costretto a dimettersi e proprio Dini, il 17 gennaio 1995, gli succede a Palazzo Chigi per portare a termine la riforma delle pensioni e rimettere ordine nei conti pubblici italiani, in perenne bilico sul filo del crack. Ci resta fino al 18 maggio 1996.

Guido Carli, la firma del trattato di Maastricht 

Se si parla di passaggi da Bankitalia al governo non puo’ poi non tornare in mente il nome di Guido Carli, governatore dal 1960 al 1975. Il motivo delle sue dimissioni non è mai stato chiarito ma nel 1976 è di nuovo in pista come presidente di Confindustria. Il 26 giugno 1983 viene eletto senatore nelle file della Democrazia cristiana, ruolo in cui viene confermato il 14 giugno 1987. Dal 22 luglio 1989 al 24 aprile 1992 è ministro del Tesoro in due governi guidati da Giulio Andreotti ed è in questa veste che negozia e firma, il 7 febbraio 1992, il Trattato di Maastricht, costitutivo dell’Unione monetaria europea. –

Saccomanni, Savona e Masera 

Ma la lista non finisce qui. Nell’elenco dei principali ‘civil servant’ con le stimmate di palazzo Koch, figura anche Fabrizio Saccomanni, ministro dell’Economia tra il 2013 e il 2014 e direttore generale della Banca d’Italia dal 2 ottobre 2006 al 28 aprile 2013. O un nome come quello di Paolo Savona, attuale presidente della Consob, ma anche ministro dell’Industria dal 29 aprile 1993 al 19 aprile 1994 e a capo del dicastero per gli Affari europei dal giugno 2018 al marzo 2019. Senza dimenticare Rainer Masera, ministro del Bilancio nel governo Dini, dopo essere stato capo del Servizio studi e direttore centrale della Ricerca economica di via Nazionale dal 1975 al 1988. 


Da Bankitalia ai Palazzi, una lunga tradizione

Il grande crollo dei saldi: vendite giù del 32,8%

AGI- Saldi al palo. Secondo la rilevazione del Centro studi retail Confimprese, nelle prime due settimane di gennaio (4-17 gennaio)  nelle regioni interessate dall’avvio dei saldi vi è stata una contrazione media delle vendite in store del 32,8% rispetto allo stesso periodo 2019, a fronte dello sforzo promozionale che si attesta su un range di sconto medio dei prezzi di vendita del 34%.  

“Sono numeri che non si discostano dal trend generale delle regioni in cui i saldi non sono ancora partiti, pari al -35,3% – spiega Mario Resca, presidente Confimprese –. Il crollo maggiore, in queste regioni, si registra nel beauty a -45% seguito dall’abbigliamento a -42,8%. I saldi non riescono a controbilanciare l’andamento negativo dei consumi.

La speranza di recuperare nel periodo natalizio parte delle vendite perse a causa del primo lockdown, garantendo così la sopravvivenza delle nostre imprese e dei posti di lavoro, non si è purtroppo concretizzata.

I saldi invernali non potranno ricompensare la perdita di 15 miliardi di ricavi nei mesi di novembre e dicembre. I magazzini sono pieni di merce che rischia di rimanere invenduta”. 

Negative anche le rilevazioni sul fronte consumatori del Termometro Innovation Team-Cerved per Confimprese: 4 famiglie su 10 dichiarano che non faranno acquisiti durante i saldi.

Anche nelle regioni dove i saldi devono ancora partire, il 36,5% prevede di non approfittare dell’occasione per fare compere. Tra coloro che hanno già approfittato dei saldi o pensano farlo a breve, il 44,7% diminuirà la spesa di circa 100 euro con uno scontrino medio di 191 euro a fronte dei 280 del 2019.

Per 1 su 2 il motivo è nelle difficoltà economiche ma 1 su 3 non è invogliato a fare acquisti nel contesto emergenziale.

Aspettative di riduzione della spesa anche dove la campagna dei saldi partirà alla fine del mese per una famiglia su due.

Continua a farsi sentire l’impatto dell’emergenza sanitaria sull’economia familiare: per 2 famiglie su 3 l’impatto della crisi sul reddito si conferma negativo o drammatico, in lievissima riduzione da dicembre.     

Torna ad aumentare il pessimismo a proposito dei prossimi mesi (35,5%) dopo il netto miglioramento avvenuto a dicembre in seguito all’annuncio della disponibilità di un vaccino contro il Covid: più ottimisti solo il 14,9% degli italiani.

Forte la preoccupazione da qui a un anno: per 2 famiglie su 3 sarà peggiorata la condizione economica del paese, per il 34% la propria condizione economica. In netto calo rispetto a un mese fa le speranze di un ritorno alla normalità già nel 2021: le aspettative di ripresa quest’anno scendono dal 57,8% di dicembre al 28,8% di gennaio. Per contro, il 58,6% delle famiglie posticipa al 2022 il ritorno ad abitudini pre-pandemia.


Il grande crollo dei saldi: vendite giù del 32,8%

ROYAL CANIN Golden Retriever Adult 3Kg

Il Golden Retriever è un cane da compagnia dal carattere straordinariamente affettuoso, amichevole, docile e pieno di talento. Tanto il vostro cane è unico, tanto dovrebbero esserlo anche i suoi alimenti.

Tutti i prodotti Royal Canin sono sottoposti a un controllo di qualità completo, per garantire la qualità ottimale. Gli alimenti della linea Breed Health Nutrition si distinguono per le proteine pregiate e il profilo nutrizionale bilanciato. Inoltre le crocchette sono state adattate per misura, forma e consistenza alla relativa razza canina.

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COMPOSIZIONE: proteine di pollame disidratate, mais, riso, frumento, idrolizzato di proteine animali, grassi animali, proteine vegetali isolate*, fibre vegetali, polpa di barbabietola, olio di pesce, olio di soia, pomodori disidratati, sali minerali, frutto-oligosaccaridi, tegumento e semi di psyllium, idrolizzato di crostacei (fonte di glucosamina), olio di borraggine (0,1%), estratto di fiore di tagete (fonte di luteina), idrolizzato di cartilagine (fonte di condroitina).

ADDITIVI (per kg): Additivi nutrizionali: Vitamina A: 32000 UI, Vitamina D3: 900 UI, E1 (Ferro): 45 mg, E2 (Iodio): 4,5 mg, E4 (Rame): 14 mg, E5 (Manganese): 59 mg, E6 (Zinco): 138 mg, E8 (Selenio): 0,1 mg – Additivi tecnologici: Clinoptilolite di origine sedimentaria: 10 g – Additivi organolettici: Estratto di tè (fonte di polifenoli): 150 mg – Conservanti – Antiossidanti.

COMPONENTI ANALITICI: Proteina grezza: 25,0% – Oli e grassi grezzi: 13,0% – Ceneri grezze: 6,0% – Fibra grezza: 3,8% – Per kg: EPA/DHA: 4,1 g – Taurina (totale): 1,7 g.[/more_info]


ROYAL CANIN Golden Retriever Adult 3Kg