In Italia Amazon ha raggiunto la parità di genere

AGI – Amazon è la prima azienda in Italia del settore e-commerce a ottenere la certificazione per la parità di genere. Si tratta di una parte integrante delle priorità strategiche della Missione 5 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza decisa per incentivare una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e ridurre i gap di retribuzione basati sul genere.

Un “traguardo importante, ma ancora più importante in un’azienda che si fonda sulla logistica e le tecnologia, due settori che tradizionalmente non sono molto aperti alle donne” dice Mariangela Marseglia, country manager di Amazon in Italia, che spiega anche in cosa si sostanzia il raggiungimento della parità di genere.

“Negli uffici l’abbiamo superata con il 53% di componente femminile e anche nel settore della logistica abbiamo una quota pari al 35%, superiore alla media”. All’obiezione che perseguire la parità di genere comporti il rischio di ottenere un effetto opposto – ossia discriminare un genere che fino a quel momento è stato considerato svantaggiato, Marseglia replica che “non si stratta di penalizzare, ma di promuovere; di rimuovere barriere, non di creare una discriminazione al contrario”.

“Il lavoro che facciamo è di creare un ambiente in cui il talento venga fuori ed emerga a prescindere dalle diversità” aggiunge, “non solo in termini di remunerazione. è un problema che va affrontato alla radice, con il raggiungimento della parità all’interno delle università, dove ancora nelle facoltà scientifiche ci sono meno donne che uomini. I dati dimostrano che le donne laureate in ingegneria sono brave tanto quanto gli uomini, se non di più: è un problema culturale perché alle ragazzine non si dice fin da subito che possono essere ottime informatiche e ottimi ingegneri. Da parte nostra promuoviamo le discipline stem con borse di studio per le ragazze e facciamo tutoring nelle scuole perché si appassionino al coding”.

La certificazione arriva al momento giusto, mentre il Pnrr inserisce proprio la parità di genere tra i suoi obiettivi. “La nostra azienda da anni lavora su queste politiche” dice Marseglia, “per creare un ambiente di lavoro inclusivo. Ora molte altre saranno spinte ad adeguersi”.

La parità di genere può anche essere un modo per fidelizzare i dipendenti. “è anche una strategia in questo senso” riconosce la manager, “ma il vero tema è di tenere i migliori e le migliori con la motivazione più alta possibile”. La parità di genere tiene conto anche nella neutralità, ossia di quanti non si riconoscono nella binarietà uomo/donna. “

Cerchiamo di utilizzare un linguaggio inclusivo non soltanto per quanto riguarda il genere ma altri tipi di diversità” dice Marseglia, “in modo da non dare l’idea che alcuni posti siano riservati solo a un certo tipo di figure e questo è più importante di quanto si immagini. Il fatto di usare gli asterischi invece di generi maschile e femminile non è un dettaglio perché ci sono persone che non si identificano in nessun genere. Io stessa ho imparato che per le persone che vivono quel tipo di esperienza è un segno di attenzione che conta e che distingue un tipo di annuncio di lavoro da un altro e fa capire come si lavora all’interno di un’azienda, che c’è attenzione anche a quei temi”. 


In Italia Amazon ha raggiunto la parità di genere